venerdì 1 marzo 2013

Lazio al voto Cerroni, il Pd e il M5S, tra Pisoniano ed Albano


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Di  | 01 marzo 2013

Pisoniano è un piccolo paese della provincia di Roma, arroccato sulle montagne dell’Appenino. Ottocento abitanti, nome pressoché sconosciuto, se non fosse che ha dato i natali all’avvocato  Manlio Cerroni, il monopolista dei rifiuti, piccolo re di Malagrotta. In questo borgo il M5S, alle elezioni regionali, ha preso poco più di una manciata di voti, trentasei per l’esattezza, pari al 9 per cento. Ben al di sotto della media del Lazio. Decisamente meglio è andata al Pd di Nicola Zingaretti, con il 41,39 per cento dei consensi. Re delle preferenze, nel paesino di Pisoniano, è Marco Vincenzi, fino a pochi mesi fa assessore della giunta provinciale di Roma, già sindaco di Tivoli.
Alle scorse elezioni regionali a fare il pieno di preferenze era stato un altro candidato del Pd, Mario Di Carlo, politico scomparso due anni fa e considerato vicinissimo all’avvocato Cerroni. Questione di simpatie e un comune amore per il piatto tipico romano, la coda alla vaccinara, spiegava Di Carlo in un fuori onda su Report.
A quasi cento chilometri di distanza c’è Albano Laziale, città al confine tra la zona dei Castelli romani e l’area metropolitana della capitale. Qui il boom del partito di Grillo è stato senza uguali: oltre il 31 per cento dei voti sono finiti al M5S. Nello stesso tempo il Pd, Sel e i candidati di Rifondazione comunista – che siedono insieme nella giunta comunale – hanno avuto un’emorragia storica di consensi. In questa città in forte espansione, grazie alla migrazione di molti romani alla ricerca di affitti e mutui più accessibili, Manlio Cerroni da Pisoniano vorrebbe realizzare uno degli inceneritori più grandi della regione. Un progetto nato durante la giunta di Piero Marrazzo, che firmò in pieno agosto l’atto deliberativo per la costruzione dell’impianto. Non solo. In piena campagna romana sorge la discarica di Roncigliano, arrivata oggi alla coltivazione dell’ottavo invaso, da diverso tempo al centro di una delicata inchiesta della Procura di Velletri passata lo scorso anno alla Dda di Roma. Il tutto firmato, ancora una volta, Manlio Cerroni. Fino ad oggi,  grazie ad un largo movimento spontaneo, la popolazione è riuscita a bloccare il progetto dell’inceneritore con un fuoco di fila fatto di ricorsi e mobilitazione. Il M5S della città è nato e cresciuto in questo contesto, riuscendo ad accreditarsi come punto di riferimento istituzionale per la lotta “rifiuti zero”. Lo stesso non è accaduto per i partiti della sinistra, grazie alla loro alleanza nella giunta comunale con il Pd, ritenuto – non a torto – troppo vicino alle esigenze imprenditoriali di Cerroni. Paradossale è la parabola di Rifondazione comunista: da una parte il gruppo regionale è sempre stato vicino alle lotte dei comitati noinc, mentre il partito localmente accettava di entrare nella giunta guidata dal sindaco del Pd Marini, lontano dalle lotte popolari. Un partito, quello guidato da Zingaretti, che è percepito come troppo vicino a Pisoniano.
Le storie elettorali di queste due città laziali – messe a confronto – spiegano il successo senza precedenti dei grillini e il crollo di consensi del centro sinistra. Sono anche la premessa della futura battaglia sui rifiuti che tra qualche giorno inizierà nel consiglio regionale del Lazio, con la spada di Damocle dell’emergenza romana pronta a cadere. Nicola Zingaretti dovrà affrontare nell’immediato la riscrittura del piano rifiuti e trovare una soluzione – difficilissima – per la gestione dell’emergenza. Un derby, tra Pisoniano e Albano.

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