venerdì 6 aprile 2012

piano città per sviluppo sostenibile, trasformazione urbana, qualità della vita

Piano Città, entro l’estate il primo step verso la rigenerazione
Centri urbani come fattore strategico dello sviluppo al convegno Ance, Ministro Passera: ‘una super idea’
di Paola Mammarella
06/04/2012 - Piano per le città, trasformazione urbana e sviluppo sostenibile. Secondo l’Ance, la città può rappresentare un fattore strategico per la crescita e la produttività solo se riescono a raggiungere una diffusa qualità della vita. Ciò significa valorizzare il territorio, gli edifici, la qualità delle relazioni, l’accessibilità dei luoghi e l’integrazione sociale.
Perché ciò sia possibile, i centri urbani hanno bisogno di una visione strategica per una trasformazione e riqualificazione proiettata nel medio e lungo periodo. "Una super idea" secondo il Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera, che ha annunciato una prima tappa di preparazione del Piano entro l'estate.

Sono i temi emersi durante il convegno organizzato martedì scorso da Ance, Associazione nazionale costruttori edili, per proporre soluzioni per la crescita e lo sviluppo partendo dal ruolo dei centri urbani.

Le proposte dell’Ance
Dato che la competitività e la vivibilità di un territorio non dipendono solo dall'efficienza delle grandi reti di trasporto, ma dalla capacità delle aree urbane di attrarre attività economiche e di offrire le migliori condizioni di vita, l’urbanistica deve far leva sulle risorse presenti nel territorio.
Alla pianificazione prescrittiva e vincolante dovrà sostituirsi un modello gestionale flessibile. Nella riqualificazione, inoltre, gli interessi pubblici e privati dovranno essere bilanciati.

Ai principi perequativi dovrebbero essere affiancati quelli compensativi. La compensazione, infatti, permette una gestione più accettabile dei vincoli urbanistici, attribuendo al privato la facoltà di chiedere al Comune il trasferimento dei diritti edificatori già assentiti, ma non più esercitabili su altra area del territorio comunale, previa cessione gratuita dell’area originariamente gravata. Per superare l'immobilismo e il frazionamento della proprietà, Ance immagina un contratto di riqualificazione condivisa nelle periferie, in grado di creareun sistema di convenienze per tutti i soggetti coinvolti.

Per non penalizzare ulteriormente il mercato edile, dovrebbe essere modificato il sistema fiscale, agendo sulla disciplina Iva per cessione e locazione degli immobili, che oggi trasforma l’IVA da imposta neutra a costo per le imprese di costruzione.
Sarebbe poi necessario alleggerire il costo fiscale degli investimenti, ma anche mantenere e rafforzare le agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie. Il bonus del 55% potrebbe inoltre diventare selettivo, premiando ad esempio solo le riqualificazioni energetiche globali.
Sarebbe infine utile evitare l’aumento di 2 punti percentuali delle aliquote IVA del 21% e del 10% che si pone in controtendenza con l’esigenza di incentivare i processi di recupero e riqualificazione urbana, oggi assoggettati all’aliquota IVA ridotta del 10%.

Nel settore del risparmio energetico, dovrebbe essere individuato un sistema di certificazione univoco e credibile a livello nazionale, che dovrebbe coinvolgere tutti gli immobili esistenti. Ance propone inoltre di inserire la prestazione energetica degli immobili nei dati catastali e di coinvolgere il sistema bancario per sviluppare modelli contrattuali e finanziari innovativi, con una attenzione particolare agli interventi edilizi caratterizzati dal miglior rapporto benefici/costi dal punto di vista della sostenibilità energetico-ambientale.

Tra le proposte dei costruttori edili spicca anche la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, con l’ammodernamento delle scuole e la realizzazione di interventi di edilizia sociale.

Le Regioni attive nella riqualificazione
L’idea degli incentivi alla riqualificazione urbana, con premi volumetrici e procedure semplificate, è stata lanciata con il Decreto Legge Sviluppo 70/2011, che ha fissato un quadro di riferimento per l’attività normativa delle Regioni.

Al momento, come emerge dal rapporto Ance, solo undici Regioni hanno recepito le misure nei loro ordinamenti interni. Si tratta di Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Molise, Puglia e Calabria.

Le difficoltà ancora da superare
Il rapporto stilato da Ance e Censis ha evidenziato che l’avvio di un sistema di riqualificazione urbana deve però scontrarsi con una serie di nodi da sciogliere. Come il rinnovo drastico dell’edificato che dovrebbe superare la tendenza alla conservazione per puntare su densificazione e sostituzione. Il rapporto evidenzia come in Europa ci siano esempi di demolizioni selettive e sostituzioni edilizie con ampliamenti volumetrici, che consentono il rinnovamento senza consumo di suolo.

Simili le posizioni del Cnappc, Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori. Il presidente Leopoldo Freyrie ha affermato che la riqualificazione, organica e strutturata, del patrimonio immobiliare del Paese non può più attendere: deve rappresentare una priorità per garantire qualità e sicurezza dell’habitat per i cittadini e per promuovere i valori culturali del territorio italiano anche rappresentando un importante volano economico per il settore delle costruzioni, incentivando la ricerca e l'innovazione tecnologica.
Per Freyrie, però, non bisogna agire secondo linee direttrici separate. Al contrario, risparmio del suolo, riqualificazione energetica e uso dei materiali eco-compatibili dovrebbero convergere in un unico programma.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2012/04/ambiente/piano-citt%C3%A0-entro-l-estate-il-primo-step-verso-la-rigenerazione_26852_52.html

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