sabato 16 marzo 2013
il nodo rifiuti discarica Borgo Montello per la giunta Zingaretti
Cosa aspetta la nuova giunta regionale, dopo il decreto
Il nodo rifiuti
Un groviglio di scelte pubbliche e interessi privati Il ruolo cardine
dei grandi gruppi E’ una complicata matassa fatta
di autorizzazioni e battaglie a
colpi di azioni legali quella che
si troverà tra le mani tra pochi
giorni il nuovo presidente della
Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Ed è una matassa sporca
non solo e non tanto perché
riguarda i rifiuti ma ancor più
per gli interessi in gioco. Come
è noto la situazione attuale dello
smaltimento nel Lazio è illegittima se non addirittura illecita in
alcuni casi, poiché si continua a
conferire immondizia non differenziata dentro le discariche,
stante le autorizzazioni scadute
e le intimazioni dell’Unione Europea che minaccia multe e non
vuole più tollerare le condizioni
attuali. A fronte della esigenza
di regolamentare meglio la gestione la Regione Lazio si trova
davanti almeno tre o quattro nodi irrisolti; il primo: la maxi
discarica di Roma non potrebbe
più accettare i rifiuti della capitale se non previo trattamento; il
secondo: a Roma gli impianti di
pre trattamento meccanico (necessario a ridurre impatto ambientale e quantità) non ci sono;
il terzo: la Regione fino ad oggi
ha autorizzato nelle province di
Latina e Frosinone un numero di
impianti non necessari; il quarto: il 96% dei rifiuti prodotti in
tutta la regione
Lazio vengono
trattati (in discarica o impianti)
da tre gruppi
impr enditor iali
del settore o da società agli stessi
riconducibili e uno di questi
gruppi tratta l’86% del totale
dell’immondizia. Nessuna decisione può essere veramente assunta senza trattare con chi detiene il monopolio. Ed, in fondo,
è la stessa ragione per la quale si
sta scatenando una battaglia durissima proprio sugli impianti. Il
caso-Latina anche stavolta è
emblematico: esiste un impianto (Rida di Aprilia) autorizzato
per trattare 400mila tonnellate
annue di rifiuti, e con ampliamento già chiesto fino a 560mila
tonnellate; nel frattempo è stata
avviata la costruzione di un secondo impianto, autorizzata la
nuova linea di trattamento dello
stesso tipo ad un terzo impianto
ed è in fase istruttoria il progetto
di un quarto impianto. Il fabbisogno della provincia di Latina
si aggira attorno alle 550mila
tonnellate, quelle già accettabili
in pratica. I promotori dei progetti, tranne quello già attivo,
sono gli stessi gestori delle discariche. Qualunque sia la cosa
che la nuova giunta regionale
vorrà fare di questo guazzabuglio che si trova sul tavolo, merita un in bocca al lupo. http://www.latina-oggi.it/read.php?hash=6b6e1a8e3da790ca9406eab1777a3870
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