mercoledì 11 luglio 2012

Pontinia biomasse alcuni degli errori di progetto

errori progettuali e dati errati A2.1) alcune informazioni ed analisi non fanno il giusto riferimento con la presenza di siti ZPS e SIC presenti nella zona; a2.2) alcune informazioni a carattere ambientale e metereologico fanno riferimento addirittura all’aeroporto di Latina Scalo, oppure alle centraline di Latina dell’Arpa Lazio, distanti dal sito oltre 20 km, le quali centraline non forniscono nemmeno tutti i dati dei maggiori inquinanti. letto il verbale della stessa conferenza dei servizi dell’Amministrazione Provinciale di Latina che tra l’altro così recita: “La Dott.ssa Nicoletta Valle chiede alla ditta di formalizzare la richiesta di variazione di combustibili utilizzati ripresentando la domanda di autorizzazione integrata ambientale con tutta la relativa documentazione allegata, che sarà oggetto di una nuova procedura di istruttoria tecnica, vista altresì la necessità di procedere ad una nuova pubblicazione della documentazione. La Dott.ssa Nicoletta Valle comunica la carenza della documentazione presentata circa l’inquadramento territoriale dell’insediamento dal punto di vista paesaggistico, ambientale, storico-culturale, dei vincoli esistenti, rappresentando che le valutazioni vanno fatte specificatamente per l’area locale interessata dall’insediamento alla luce anche del procedimento amministrativo in corso presso il Ministero dell’ambiente riferito all’approvazione del progetto della centrale turbogas (anche in riferimento all’eventuale presenza di rischio di incidenti rilevanti) prevista in zona limitrofa alla centrale Pontinia Rinnovabili. La ditta dovrà procedere all’avvio delle procedure di richiesta di autorizzazione all’approvvigionamento idrico ai sensi della R.D. 1775/1933 e di autorizzazione ai fini idraulici ai sensi del R.D. 523/1904, valutando in particolare gli impatti sul regime idrogeologico e ideologico dell’area generato dai prelievi e degli scarichi della ditta. Si rappresenta la necessità di acquisire il parere del sindaco di Pontinia di cui agli artt. 216 e 217 del R.D. 27 luglio 1934 n. 1265. La ditta deve approfondire l’aspetto dell’approvvigionamento delle biomasse considerando il bilancio di anidride carbonica assorbita dalla vegetazione e derivante dalla combustione vista la vicinanza dei siti SIC, ZPS e altre zone sottoposte a tutela. A.6 autorizzazioni esistenti per impianto: le autorizzazioni ottenute sono relative al precedente sito che è diverso da quello previsto attualmente. A.24 relazione vincoli territoriali, urbanistici ed ambientali: si evidenziano, quali punti di particolare sensibilità e importanza quanto segue: - a carattere generale: in considerazione che mancano le figure specifiche per gli aspetti geologici, idrogeologici, vegetazionali, floristiche va indicato e dettagliato la bibliografia a cui si è fatto riferimento; - inquadramento programmatico, da integrare con Parere della Soprintendenza ai Beni Archeologici per il Lazio per la realizzazione dello stabilimento; - stato del clima e dell’atmosfera: in relazione alla qualità dell’aria si fa presente che le stazioni di misura utilizzate e indicate nell’allegato D6 sono eccessivamente distanti dal sito, queste infatti sono a Latina, pertanto l’indagine andrà rielaborata con dati della qualità dell’area riferita al sito e se necessario andranno eseguite apposite indagini; - stato acque superficiali e sotterranee: va aggiornato ed integrato come segue. . erronea indicazione del bacino idrico di appartenenza, non è il fiume Amareno, ma è il fiume Ufente; . illustrare in modo dettagliato il sistema di scarico nel fosso S. Carlo, in particolare se scaricano le acque nel canale di scolo che confluisce in parte nel fosso San Carlo e in parte nel fosso posto sul confine nord-ovest dello stabilimento. . integrare con i dati di portata, citati ma non riportati e i punti di misura che andranno opportunamente indicati in cartografia; . integrare lo stato della qualità delle acqua sia superficiale che sotterranea. stato del suolo e sottosuolo: . in relazione alle caratteristiche geologiche va indicata la bibliografia di riferimento e riportare su cartografia i punti delle indagini geologiche utilizzati come riferimenti bibliografici; . vanno integrate completamente la descrizione e verifica di fenomeni di sprofondamento e subsidenza, oltre alla caratterizzazione della permeabilità dei terreni; stato della flora e della vegetazione: . da quanto evidenziato dalle foto allegate al paesaggio è evidente che è presente vegetazione lungo uno dei canali posti a margine, pertanto andrà integrata con apposita indagine vegetazionale e flogistica; . sempre in relazione alla vegetazione e a quanto illustrato nell’analisi paesaggistica andrà illustrato il progetto del verde con illustrazione delle specie eventualmente messe a dimora; stato della fauna da integrare totalmente; stato degli ecosistemi: integrare il paragrafo relativo ai rapporti con le zone di tutela sia Aree protette che le aree naturali sensibili, con particolare riferimento ai SIC, ZPS, poste a breve distanza; stato del paesaggio e del patrimonio storico/culturale: paesaggio: indagini di area troppo vasta, pertanto va rielaborato evidenziando da un lato il sistema della pianura pontina scandita dal sistema di canali e corsi d’acqua naturali che si interrala con le migliare e dall’altra con la collina di Priverno e i Monti Musoni ed alle relazioni che si stringono tra di loro, con particolare riguardo all’area a forte valenza paesaggistica del Bosco del Polverino. Bacini visivi – paragrafo 3.3. da integrare con cartografia che indichi i punti e i coni di visuale delle foto, inoltre inserire nella foto aerea post-opera l’opera stessa e inserire punti di visuali poste sulle alture limitrofe per verificare l’impatto dell’area vasta. Beni storici-culturali, anche qui è eseguito un inquadramento a una scala troppo vasta, va riquadrato nel sistema descritto al punto precedente ed in particolare per quanto attiene all’archeologico va letto rispetto a quanto emerso dagli studi della Dott.ssa Cancellieri della Soprintendenza Archeologica per il Lazio. B.1.2. Consumo di materie prime (alla capacità produttiva): ogni materia prima riportata fa riferimento al relativo schema a blocchi ma in questo non sono esplicitate tali materie prime con i propri flussi in entrata ed uscita; B.6.c sistema di trattamento delle emissioni in atmosfera, filtro a tessuto, manca la scheda tecnica del punto di emissione E3. B.6.2 Emissioni in atmosfera di tipo convogliato (alla capacità produttiva): non sono riportati tutti gli inquinanti presenti invece nella scheda A7; B.8.2 Quadro riassuntivo delle emissioni in atmosfera (alla capacità produttiva): è incompleta, mancano i dati relativi alla portata, la frequenza, il fattore di emissione e vanno riportati tutti gli inquinanti con i relativi valori limite del flusso di massa e della concentrazione; B. 18 relazione tecnica dei processi produttivi, la descrizione dei sistemi di trattamento delle acque di prima pioggia, delle acque reflue civili e delle acque di processo non è corredata della verifica dimensionale di tali impianti e della relativa efficienza depurativa, né sono riportati i disegni di dettaglio. Si dichiara che i siti sono dotati di filtri, quindi vanno dichiarati e descritti. Si dichiara che l’acqua depurata uscente dall’impianto di depurazione biologico viene convogliata all’impianto di trattamento delle acque di processo, però dalla planimetria non risulta in questo modo. Il bilancio idrico deve essere fatto più dettagliato: va descritta e quantificata ogni tipologia di acqua, dal prelievo allo scarico finale. D.3. metodo di ricerca di una soluzione MTD soddisfacente: le specifiche linee guida di settore non sono state ancora pubblicate in Italia pertanto deve essere utilizzato il metodo di ottimizzazione per la valutazione delle BAT. I documenti prodotti dalla Pontinia Rinnovabili srl sono in contraddizione tra di loro e quindi non attendibili. In particolare il flusso di automezzi dichiarano che gli impianti di preparazione del combustibile funzionano 16 ore al giorno nei giorni feriali, 6 al sabato, mentre il documento “analisi dei fattori costruttivi finalizzati alla sicurezza dell’impianto, dismissione del sito, ripristino delle aree” a pag. 2 al penultimo capoverso afferma “… per circa 8.000 ore /anno e con periodi di fermata dovuti alle sole esigenze di manutenzione programmata”. Da chiarire come mai, tolti i festivi, gli impianti di preparazione lavorino circa 52 (settimane) x (16*5+6) = 4.472 ore (alle quali detrarre i festivi infrasettimanali). Mentre per arrivare a 8.000 ore annue occorre lavorare 333 giorni anno, significa che c’è bisogno addirittura di 32 giorni l’anno di manutenzione? Come mai? In merito alla normativa antincendio lascia perplessi il documento “analisi dei fattori costruttivi finalizzati alla sicurezza dell’impianto, dismissione del sito, ripristino delle aree” a pagina 4, il primo periodo che così recita: “l’organizzazione degli idranti e degli estintori (a polvere e CO2), oltre a rispondere alle leggi nazionali ed agli standard industriali, sarà verificato con il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e recepirà le indicazioni eventuali che da tale Comando dovessero essere fornite.” Analizzandolo per logica questo sembrerebbe: non è stato richiesto il parere preventivo al rilascio del CPI; non è stato rilasciato il parere preventivo al rilascio del CPI; non è stato prodotto il piano di evacuazione e di emergenza; non è stato acquisita la certificazione di compatibilità ambientale e territoriale. Viceversa se queste autorizzazioni e documenti fossero stati ottenuti non risultano trasmessi al Comune di Pontinia che, anche per questi motivi, esprime parere contrario non essendo stata dimostrata la rispondenza alla normativa vigente. Quindi, se così fosse, sembrerebbero confermate le censure (punto A.6 autorizzazioni esistenti per impianto: le autorizzazioni ottenute sono relative al precedente sito che è diverso da quello previsto) del verbale della conferenza dei servizi del 30 agosto 2007 e non sarebbe acquisito il necessario parere del Comando dei Vigili del Fuoco? A questo punto è legittima la domanda : sono state acquisite tutte le altre autorizzazioni necessarie: - NIP; - nulla osta sanitario; - parere antisismico e geologico del competente settore della Regione Lazio; - della Soprintendenza della Regione Lazio. Inoltre non risulta allegata la documentazione relativa a: vincolo idrogeologico con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti; autorizzazione alle opere idrauliche con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti; autorizzazione all’apertura di passo carrabile con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti; autorizzazione alla ricerca e al prelievo dell’acqua con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti; a pagina 8 del documento “analisi dei fattori costruttivi finalizzati alla sicurezza dell’impianto, dismissione del sito, ripristino delle aree” ultimo paragrafo “acque sotterranee, si fa riferimento alla rete di pozzi piezometrici perforati sull’area di proprietà”. Nel documento integrativo manca il riferimento a tali pozzi sia per ubicazione in pianta, caratteristiche, dimensionamento. autorizzazione allo scarico delle acque reflue con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti. In merito al capitolo 2. Dismissione del sito nel documento “analisi dei fattori costruttivi finalizzati alla sicurezza dell’impianto, dismissione del sito, ripristino delle aree” premesso che dal certificato della CCIAA della ditta proponente, che è una società a responsabilità limitata, si dichiara che il capitale sociale è di soli 15.000,00 €. Considerato che il costo di dismissione del sito è sicuramente superiore a tale importo, appare evidente che un’eventuale autorizzazione all’esercizio deve prevedere una fideiussione a garanzia della rimozione dell’impianto e alla bonifica delle aree. Quindi tale documento è palesemente insufficiente. Per esempio è insufficiente sia per quanto riguarda il rumore, non c’è riferimento alcuno né ai limiti imposti dal decreto legislativo 81/2008, né al piano regolatore comunale in materia di emissioni sonore. Manca qualsiasi riferimento alle vibrazioni. Inoltre il documento fa riferimento (pag. 7 , settimo capoverso) “tutte le attività saranno svolte nel rispetto delle norme di sicurezza (d.lgs. 626/94 e d.lgs. 494/96) che fa rabbrividire: tali decreti legislativi sono stati superati e cancellati dal decreto legislativo Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81     "Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008 - Supplemento Ordinario n. 108. Come mai a tale data la società proponente ancora non conosceva il testo unico in materia di sicurezza? Come mai non c’è altro riferimento allo stesso unico durante la costruzione e l’esercizio dell’impianto? Questo significa che mancano tutti gli adempimenti dello stesso. Per tale motivo il documento integrativo è insufficiente e quindi il progetto va bocciato per carenza ai seguenti, dello stesso testo unico in materia di sicurezza decreto legislativo n. 81/2008. Con riferimento al documento “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici” a pag. 1 il punto 1. inquadramento meteorologico fa riferimento agli anni 1995, 1996, 1997, 2000 e 2001 e alla centralina a circa 24 km a nord ovest dell’area dove sorgerà la centrale. Tale dato e metodo di procedere era già stato censurato dall’Amministrazione Provinciale di Latina nella conferenza dei servizi del 30 agosto 2007 e così era stato definito: - stato del clima e dell’atmosfera: in relazione alla qualità dell’aria si fa presente che le stazioni di misura utilizzate e indicate nell’allegato D6 sono eccessivamente distanti dal sito, queste infatti sono a Latina, pertanto l’indagine andrà rielaborata con dati della qualità dell’area riferita al sito e se necessario andranno eseguite apposite indagini; quindi se era insufficiente allora lo è maggiormente oggi, anzi l’atteggiamento della ditta proponente dimostra la mancanza di volontà di adeguarsi alle osservazioni e prescrizioni. Si ritiene pertanto di dover esprimere parere negativo e di ribadire la richiesta, per poter esprimere un parere, che altrimenti sarà necessariamente negativo, dovranno essere necessariamente eseguite indagini sul luogo di esercizio. Sono quindi insufficienti e da ripetere, previa indagine sul posto, i dati di: temperatura; direzione del vento; velocità del vento; radiazione solare totale. Stabilità atmosferica. Se i dati e la “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici” per i motivi sopra detti anche le “2. identificazione degli scenari e delle azioni di impatto”, sono di conseguenza, per gli stessi motivi inattendibili e da rifare completamente. Per gli stessi motivi anche lo “3. studio sull’emissione di polveri” non è valido ed è da rapportare alle nuove indagini da effettuare sul posto. Il punto “3.4 sintesi fonti emissive” continuano ad essere inattendibili per l’inadeguatezza della “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici”. Zone SIC-ZPS, beni storici, artistici, monumentali: la documentazione prodotta è assolutamente carente e non esaustiva, non risponde minimamente alle osservazioni contenute in materia nel verbale della conferenza dei servizi del 30 agosto 2007. Conclusione alle osservazioni della documentazione integrativa presentata da Pontinia Rinnovabili srl: si ritiene incompleta e mancate nelle parti: 1)“analisi dei fattori costruttivi finalizzati alla sicurezza dell’impianto, dismissione del sito, ripristino delle aree” a pag. 2 nono capoverso “l’impianto è di dimensioni sufficientemente piccole e di tecnologia e affidabilità tali da non presentare significativi problemi di avviamento, esercizio e manutenzione”. 2)Si ritengono inoltre insufficienti le informazioni in merito al trattamento e alla destinazione dei rifiuti speciali derivanti dalla combustione (cenere); 3)il documento “analisi dei fattori costruttivi finalizzati alla sicurezza dell’impianto, dismissione del sito, ripristino delle aree” che dovrà essere incrementato con ulteriori sistemi di sicurezza di controllo pubblico ed immediato invio dei dati storici. 4) Fornire chiarimenti su il flusso di automezzi dichiarano che gli impianti di preparazione del combustibile funzionano 16 ore al giorno nei giorni feriali, 6 al sabato, mentre il documento “analisi dei fattori costruttivi finalizzati alla sicurezza dell’impianto, dismissione del sito, ripristino delle aree” a pag. 2 al penultimo capoverso afferma “… per circa 8.000 ore /anno e con periodi di fermata dovuti alle sole esigenze di manutenzione programmata”. Da chiarire come mai, tolti i festivi, gli impianti di preparazione lavorino circa 52 (settimane) x (16*5+6) = 4.472 ore (alle quali detrarre i festivi infrasettimanali). 5) insufficiente nella parte “analisi dei fattori costruttivi finalizzati alla sicurezza dell’impianto, dismissione del sito, ripristino delle aree” a pagina 4, il primo periodo che così recita: “l’organizzazione degli idranti e degli estintori (a polvere e CO2), oltre a rispondere alle leggi nazionali ed agli standard industriali, sarà verificato con il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e recepirà le indicazioni eventuali che da tale Comando dovessero essere fornite.” 6)manca la documentazione relativa a: - NIP; - nulla osta sanitario; - parere antisismico e geologico del competente settore della Regione Lazio; - della Soprintendenza della Regione Lazio. Inoltre non risulta allegata la documentazione relativa a: vincolo idrogeologico con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti; autorizzazione alle opere idrauliche con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti; autorizzazione all’apertura di passo carrabile con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti; autorizzazione alla ricerca e al prelievo dell’acqua con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti; a pagina 8 del documento “analisi dei fattori costruttivi finalizzati alla sicurezza dell’impianto, dismissione del sito, ripristino delle aree” ultimo paragrafo “acque sotterranee, si fa riferimento alla rete di pozzi piezometrici perforati sull’area di proprietà”. Nel documento integrativo manca il riferimento a tali pozzi sia per ubicazione in pianta, caratteristiche, dimensionamento. autorizzazione allo scarico delle acque reflue con i relativi pareri e nulla osta di tutti gli enti competenti. - estremi dell’approvazione del consorzio industriale dell’area Roma-Latina con particolare riferimento all’art. 42 bis delle norme tecniche di attuazione del piano regolatore territoriale, variante generale di adeguamento ed aggiornamento del consorzio per lo sviluppo industriale Roma-Latina che prescrive: “ 1. all’interno dell’agglomerato non è consentito, di norma, l’insediamento di attività che comportino l’uso e/o il trattamento di sostanze definite nocive e/o tossiche e/o pericolose dalle vigenti norme in materia, salva la possibilità di deroga che può essere esercitata dal Consorzio previo parere favorevole dell’autorità competente in materia di tutela ambientale (Provincia e/o Regione). “ Quando è stato rilasciato tale parere sul quale sono competenti Regione, Provincia e Comune? 7)insufficiente e lacunosa la parte riferita a: In merito al capitolo 2. Dismissione del sito nel documento “analisi dei fattori costruttivi finalizzati alla sicurezza dell’impianto, dismissione del sito, ripristino delle aree” premesso che dal certificato della CCIAA della ditta proponente, che è una società a responsabilità limitata, si dichiara che il capitale sociale è di soli 15.000,00 €. Considerato che il costo di dismissione del sito è sicuramente superiore a tale importo, appare evidente che un’eventuale autorizzazione all’esercizio deve prevedere una fideiussione a garanzia della rimozione dell’impianto e alla bonifica delle aree. 8)sbagliata e insufficiente la relazione e la certificazione relativa al testo unico in materia di sicurezza “In merito al capitolo 2. Dismissione del sito nel documento “analisi dei fattori costruttivi finalizzati alla sicurezza dell’impianto, dismissione del sito, ripristino delle aree”; 9) tutta inattendibile e da integrare con analisi sul posto il documento “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici” a pag. 1 il punto 1. inquadramento meteorologico fa riferimento agli anni 1995, 1996, 1997, 2000 e 2001 e alla centralina a circa 24 km a nord ovest dell’area dove sorgerà la centrale. Con tutti i conseguenti : temperatura; direzione del vento; velocità del vento; radiazione solare totale. Stabilità atmosferica. Se i dati e la “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici” per i motivi sopra detti anche le “2. identificazione degli scenari e delle azioni di impatto”, sono di conseguenza, per gli stessi motivi inattendibili e da rifare completamente. Per gli stessi motivi anche lo “3. studio sull’emissione di polveri” non è valido ed è da rapportare alle nuove indagini da effettuare sul posto. Il punto “3.4 sintesi fonti emissive” continuano ad essere inattendibili per l’inadeguatezza della “relazione tecnica su modelli e dati meteo climatici”. In merito alle zone SIC-ZPS, alla tutela e salvaguardia del paesaggio, ai beni monumentali, storico artistici, si richiede che venga prodotta la documentazione già richiesta in conferenza dei servizi del 30 agosto 2007: A.24 relazione vincoli territoriali, urbanistici ed ambientali: si evidenziano, quali punti di particolare sensibilità e importanza quanto segue: - a carattere generale: in considerazione che mancano le figure specifiche per gli aspetti geologici, idrogeologici, vegetazionali, floristiche va indicato e dettagliato la bibliografia a cui si è fatto riferimento; - inquadramento programmatico, da integrare con Parere della Soprintendenza ai Beni Archeologici per il Lazio per la realizzazione dello stabilimento; - stato del clima e dell’atmosfera: in relazione alla qualità dell’aria si fa presente che le stazioni di misura utilizzate e indicate nell’allegato D6 sono eccessivamente distanti dal sito, queste infatti sono a Latina, pertanto l’indagine andrà rielaborata con dati della qualità dell’area riferita al sito e se necessario andranno eseguite apposite indagini; - stato acque superficiali e sotterranee: va aggiornato ed integrato come segue. . erronea indicazione del bacino idrico di appartenenza, non è il fiume Amareno, ma è il fiume Ufente; . illustrare in modo dettagliato il sistema di scarico nel fosso S. Carlo, in particolare se scaricano le acque nel canale di scolo che confluisce in parte nel fosso San Carlo e in parte nel fosso posto sul confine nord-ovest dello stabilimento. . integrare con i dati di portata, citati ma non riportati e i punti di misura che andranno opportunamente indicati in cartografia; . integrare lo stato della qualità delle acqua sia superficiale che sotterranea. stato del suolo e sottosuolo: . in relazione alle caratteristiche geologiche va indicata la bibliografia di riferimento e riportare su cartografia i punti delle indagini geologiche utilizzati come riferimenti bibliografici; . vanno integrate completamente la descrizione e verifica di fenomeni di sprofondamento e subsidenza, oltre alla caratterizzazione della permeabilità dei terreni; stato della flora e della vegetazione: . da quanto evidenziato dalle foto allegate al paesaggio è evidente che è presente vegetazione lungo uno dei canali posti a margine, pertanto andrà integrata con apposita indagine vegetazionale e flogistica; . sempre in relazione alla vegetazione e a quanto illustrato nell’analisi paesaggistica andrà illustrato il progetto del verde con illustrazione delle specie eventualmente messe a dimora; stato della fauna da integrare totalmente; stato degli ecosistemi: integrare il paragrafo relativo ai rapporti con le zone di tutela sia Aree protette che le aree naturali sensibili, con particolare riferimento ai SIC, ZPS, poste a breve distanza; stato del paesaggio e del patrimonio storico/culturale: paesaggio: indagini di area troppo vasta, pertanto va rielaborato evidenziando da un lato il sistema della pianura pontina scandita dal sistema di canali e corsi d’acqua naturali che si interrala con le migliare e dall’altra con la collina di Priverno e i Monti Musoni ed alle relazioni che si stringono tra di loro, con particolare riguardo all’area a forte valenza paesaggistica del Bosco del Polverino. Bacini visivi – paragrafo 3.3. da integrare con cartografia che indichi i punti e i coni di visuale delle foto, inoltre inserire nella foto aerea post-opera l’opera stessa e inserire punti di visuali poste sulle alture limitrofe per verificare l’impatto dell’area vasta. Beni storici-culturali, anche qui è eseguito un inquadramento a una scala troppo vasta, va riquadrato nel sistema descritto al punto precedente ed in particolare per quanto attiene all’archeologico va letto rispetto a quanto emerso dagli studi della Dott.ssa Cancellieri della Soprintendenza Archeologica per il Lazio. mancano i riferimenti anche al PAI e al PTPR. La documentazione prodotta non è sufficiente a certificare che le emissioni di nanoparticelle comunque emesse dalla combustione siano compatibili con la vita umana e con la produzione agricole. Le nano particelle sono quelle polveri, di misura inferiore a 10 micron, che lo studioso ha identificato come possibili responsabili delle malattie più gravi (tumori, malformazioni fetali, infezioni vie respiratorie, perdita della fertilità) del nostro secolo. Queste nanoparticelle, più piccole sono, più facilmente penetrano nelle cellule del nostro organismo, causando danni spesso irreparabili. Il problema è che queste polveri vengono prodotto ogni volta che c’è una combustione ad alta temperatura, proprio come nel caso delle centrali a biomasse. Proprio per questo, ha spiegato Montanari, è necessario riconoscere per legge la pericolosità delle nanoparticelle (inferiori a Pm 2,5 fino a Pm 0,01) come lui e diversi studiosi da tutta Europa stanno chiedendo alla Commissione ed al Parlamento Europeo. Mancano le certificazioni di progetto e la dimostrazione che la produzione e le emissioni di 1. Polveri 2. Ossidi di azoto 3. Monossido di carbonio 4. Anidride solforosa 5. Acido cloridrico 6. Carbonio organico 7. DIOSSINE e FURANI rientrino nei parametri di legge e di dose tollerabile come fissato da Dose tollerabile per l’U.E. (Pers. di 80 Kg) 160 pg/giorno Dose tollerabile per l’EPA (Pers. di 80 Kg) 0,48 pg/giorno Nella parte che tratta le emissioni in atmosfera derivanti dal trasporto delle biomasse mancano tutti i riferimenti della bibliografia per il calcolo delle emissioni, nessun riferimento a come vengono analizzati mezzi pesanti, aerei, navi, ecc. Inoltre è sbagliato il riferimento al saldo negativo delle emissioni per produrre energia con la biomassa per almeno 3 motivi: il riferimento a colture dedicate non è quantificato nella zona che riceve le emissioni; per altre biomasse non si parla di colture dedicate ma di bruciare alberi e biomasse comunque presenti. La centrale non andrà a sostituire centrali più inquinanti e viene progettata in una regione che già produce il doppio dell’energia che consuma e che con tutte le centrali termoelettriche progettate supererebbe il triplo. Con riferimento all’articolo 216 del R.D. 27 luglio 1934 n. 1265, la documentazione di progetto è mancante del censimento delle abitazioni presenti nella zona e delle azioni di tutela proposte.

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