mercoledì 7 marzo 2012

Taranto aria pulita candida a sindaco Bonelli presidente nazionale verdi contro inquinamento Ilva

Taranto, gli ambientalisti ‘candidano’ Angelo Bonelli. Altra grana per Vendola L'associazione Aria Pulita, che riunisce un arcipelago di liste civiche, ha chiesto al leader degli ex Verdi di 'rappresentarla' alle elezioni di maggio. E la scelta del sindaco diventa un referendum sull'Ilva nonché una critica all'operato del governatore e dei suoi uomini, tra cui il sindaco uscente StefànoIl leader degli ex Verdi, Angelo Bonelli Brutte notizie per Nichi Vendola in quel di Taranto: il variegato movimento ambientalista e civico cittadino – almeno quello riunito nell’associazione delle associazioni “Aria Pulita” – scarica lui e il sindaco uscente Ippazio Stefàno (Sel) per promuovere un arcipelago di liste civiche e correre direttamente alle prossime amministrative. Non solo: Aria Pulita ha chiesto con un appello pubblico di candidarsi a sindaco ad Angelo Bonelli. L’ex leader nazionale dei Verdi - oggi scioltisi nella nuova formazione “Ecologisti e Reti civiche” – non ha ancora sciolto la riserva, ma pare fortemente tentato dalla battaglia. Può sembrare solo un caso locale, ma non lo è: Taranto è la terza città per importanza (dopo Genova e Palermo) tra quelle che andranno al voto a maggio e, cosa ancor più importante, è una sorta di luogo simbolico dei mali del Sud e del modello di sviluppo novecentesco.

Taranto la città più inquinata d’Europa, Taranto che respira il 95 per cento della diossina italiane e vive e muore insieme all’Ilva, ai suoi veleni, al complesso procedimento giudiziario che la riguarda e potrebbe stravolgere giurisprudenza e società italiane assai più del caso Eternit: per questo la scelta di “Aria Pulita”, un gruppo di attivisti capace di portare in piazza migliaia di persone in questi ultimi cinque anni, è un segnale importante in sé e anche per il futuro politico dell’avventura di Nichi Vendola. I movimenti civici – la Puglia migliore su cui il governatore basa gran parte del suo discorso pubblico – non credono più né a lui né al suo sindaco uscente: troppi balletti sull’Ilva, a partire dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) che ha concesso l’aumento della produzione a 15 milioni di tonnellate, prima firmata e oggi contestata dal presidente pugliese (nel frattempo è arrivata una perizia ordinata dal gip che spiega fin troppo bene i danni che l’inquinamento da siderurgia sta causando ai tarantini).

Da qui nasce l’appello pubblico a Bonelli, “unico leader nazionale ad essersi occupato con serietà dei problemi sanitari ed ambientali di Taranto”, sul cui nome “si è realizzata la convergenza di quasi tutte le anime del mondo ambientalista con la presenza attiva di suoi esponenti importanti” e “pezzi rilevanti di economia, imprenditoria, commercio, professioni, scuola, lavoro, precariato”. Il presidente dei Verdi, ritengono le associazioni, “è in grado di far diventare ‘nazionale’ il caso Taranto. Bonelli con Taranto non ha legami pregressi, né debiti di alcun genere. Egli sarà affiancato da una forte squadra di tarantini per bene, competenti, affidabili e votati al bene comune”. La scelta di “Aria Pulita” arriva quasi in contemporanea rispetto ad un fatto abbastanza bizzarro avvenuto proprio nella città pugliese. I partiti del centrosinistra hanno infatti deciso – al massimo livello regionale – di ricandidare il sindaco uscente Stefàno (uomo del partito di Vendola, come detto) senza passare per le primarie, pure invocate a mezza bocca da un bel pezzo di politica cittadina.

Solo che domenica scorsa le primarie ci sono state lo stesso. Le ha organizzate gente del Pd, ma non il Pd, ci è andata poca gente (1.900 votanti, meno dei 3.300 che avevano firmato per chiederle) tra cui alcuni dirigenti del partito e le ha vinte tale Dante Capriulo, ex assessore al Lavoro defenestrato nell’estate 2011: adesso pare che si candiderà davvero a sindaco, ma forse no, forse era uno scherzo. Non sarà comunque lui il vero ostacolo di Stefàno (dato per vincente dai sondaggi), ma Bonelli nel caso decidesse di andare a fare il “portavoce” dei movimenti e delle associazioni presenti dentro “Aria Pulita”: le elezioni a Taranto diventerebbero non tanto o non solo un referendum attorno all’Ilva, quanto – poggiandosi sul corpaccione dell’Ilva – una consultazione allargata sul modello di sviluppo della città e del Mezzogiorno.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/07/taranto-ambientalisti-candidano-angelo-bonelli-altra-grana-vendola/195923/

Veleni dell’Ilva, il procuratore di Taranto scrive a Clini e Vendola per chiedere soluzioni Dopo la maxi perizia sulla condizione ambientale nel capoluogo ionico rispetto alle emissioni industriali dello stabilimento siderurgico, Franco Sebastio vuole comprendere "quali saranno i provvedimenti da adottare per risolvere la situazione ambientale"L'Ilva di Taranto Quali saranno i provvedimenti da adottare per risolvere la situazione ambientale di Taranto? E’ la richiesta contenuta in una lettera scritta dal procuratore capo, Franco Sebastio, al ministro dell’ambiente Corrado Clini, al governatore di Puglia Nichi Vendola, al sindaco Ippazio Stefàno e al presidente della Provincia ionica Gianni Florido. Una missiva scritta dal magistrato tarantino pochi giorni dopo la consegna della maxi perizia ambientale disposta dal gip Patrizia Todisco, in cui per la prima volta quattro esperti hanno documentato la condizione ambientale nel capoluogo ionico rispetto alle emissioni industriali dello stabilimento Ilva. Una perizia che, secondo Sebastio, desta “particolare allarme”, al di là degli aspetti penali che dovranno essere accertati nel corso di un eventuale processo.

Nelle 554 pagine del documento i tecnici hanno infatti confermato che dallo stabilimento Ilva di Taranto si diffondono gas, vapori, polveri, contenenti sostanze pericolose per la salute dei lavoratori e per la popolazione della provincia ionica. A preoccupare sono soprattutto le polveri che si diffondono in maniera non controllata dal parco minerali a cielo aperto, situato a pochi metri di distanza dal quartiere Tamburi. 668 tonnellate di polveri, secondo i periti, ogni anno si disperdono nell’atmosfera da questa area in cui l’azienda deposita piccole montagne di minerale di ferro e di carbone, materie prime che servono per la produzione dell’acciaio. Una zona che, secondo la relazione, per poter continuare a operare dovrebbe essere coperta e dotata di impianti di “aspirazione e trattamento” delle polveri emesse.

Ma il lavoro dei tecnici ha messo in luce anche un altro aspetto preoccupante: la “correlazione preferenziale” tra le emissioni dello stabilimento siderurgico e la diossina ritrovata negli animali contaminati e abbattuti qualche tempo fa. Un nesso di causa-effetto che finora non era mai stato provato in sede giudiziaria e che potrebbe costituire l’avvio del percorso per dimostrare il collegamento tra l’incremento di alcune forme tumorali e le emissioni nell’area di Taranto.

Quali sono quindi le misure per impedire che le cose peggiorino ancora? A questa maxi perizia ambientale si aggiungerà, fra qualche settimana, la relazione sulle condizioni di salute dei tarantini che il gip Todisco ha affidato a un altro pool di esperti. Toccherà a un collegio di periti rispondere al quesito principale: le singole sostanze e la loro interazione determinano “situazioni di danno o di pericolo inaccettabili”? Una risposta che potrebbe determinare anche il futuro dello stabilimento, i cui vertici al momento sono indagati per disastro colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose, inquinamento atmosferico.

Ma intanto per il procuratore Sebastio questo primo documento è sufficiente per chiedere alle istituzioni quali misure intendono adottare per tutelare “senza ritardi” la salute dei cittadini. La magistratura, insomma, sta facendo la sua parte, ma la prevenzione non compete all’organo giudiziario. Gli ambientalisti, che hanno dato il via alla mobilitazione per il 17 febbraio (giorno in cui la perizia ambientale sarà discussa nell’aula del tribunale di via Marche), in un comunicato si sono rivolti proprio al primo cittadino: “Non possiamo aspettare altro tempo, il sindaco ha ora le evidenze scientifiche, gratuitamente fornite dalla procura della repubblica e non più il semplice ingiustificato sospetto di un manipolo di esagitati eco-allarmisti per convincersi che la salute dei suoi concittadini viene quotidianamente messa in pericolo”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/03/veleni-dellilva-procuratore-taranto-scrive-clini-vendola-chiedere-soluzioni/188608/

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