giovedì 26 settembre 2013

Ricorso al Tar contro la biogas di Magliano sabina

l'atto è stato presentato dal Comitato Biogas no grazie per sconcongiurare la realizzazione di una biogas al confine con Otricoli http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2013/09/presentato-il-ricorso-contro-la-biogas.html (23.09.2013) MAGLIANO SABINA. E' stato depositato la scorsa settimana il ricorso al Tar per impedire la realizzazione della centrale a biogas in località Campitelli, area della Valle del Tevere nel territorio del comune di Magliano Sabina. L'azione legale, che porta in calce la firma dei cittadini maglianesi le cui abitazioni sono ubicate accanto all'area che andrebbe ad ospitare il digestore, del sindaco di Otricoli Nico Nunzi e di Pietro Galadini in qualità di presidente dell'associazione "Sabina territorio e ambiente", mira ad accertare l'illegittimità del provvedimento di assenso, da parte del Comune di Magliano Sabina, alla realizzazione dell'impianto (da 600 Kw) di cui i cittadini sono stati infiormati solo dopo lo svolgimento della Conferenza dei servizi e successivamente al parere favorevole da parte dell'ufficio tecnico. Ad illustrare gli 11 motivi alla base del ricorso era stato l'avvocato Lelio Placidi. Tra i più importanti si lamenta: l'eccesso di potere per difetto di istruttoria in ordine alla titolarità dell'arcea interessata all'impianto (la Sherai cioè non avrebbe il titolo di proprietà dell'area presentando, ma solo un titolo condizionato all'ottenimento dell'assenso alla realizzazione); eccesso di potere e difetto di istruttoria in ordine alla dimostrazione delle disponibilità delle risorse per l'approvvigionamento del funzionamento dell'impianto; eccesso di potere per difetto di istruttoria per mancata produzione delle autorizzazioni necessarie per ottenne lo scarico in superficie dell'impianto e l'autoirizaxione sismiche (che dovrebbero essere esibite prima che venga rilasciata l'autorizzazione a realizzare l'impianto);mancata partecipazione alla conferenza dei servizi della Soprintendenza dei beni culturali dell'Arpa e degli enti interessati; presenza, all'interno dell'area interessata di un pozzo di acqua di falda. Inoltre, sempre secondo iquanto contestato nel ricorso - il responsabile del servizio nel dichiarare non necessaria la presentazione dei piano attuativo perché nel territorio sono già presenti attività che hanno già trasformato il territorio non ha tenuto conto che del fatto che il soprassedere alla presentazione dello stesso costituisce variante al Piano regolatore generale, ammessa per questo intervento rna non consentita tramite Procedura abilitativa semplificata. Nella fattispecie la procedura corretta avrebbe dovuta essere svolta sttraverso la richiesta da parte della Sherai di autorizzazione unica in quanto essa costiutuisce variante al piano regolatorc. "Quello che speriamo - commenta Rita Strazzeri, presidente del Comitato che, ad oggi conta più 1044 aderenti - è che a fronte del ricorso l'imprenditore si conceda una pausa di riflessione" Postato 2 days ago da Michele Corti

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