mercoledì 25 settembre 2013

acqualatina Tutta colpa del bilancio Dietro la scelta di tornare alla gestione pubblica ci sono i (molti) debiti

Latina Oggi, Martedì 24 Settembre 2013

Oggi la conferenza dei sindaci affronta anche la restituzione di denaro agli utenti
Tutta colpa del bilancio
Dietro la scelta di tornare alla gestione pubblica ci sono i (molti) debiti

DI GRAZIELLA DI MAMBRO

E’ tutta nell’ultimo bilancio di Acqualatina la risposta ai molti quesiti che ruotano attorno alla possibilità di un ritorno alla gestione pubblica dell’acqua, messa in campo dal principale sponsor del sistema privatistico, ossia Armando Cusani. Che è il presidente della conferenza dei sindaci convocata per questa mattina e alla quale verrà sottoposta, tra le altre, una proposta di deliberazione che porterebbe, dietro trattativa, alla cessione ai Comuni delle quote di Acqualatina spa attualmente detenute dai privati, riuniti nella srl Idrolatina. La società Kpmg , che ha firmato la certificazione, riporta testualmente nella relazione introduttiva che ci sono problemi finanziari assai rilevanti e fa riferimento specifico a «criticità e rilevanti incertezze», Che poi vengono pure elencate: «... mancato conseguimento del livello di incasso dei crediti previsto dagli obiettivi aziendali per permettere il rispetto degli impegni sottostanti il finanziamento con Depfa Bank» ed «inefficacia parziale o totale delle azioni... per garantire il raggiungimento dell’e q u i l ibrio economico-finanziario della gestione, tale da permettere anche la realizzazione degli investimenti attesi dalla convenzione di gestione... come indicato dagli amministratori tali rilevanti incertezze possono far sorgere significativi dubbi sulla continuità aziendale della società». Dunque era tutto chiaro e temuto già dallo scorso anno: Acqualatina potrebbe non farcela ad andare avanti perché ha troppi debiti e non riesce a rientrare con i crediti che pure vanta verso gli utenti. Il timore più grosso riguarda il pagamento delle rate del mutuo Depfa che assomma a 115 milioni e per il quale sono espostissimi anche i Comuni, alcuni dei quali hanno persino accettato il pegno sul loro patrimonio per equivalente delle azioni di cui sono titolari. Al debito verso la banca si aggiunge un’altra somma rilevante, i dieci milioni di euro (due milioni di euro ogni anno per il periodo dal 2006 al 2010) che i Consorzi di Bonifica chiedono alla società quale restituzione delle somme inserite nelle bollette per la manutenzione dei canali di bonifica. Ma su questo punto gli amministratori della società hanno una loro tesi e pendono procedimenti giudiziari per accertare la effettiva entità dei canoni. L’indebita - mento finanziario netto al 31 dicembre scorso era pari a 84,6 milioni di euro, circa tre milioni e mezzo in meno rispetto all’anno precedente, ma pur sempre una cifra da capogiro. Dai clienti che pagano l’acqua arrivano in media 75 milioni di euro (compresa la vendita all’ingrosso e a livello industriale); le liquidità differite sono pari a oltre 30 milioni di euro (bollette non riscosse). E’ evi - dente che una società in queste condizioni deve sperare in molte cose per superare la crisi, compresa l’idea di passare interamente in mano pubblica, quindi con una copertura finanziaria più solida di quella attuale. Ma con un costo per le casse di tutti che diventerebbe molto alto. 

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