Le nuove risorse saranno chieste al governo giapponese per pagare gli indennizzi, a decontaminare un'area più ampia colpita dalla fuga radioattiva e decommissionare i reattori danneggiati dal sisma dell'11 marzo 2011. L'azienda è stata nazionalizzata questa estate per salvarla dal fallimento
Le nuove risorse che saranno chieste al governo, ha detto la principale utility nipponica, serviranno a pagare gli indennizzi, a decontaminare un’area più ampia colpita dalla fuga radioattiva, a decommissionare i reattori danneggiati dal sisma/tsunami dell’11 marzo 2011 e a costruire depositi di stoccaggio provvisorio dei detriti radioattivi. La Tepco, nazionalizzata la scorsa estate, ha nel suo nuovo piano industriale anche uno schema di sostegno finanziario per assicurare la sopravvivenza dell’azienda contestualmente al pagamento delle relative spese legate alla centrale di Fukushima.
“Abbiamo bisogno di discutere con il governo di quello che è necessario fare a seconda dei diversi scenari che si profilano”, ha detto il presidente della compagnia, Kazuhiko Shimokobe, incontrando la stampa. Secondo Shimokobe, l’opzione migliore sarebbe di avere una Tepco destinata a rioperare come una vera e propria società privata, tenendo ferma la “sua missione di base”: risarcire le vittime di Fukushima, considerando le centinaia di migliaia di persone evacuate, e di continuare a fornire elettricità in una delle aree più industrializzate e popolate del Giappone.
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