Giuseppe Teodoro (Terra Lazio)
LA DENUNCIA. Manlio Cerroni, già proprietario della discarica di Malagrotta, potrebbe presto consolidare il proprio monopolio.
Ha del surreale l’incresciosa vicenda dell’area destinata a nuova discarica, in località Quadro Alto presso Riano Flaminio. L’avvocato Manlio Cerroni non finisce di stupire e, dopo aver “beffato” la Regione, acquistando alla chetichella dal principe Boncompagni Ludovisi i 93 ettari del sito destinato a sostituire Malagrotta, ha pensato bene di tappezzare Roma di manifesti, in cui rivendica con orgoglio, in trent’anni di attività con la propria impresa (il CO.LA.RI.), di aver “salvato” la Capitale dal disastro ambientale ed economico. E non è finita. Bacchetta la Regione per le mancate risposte alle soluzioni alternative a Malagrotta, prospettate sin dal 2009. Ma stavolta la memoria dell’arzillo imprenditore della “monnezza” difetta. Il dipartimento Territorio della Regione Lazio, con una tempestiva e perentoria nota del 13 settembre 2009, bocciava l’individuazione del sito di Quadro Alto, come area destinata ad «impianto di discarica per rifiuti urbani ed assimilabili, in quanto contrastante con le norme di pianificazione regionale e nazionale».
L’area - si legge nel documento - essendo a «rischio paesaggistico, è destinata a progetti di conservazione, recupero, riqualificazione, gestione e valorizzazione del paesaggio». Appaiono strumentali le accuse di Cerroni sulla presunta inerzia della Regione di allora, mentre si profila in tutta chiarezza la strategia del neo proprietario di Quadro Alto, che gioca a carte scoperte. Infatti, tale è la sua convinzione di poter gestire la partita dei rifiuti nella “nuova Malagrotta”, che, nel documento di compravendita non è contemplato il versamento di alcun compenso, bensì l’impegno a corrispondere una percentuale della tariffa percepita per ogni tonnellata di rifiuti conferiti. Nel frattempo, il Commissario delegato per i rifiuti, Pecoraro, incalzato dalla Polverini, ha firmato l’ordinanza che formalizza i nuovi siti, indicando il percorso per rendere disponibili le aree: occupazione d’urgenza con esproprio e indennizzo nonché affidamento della gestione dei rifiuti attraverso una gara d’appalto.
A questo punto ci si chiede se i nostri amministratori ci fanno o ci sono. Infatti, se la Polverini e Alemanno cadono dalle nuvole apprendendo che, guarda caso, proprio Cerroni è divenuto proprietario di Quadro Alto, significa che peccano di una sprovvedutezza disarmante e non si capisce come ciò possa conciliarsi con l’ambizione a gestire una efficiente strategia dei rifiuti a Roma e nel Lazio. Se, al contrario, avessero pianificato questo esito con la complicità del Cerroni, allora siamo di fronte a un “disegno criminoso” per favorire il monopolista. In uno o nell’altro caso, gli effetti sono comunque dirompenti: Cerroni, in qualità di proprietario di Quadro Alto, sarà generosamente indennizzato e, dunque, recupererà in toto i suoi denari.
Ma troverà anche una gradita sorpresa: avendo guidato il settore dei rifiuti in regime di monopolio per oltre trent’anni, stante i requisiti posseduti, si vedrà assegnare la gara senza alcun problema e gestirà il sito di Riano per altri trent’anni. E così Cerroni guadagnerà due volte, con l’esproprio e con la nuova gestione. Ringraziamo, dunque, i nostri prodighi amministratori per la tempestiva scelta e la concretezza dimostrata nella gestione del ciclo dei rifiuti. Tutto cambia per nulla cambiare: a una discarica se ne sostituisce un’altra, a Cerroni segue Cerroni.
Presidente dei Verdi della Provincia di Roma
http://www.terranews.it/news/2011/10/il-signore-della-%E2%80%9Cmonnezza%E2%80%9D-romana
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