domenica 17 gennaio 2010

altri ostacoli per la centrale a turbogas

Com’è noto sono diverse le autorizzazioni, i pareri ancora mancanti per l’autorizzazione dell’incompatibile (con il territorio, l’economia, la programmazione territoriale, la certificazione dei prodotti agricoli di qualità) progetto della centrale a turbogas progettata a Mazzocchio nel comune di Pontinia. Lo stesso progetto è in contrasto con il vigente piano energetico (regionale del 2001 e provinciale) e con tutte le delibere in merito non solo del comune di Pontinia, ma anche dei comuni limitrofi, della provincia di Latina, il parere del Presidente del Parco del Circeo e della Regione Lazio. Le opere connesse (elettrodotto e metanodotto o gasdotto che dir si voglia) attraversano le aree vincolate dei Laghi del Vescovo (o Gricilli) sia dal PAI, PTPR che dalle zone ZPS, oltrechè in edificabili dal punto di vista geologico. Durante la conferenza unificata del 9 aprile 2009 presso il Ministero dell’Ambiente, i rappresentanti del comune di Pontinia ricordavano il problema legato alla sicurezza dei piloni e dell’elettrodotto che, per le caratteristiche geologiche, potevano sprofondare oppure inclinarsi e provocare incidenti cadendo addosso sia ai contadini della zona, sia agli operatori pubblici (l’area viene gestita dal Consorzio di Bonifica) sia agli stessi installatori. La risposta avuta non è confacente ad una società proponente che ha aderito all’iniziativa dell’Inail per ridurre gli incidenti sul lavoro denominata “sbagliando si impara”. La stessa azienda, purtroppo, ha registrato un incidente mortale sul lavoro. A quanto sopra si aggiunge il necessario parere del Soprintendente (oltre a quelli mancanti e segnalati dal Presidente del Parco Nazionale del Circeo a settembre, dalla Regione Lazio a ottobre) per l’autorizzazione paesaggistica. Il tutto, come ricordavano Parco nazionale del Circeo, Regione Lazio e comune di Pontinia diventa infrazione alle direttive della Comunità Europea.
Pontinia 17 gennaio 2010 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato

Autorizzazione paesaggistica: il parere del Soprintendente diventa vincolante
Con le nuove norme il procedimento può avere una durata massima di 105 giorni
di Rossella Calabrese
15/01/2010 - È entrata in vigore il 1° gennaio 2010 la procedura per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica prevista dall’art. 146 del Codice dei beni culturali (Dlgs 42/2004).
Termina, quindi, il regime transitorio (prorogato tre volte nel 2009), nel corso del quale è stata sospesa l’efficacia del nuovo testo dell'articolo 146 del Codice, come modificato dal Dlgs 63/2008.

La nuova procedura attribuisce maggiori responsabilità alle Regioni e riserva alle Soprintendenze il potere di esprimere parere preliminare vincolante sugli interventi nelle aree protette. Si tratta di un parere necessario per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica e quindi del successivo titolo abilitativo edilizio (DIA o permesso di costruire).

Le fasi del procedimento:
- la Regione, il Comune o la Provincia hanno 40 giorni di tempo per verificare la documentazione, acquisire il parere della commissione per il paesaggio e predisporre una proposta di valutazione da inviare al Soprintendente;
- il Soprintendente entro 45 giorni dovrà emanare il parere vincolante. Se questo termine scade senza che il parere sia stato emesso, può essere indetta una conferenza dei servizi, alla quale il soprintendente partecipa o fa pervenire il parere scritto; la conferenza si pronuncia entro 15 giorni. Decorso inutilmente quest'ultimo termine, l'interessato può richiedere l'autorizzazione in via sostitutiva alla Regione, che vi provvede, anche mediante un commissario ad acta, entro 60 giorni dal ricevimento della richiesta. Qualora la Regione non abbia delegato gli enti locali al rilascio dell'autorizzazione , e sia essa stessa inadempiente, la richiesta del rilascio in via sostitutiva è presentata al soprintendente;
- se il parere è favorevole, l’autorità competente rilascia l’autorizzazione paesaggistica; se invece il parere è negativo, sarà emanato il preavviso di diniego. Questa fase deve concludersi entro 20 giorni;
- il rilascio dell’autorizzazione o il diniego deve comunque avvenire entro 60 giorni dal ricevimento della pratica da parte della Soprintendenza.

Il procedimento può avere una durata massima di 105 giorni (120 se viene indetta la conferenza dei servizi). La nuova disciplina si applica anche ai procedimenti che, al 31 dicembre 2009, non si sono ancora conclusi con l’emanazione dell’autorizzazione.

L'autorizzazione paesaggistica diventa efficace decorsi 30 giorni dal suo rilascio e va trasmessa alla Soprintendenza e, unitamente allo stesso parere, alla regione o agli altri enti pubblici interessati e, ove esistente, all'ente parco nel cui territorio si trova l'immobile o l'area sottoposti al vincolo.

Fino al 31 dicembre 2009, l’autorizzazione paesaggistica era emanata dal Comune (delegato dalla Regione), previa valutazione della compatibilità dell’intervento; la valutazione veniva inviata alla Soprintendenza che, entro 60 giorni, poteva eventualmente annullarla per vizi di legittimità degli atti.

Ricordiamo, inoltre, che il parere della Soprintendenza è obbligatorio ma non vincolante solo nel caso in cui le Regioni abbiano approvato un piano paesaggistico. Finora meno di 10 Regioni hanno firmato con il Ministero dei Beni culturali un’intesa per redigere le norme di tutela del paesaggio.

Alla nuova procedura appena entrata in vigore, si lega la bozza di Regolamento che semplifica le autorizzazioni paesaggistiche per gli interventi di lieve entità sui beni vincolati. Il provvedimento, ora all’esame del Consiglio di Stato, ridurrebbe i tempi per il rilascio dell’autorizzazione da 105 a 60 giorni. Il nuovo regolamento potrebbe essere emanato entro febbraio, anche perché la semplificazione si applica solo ai permessi rilasciati con la nuova procedura.

(riproduzione riservata)
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10 commenti:

  1. LIBRALATO CONTRO BERLUSONI, LE FORZE DEL BENE CONTRO QUELLE DEL MALE, LA DEMOSCRAZIA CONTRO LA DITTATURA....MA QUANDO LA PIANTARETE DI PRENDERE PER IL CULO LE PERSONE CHE - FORSE NON SONO INFORMATE - CHE TOMBOLILLO INSIEME A TUTTI GLI ALTRI AVEVANO DATO IL BENESTARE ALLA TURBOGAS NEGLI ANNI PASSATI. SI SONO MOLTI CONSAIGLIERI CHE LA TURBOGAS LA VOGLIONO ECCOME. QUINDI PIANTATELA DI PRENDERE PER IL CULO I CITTADINI PER I VOSTRI INTERESSI POLITICI!!!!


    ciccio bello

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  2. capisco i problemi (il rosicamento folle) della destra. Priva di idee e di contenuti. La verità è stata detta da Tombolillo pubblicamente come dal sottoscritto. D'altronde non si era schierato contro la turbogas da consigliere comunale nemmeno chi fa parte del direttivo della rete dei cittadini (già no turbogas). Però solo gli idioti non cambiano idea quando gli si fa notare l'errore. La propaganda non serve alla politica serve a vendere o a vendersi al padrone.

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  3. LA VERITA' E' CHE SIETE UGUALI A MOCHI...TALI E QUALI...NON C'E' DIFFERENZA..CONTA SOLO IL POTERE! E TU TI FAI STRUMENTALIZZARE DA CHI COMANDA! ALTRO CHE SINISTRA E DESTRA...E' UNA QUESTIONE DI INTERESSI E BASTA!!!

    MINKIA

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  4. Leggendo i commenti di questo “signore” (si fa per dire) viene naturale pensare a quel rosicone che quando si diceva “vinca il migliore” lui bofonchiava arrabbiato “allora a me non toccherà mai”

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  5. LIBRALATO CHI NON LA PENSA COME TE E' UN ROSICONE, CHI NON VOTA GLI AMICI TUOI E' UN MAFIOSO, CHI NON FA COME FAI TU E' UN DELINQUESTE, LADRO E IGNORANTE....BRAVO LIBRALATO SEI PROPRIO DEMOCRATICO. BRAVISSIMO E FURBISSIMO!!!

    MINKIA

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  6. Per i mafiosi c’è la magistratura anche se per molti politici e amministratori non può procedere. Chi viene condannato in via definitiva per reati vari contro le persone, il patrimonio, chi ruba secondo la legge, è un delinquente. Chi non accetta la realtà e di perdere probabilmente ha qualche problema.

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  7. Però le sentenze passate in giudicato che non vi fanno comodo (come quella sul dissesto, per esempio) non le accettate! Per me siete dei politici a tutti gli effetti. Difendi quelli della tua parte, giustifichi e assolvi sono quelli che ti pare. sei come Di Pietro.

    Cicciobello

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  8. La sentenza sul dissesto afferma che: il dissesto è stato originato da errori (contabili o di metodo) e che per far annullare il dissesto inesistente bisognava dimostrare (con sentenza) che non si trattava solo di errore ma di dolo. Mi pare che la procura stia indagando.

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  9. LIBRALATO DOVEVI FARE IL PM...SEMBRI DI PIETRO!!! SOLO CHE TU NON TI CANDIDI...TI LIMITI A FARE LA CAMPAGNA ELETTORALE!!!

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  10. Per candidarsi occorre del tempo a disposizione che non ho. Avevo stima di Di Pietro come giudice, come politico meno. Va bene come opposizione ma poi non costruisce granchè.

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