mercoledì 9 febbraio 2011

acqua all'arsenico conferenza stampa e denuncia manifesti

Il manifesto contro il quale i verdi hanno predisposto la denuncia alla procura e di cui domani, alle ore 12, davanti al tribunale di Latina sarà effettuata una conferenza stampa, campeggia ed informa anche dal sito dell’Ordine dei Medici della Provincia di Latina. Vedi:http://www.ordinemedicilatina.it/speciale_arsenico_acque_potabili_provincia_latina
Oppure: http://www.ordinemedicilatina.it/node/18928

Inoltre, molto interessante:
I medici ISDE in audizione presso la Commissione ambiente della Regione Lazio, il 14 dicembre 2010, avevano avvisato del pericolo di cancro e già da allora avevano proposto gli interventi immediati. Vedi al sito: http://www.ordinemedicilatina.it/node/18467


14 dicembre 2010 - La Commissione ambiente della R. Lazio ha ascoltato i medici dell’Associazione italiana medici per l’ambiente su l’arsenico nelle acque destinate a consumo umano

Mer, 15/12/2010
...l’arsenico è un elemento cancerogeno certo di classe 1 ed ha una correlazione diretta con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute ed inoltre l’esposizione a cronica all’arsenico attraverso l’acqua assunta come bevanda è stata associata anche a cancro del fegato e del colon...

Si è svolta nella giornata di martedì 14 dicembre 2010, l’audizione dell’Associazione italiana medici per l’ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia)-Isde presso la Commissione ambiente della Regione Lazio.
I medici dell’Associazione: Antonella Litta, Mauro Mocci e Gianni Ghirga, alla presenza del Presidente della Commissione, dell’Assessore all’ambiente e di alcuni consiglieri regionali e membri della Commissione stessa, hanno illustrato le problematiche sanitarie e ambientali correlate all’arsenico e in particolare la forte preoccupazione per i quantitativi di arsenico presenti nelle acque erogate per uso potabile in molti comuni del Lazio.
I medici hanno anche richiamato l’attenzione sul fatto che l’arsenico presente nell’ambiente può derivare dalla conformazione geologica del territorio laziale come anche da attività industriali: combustione di sostanze fossili per produrre energia (gas, olio combustibile,carbone, petrolio e derivati), incenerimento di rifiuti, utilizzo di fitofarmaci, e da possibili attività illecite di sversamento di rifiuti tossici.
E’ stata espressa grande preoccupazione per l’assunzione di acqua contenente arsenico soprattutto in alcune fasce di popolazione più a rischio: donne in gravidanza, neonati, bambini e malati.
La dottoressa Antonella Litta ha ribadito quanto già raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e quanto stabilito dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.) ovvero che: ” l’arsenico è un elemento cancerogeno certo di classe 1 ed ha una correlazione diretta con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute ed inoltre l’esposizione a cronica all’arsenico attraverso l’acqua assunta come bevanda è stata associata anche a cancro del fegato e del colon. Una corposa documentazione scientifica associa l’arsenico,sempre attraverso l’assunzione cronica di acque contaminate, anche a patologie cardiovascolari, neurologiche e neurocomportamentali; diabete di tipo 2; lesioni cutanee; disturbi respiratori; disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.”
La dottoressa Litta ha fatto quindi presente la necessità assoluta del rispetto immediato di quanto stabilito dal Decreto Legislativo 31/2001 e dalla Commissione Europea che il 28 ottobre 2010 con il documento n. C (2010)7605 ha risposto negativamente alla richiesta del governo italiano per una ulteriore deroga al parametro arsenico (fino a 50 microgrammi/litro), ribadendo che il livello massimo per questa sostanza, tossica e cancerogena, nelle acque destinate a consumo umano ed utilizzate anche dalle imprese alimentari, non deve superare i 10 microgrammi/litro.
La dottoressa Litta a conclusione dell’audizione ha segnalato nuovamente le proposte d’intervento dell’Associazione per dare acqua dearsenificata immediatamente alle popolazioni e ha richiamato le istituzioni presenti alla massima vigilanza.
Comunicato stampa a cura dell’Associazione italiana medici per l'ambiente �C Isde di Viterbo
Viterbo, 15 dicembre 2010
P.S. in allegato il documento del 29 novembre 2010 su “gli interventi immediati e necessari per ridurre l’esposizione delle persone all’Arsenico e per il rispetto di quanto stabilito dalla Commissione europea”

Per comunicazioni:
dottoressa Antonella Litta,
via Monte Amiata snc, 01037 Ronciglione (Vt)
tel. 3383810091, 0761559413, fax: 0761559126
e-mail: isde.viterbo@gmail.com; antonella.litta@gmail.com
Dall’Associazione italiana medici per l’ambiente di Viterbo gli interventi immediati e necessari per ridurre l’esposizione delle persone all’Arsenico e per il rispetto di quanto stabilito dalla Commissione europea.

La Commissione Europea il 28 ottobre 2010 con il documento n. C(2010)7605 ha respinto la richiesta dell’Italia per una ulteriore deroga del parametro Arsenico, elemento tossico e cancerogeno, nelle acque destinate a consumo umano.

L’Associazione italiana medici per l’ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia)-Isde di Viterbo, nel giudicare grave il persistere dei ritardi nella predisposizione ed attuazione di atti a tutela della salute pubblica, corrispondenti a quanto stabilito dal documento in questione, propone, nel rispetto del Principio di precauzione, una serie di azioni ed interventi di realizzazione immediata e tesi alla riduzione del rischio sanitario per le popolazioni dei Comuni interessati da questa problematica ambientale:

1) fornire immediatamente acqua dearsenificata da fonti alternative, anche con autobotti: alle scuole, agli asili-nido, agli ospedali, alle industrie alimentari, a tutti gli esercizi pubblici, alle donne in gravidanza, ai malati, ai bambini e ai neonati;

2) informare in forma ampia e diffusa la popolazione circa i rischi derivanti dall’assunzione di alimenti e acqua con presenza di Arsenico; utilizzare a questo fine: radio, televisioni, giornali, manifesti e circolari da inviare nei presidi sanitari di tutta la regione Lazio;

3) allestire in ogni Comune interessato da questa problematica ambientale più punti di approvvigionamento di acqua dearsenificata;

4) utilizzare l’acqua degli acquedotti comunali solo per uso igienico-sanitario;

5) verificare che in ogni Comune, che precedentemente era sottoposto a regime di deroga per l’Arsenico, siano emanate e fatte rispettare le ordinanze di non potabilità dell’acqua;

6) iniziare in ogni Comune un monitoraggio settimanale del valore dell’Arsenico su tutti i punti di emungimento delle acque, al fine di poter determinare, in un periodo di 6-12 mesi, una realistica media dei valori di Arsenico e quindi, e solo dopo questo monitoraggio, se i valori risulteranno tutti entro e al di sotto dei 20 microgrammi/ litro sarà possibile ritirare le ordinanze di non potabilità delle acque ma sempre nel rispetto di quanto sarà stabilito successivamente dalla Commissione europea;

7) acquisire i risultati degli accertamenti delle Asl relativamente al rispetto del divieto di uso di acqua contenente Arsenico sia come bevanda che per le preparazioni alimentari;

8) acquisire le cartografie degli acquedotti comunali e verificare il funzionamento di eventuali dearsenificatori già operativi;

9) approntare immediatamente impianti mobili di dearsenificazione, che possano successivamente diventare definitivi e che utilizzino le migliori tecniche di dearsenificazione (per esempio quelle che assorbono l’arsenico su granulati naturali rigenerabili) senza compromettere le qualità organolettiche delle acque trattate e senza rilasciare in esse dannosi residui dei processi di dearsenificazione;

10) chiedere garanzie almeno decennali sull’impiantistica di dearsenificazione proposta e contratti di fidejussione a tutela dei pubblici investimenti.

L’Associazione italiana medici per l’ambiente di Viterbo propone gli interventi di cui sopra, per l’estrema urgenza di ridurre subito l’esposizione delle popolazioni all’Arsenico.

L’Arsenico infatti è un elemento tossico, classificato dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.) come elemento cancerogeno certo di classe 1 e posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute. L’esposizione a questo elemento è stata associata anche a cancro del fegato e del colon e una sempre più consistente documentazione scientifica ne evidenzia un ruolo eziopatogenetico anche nelle malattie cardiovascolari, neurologiche e neuro comportamentali; nel diabete di tipo 2; in alcune patologie dermatologiche e dell’apparato respiratorio; nei disturbi della sfera riproduttiva e nelle malattie ematologiche.

Proprio per queste evidenze scientifiche il Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001, modificato e integrato con successivo D.Lgs. 27/02, in recepimento della Direttiva europea 98/83/CE, sin dal dicembre 2003, aveva indicato il limite massimo per l’Arsenico nelle acque destinate a consumo umano in 10 μg/l (microgrammi/litro) e concesso periodi di deroga a questo limite, fino a 50 microgrammi/litro, solo perché si realizzassero interventi efficaci e definitivi.

L’Associazione italiana medici per l’ambiente di Viterbo nel chiedere che si ponga fine ad ogni ulteriore colpevole ritardo nella soluzione di questo problema, auspica da parte di tutte le istituzioni preposte un impegno ancora più forte e coerente per far rispettare il diritto alla salute, come sancito dall’art.32 della Carta Costituzionale, e di quanto disposto nel già richiamato documento della Commissione europea.

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Comunicato stampa a cura dell’Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia)-Isde di Viterbo

Viterbo, 29 novembre 2010

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