lunedì 5 novembre 2012

rifiuti scandalo Ama impianto selezione Rocca Cencia fermo


EMERGENZA RIFIUTI

Scandali Ama, impianti fermi
a Rocca Cencia, «gioiello» dimenticato

Costato 24 milioni, l'impianto per selezionare plastica, vetro e metalli è fermo da oltre 2 anni. Voci di sabotaggio. Dal 29 ottobre nuovo affidamento per i cassonetti

L'impianto Ama di Rocca Cencia (Jpeg)L'impianto Ama di Rocca Cencia (Jpeg)
ROMA - Adesso che la raccolta differenziata, nel report sui primi 9 mesi del 2012, ha mostrato di segnare il passo (siamo ancora al 25-26%), un altro misterioso caso della gestione Ama torna sotto i riflettori. Perché l’impianto «multimateriale» di Rocca Cencia inaugurato nel 2006, unico in città per la selezione di plastica, vetro e metalli, è fermo da oltre 2 anni? Come si spiega tanto ritardo nel riparare un «gioiello» che, secondo stime interne, garantirebbe all’azienda ricavi di 10 mila euro al giorno, grazie alla consegna del materiale «ripulito» alle filiere del riciclo?
Quali ombre si addensano su una struttura costata la bellezza di 24 milioni di euro? E soprattutto - domanda delle cento pistole - cosa si cela dietro il famigerato schianto al suolo della cabina di pilotaggio che, nel luglio 2010, provocò lo stop del trattamento dei rifiuti più nobili e il loro invio in altri stabilimenti? Sono questioni che, il 2 marzo 2011, risuonarono anche in Senato, durante un’audizione dei sindacati davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle «morti bianche».
La palazzina degli uffici a Rocca Cencia (foto Jpeg)La palazzina degli uffici a Rocca Cencia (foto Jpeg)
Ma oggi, alla luce degli scandali emersi nella municipalizzata (dalla promozione di 11 sindacalisti a Parentopoli-bis, dai «distacchi» di netturbini finiti nello staff di politici agli avanzamenti di carriera «oliati» da regali chiesti via-sms), questi stessi quesiti si caricano di significati ulteriori. Intanto per la semplice ragione che, nel frattempo, di mesi senza che l’Ama rimettesse in funzione l’impianto ne sono trascorsi altri venti.
E poi per un’allarmante ipotesi, rimasta finora sottotraccia: insistenti e qualificate voci interne, infatti, non solo non escludono un sabotaggio a Rocca Cencia, ma lo danno per certo. Qualcuno si arrampicò sul tetto dell’avveniristica struttura per sbullonare viti, allentare tensori? Scenario inquietante. Solo un’indagine, con relative perizie che potrebbero dire molto sull’accaduto, consentirebbe di fugare ogni dubbio.
L’impianto multimateriale di Rocca Cencia inaugurato nel 2006: dovrebbe trattare plastica, vetro e metalli (foto Jpeg) L’impianto multimateriale di Rocca Cencia inaugurato nel 2006: dovrebbe trattare plastica, vetro e metalli (foto Jpeg)
Che sia stato incidente o atto doloso, comunque, il combinato disposto tra il crollo della cabina (avvenuto fortunatamente al di fuori dei turni, quindi senza conseguenze per gli operai) e il forte ritardo nel ripristino dell’attività un effetto l’ha avuto: via libera agli appalti. Oggi il «multimateriale» a Rocca Cencia viene solo ammucchiato a tonnellate, in attesa che capienti camion lo trasportino in altri impianti, dall’Alto Lazio all’Umbria, fino alla Campania (Avellino).
Fu l’Ama stessa, all’indomani dell’audizione al Senato, dopo aver negato «categoricamente» che plastica e vetro finissero a Malagrotta, a elencare in una nota i beneficiari dell’imprevisto business: Centro riciclo, Remaplast, Rovere, Cite, Del Prete e Eurorecuperi. Se poi si siano aggiunte altre ditte non è chiaro. «La vera struttura che manca in azienda - attacca Franco Fanelli, coordinatore Fp-Cgil Ama, unica organizzazione rimasta fuori dal patto per le promozioni - è un Ufficio agli sprechi, che a tempo pieno si occupi di razionalizzare le spese e rendere efficiente una gestione più che discutibile».
Sempre in tema di esternalizzazioni, un’altra è recente. La coop Serviplus, di cui è vicepresidente Bruno Rossi, ex capo-operaio «in quota» Cisl, dal 29 ottobre può entrare con i suoi furgoni a Ponte Malnome: si occupa di movimentazione dei cassonetti. E infine ecco cosa divulga «Radio scopa», l’informatissimo network alimentato dal passaparola aziendale: gli 11 sindacalisti promossi a luglio, intanto, avrebbero ancora i due livelli in più in busta paga (nonostante la revoca dell’accordo) e sarebbero intenzionati a tenerli.
Sul versante Cisl, invece, dopo le dimissioni del segretario della Fit-Lazio Alessandro Bonfigli (che si muoveva con poteri di «direttore ombra»), in pole position ci sarebbe Maurizio Ricci, suo braccio destro. Segno che - a dispetto dell’azzeramento dei vertici regionali, deciso 10 giorni fa da un furioso Raffaele Bonanni dalla sede nazionale di via Po - il «cerchio magico» dell’ex capo in Ama esercita ancora forte influenza.
Fabrizio Peronaci,
l'articolo a pag. 2 in Cronaca di Roma
sul Corriere della Sera
5 novembre 2012 | 8:52© RIPRODUZIONE RISERVATA http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_novembre_5/ama-roccacencia-impianto-fermo-2112558038938.shtml

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