martedì 27 settembre 2011

Sabaudia, lago di Paola progetto di risanamento

Intenso scambio di informazioni in questi giorni tra Ente Parco e ARPA Lazio (Sezione di Latina) per cercare di comprendere in modo approfondito quale sia la situazione ambientale del Lago di Paola e degli altri laghi costieri alla luce della crisi di questi ultimi giorni con un’intensa moria di pesci, che pare superiore agli analoghi eventi degli anni scorsi nella stessa stagione.



L’ARPA ha infatti fornito all’Ente i propri dati relativi ai parametri chimico-fisici e al fitoplancton dei laghi di Fogliano e Monaci, che verranno utilizzati insieme agli altri monitoraggi degli anni scorsi per definire la pianificazione della gestione di questi corpi idrici nell’ambito del Piano del Parco.

L’Ente Parco invece ha trasmesso all’ARPA una serie di analisi relativa alle acque e al sedimento del Lago di Paola, svolte su propria committenza da una società specializzata tra il 2009 e il 2011: le indagini erano indirizzate a definire un quadro di riferimento conoscitivo aggiornato della situazione ambientale del Lago ai fini della pianificazione del Parco, ed in particolare allo sviluppo delle previsioni del Piano che – come è noto – è in corso di elaborazione da parte dell’Ente. Tali informazioni potranno essere utili nell’ambito dei programmi di monitoraggio ex 2000/60/CE delle acque di transizione che sta portando avanti l’ARPA.

Sebbene tali analisi, svolte dalla Società Q&A di Roma, non abbiano una particolare utilità per definire le specifiche cause delle morie di questi giorni, da esse sono emersi una serie di campanelli di allarme rispetto a possibili fonti di inquinamento di vario genere presenti attualmente o nel recente passato.
Mentre le acque non presentano concentrazioni di sostanze inquinanti tra quelle considerate (metalli pesanti, solventi organici aromatici, alifatici clorurati cancerogeni, pesticidi, DDD, DDT, DDE, antiparassitari del ciclodiene), lo studio invece conclude che “la concentrazione elevata di enterococchi indica che il lago probabilmente riceve ancora acque reflue domestiche”. Inoltre certamente significativa e da tenere sotto controllo la rilevazione di metalli (Cromo, Nichel e Piombo) nei sedimenti, certamente dovuta alle attività industriali ed artigianali pregresse, che superano in modo significativo i valori degli standard di qualità stabiliti dal D.N. n. 260 del 08/11/2010, nonché il superamento di standard di qualità in alcuni punti del lago (quelli campionati sono cinque) per gli idrocarburi policiclici armatici (provenienti in genere dalla combustione incompleta di combustibili fossili o altre sostanze organiche). E’ da precisare che la presenza di queste sostanze presenti nei sedimenti, cioè depositate in alcuni tratti sul fondo del lago, non può essere messa in relazione con le morie dei pesci di questi giorni.

Le indagini con la sonda multiparametrica nella colonna d’acqua hanno confermato la presenza di ampie aree con frequenti condizioni di anossia sul fondo del Lago, che probabilmente sono proprio la causa della crisi di questi giorni, tipica della fine dell’estate, ma aggravata dalle attuali condizioni di temperatura e meteo. Significativi anche i primi riscontri sulla presenza di ossigeno da cui risulta l’estrema criticità del Lago di Paola nelle zone prossime al Ponte di Sabaudia (meno di un quarto di ossigeno rispetto alla condizione ottimale) e la problematicità della zona di Caterattino (poco più di un terzo dei valori ottimali); migliore la situazione in prossimità del Canale Romano (oltre la metà di ossigeno rispetto le condizioni ottimali).

“L’emergenza di questi giorni sprona tutti gli enti coinvolti, in collaborazione tra di loro, a definire un progetto generale di gestione e risanamento del Lago di Paola su basi di sostenibilità ambientale” ha dichiarato il Presidente dell’Ente Parco, Gaetano Benedetto.

“Solo un’azione coordinata e di medio-lungo termine, che può trovare nel Piano del Parco il proprio inquadramento strategico, è in grado di dare una soluzione ad un problema così complesso e di questa scala. A Tal fine dovranno essere effettuate ulteriori azioni per verificare l’esistenza di eventuali punti di scarico illegali, e poi sia attività di monitoraggio e prevenzione, sia di gestione idrica del sistema con particolar riguardo ad un’analisi della funzionalità dei canali di sbocco al mare. ” conclude il Presidente dell’area protetta.
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