domenica 4 settembre 2011

Libera Lazio affianco al parco Nazionale del Circeo

Ricevo da Libera Lazio, sottoscrivo e pubblico
COMUNICATO STAMPA

Il Coordinamento regionale del Lazio di “Libera associazioni, nomi e numeri contro le mafie” ha appreso con preoccupazione dell’attentato incendiario all’interno del Parco Nazionale del Circeo verificatosi nelle ore scorse nel centro visitatori. Le modalità del crimine ambientale lasciano chiaramente intendere la volontà di perseguire nella eliminazione dell’ultimo impedimento a speculazione edilizia, malapolitica e criminalità organizzata di tipo economico, riassumendo quello che è stato definito “il sacco di Sabaudia” ma che riguarda l’intero litorale laziale, isole comprese. “Il gesto - afferma il referente di Libera per il Lazio Antonio Turri – va ad aggiungersi a tutta una serie di azioni mirate ad aggredire l’area protetta del Circeo come le mancate demolizioni delle centinaia di opere edilizie abusive su cui pendono sequestri nonché ordinanze di abbattimento o come quella del rilascio delle autorizzazioni e nulla osta ad edificare un mega centro commerciale a poche decine di metri dallo stesso centro visitatori del Parco rilasciate da Comune ed Ente Parco. Segno inconfutabile dell’immobilismo di una politica che basa spesse volte la ricerca del consenso sul permissivismo finalizzato ad eludere le norme a tutela dell’ambiente. Non può sottacersi come a Sabaudia e non solo, la violazione delle norme ambientali o che regolano la corretta edificabilità dei suoli siano violate da rappresentanti della pubblica amministrazione o dai loro familiari. L’episodio – continua Turri – deve essere letto come il concomitante agire di quanti in spregio alle leggi dello Stato intendono utilizzare l’unico Parco Nazionale presente nella regione Lazio ed ubicato a poche decine di chilometri da Roma, per illeciti arricchimenti in spregio al diritto dei cittadini alla bellezza dei luoghi in cui vivono e alla salvaguardia dell’unico tipo di sviluppo possibile che è quello turistico . Del resto le recenti polemiche riguardanti i tentativi della regione Lazio di sanare gli abusi edilizi riconducibili ad un noto esponente politico di Fondi, cosi come l’assurda idea di realizzare un tunnel sotterraneo nella piccola isola di Ventotene, sono tutti fatti ascrivibili a quell’humus di irresponsabilità politica che rappresenta il terreno in cui nascono e si sviluppano comportamenti mafiosi che fanno del basso Lazio la terra di origine di una quinta mafia che Libera definisce mafia autoctona o da contaminazione.

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