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mercoledì 7 novembre 2012
arsenico nei rubinetti della provincia di Latina ancora problemi
Il tavolo che doveva essere istituito dal Comune non è mai nato. Intervento del Pd
Arsenico, ancora dubbi
Si procede a tappe forzate per la messa a norma della rete idrica
Entro fine anno
tutti gli investimenti
ch i e s t i
dall’Unione Europea
per abbassare
i livelli
E’ una corsa contro il tempo e
potrebbe non essere sufficiente.
Manca appena un mese al completamento delle opere per la
completa messa a norma degli
impianti di adduzione idrica
gravati dalla eccessiva presenza
di arsenico. Un investimento da
parte di Acqualatina spa per un
ammontare complessivo di dodici milioni di euro che dovrebbe concludersi inderogabilmente entro la fine dell’anno,
pena un altro intervento
dell’Unione Europea ed eventuali multe come penalità per i
ritardi. La vicenda è stata affrontata nuovamente nella
commissione provinciale ambiente, cui hanno partecipato
anche i vertici di Arpa e Asl,
oltre ai dirigenti di Acqualatina
spa che hanno, comunque, assicurato il rispetto della tempistica preannunciata nella conferenza di servizi di marzo scorso. A questa procedura per
tappe forzate si è arrivati dopo
che esattamente un anno fa
l’Unione Europea ha detto no
ad ulteriori deroghe sui livelli di
arsenico presenti nell’a cq ua
potabili, consentiti fino a 20
microgrammi per litro ma che
devono assolutamente scendere
sotto i dieci microgrammi in
tutti i territori interessati, ossia
in cinque Comuni del nord della provincia (Aprilia, Cori, Cisterna, i Borghi di Latina e
Seermoneta). Al momento la
situazione si è normalizzata a umana, dopo la divulgazione
dello studio commissionato
proprio dalla Regione Lazio e
reso pubblico tre settimane fa.
Molte associazioni continuano
a chiedere ulteriori garanzie
sulla potabilità dell’acqua contaminata da arsenico nonché
sull’accertamento di eventuali
responsabilità circa i ritardi accumulati negli anni per l’av v i o
degli interventi di dearsenizzazione. Come si sa l’Unione Europea per otto anni ha consentito rinvii nella diminuzione fino a 10 microgrammi dell’arseni -
co presente nelle condotte idriche del nord della provincia di
latina (e di altri comprensori nel
Lazio, come Viterbo). Poi lo
stop lo scorso anno. Un argomento spinoso approdato anche
nel consiglio comunale di Latina ma poi arenatosi quasi del
tutto. E anche per questo ieri il
consigliere del Partito Democratico, Omar Sarubbo, in una
nota ha ricordato come lo scorso «26 giugno il consiglio comunale di Latina ha votato
all’unanimità la mozione con la
quale si istituiva il tavolo di
monitoraggio dell’arsenico».
«Sono passati cinque mesi -
dice Sarubbo che è anche presidente della commissione consiliare per la trasparenza -e questo tavolo non è mai nato; accantonate anche le altre
iniziative annunciate. L’ammi -
nistrazione comunale avrebbe
dovuto organizzare un gruppo
di lavoro paritetico composto
da quattro persone (due della
maggioranza e due dell’opposi -
zione) che avrebbe dovuto da
una parte verificare l’ipotesi di
applicazione di sconti tariffari
per i cittadini colpiti dal problema, dall’altra affrontare la questione più generale della gestione delle risorse
del servizio
idrico, tra cui
anche l’a p p l ic a z i o n e
d el l ’esito referendario. Nel
merito della
questione colpisce il disinteresse inaccettabile di questa
m a gg i o r an z a
sul problema
arsenico. Ci sono studi e analisi preoccupanti,
la gente vuole
capire. Si può
utilizzare quel
tavolo per fare
i n f or m a z i on e ,
per approfondire la conoscenza del problema. E invece
siamo davanti a
cinque mesi buttati senza motivo » .http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc4da0befcd/pag09latina.pdf
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