L'assemblea
Raccordo bis, Verdi: "Opera inutile
che pagherà il territorio"
Otto corsie, 35 chilometri a pedaggio, quasi 1,7 miliardi euro di costo per un miglioramento della rete stradale che fa discutere, specie per l’impatto ambientale sui vari territori interessati DI DAVID CECCARELLI
TOR DE' CENCI No dei comitati al progetto autostradale dell'Anas
TOR DE' CENCI No dei comitati al progetto autostradale dell'Anas
“Il raccordo bis? Un’altra grande opera inutile”. Queste le parole dei Verdi sul tanto dibattuto bypass autostradale che dovrebbe collegare l’A12 (Roma - Civitavecchia) con l’A1.
IL PROGETTO - Otto corsie, 35 chilometri a pedaggio, quasi 1,7 miliardi euro di costo (48 per chilometro): un miglioramento della rete stradale che fa discutere, specie per l’impatto ambientale sui vari territori interessati. In mattinata si è svolta l’assemblea informativa, organizzata dai Verdi del Lazio e dal periodico La Fiera dell’Est, per sensibilizzare comitati e cittadini sugli eventuali rischi del progetto.
LE CRITICITA' - “Si tratta di un’opera volta a migliorare la viabilità autostradale – ha dichiarato Nando Bonessio, Presidente dei Verdi del Lazio – voluta dal governo e dalla regione per mettere in contatto la zona est con l’aeroporto di Fiumicino. Il problema è che ne pagheranno le conseguenze territori a densa popolazione, riserve naturali importanti, zone agricole riconvertite al biologico”. La bretella, la cui realizzazione dovrebbe concretarsi fra il 2016 il 2019, partirebbe dalla Roma – Fiumicino, insistendo sul bacino del Tevere e arrivando al primo step fondamentale, ovvero lo snodo di Tor de Cenci/Pontina. Il nastro d’asfalto scavalcherebbe zone importanti da ovest verso est, passando sulla riserva di Decima Malafede, articolandosi attraverso un lungo sottopassaggio (6 km) in corrispondenza del Parco degli Acquedotti per poi riversare il traffico all’altezza della via Anagnina. Sempre secondo il progetto, l’accesso all’A1 dovrebbe poi articolarsi attraversando Valle Martello (nell’area di Zagarolo) per poi immettersi nel traffico della Milano – Napoli.
I CAMBI DI DESTINAZIONE D'USO - “Quello che ci preoccupa – ha raccontato Cristiana Mancinelli, Forum Salviamo il Paesaggio – sono le cosiddette ‘politiche di cattura del valore’, e cioè i cambi di destinazione d’uso di aree (spesso dal valore paesaggistico o agricolo) a favore di attività produttive, come nel campo dell’edilizia o in quello commerciale”. “La nostra idea – ha concluso Bonessio – è quella di incentivare l’uso del trasporto pubblico su ferro. A mio giudizio, questi progetti servono sostanzialmente a far girare grandi flussi di denaro e a muovere il Pil, che, come sappiamo, col benessere dei cittadini e dei loro territori c’entra relativamente poco”.
IL PROGETTO - Otto corsie, 35 chilometri a pedaggio, quasi 1,7 miliardi euro di costo (48 per chilometro): un miglioramento della rete stradale che fa discutere, specie per l’impatto ambientale sui vari territori interessati. In mattinata si è svolta l’assemblea informativa, organizzata dai Verdi del Lazio e dal periodico La Fiera dell’Est, per sensibilizzare comitati e cittadini sugli eventuali rischi del progetto.
LE CRITICITA' - “Si tratta di un’opera volta a migliorare la viabilità autostradale – ha dichiarato Nando Bonessio, Presidente dei Verdi del Lazio – voluta dal governo e dalla regione per mettere in contatto la zona est con l’aeroporto di Fiumicino. Il problema è che ne pagheranno le conseguenze territori a densa popolazione, riserve naturali importanti, zone agricole riconvertite al biologico”. La bretella, la cui realizzazione dovrebbe concretarsi fra il 2016 il 2019, partirebbe dalla Roma – Fiumicino, insistendo sul bacino del Tevere e arrivando al primo step fondamentale, ovvero lo snodo di Tor de Cenci/Pontina. Il nastro d’asfalto scavalcherebbe zone importanti da ovest verso est, passando sulla riserva di Decima Malafede, articolandosi attraverso un lungo sottopassaggio (6 km) in corrispondenza del Parco degli Acquedotti per poi riversare il traffico all’altezza della via Anagnina. Sempre secondo il progetto, l’accesso all’A1 dovrebbe poi articolarsi attraversando Valle Martello (nell’area di Zagarolo) per poi immettersi nel traffico della Milano – Napoli.
I CAMBI DI DESTINAZIONE D'USO - “Quello che ci preoccupa – ha raccontato Cristiana Mancinelli, Forum Salviamo il Paesaggio – sono le cosiddette ‘politiche di cattura del valore’, e cioè i cambi di destinazione d’uso di aree (spesso dal valore paesaggistico o agricolo) a favore di attività produttive, come nel campo dell’edilizia o in quello commerciale”. “La nostra idea – ha concluso Bonessio – è quella di incentivare l’uso del trasporto pubblico su ferro. A mio giudizio, questi progetti servono sostanzialmente a far girare grandi flussi di denaro e a muovere il Pil, che, come sappiamo, col benessere dei cittadini e dei loro territori c’entra relativamente poco”.
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