sabato 11 giugno 2011

le stranezze della centrale nucleare di Borgo Sabotino

Durante la campagna referendaria sono stato contattato e intervistato, con richiesta di informazione di vario genere, da giornalisti e organi di informazione di fuori provincia, nazionali e stranieri. Particolare attenzione sulla storia delle 2 centrali nucleari che interessano la provincia di Latina, il Garigliano (la Chernobyl italiana) e Borgo Sabotino. A parte i risultati delle indagini epidemiologiche (aumento delle malattie della tiroide nella popolazione femminile, di tutti i tumori negli uomini, in particolare stomaco e malattie cardiovascolari, chiaramente collegabili alle radiazioni) nel raggio di 7 km, stupiscono non poco alcune “particolarità”. La presenza di un notevole (per dimensioni) campo fotovoltaico affianco alla vecchia centrale nucleare, sempre nel lotto di terreno della stessa centrale, sulla via Macchiagrande. Un giornalista mi ha confidato che dopo averli fotografati ha telefonato alla direzione centrale per chiedere spiegazione di questa contraddizione. Tale direzione centrale, nonostante l'evidenza delle immagini, ne ha negato l'esistenza. Quello che non si capisce, invece, è la presenza del vicino poligono di tiro (nei paesi normali mi dicono sia incompatibile il solo pensarlo ….): ne è la prova la bomba che ha colpito una roulotte a 200 m dal reattore della centrale nucleare nel 1984. Le stranezze continuano. L'accesso all'area del poligono di tiro (sulla via del lungomare, strada Valmontorio) sarebbe impedito da una recinzione metallica con grandi buchi che lasciano tranquillamente passare le persone. Anche la recinzione del canale (sempre sulla strada Valmontorio) in elementi metallici (ringhiera) termina con filo spinato a maglie talmente larghe da lasciar passare chiunque. La “sicurezza” è un elemento che distingue questa centrale. Poi c'è il pontile nel mare (come sappiamo notevole causa dell'erosione sulla Marina di Latina e di conseguenza un grave danno economico per il turismo e i suoi operatori) che è “inagibile” per il personale esterno. Un giornalista mi ha chiesto conferma del significato di “inagibile”. Una struttura se è inagibile (quindi pericolosa) lo è per tutti esterni e interni. La domanda conseguente, logica e spontanea, è stata: come si può permettere che una struttura che (dall'esterno, dal mare) è raggiungibile da tutti sia pericolosa (inagibile) e non si provveda, con urgenza, alla sua messa in sicurezza? E ancora: la normativa in materia di sicurezza obbliga i datori di lavoro a mettere in sicurezza le strutture. Se non lo sono perchè se ne permette l'accesso al personale “interno”? L'ultima stranezza: durante il sopralluogo, all'esterno del canale, sulla spiaggia pubblica c'erano bagnanti, persone al sole o nel mare (pescatori) sulle rive di quello che potrebbe essere uno scarico (magari per incidente o perdita) di materiale radioattivo. Anche qui la domanda è stata: ma non lo sanno (e allora perchè gli enti pubblici non informano e non avvertono con idonea segnaletica) o fanno finta di non saperlo?

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