giovedì 9 maggio 2013

da Maenza un no chiaro e forte alla centrale a biogas con dati di progetto poco chiari


Lunedì sera incontro richiesto dai cittadini di Maenza per avere informazioni sul progetto della centrale a biogas in località Farneta. Grande partecipazione di pubblico al ristorante da Santina. Posti in piedi e gente anche sulla porta. Pubblico preparato e molto rumoroso che ha fatto capire che la centrale a biogas o meglio “quella” centrale a biogas non s'ha da fare. Riunione presieduta dal sindaco Mastracci che si è subito dimostrato disponibile e attento verso i cittadini e che ha chiesto la presenza dei progettisti per spiegare il progetto. Il progetto è previsto in zona agricola a ridosso della frazione Farneta e di tante abitazioni i cui proprietari non sono certo entusiasti della vicinanza. I dati forniti hanno lasciato parecchi dubbi anche perchè il progettista (che afferma di aver progettato un impianto analogo ad Aprilia) si è spesso contraddetto (10 o 10.000 tonnellate di deiezioni animali, 2, 4 o 16 aziende agricole che conferiscono il liquame, sulla capacità produttiva ad ha) su dati che sono l'essenza del progetto. Se non c'è chiarezza su questi dati ci si può fidare sull'intero progetto che, secondo chi lo esponeva, avrebbe aumentato di 2 camion o trattori al giorno il traffico quando l'esperienza di impianti simili parla di ben altri numeri? Poi i dubbi sulla capacità effettiva 1,5 mW termici, al di sotto del megawatt elettrico e sulla sicurezza dell'impianto. Tutti gli impianti che trattano gas anche naturale ai fini energetici rientrano nell'allegato A della direttiva Seveso che tratta le attività a rischio di incidente rilevante. Poi bisogna capire le quantità. Qui il progettista si è superato “a me i Vigili del Fuoco hanno detto che è a rischio medio”, contraddizioni sulla mia domanda “ma Lei ha letto la Direttiva Seveso, conosce i quantitativi limite...?” Poi l'affermazione migliore del progettista “nessun impianto a biogas ha avuto problemi” e qui il pubblico si è scatenato. Ci sono numerosi incidenti a questi impianti con esplosioni, fuoriuscite, danni all'ambiente, inquinamento. Tanto per rimanere in ambito locale si è parlato di un insediamento (esibendo i documenti che lo provano) che non ha il certificato di prevenzione incendi rilasciato dal comando dei Vigili del Fuoco e continua a funzionare, non è in regola (dallo scorso anno) con i parametri e i controlli, ha opere non in regola. Fidarsi degli enti di controllo? Come a Borgo Montello dove da quasi 10 anni c'è l'inquinamento accertato, la norma non consente il conferimento del tal quale eppure si continua ad ampliare la discarica? Si è parlato dei tanti scandali, delle truffe, denunce, indagini rinvii a giudizio nell'ambito delle centrali a biomasse, per esempio “Operazione Biopower: lo scandalo si estende, Tombolillo e Bracciali vuotano il sacco http://interno18.it/cronaca/8542/operazione-biopower-lo-scandalo-si-estende-tombolillo-e-bracciali-vuotano-il-sacco che non aumentano certo né la fiducia né la tranquillità. Ma in termini di dialogo il progettista si è superato “il sindaco di Aprilia è stato condannato a pagare 2 milioni di € per essersi opposto”. Il pubblico “cos'è una minaccia?” Ecco questo si chiama dialogo con le amministrazioni e la popolazione. Ancora le aziende non iniziano a lavorare, a realizzare il loro investimento che riceverà incentivi pagati dai cittadini attraverso la bolletta e già iniziano gli “avvertimenti”. Se il buongiorno si vede dal mattino è meglio che questa azienda accetti “il consiglio” e vada a speculare altrove

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