domenica 4 marzo 2012

Il Tav arriva nella pianura pontina, arriva a Mesa con il mega centro commerciale?

Bersani (pd) (vedere articolo sotto) è stato molto chiaro l'altra sera, ospite di Santoro e “Servizio pubblico” in favore del Tav che mi ha convinto. I suoi “wow, eeh, mah, ohhh,” sono argomenti mica da poco. E difatti lo contestano pure i sindaci del pd Loredana Bellone, sindaco di San Didero: “Bersani non riesce a comprendere la situazione che c’è in questa valle”. Così come mi aveva convinto un anno fa il segretario del pd di Pontinia a proposito dei vantaggi del mega centro commerciale. Magnarelli difatti, davanti a domande precise ha risposto, non senza le consuete offese: 1) non è un tecnico per cui non ha la più pallida idea se i benefici (se ci sono) saranno maggiori o inferiori dei danni (agli esercizi commerciali di Pontinia, all'agricoltura, alle infrastrutture, causa inquinamento, aumento del traffico); 2) al suo partito non importa quantificare tecnicamente le opere anche perchè non hanno tecnici a disposizione; 3) al suo partito non interessa la perdita costante dei posti di lavoro che si potrebbero avere, per esempio, dalla raccolta differenziata spinta (secondo l'ultima stima del Comune almeno 20 dipendenti), della gestione pubblica dell'acqua (almeno 10 persone), della sostituzione degli impianti pubblici e il passaggio all'energia naturale e rinnovabile sugli edifici del comune (uffici, scuole, teatro, ecc., almeno altre 20 persone); 4) al suo partito non interessano i risparmi che si avrebbero dalla raccolta differenziata (circa 300 mila euro l'anno), gestione pubblica dell'acqua (almeno il 20%), del passaggio al fotovoltaico e agli impianti a Led (centinaia di migliaia di euro l'anno) che potrebbero essere utilizzati in favore delle famiglie, delle associazioni, del miglioramento della qualità della vita; 5) dopo che il suo partito ha contribuito a raccogliere le firme per l'acqua pubblica, per le energie rinnovabili non gli interessa attuarle. A questo punto, dopo il ritiro della candidatura di Roma per le olimpiadi 2020 e la candidatura di Mesa al posto della capitale (il progetto del campo da golf c'è, quello dell'ippica pure di tutti i sostenitori del mega centro commerciale, pratica cui senz'altro aderiranno) non rimane che candidare con la chiarezza di dati e numeri di Bersani e del suo rappresentante di Pontinia Mesa pure a farci passare il Tav. Le merci raggiungerebbero in un'istante Torino – Lione – Kiev – il Portogallo e pure Mesa. Capaci di moltiplicare il capitale sociale da 10 mila euro a decine di milioni di euro sarà un gioco da ragazzi far arrivare il Tav nella pianura pontina. “wow, eeh, mah, ohhh,”. Giorgio Libralato

di Andrea Scanzi il fatto quotidiano 3 marzo 2012
U na cosa è chiara a tutti, dopo l’ultima puntata di Servizio Pubblico:
Pier Luigi Bersani non si fa intimidire.
O perlomeno ne è convinto. Al punto da ripeterlo anche a una povera ragazza del pubblico, a margine della registrazione: “Non mi faccio intimidire ! ”. Neanche avesse avuto davanti il Tribunale del Popolo. Oltretutto l’ambizione di intimidire Bersani è scarsamente in voga: a nessuno piace vincere facile. La performance di Bersani è già nella leggenda, non meno di quella di “Lady Blackberry” Ravetto a Ballarò o dell’Alpino Alemanno a In onda.
Bersani ha sbagliato tutto, conuna dedizione encomiabile all’h a ra -kiri mediatico. Chiamato a difendere il Tav, ha esordito così: “Mah”. Una sintesi del suo pensiero politico. Ha scandito sillabe (“Un tema i-ne-lu-di-bii-leee”), sbagliato dati, allungato
(“Si discuuuuute”) e abolito vocali (“E alora, e alora, e alora!”). Sulvolto, fiammeggiante, era scolpito il carisma di un Gormita avvolto da una perenne eclissi. Puntualmente dominato da qualsiasi interlocutore, fosse Landini o il leader No-Tav Perino, Bersani
ha sfogato la propria frustrazione demolendo le fondamenta della sintassi, con un afflato degno di un Gadda emiliano che il pasticciaccio non lo scrive ma lo vive. “Oh perbacco!” (grado massimo di cipiglio);
“Non cerchiamo di non essere ingenui.
Ci sono componenti violente eversive che cercano l’acqua dove nuotare. Attenzione, tre volte attenzione”.
UN PROFLUVIO di refusi e crasi: “Dice domani Monti ecc dica per esempio la cosa da fare: forza” ( fo r z a ) ;
“E quindi tornando lì io ho fatto wow il Presidente in Emilia Romagna” (wow); “Ehhhh, ehhhh” (chiare citazioni del suo idolo Vasco); Non è il disagio che produce il terrorismo, è il
terrorismo che c’è comunque e che può navigare nel disagio” (Quello in confronto è Goethe). Come l’apparizione di una massaia in una pellicola di Bertolucci, è poi comparsa Loredana Bellone, sindaco di San Didero: “Bersani non riesce a comprendere la situazione che c’è in questa valle”. Bersani si è piccato, non meno di un calvo a contatto col poster dei Bee Gees. Da qui la memorabile rampogna: “Eh no eh, cara mia, no no no, no no no. Non è questo. Anche se sei della Val di Susa non puoi aver sempre dir cose non son così dai. Su. Perché poi ci siet, no! Perché gli enti locali siete mica solo voi, no? Su. Eh. Parliamoci chiaro. Dai.
Va là, su dai. Ghm ghm ghm”.Ogni tanto Bersani buttava là una frase teoricamente icastica (“Con le balle non si va avanti”), con la sicurezza del bullo che grida “scopa” quando gli altri giocano a tressette. Le ultime cartucce hanno attinto al dadaismo: “I monopolisti della morale a me non girano” (ce l’aveva con Travaglio); “Un po’ di morale ce l’ho anch’io, eh. Chiudiamo il libro. Bersani, la Cmc, oooohhhh. (..) Ricordiamo bene. Chiudo. Okay. (..) Ah insisti, insisti. Okay. No no no no, ehhhh ma no. Ahhh. Eh beh. Vorrei vedere. Farà fatica lei adesso. No no no no. Attenzione eh. C’è un limite” (non alla dislessia, a quanto pare).
Bersani ha ribadito che “si sa come si comincia ma non quando si finisce” (perle di saggezza). Si è intervistato da solo (“Cos’è la democrazia?”).
HA CITATO gli “a-nar-co i n - s u r - re - z i o - n a - l i - s s s s s t i ” e i “concetti ba gici”. Quindi, in un colpo di reni ipotetico, ha azzardato una soluzione rivoluzionaria per gli esodati: “Sper imentiamo”.
Irene Tinagli ha chiesto: “Sperimentiamo cosa?”. Di colpo Bersani è sembrato il Montezemolo di Crozza, che chiede ad Emma di passargli il foglio del “come”. Con le differenze, nello specifico, che la pagina riguardava il “cosa”, la persona a cui chiedere si chiama Massimo e, soprattutto, la comicità pareva involontaria.
Non lo intimiderete. Perbacco. E alora?
Eeehhh.

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