sabato 21 maggio 2011

Pontinia: 24 settembre tutti in bicicletta

è l’anno di Moving placet - L’ecorivoluzione sulla bici
Terra incontra Bill McKibben, giornalista Usa e autore della campagna digitale 350.org.
Si batte da anni contro il cambiamento climatico promuovendo grandi manifestazioni planetarie
Emanuele Bompan da Washington D.C.
Bill McKibben va annoverato tra i dieci personaggi più influenti della storia dell’ambientalismo. Giornalista, scrittore attivista, vulcanico e hi-tech, da quando ha scritto End of Nature 22 anni fa non ha mai smesso di combattere per cercare di fermare il cambiamento climatico, dalla sua casa nel placido Vermont, armato di portatile e Ipad o viaggiando per il mondo. È l’ideatore di un premio in giornalismo ambientale presso il Middlebury College.
In Italia ha recentemente Pubblicato “Terra” per Edizioni Ambiente.
Ma fuori dal BelPaese
Bill è conosciuto soprattutto per aver lanciato la campagna digitale per il clima più famosa del mondo: 350.org. Concentrandosi sul numero 350, il tetto massimo di parti per milione di Co2 nell’atmosfera per mantenere l’aumento della temperatura derivato dall’effetto serra sotto i 2°C, McKibben, e un manipolo di suoi studenti del Middlebury College, ha lanciato la più grande mobilitazione globale orchestrata interamente via web. Poche risorse economiche ma tantissimo successo, con partecipanti da oltre 190 Paesi, che hanno ridefinito il concetto di attivismo ondine e di ambientalismo partecipato.
Terra lo ha contattato per discutere in anteprima della sua prossima campagna globale, organizzata completamente online, che si svolgerà il 24 settembre prossimo, dal nome di Moving Planet.
Come mai avete scelto per la vostra nuova campagna il nome Moving Planet (pianeta in Movimento)?
Abbiamo già organizzato due giornate di azione globale: nel 2009, una grande manifestazione globale per fare pressione sui negoziati di Copenhagen e la seconda il 10 ottobre 2010, un work party, una festa dove ognuno ha svolto un’azione per aiutare il pianeta. Questa volta abbiamo voluto concentrarci sull’idea di motion, movimento, un momento topico di azione politica... muovendosi! Per questo il nome Moving Planet, e letteralmente in ogni angolo del mondo le persone si metteranno in moto, la maggioranza in bicicletta.
Perché in bici?
a) è una delle soluzioni di cui abbiamo bisogno per aiutare il pia- neta; b) sono incredibilmente belle e affascinanti c) perché sono un veicolo potentissimo per attirare l’attenzione dei nostri leader politici. Provate ad immaginare decine di migliaia di bici che girano intorno alla Casa Bianca e d) le bici sono uno dei pochi mezzi che ricchi e poveri hanno in comune. Sarà un mezzo perfetto.
Perché il concetto di movimento?
Perché abbiamo bisogno di smuovere il dibattito sul cambiamento climatico! Abbiamo bisogno di vedere azioni concrete e le persone con il loro “movimento”, il 24 settembre, porteranno ai propri rappresentanti politici richieste concrete per un agire risoluto. Questo accadrà in tutto il mondo.
Quindi sarà anche un messaggio da consegnare ai rappresentanti delle 192 nazioni che saranno a dicembre in Sud Africa per il 17imo incontro negoziale Onu sul Clima?
Esatto, sarà fondamentale per il round negoziale di Durban, però ogni amministrazione, ogni città e ogni Paese devono svolgere la propria parte. E quindi la gente salterà sulle proprie biciclette per richiedere nuove piste ciclabili, maggiori investimenti nelle energie rinnovabili, strategie di risparmio energetico insieme a strategie nazionali per fermare le emissioni di Co2.
Qual è la tua opinione sul negoziato sul clima dopo gli step intermedi di aprile?
Sembra più immobile che mai e sembra difficile uscire dall’impasse, in parte per colpa degli Usa. Per questo stiamo cercando di fare pressione qua in America sull’amministrazione Obama per dare una scossa. Abbiamo anche organizzato una campagna contro la Camera del Commercio Americana, da sempre una delle lobby climanegazionista più influenti.
Quanti Stati vi aspettate che aderiscano quest’anno?
Geez, non saprei ogni volta siamo sempre più sorpresi dalle adesioni che riceviamo. Lo sappiamo sempre all’ultimo. Quando organizzammo la prima azione, la Cnn la definì il più grande evento diffuso su scala globale mai organizzato, l’anno scorso siamo riusciti a fare di meglio. La cosa eccezionale è la partecipazione sempre maggiore dei paesi in via di sviluppo.
Oltre alle biciclette, che mezzi vi aspettate?
A piedi, ma anche tante barche, canoe, Kayak. Ci saranno grandi marce nelle periferie delle grandi città; in Nuova Zelanda la gente convergerà da ogni parte verso il centro incluso un gruppo che arriverà dall’oceano via nuoto; in Sud Africa centinaia di studenti saliranno sugli skate-boards e via dicendo. Tutto sempre coordinato dal vostro sito www.350.org.
E una delle cose migliori è il fatto che molta gente ha partecipato agli eventi passati anche senza essere un ambientalista convinto e ben informato.
Cosa possiamo fare in Italia?
Se andate sul sito 350.org si può vedere chi ha già organizzato eventi, chi sta lavorando, o segnalare un evento che si vuole organizzare.
Il sito ha anche una versione in italiano.
Molti ambientalisti dicono che esistono troppi eventi per l’ambiente: Earth Hour, il Giorno Della Terra, 350...
Forse hanno ragione, noi però dobbiamo concentrarci sulla scienza e sui numeri e per questo 350 deve rimanere un punto di orientamento sull’obiettivo per fare pressione sui nostri leader. E abbiamo bisogno di tutti. Anche in Italia!

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