giovedì 7 marzo 2013

Latina Flop dell’Intermodale: tre milioni di euro da restituire a Bruxelles

il messaggero

L’Unione europea potrebbe richiedere la cifra al Comune 


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LATINA - Il Comune di Latina potrebbe dover restituire oltre tre milioni di euro, ottenuti dall'Unione europea per la Società logistica merci. È solo un rischio, ancora, ma più che concreto, dato che, a livello generale, l'Unione europea non lascia trascorrere molto dopo la scadenza, in caso di progetti finanziati ma non realizzati. Un'ipotesi, su cui il liquidatore della Slm, Salvatore D'Amico, è stato ieri molto chiaro, nel corso della seduta della commissione Bilancio, convocata dal presidente, Gianni Chiarato, proprio per affrontare un altro dei nodi oscuri degli ultimi anni per l'amministrazione di piazza del Popolo. Ma il liquidatore, inviato per fornire un quadro dettagliato e completo, non si è fermato alla considerazione del rischio di dover restituire i fondi. I tre dipendenti della Società, ha ricordato, non ricevono lo stipendio da mesi, come non riceve i propri rimborsi lo stesso liquidatore, dettosi a questo punto, «pronto a lasciare l'incarico» di fronte alle scarse possibilità di gestione dell'infrastruttura. E non è ancora finita: lo stesso sito «è in abbandono», non mantenuto, e soprattutto non custodito, ed è quindi «oggetto di furti e saccheggi», così come un'ulteriore circostanza potrebbe costituire un impedimento per il futuro. Un'area, centrale, di appena un ettaro e mezzo, sui quasi 15 totali, è stata infatti concessa in uso per 30 anni a una società, che ha già versato l'intera quota. Un vincolo quindi, per progetti futuri. Progetti che, è stato ricordato ieri, erano al centro del tentativo di cessione delle quote da parte del Comune (che detiene il 95% della società), così come dell'ipotesi di cessione della gestione. Nel 2012, infatti, l'amministrazione di piazza del Popolo si era mossa, con l'intenzione di monetizzare al massimo, in attesa della liquidazione. Erano così giunte tre manifestazioni d'interesse di altrettante società private per l'utilizzo per alcuni mesi dell'infrastruttura. Offerte di canone di locazione che variavano tra 120mila e 244mila euro all'anno (a seconda della superficie richiesta e utilizzata per il 2013, ovvero per l'ultimo anno di attività sotto la proprietà di piazza del Popolo. Offerte che, in due casi, comprendevano anche il reimpiego dei dipendenti. Così, si sarebbe prodotto reddito, quantomeno per far fronte alle spese vive (circa 100mila euro all'anno). Una prospettiva che rimane, seppure ora con l'opzione di un bando. La decisione finale dovrà essere presa entro la fine dell'anno.
Due saranno le alternative: il Comune può cedere la società a terzi, oppure può essere sciolta, e il bene acquisito al patrimonio comunale, ma, secondo la Finanziaria, comunque l'amministrazione dovrà liberarsi di società partecipate non strumentali a produrre servizi per la collettività.
Mercoledì 06 Marzo 2013 - 15:30
Ultimo aggiornamento: 15:31
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