sabato 10 marzo 2012

nucleare Fukushima un anno dopo

Un anno dopo il disastro di Fukushima che ha colpito il Giappone, il nucleare rimane saldamente all’ordine del giorno dei progetti della Commissione Europea. (rapporto http://www.corporateeurope.org/sites/default/files/publications/Nuclear_contamination_March2012_0.pdf)
Corporate Europe Observatory ha esaminato come l’industria nucleare sta lavorando dietro le quinte promettendo e pubblicizzando il fatto che l’energia atomica non rappresenti un vero e proprio fattore di rischio.

L’industria nucleare si sta preparando al primo anniversario del disastro nuclere di Fukushima in Giappone, sostenendo che l’atomo rimane in posizione centrale nelle esigenze energetiche dell’UE. Nell’ultimo anno il settore ha ribadito messaggi chiave, diffusi attraverso rapporti pubblici, sul fatto che l’energia nucleare non è solo sicura, ma è fondamentale per ridurre le emissioni di anidride carbonica e che rappresenta il futuro energetico sicuro.
E questa “chiassosa” campagna reticolata di pubbliche relazioni è stata accolta favorevolmente dai membri della Commissione Europea.

A un anno da Fukushima, le conseguenze politiche si fanno ancora sentire in tutta l’UE, in particolare in alcuni Stati membri. Mentre le lobbies nucleari hanno ammesso che l’incidente “ha avuto un impatto importante sull’agenda istituzionale dell’Unione”, dall’altra parte hanno fatto molte pressioni per ridurne al minimo gli effetti, cercando di far sì che Fukushima non comprometti il “potenziale nucleare” in progettazione in Europa.
Soprattutto dopo che le autorità europee hanno intrapreso una serie di “stress test” sugli impianti atomici continentali, per valutare il rischio di una catastrofe “tipo-Fukushima”, l’industria nucleare ha attentamente costruito una campagna informativa mettendo in risalto il fatto che la sicurezza rimane la sua priorità assoluta.
Ed anche questa campagna ha avuto successo… In pieno clima di disastro nucleare,con il peggior incidente dell’ultima generazione, l’industria nucleare che conta 150-200 lobbisti a Bruxelles, occupa sempre una posizione dominante.

La lobby è così potente che, nonostante Fukushima, il nucleare rimane al centro delle proposte della Commissione Europea per il futuro energetico pulito. Nel frattempo alcuni analisti politici ritengono che all’interno del Parlamento Europeo, la lobby nucleare è ancora più potente di quanto non fosse prima.
Nonostante che alcuni stati membri, come la Germania e l’Italia, abbiano abbandonato l’idea nucleare, a Bruxelless l’industria ritiene che il futuro sembra essere ancora più “roseo” per l’energia atomica.

Sul web le lobbies di settore monopolizzano l'informazione “Foratom” e società quali E.ON e EDF supportano DG Energy, il servizio della Commissione Europea responsabile dell’”energia nucleare”.

La Commissione ha inoltre creato alcuni strumenti di influenza politica a favore della lobby nucleare. Trattasi di gruppi consultivi e “piattaforme tecnologiche” come Sustainable Nuclear Energy Technology (SNETP).
Infine la lobby nuclearistica diffonde la sua influenza attraverso deputati pro-nucleari come l’inglese Conservatore Giles Chichester.
Nonostante i tanti “amici” a Bruxelles, molti credono che l’influenza del settore diminuirà a distanza. Ci sono due principali fattori che potranno causare questo: la nuova generazione di reattori atomici che sebbene siano stati progettati per evitare i rischi di una nuova Chernobyl, non hanno ancora mantenuto le loro promesse. Ma soprattutto, nel clima attuale finanziario, le banche non sono più disposte ad elargire finanziamenti in questo senso.

Inoltre, nel gennaio 2012, è stato inviato alla Commissione Europea un reclamo formale riguardo le sovvenzioni per l’energia nucleare che, se confermato, renderebbe improbabile la costruzione di nuove centrali atomiche in Europa.

Nonostante questi “contrattempi”, la lobby nucleare sta sostenendo il fatto che questa fonte costituisca il fulcro della politcha energetica dell’UE a prescindere da Fukushima.
La rivista energetica “Platts” non è però d’accordo: “Chiudere un occhio su Fukushima è chiaramente non sostenibile”.
« Ultima modifica: 09 Mar 12, 23:34:59 da Administrator » http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?PHPSESSID=enr167edf08pqerr6gvnh1q730&topic=1986.0

Fukushima un anno dopo http://www.repubblica.it/ambiente/2012/03/09/news/giappone_tsunami_fukushima_anniversario_radiazioni-31223176/
"Quanta confusione sui dati"
Nell'anniversario dello tsunami che devastò il nord-est Giappone investendo anche la centrale nucleare, un fisico italiano che collabora con l'istituto RIKEN cerca di fare chiarezza. "Resoconti spesso esagerati". E la radioattività ci accompagna sempre, a partire dal fumo delle sigarette
di ALESSIA MANFREDI

Un anno fa il terremoto che sconvolse il nord-est del Giappone 1 provocò uno tsunami che investì in pieno la centrale di Fukushima. Macerie, devastazione, panico. E l'incubo dell'incidente, che ha riaperto il dibattito sulla sicurezza del nucleare 2 in Italia e nel mondo.

Quale lezione si può trarre a distanza di 12 mesi? "Di sicuro l'emergenza è stata gestita male, con una sottostima del pericolo e una centrale costruita probabilmente in modo sbagliato. Con l'aggravante della reticenza e della scarsa informazione data alla popolazione, anche se è vero che è sempre facile ragionare col senno del poi": a proporre una riflessione nell'anniversario della tragedia è Marco Casolino, fisico delle astro-particelle di alta energia, ricercatore dell'Istituto nazionale di fisica nucleare e collaboratore del dipartimento di Fisica dell'università di Tor Vergata e del RIKEN, centro di ricerca giapponese.

"Detto questo, è vero che c'è stata contaminazione e ci sono stati danni, ma il livello di radioattività che ha investito il paese è stato relativamente basso", spiega. Molte voci allarmate si erano levate a ridosso dell'incidente sui pericoli per la salute della popolazione, generando una psicosi collettiva. Ma a detta del fisico i resoconti delle vicissitudini di Fukushima sono stati spesso esagerati o riportati in maniera erronea. A cominciare dalla confusione sulle misure delle radiazioni rilasciate nell'ambiente dopo l'incidente e sulla loro effettiva pericolosità. "A Tokyo il livello di radioattività considerato normale è di 0,1 microSv all'ora. Cosa dovremmo dire di Roma dove a Tor Vergata ci sono muri di tufo che arrivano anche a 0.4microSv/ora?. Viaggiando in aereo, in quota si assorbono fino a 2 microSv/ora a causa dei raggi cosmici. Per non parlare degli astronauti, che nello spazio assorbono fino a 100 microSv/ora".

Tutto relativo, quindi. Quello che è importante, anche oggi, anche in Italia, è fare chiarezza. "Se dai i numeri giusti e fai in modo che la gente sia in grado di capire esattamente quello che succede, ci si preoccupa di meno. E tra gli effetti più gravi di Fukushima sulla popolazione ci sono stati forse la paura e le malattie da stress collegate".

L'incidente nella centrale giapponese ha riportato alla mente lo spettro di Chernobyl e riacceso il dibattito sulla sicurezza, referendum incluso 3. Ma a Fukushima non c'è stata esplosione nucleare e Fukushima non è come Chernobyl, né come Nagasaki o Hiroshima, assicura il fisico. "Quello del nucleare è un discorso molto complesso, perché riguarda scelte politiche ed energetiche del paese. Ma non è poi che liberandosi del nucleare ci si libera della radioattività", ricorda.

Radiazioni che in diversa misura ci accompagnano quotidianamente, di cui il fisico parla nel dettaglio nel libro-vademecum Come sopravvivere alla radioattività, Cooper edizioni, nato proprio come instant book dopo Fukushima. Qualche esempio? "Prendiamo il fumo. Se si consumano due pacchetti al giorno di sigarette, per via del Polonio 210, in un anno si assumono 150 millisievert rispetto a 1 millisievert che si assorbe normalmente nello stesso periodo". Fra le altre sorgenti che inquinano la nostra quotidianità ci sono già i raggi cosmici che vengono dallo spazio, che colpiscono soprattutto gli equipaggi degli aerei, sottoposti periodicamente a controlli. O il radon nelle scuole e nelle case, che si accumula soprattutto nelle cantine e nei seminterrati.

Senza contare, poi i più subdoli pericoli latenti: "l'Italia", conclude - e qui non parliamo più di Giappone - "è piena di scorie radioattive, di sorgenti dannose nascoste ed eliminate in modo clandestino".

(09 marzo 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessun commento: