giovedì 11 agosto 2011

Lazio, rifiuti zero, rivoluzione per legge

Rossella Anitori
INIZIATIVE. Dichiarata ammissibile dal Consiglio regionale, la proposta del comitato “Non bruciamoci il futuro” attende il vaglio della commissione regionale Ambiente.

Prevenzione, riduzione, riuso, riutilizzo e recupero. Sono le parole chiave della proposta di legge di iniziativa popolare sulla gestione dei rifiuti nel Lazio, promossa dal comitato “Non bruciamoci il futuro”, ora al vaglio della Commissione ambiente.

Il Piano
«Il piano rifiuti della regione non contiene gli elementi strutturali e impiantistici necessari a sostenere l’unico obiettivo positivo che dichiara di perseguire: la raccolta differenziata al 50 per cento entro il 2011». La proposta legislativa prende le mosse da una critica radicale alla programmazione regionale. I metodi di raccolta impiegati nel Lazio sarebbero, secondo i promotori, inefficienti e gli impianti riciclaggio insufficienti. La Regione, si legge nella relazione introduttiva, si limiterebbe a smaltire i rifiuti in discarica e a realizzare nuovi inceneritori. Una tendenza che i sostenitori della legge di iniziativa popolare si propongono di invertire.

Gli strumenti
«La Regione Lazio ripudia l’incenerimento come mezzo di risoluzione del problema dei rifiuti». È la dichiarazione di principio da cui i promotori partono per affermare i cardini di una nuova normativa regionale basta sul recupero e il riciclaggio. Secondo la proprosta di legge inviata lunedì scorso dal presidente del Consiglio regionale del Lazio alle commissioni competenti, il porta a porta diventerà il metodo di raccolta principale e lo smaltimento dei rifiuti in discarica sarà consentito solo come estrema ratio. Gli impianti per la creazione del cdr (combustibile da rifiuti) destinato agli inceneritori verranno riconvertiti in centri di selezione per il trattamento meccanico biologico. Il territorio regionale sarà dotato di un congruo numero di impianti di riciclaggio e di isole ecologiche in cui raccogliere i rifiuti ingombranti. L’avvio di un diverso ciclo dei rifiuti basato sulla filiera differenziata potrebbe produrre, secondo i sostenitori della proposta di legge, immediati benefici sia in termini economici (riduzione dei costi per gli impianti e recupero di ingenti risorse derivate dal riciclaggio) che ambientali (diminuzione delle malattie e dei danni).

Gli obiettivi
Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, le discariche non conformi ai nuovi requisiti verranno chiuse. Per la fine del 2011 la quantità totale dei rifiuti prodotti diminuirà del 10 per cento, la differenziata arriverà a quota 60 per cento e le amministrazioni pubbliche dovranno impegnarsi per acquistare prodotti derivati da attività di riciclaggio. Entro il 2020 la riduzione dei rifiuti totali sarà invece del 40 per cento, la differenziata all’80 e gli acquisti verdi da parte delle amministrazioni statali pari al 100 per cento del totale.

Partecipazione
Ai cittadini spetta un ruolo fondamentale. Per dare piena applicazione alle direttive europee e alla Convenzione di Artus, in cui si riconosce il pieno diritto dei cittadini e delle relative organizzazione alla partecipazione alle attività decisionale in tema ambientale, si istituiranno Tavoli permanenti di verifica con poteri di consultivi e di controllo rispetto all’intero ciclo dei rifiuti.
http://www.terranews.it/news/2011/08/%E2%80%9Crifiuti-zero%E2%80%9D-la-rivoluzione-e-portata-di-legge

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