domenica 8 aprile 2012

a Latina caos rifiuti o caos istituzioni? e i cittadini pagano

Al di là delle 3 (o 4 o 5 incompatibili) versioni su un argomento strettamente legato a salute e benessere dei cittadini fa molto male leggere giornalmente del caos delle istituzioni sul caos voluto in materia di rifiuti a Borgo Montello e in provincia. Secondo Latina Oggi (molto vicino alla posizione di Cirilli) il merito se si fa qualcosa è tutto dell'amministrazione comunale. La pensa in modo diverso La Provincia (quale quotidiano) più vicina al pd e quindi critica verso il Comune di Latina. Ovviamente la Provincia (intesa invece come amministrazione) è critica sia verso il comune che contro la Regione contro la quale presenta più ricorsi amministrativi. Se comune e provincia di Latina (intese sempre come amministrazioni) sono una contro l'altra o comunque la pensano in modo diverso e anche differente rispetto alla Regione questa, non sapendo cosa fare, non volendolo fare chiede aiuto al ministero dell'ambiente. E il ministero dell'ambiente critica aspramente la Regione. Ma l'Italia (intesa come governo nazionale) viene sanzionata e censurata dalla comunità europea proprio sul tema dei rifiuti per l'ennesima volta. Proprio a causa dei paesi come l'Italia non si raggiungono gli obiettivi voluti in materia di rifiuti. A Latina mentre le amministrazioni litigano i cittadini pagano pesantemente questa incapacità ad amministrare e addirittura a dialogare. E sono tutti della stessa parte politica, della stessa coalizione di destra che ha portato il paese sull'orlo del baratro. E se la destra grida al lupo al lupo probabilmente per spostare l'attenzione dai veri problemi verso il solito conflitto la presunta opposizione di fatto (di consiglio come era prima in parlamento) non serve a nulla. E i cittadini sperano solo che tutta questa classe politica venga sostituita.
Giorgio Libralato
Da Latina Oggi del 7 aprile 2012
Ieri la risposta alle sollecitazioni dell’amministrazione comunale di Latina
Scongiurata l’e m e rg e n z a
La Regione conferma: bisogna rispettare la normativa
Cirilli: il capoluogo può continuare a versare in discarica
UN chiarimento in zona Cesarini
sul conferimento in discarica, che non toglie però l’ombra di una possibile infrazione alle norme comunitarie in tema di rifiuti per la gran parte dei 32 comuni della provincia di Latina. Una territorio la cui autorità d’ambito è stata latitante in materia, tanto che lo sforzo per avere risposte dagli organi competenti è stato portato avanti dal Comune capoluogo, grazie alla tenacia del sindaco Giovanni Di Giorgi e dell’assessore all’Ambiente Fabrizio Cirilli. E finalmente tanta insistenza è stata «premiata» ieri a l l e 15, 45 quando al fax di piazza del Popolo è giunta la comunicazione della Regione Lazio che, in parte, offre un chiarimento della situazione.
Riassumiamo quanto accaduto nei giorni scorsi. Alla data di ieri, 6 aprile 2012, scadevano le autorizzazioni al conferimento in discarica sia per EcoAmbiente che per Indeco.
Entrambe le società avevano chiesto il rinnovo, di cui si è discusso in due diverse conferenze di servizi tenutesi nel mese di marzo ma che non sono state risolutive. Perché nel frattempo proprio nel corso della conferenza di servizi inerente l’autorizzazione per Indeco il rappresentante della Regione ha precisato che «l’autorizzazione per il conferimento di rifiuto urbano potrà essere consentito in ingresso alla discarica esclusivamente a valle di un trattamento inteso secondo i dettami dell’Unione Europea». Proprio sulla base di queste dichiarazioni, l’amministrazione comunale di Latina s’è fatta carico, dal momento che la Provincia, capofila dell’Ato, non dava segni in tal senso, di chiedere delucidazioni.
«Abbiamo inviato lettere al Ministero d ell ’Ambiente e alla Regione Lazio – afferma il vicesindaco del capoluogo Fabrizio Cirilli - Una serie di iniziative continue dopo le quali non abbiamo ottenuto riscontri. Solo ieri, finalmente ed in extremis, la risposta dalla Regione Lazio ». Una nota, firmata dal direttore regionale Maria Marotta, nella quale si ribadiscono punti importanti. In primo luogo si sottolinea che il conferimento dei rifiuti in discarica dovrà essere coerente con la vigente normativa comunitaria in materia. In parole povere non è possibile portare in discarica il rifiuto nel sacchetto di plastica come in passato, ma solo dopo che esso sia stato trattato nel percorso di differenziazione. La Regione, in tal senso, conferma il rischio di incorrere in una procedura di infrazione. In discarica, quindi, potranno finire i rifiuti provenienti da impianti di trattamento.
Nel territorio dell’Ato pontino c’è un solo impianto di questo tipo, quello della Rida Ambiente di Aprilia.
L’altro, che dovrebbe essere realizzato a Borgo Montello da Ecoambiente, è bloccato a causa di un ricorso amministrativo presentato dalla Provincia. «Nonostante siamo rimasti soli nell’affrontare questo problema - conclude Fabrizio Cirilli – abbiamo ottenuto una risposta ai nostri dubbi. La speranza è che nei prossimi giorni si prenda coscienza della situazione e si possa finalmente individuare qualche soluzione ». Anche perché, se il Comune di Latina è relativamente tranquillo dal momento che differenziata e porta a portasono a regime quasi in tutta la città, lo stesso non possono dire molti dei restanti comuni dell’Ato. Per i quali il rischio di infrazione è e resta concreto. Tonj Ortoleva
Chi doveva gestire il piano provinciale e la contingenza caos rifiuti
Il ruolo della prefettura,
l’assenza di Cusani
La Provincia dovrebbe
coordinare e gestire
il ciclo dei rifiuti
sull’intero territorio L’INTIMAZIONE della Regione Lazio fatta
recapitare ieri pomeriggio all’indirizzo di tutti i comuni della provincia di Latina avrebbe potuto sortire un effetto diverso da quello registrato. Il sindaco di Latina, il cui territorio comunale ospita entrambe le discariche dove confluiscono tutti i rifiuti prodotti sul territorio pontino, avrebbe potuto firmare un’ordinanza di chiusura per gli impianti di Ind.Eco e di Ecoambiente, e mettersi al riparo da qualsiasi ipotetica, forse anche probabile, conseguenza spiacevole.
Giovanni Di Giorgi ha mostrato di essere coraggioso e ha scelto di rischiare e non precipitare un’intera provincia nel caos. Un caos che abbiamo già visto troppe volte in Campania e ultimamente anche a Palermo.
Ma è corretto che sia un sindaco, da solo, a fronteggiare una situazione di emergenza che travalica i confini del suo territorio di competenza? Sono giorni che si parla dello scadere del termine per il conferimento in discarica dei rifiuti cosiddetti «tal quali» e del conseguente stato di emergenza che ne sarebbe derivato, ma non ci pare che la prefettura abbia intrapreso le necessarie iniziative volte a prevenire il caos e scongiurare effetti che avrebbero messo in forse la tenuta dell’ordine pubblico. Qualcuno doveva chiamare a raccolta i comuni pontini e organizzare, o almeno provare a farlo, una strategia per fronteggiare i rischi di uno sfacelo. Invece, a chiamare a raccolta i comuni, è stata la regione Lazio, ma per avvisarli: da domani si cambia regime. E i rifiuti, dove si andrebbero a scaricare?
Per i rifiuti valgono le stesse regole dell’acqua: siamo un bacino di utenza provinciale, la cui pianificazione spetta al Presidente della Provincia, ma su questo versante Armando Cusani sembra impegnato a giocare una partita poco comprensibile, e che certamente non è la partita della comunità che dovrebbe rappresentare.
L’organizzazione dei punti di raccolta e i sistemi di smaltimento va studiata e messa a punto dalla Provincia insieme ai sindaci: se le discariche non possono più ospitare un certo tipo di rifiuto, vanno trovate le soluzioni alternative per garantire a tutti la possibilità di assolvere al compito di assicurare l’igiene sul territorio.
Ma Cusani da questo orecchio non ci sente. Ha osteggiato il progetto già approvato di Ecoambiente per la realizzazione di un impianto di pre trattamento dei rifiuti (che è quello che esige oggi la regione Lazio) costringendo l’impresa ad un rovinoso ricorso al Consiglio di Stato, (farà lo stesso con il progetto appena presentato da Ind.Eco?) ma soprattutto non ha accompagnato i comuni pontini verso uno scenario compatibile con le nuove regole di gestione del sistema rifiuti.
Gli impianti di trattamento che non abbiamo ancora a sufficienza sul nostro territorio, possono essere individuati altrove, nelle province a ridosso del sud pontino, in quelle vicine alla dorsale dei Lepini, nell’hinterland romano per la parte più a nord del nostro territorio. Presa pertempo, la situazione poteva essere oggi già perfettamente risolta, magari anche soltanto provvisoriamente. Invece no, la nostra regola è quella di restare perennemente accampati in una situazione prossima all’emergenza . A. P.

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