giovedì 12 maggio 2011

nucleare i comuni fanno causa al governo

Ho smesso di credere alla befana tanti anni fa. Alcuni aspiranti (o
attuali) amministratori continuano a crederci. Tanto che, qualcuno, si
dichiarava favorevole al nucleare a Borgo Sabotino in cambio di soldi
per compensare morti, malattie, perdita di valore e competitività del
territorio. Io non avrei venduto la dignità, la salute e il territorio
nemmeno se i soldi (tanti o pochi) li avessero dati davvero. Giorgio
Libralato

http://www.repubblica.it/ambiente/2011/05/11/news/anci_nucleare-16095514/
NUCLEARE
La pazienza dei comuni è finita
l'Anci fa causa al governo
Dai municipi sede delle vecchie centrali azione legale contro Palazzo
Chigi per ottenere le compensazioni pattuite per lo smaltimento degli
impianti: "Sconcertati dalle 'menzogne' che ci vengono raccontate"
ROMA - Tra decreti, moratorie, pause di riflessione colpi di furbizia
e referendum in bilico, l'Italia è ancora in attesa di capire se ci
sarà mai una seconda era nucleare, ma intanto il governo deve ancora
finire di fare i conti con il passato. Sei Comuni della Consulta Anci
dei Comuni sedi di impianti nucleari (Caorso, Saluggia, Trino
Vercellese, Rotondella, Ispra e Piacenza) hanno avviato oggi un'azione
legale nei confronti di Palazzo Chigi a tutela degli interessi delle
amministrazioni e dei cittadini per chiedere che vengano ripristinate
le somme spettanti ai Comuni dal 2005".

In una nota, l'Anci ricorda che le compensazioni per i municipi sedi
di servitù nucleari (non solo le vecchie centrali, ma anche deposito
di stoccaggio di materiale radioattivo), sono previste dal decreto
Scanzano del 2003. "In virtù della legge finanziaria, nel 2005 -
spiega Fabio Callori, presidente della Consulta e sindaco di Caorso -
tali risorse sono state decurtate del 70% per destinare gli introiti
che i cittadini pagano con la bolletta elettrica alla fiscalità
generale". Si tratta, tra l'altro, di quegli "oneri di sistema" che
rendono il costo dell'elettricità in Italia uno dei più alti d'Europa
e che nelle settimane scorse il governo ha propagandisticamente
cercato di attribuire 1 esclusivamente al peso degli incentivi per le
fonti rinnovabili.

Una scelta bocciata anche dall'Autorità per l'Energia, ricorda l'Anci,
dato che in via generale non si possono destinare a un'entrata dello
Stato delle cifre che hanno una precisa destinazione, quella di
riqualificare i territori sui quali ha gravato la vecchia generazione
del nucleare. "Finora - sottolinea Callori - l'Anci si è impegnata con
tutte le iniziative possibili a livello di emendamenti e di proposte
per il recupero delle somme, fino ad arrivare alla proposta al Governo
del rilascio di attestati per il riconoscimento dei crediti. Ad oggi,
da parte del Governo, non c'è stato nessun riscontro". Come se non
bastasse, l'esecutivo ad oggi non ha adempiuto però neppure al
pagamento del restante 30%.

"Oggi - denuncia ancora il presidente della Consulta Anci - ci
ritroviamo poi a dover anche inseguire l'erogazione di quello che
rimane, ovvero il 30% che è stato già deliberato dal ministero
dell'Ambiente per le annualità 2008-2009 e contabilizzato dalla Cassa
conguaglio per il settore elettrico, ma ad oggi il Cipe non si è
ancora espresso per le ripartizione del fondo e probabilmente ciò
comporterà oggettive difficoltà per il completamento delle opere in
corso di realizzazione sul territorio".

"Siamo letteralmente sconcertati dalle 'menzogne' che ci vengono
raccontate - conclude Callori - le carte e le risorse per le delibere
Cipe ci sono tutte e oggi ne abbiamo avuto conferma; ancora una volta
non riusciamo proprio a capire il perché di queste negligenze".
Secondo Callori la mancanza di risorse potrebbe determinare gravi
conseguenze: "A fronte del perdurare della situazione i nostri Comuni
potrebbero vedersi costretti a bloccare i processi di smantellamento
dei vecchi impianti".

All'iniziativa dell'Anci ha risposto a nome del governo il
sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia. "Ho
partecipato personalmente alla riunione del pre-Cipe della settimana
scorsa che recava all'ordine del giorno la delibera sulle
compensazioni per i Comuni sedi di impianti nucleari - ha spiegato -
Pertanto posso affermare che è pronta per l'approvazione. Il rinvio è
stato dovuto solo a questioni formali".

Se restano quindi ancora da saldare i conti per il nucleare di oltre
20 anni fa, rischiano di avere un costo salato anche i sogni per il
futuro. "Il piano nucleare del governo potrebbe pesare sulle tasche
degli italiani anche dopo lo stop a seguito del disastro di
Fukushima", denunciano i parlamentari del Pd Ermete Realacci e Luigi
Zanda in un'interrogazione congiunta presentata a Camera e Senato ai
Ministeri dello Sviluppo Economico e degli Affari esteri e alla
Presidenza del Consiglio. "Il governo - chiedono i due esponenti
democratici - venga in Parlamento e renda noto quali siano gli accordi
previsti dal protocollo Italia-Francia sul nucleare sottoscritto nel
febbraio 2010 e se contemplino eventuali clausole di rescissione e
rimborso in caso di arresto del piano di cooperazione energetica in
materia di nucleare tra Italia e Francia". "Su questo tema - prosegue
il documento - da mesi abbiamo già chiesto chiarimenti al governo con
altre interrogazioni, ma non c'è stata mai nessuna risposta. E' un
fatto molto grave sul quale è indispensabile chiedere la massima
chiarezza e trasparenza. La beffa nucleare non può diventare comunque
un danno per le tasche dei cittadini e un affare per pochi".
(11 maggio 2011)

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