sabato 30 luglio 2011

la TAV non ha senso 130 docenti universitari scrivono a Napolitano

CANTIERE TAV, IN VALLE DI SUSA GUERRIGLIA CONTINUA
Ancora scontri giovedì notte. Oggi nuova manifestazione

di Stefano Caselli
133 docenti universitari scrivono a Napolitano: “Quest’opera non ha alcun senso”
Maroni annuncia nuove iniziative “per garantire la prosecuzione dei lavori e isolare i violenti”
la Valle di Susa è un vicolo cieco all’orizzonte del quale non si intravedono nè vincitori né vinti. L’assedio del movimento No Tav al cantiere-fortino della Maddalena di Chiomonte, presidiato da centinaia di uomini delle forze dell’ordine, prosegue in uno stanco susseguirsi di bollettini di guerriglia.
L’ULTIMO ATTO è andato in scena nella notte tra giovedì e venerdì, secondo il solito, collaudato copione: poco dopo la mezzanotte, dal campeggio No Tav a pochi metri di distanza dalla “zona rossa ”, si sono staccati due gruppi di manifestanti, uno diretto verso il viadotto Ramat dell’A32 Torino-Bardonecchia, la zona più vicina all’area del futuro scavo del tunnel esplorativo, l’altro in prossimità dell’area archeologica della Maddalena, dove si concentra il grosso delle forze dell’ordine .
In entrambi punti - riferisce la Questura - è cominciato un fitto lancio di sassi, petardi e bombe carta, al quale si è risposto con idranti e lacrimogeni caricati a gas “cs”. Le stesse scene già viste almeno altre tre volte nelle notti delle ultime settimane, con la sola differenza che - a poche ore dagli ennesimi scontri – sono scattate sette perquisizioni (cinque a Torino, alcune a vuoto) su iniziativa della Procura della Repubblica e della Digos che hanno fruttato il sequestro di “fionde, maschere antigas, petardi e una balestra ”. Perquisizioni che seguono di 48 ore 21 denunce e svariati fogli di via a carico di personaggi più o meno noti dell’antagonismo torinese e di 24 ore il fermo sull’A32 di un uomo di 46 anni, sorpreso in autostrada con un carico di 57 maschere antigas imballate (valore approssimativo stimato dagli agenti 3.000 euro), 118 filtri per le maschere, 96 sfere in piombo del peso di 8 grammi, una fionda di tipo sportivo con impugnatura in plastica nera, flettenti metallici ed elastici tubolari in gomma .
La conferma che gli unici a trarre reale giovamento dall’assurda guerriglia della Valle sono i rivenditori di maschere antigas (di quelle solitamente usate per proteggersi dalle esalazioni di vernice) che stanno facendo affari d’oro.
Oggi, giorno di chiusura ufficiale del campeggio No Tav, sarà un’altra giornata difficile: alle 14 è prevista una nuova marcia di protesta con partenza da Giaglione, “una grande marcia popolare, pacifica e determinata – sostengono gli organizzatori - per dimostrare a tutti che gli inviti a non partecipare ai cortei di protesta (il riferimento è al coordinamento Pd della Valle che ha invitato gli iscritti a non partecipare alla manifestazione, ndr) non contano nulla ”. Una marcia “pacifica”, dunque, ma le premesse non sono delle migliori: “Ho chiamato oggi il prefetto di Torino - dichiara il ministro dell’Interno Roberto Maroni - per essere informato e abbiamo valutato alcune iniziative che saranno prese nelle prossime settimane per garantire la prosecuzione dei lavori e isolare i violenti”. “L’allerta è massima - conferma la Digos di Torino - i segnali non sono positivi, dal momento che manifestazioni analoghe si sono sempre concluse male”.
Timori condivisi da Antonio Ferrentino, ex leader No Tav (oggi sindaco di Sant’Antonino di Susa e segretario provinciale di Sel) che nei giorni scorsi è stato al centro di vivaci contestazioni per aver visitato il cantiere di Chiomonte in segno di solidarietà con i lavoratori delle imprese incaricate: “Se prevarrà l’intelligenza, cosa che finora non è accaduta, andrà tutto liscio.
Bisogna rendersi conto che la situazione è assurda per tutti, per i No Tav che non possono pensare di assediare ogni notte e per i sostenitori di un’opera che richiederebbe decine di cantieri come quello di Chiomonte”.
MA ANCHE su questo versante le premesse sono scoraggianti: da una parte la sterile radicalizzazione dello scontro, dall’altra le granitiche certezze di una politica totalmente impermeabile alle buone ragioni di chi si oppone a un’opera dai costi faraonici (almeno 20 miliardi di euro) che - così come è stata pensata - ha scarsissime possibilità di essere realizzata: “Credo che non ci sia nessuna ragione per contestare quest’opera ”, sono le parole del sindaco di Torino Piero Fassino.
Non la pensano così 133 esponenti del mondo accademico italiano che hanno sottoscritto un appello al presidente della Repubblica per chiedere “trasparenza tecnico scientifica” sul progetto Tav in Valle di Susa: “Il processo decisionale - scrivono - è sempre stato afflitto da una scarsa considerazione del contesto tecnologico, ambientale ed economico tale da giustificare la razionalità della scelta. Esiste una consistente documentazione scientifica che sconsiglia nettamente la costruzione dell’opera ”. Fino ad oggi si è scelto di discutere solo con chi è d’accordo a prescindere. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Il Fatto quotidiano 30 luglio 2011

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