lunedì 1 aprile 2013

rinnovamento per superare le guerre legali a Pontinia e per dare futuro ed economia al nostro territorio


Il ritorno dell'inasprimento delle guerre legali e personali a Pontinia riafferma la necessità del rinnovamento della classe politica. Non si può bloccare l'attività amministrativa, rimandare le risposte urgenti ai vari problemi ed esigenze del territorio e della cittadinanza per colpa di una parte politica che denuncia tutto e tutti. Occorre mettersi alle spalle questo astio che porta solo danni anche civili. Bisognerà quindi sostituire tutti gli esponenti con i nuovi per dare un messaggio di rinnovamento. Occorre sostituire il metodo di amministrare attuale con quello moderno della trasparenza e dell'efficienza sia pratica che on line. Pontinia deve recuperare terreno nell'amministrazione, nella cultura, nella partecipazione. Basta con le nomine e con la privatizzazione di settori importanti. Il rinnovamento in parte deve essere generazionale (abbiamo visto che non tutti i giovani sono capaci e spesso hanno un atteggiamento e una mentalità affaristica e opportunistica) e in parte di genere (non necessariamente essere donna significa attenzione, sensibilità, partecipazione, abbattimento di pregiudizi e di steccati). Il cambiamento non deve essere verticistico e sopratutto deve far tornare in secondo piano la causa dell'inefficienza cioè i partiti e la loro immagine di spartizione e lottizzazione. Per questo occorre un dibattito ed un confronto tra cittadini, associazioni, parti sociali. Che non deve essere ostacolato da chi viene percepito come il vecchio. In altre parole chi siede in consiglio comunale da prima del 2011 è meglio si faccia da parte. E' evidente che se le accuse sull'amministrazione vengono da chi ha dichiarato il dissesto, da chi ha ammesso che ha sbagliato a dichiarare il dissesto, da chi ha preso soldi dalla giunta Polverini (esempio nazionale della pessima amministrazione con festini, shopping con la scorta, soldi agli amici degli amici massacrando la sanità e tutti i servizi pubblici) la denuncia può essere poco credibile. Per questo continuo a difendere Tombolillo: tante accuse, denunce e querele e nessuno ha mai dimostrato (né dubito dimostrerà) che abbia avuto interesse personale, contrariamente a qualcuno che tenta di danneggiarlo. Ma non basta dobbiamo difendere questa amministrazione, come cittadini, come tecnici, come operatori economici, perchè Pontinia ha bisogno che venga realizzato il vincente programma elettorale fino alla scadenza naturale del 2016. Il discorso diverge tra le 2 parti politiche in causa: quella per il bene comune del progetto popolare di Pontinia e quella guerricida di una parte della destra. Ce n'è almeno una terza parte politica (quella dei grillini ammesso che sopravviva allo stato di confusione parlamentare). La parte del progetto popolare nasce da un passo indietro dei partiti (richiesta da me e da altri) nel 1993/94 e della regola dell'incandidabilità di chi aveva svolto almeno 2 legislature. Eravamo in piena tangentopoli e la parola d'ordine era anche allora rinnovamento. Ho posto una serie di condizioni al PSI e al PCI sull'esclusione dei “vecchi” che sono state accettate loro malgrado. Poi c'è stato un forte e positivo (oltre innovativo e propositivo) confronto con le varie realtà sociali, imprenditoriali, semplici cittadini che, facendosi da parte la fazioni storiche politiche che bloccavano lo sviluppo di Pontinia, avevano ritrovato l'entusiasmo della partecipazione politica. Il consenso popolare è cresciuto con entusiasmo e con l'elezione di Eligio Tombolillo. Viceversa quando i partiti (in particolare margherita e socialisti) hanno ribadito l'arroganza di posizioni precostituite (2003) si è andati ad una sonora e facilmente prevedibile sconfitta. Il pd ritenta periodicamente questa politica dell'arroganza ovviamente con risultati deludenti. Non è un caso che se si candida Tombolillo (lui) vince alla grande. Il pd e i suoi candidati invece non funzionano. Ovviamente sulla parte politica di destra guerricida e rancorosa possono incidere solo gli interni alla stessa parte politica. Alcuni dei quali, in varie occasioni e in vari modi, hanno preso le distanze oppure, addirittura, hanno sostenuto Tombolillo o si sono candidati con lui. A livello locale destra e sinistra non hanno molta importanza ci si confronta sugli obiettivi, le esigenze e il percorso per raggiungerlo. Tombolillo sempre attento alle esigenze diventa facilmente vincitore. Qualcuno ricorderà che a novembre del 2004, nella conferenza pubblica (centinaia di persone in piedi nel pienone del teatro parrocchiale) dopo la prima sentenza che annullava, dimostrandone l'inesistenza, la prima delibera del dissesto, avevo ribadito che l'unica uscita dal dissesto era il rinnovamento della classe amministrativa. Altrimenti, avevo previsto, la nuova dichiarazione di dissesto, la nuova sentenza che lo annullava e un percorso di almeno 10 anni con continue battaglie legali con il condizionamento e il blocco della vita amministrativa. Purtroppo ho avuto ragione e, mannaggia, ancora una volta nessuno mi ha dato retta. Qualcuno ricorderà le mie proposte pratiche per uscire dal dissesto (anche all'amministrazione di destra) e il forte scontro interno con scambio di accuse tra sindaco e assessore alle finanze. Come il cambio di versione del sindaco (pro o contro il dissesto a seconda dei momenti, almeno così sembrava dai comunicati e dagli articoli di giornale). Non mi sono mai tirato indietro per scongiurare questa guerra legale. Nel 2004 ho proposto il mio aiuto e la mia mediazione a Mochi perchè non dichiarasse il dissesto indicandogli le 3 alternative, anche con il sostegno del centro sinistra (ero presidente provinciale dei verdi che proprio nel 2004, 2005 e 2006 ottennero in provincia di Latina i migliori risultati elettorali). Lo stesso ho fatto nel 2005 e 2006 tornando a dialogare con una parte della destra nello spirito della deposizione delle armi tra destra e centro sinistra. Ricordo che questo aveva dato molto fastidio proprio nella parte che aveva tentato fino alla fine ricorsi su ricorsi per restare al comando di Pontinia pur non avendo né numeri in consiglio comunale, né consenso. Paradossalmente il forte impulso al rinnovamento può essere dato solo dalla terza forza politica di Pontinia, quella dei grillini ammesso che riescano a trovare anche localmente credibilità e programmi. Se acquistasse forza la necessità di rinnovamento espressa dai 5 stelle questa potrebbe portare al cambiamento di atteggiamento di quello che una volta era il centro sinistra, liberandolo dalle imposizione dei vecchi e dal direttivo che anziché guardare al territorio, alle sue esigenze continua a rimirarsi l'ombelico.  

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