giovedì 11 agosto 2011

Pontinia 421 poderi alla fondazione e oggi?

A Pontinia l'argomento del giorno sono i poderi, il paesaggio rurale, le opere d'arte, tutti i reperti della bonifica pontina dell'era fascista ma anche precedenti e poco noti. Oltre alla fascia frangivento alle prese tra il nuovo parassito proveniente dall'estero ( le zone esotiche fanno colpo anche sulle coltivazioni e sulla deforestazione sempre più grave), i roghi, i tagli degli alberi quasi secolari di eucaliptus. La situazione urbanistica e paesaggistica attuale farebbe pensare che i cittadini proprietari, i costruttori e gli ingegneri amino poco cultura, storia, urbanistica e ambiente. Alle prese con il guadagno. Forse le 2 delibere sull'eliminazione dei vincoli sui poderi oggi sospese da un tempestivo intervento della Soprintendenza e dovranno fare i conti anche con il piano casa della Regione Lazio che dovrebbe essere armonizzato con il PRG. Queste delibere nate forse dall'esigenza di qualche “ingegnere” di risolvere in questo modo delle esigenze di qualche cliente hanno avuto il merito di far ripensare i pontiniani su urbanistica, storia, cultura. Vista da fuori è incomprensibile come una decisione così radicale pur se opportunistica, non abbia trovato una qualche resistenza all'interno della maggioranza proprio sui temi culturali e storici. L'urbanistica infatti, dovrebbe essere in sintesi la somma delle aspettative, dei progetti, del sapere di una cittadina tra commercio, attività produttiva, cultura, storia, identità. Invece si sarebbe pensato solo e male al mc. Qualcuno ha notato che in una città di fondazione, che fa parte dell'associazione di promozione di queste città, nata durante l'epoca fascista, l'identità urbanistica e paesaggistica caratteristica dell'epoca anziché essere difesa da quella parte politica di destra è stata difesa, invece, da cittadini e associazioni. In molti casi identificabili o assimilabili a chi è contrario alla destra e a quella ideologia sconfitta dalla storia. Anzi addirittura la destra ha votato all'unanimità queste delibere. Come spesso accade sull'urbanistica, così come sui progetti in favore di aziende private non c'è voto contrario. E l'opposizione rinuncia anche al suo ruolo più semplice e banale che dovrebbe compiere: il controllo degli atti e la richiesta di rettifica quando sono palesemente sbagliati. Pare abbiano “dormito” pure alcune “associazioni” (Pontinia a chi ama Pontinia, le Orme Pontine) che dal nome sembrano richiamare all'estetica e alla storia di Pontinia. Tornando ai poderi è evidente che si cerca di tutelare i beni, le caratteristica, le specie che rischiano di scomparire e quindi non quello di cui c'è abbondanza. Se la maggior parte dei poderi fosse rimasta integra a nessuno (persona normale o amministratore o tecnico) verrebbe in mente di tutelarli. Come sempre si fa, per le “specie in via di estinzione”, si procede con il censimento. E fino qui non occorre essere esperti, aver studiato, avere una laurea in ingegneria. Bastano ragionamento e buon senso. Quanti erano nel comune di Pontinia all'atto della fondazione i poderi? Secondo l'elenco riportato in “Pontinia tra storia e cultura”di Claudio Galeazzi erano 421 partendo dal n. 1247 di ha 12.58 assegnato alla famiglia Occhi Raimondo fino al n. 2673 (ovviamente alcuni poderi sono ubicati fuori comuni, altri inesistenti) di ha 18 assegnato a Malandruccolo Remigio. Il podere con la minore estensione è il n. 2254 di ha 5,95 assegnato a Marias Serafino, quello più grande è il n. 2376 di ha 24,1 assegnato a Straforini Secondo. Nessuno a Pontinia (o altrove) sa quanti poderi oggi sono ancora esistenti di questi 421, uno è stato demolito qualche mese fa sulla strada della Cava (una traversa di via del Murillo all'altezza della Migliara 48 e ½) un altro è in corso di ristrutturazione in via Migliara 48 all'ingresso di Pontinia. Né quanti siano “integri” o da ristrutturare come alcuni anche all'ingresso di Pontinia da alcune Migliare o mezze Migliare. Per questo serve il censimento. Pare l'abbiano capito pure gli “ingegneri”.

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