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venerdì 8 marzo 2013
trattativa stato mafia maxiprocesso a Palermo, aveva ragione Ingroia
TRATTATIVA STATO-MAFIA
MAXIPROCESSO A PALERMO
IL SUICIDIO DEL DIRIGENTE
Da Mancino a Mori, da Dell’Utr i
a Subranni fino a Riina. Per la prima
volta nella storia, uomini delle
istituzioni e di Cosa Nostra
compariranno insieme in Corte
d’Assise. Lo ha deciso il gup per tutti
gli imputati per i quali la Procura
aveva chiesto il rinvio a giudizio
Antonio Ingroia Il pm dell’i n ch i e s t a
“Ora dite ai tanti
Soloni che
le prove c’erano”
Dottor Ingroia,
per quest’inchiesta
le hanno
dato del pazzo, il
suo collega Teresi
sostiene che in
molti oggi dovrebbero
vergognarsi...
È una bella soddisfazione:
non tanto
nei confronti degli imputati,
ma dei tanti Soloni che hanno
pontificato contro questa
indagine, senza conoscere
nulla delle prove che c’erano,
sostenendo che era fondata
sul nulla.
Qualcuno ha scritto che Morosini
ha attaccato il vostro
lavoro...
Ma quando mai… Si è solo
lamentato per la mancanza
di un indice che gli rendesse
più agevole la ricerca delle
fonti di prova.
Che messaggio lancia oggi
questa decisione giudiziaria
alla politica?
Che il pezzo di Stato che tiene
alto il principio di giustizia,
verità e responsabilità
rimane soltanto la magistratura,
mentre le altre componenti
istituzionali, soprattutto
la politica, hanno già
ammainato bandiera da un
pezzo: in campagna elettorale
il tema della verità sulla
stagione più buia della nostra
storia (che
non è questione
giudiziaria, ma
questione democratica)
è stato
del tutto assente.
Trova analogie
tra la situazione
politica odierna e
lo snodo del ‘92
che sfociò nello stragismo?
Sì, perché siamo in un’analoga
fase di transizione, viviamo
in una situazione di
confusione politico-istituzionale
e, come allora, siamo
anche alla vigilia della designazione
del nuovo Capo
dello Stato. Anche oggi, infatti,
il sistema criminale fa
sentire la sua voce: il rogo di
Bagnoli non è frutto di un
piromane, ma è un episodio
criminale all’interno di una
strategia. È un messaggio
forte che riguarda tutta l’Italia.
Questo esito giudiziario indebolisce
o rafforza l’azione
di Napolitano nella gestione
della crisi?
Dico solo che dovrebbe far
ricredere chi ha visto nell’azione
della procura di Palermo
un’azione indirizzata a
fini politici, e non invece
quello che era: la ricerca della
verità senza fare sconti a
nessuno. il fatto quotidiano 8 marzo 2013
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