venerdì 27 febbraio 2009

I progetti dannosi e le chiavi dei lucchetti

I progetti dannosi e le chiavi dei lucchetti
Ogni tanto, un po’ sull’onda dell’emozione, ma anche alla continua ricerca e disperata del consenso qualche politico, amministratore o aspirante tale dichiara di volersi incatenare da qualche parte per difendere la salute pubblica e i diritti civili e sociali.
Ma passato il titolo sul giornale, l’intervista in tv, l’applauso pubblico qualcuno è subito pronto a smentire perché, magari, è stato frainteso.
Ogni volta che qualcuno, pubblicamente, si dichiara pronto a incatenarsi ho sempre aggiunto “fatemi sapere quando succede che vengo a tenere le chiavi dei lucchetti”.
Ovviamente nessuno mi ha chiamato, né alcun titolo ha riportato una notizia improbabile.
Questo vale per gli inceneritori, le centrali a turbogas, biomasse, nucleari e in genere, appunto, per tutti gli impianti dannosi per la salute, non convenienti economicamente (alla comunità, ma evidentemente a pochi ignoti, imprenditori o aspiranti tali sì), che non risolvono problemi decennali, inutili dal punto di vista energetico, ma di cui si conoscono tutti i lati negativi.
Ma c’è un altro dubbio che qualcuno mi ha fatto notare.
In pratica si parlerebbe di un progetto irrealizzabile (la centrale nucleare appunto), cercando di sollecitare i soliti tifosi, spesso (da buoni tifosi) che si esprimono con scarsa cognizione di causa a fare confusione o a dividere (tanto per cambiare), magari per occuparsi di altro, mentre gli altri discutono, magari a voce alta.
Non lo so se è così, ma potrebbe essere.
Visto che è passata in secondo piano l’ennesima figura poco esaltante della seduta del consiglio provinciale sulle centrali a turbogas che si fanno sempre più vicine, andato ancora una volta deserto.
Il solito dubbio, quando si tratta di esercitazioni virtuali, criticando magari l’operato di regione (di avversa parte politica) o del comune (idem) si fanno proclami e si annunciano i lucchetti, quando poi tocca a noi fare qualcosa, ci è venuto un coccolone e non possiamo.
Sulla turbogas, ma anche sulla centrale a biomasse la provincia, a scelta, potrebbe, a proposito del piano energetico provinciale approvato con deliberazione n. 63 del 31/10/2008:
- dire che, in merito al piano energetico, che non prevede né turbogas, né biomasse, se non per 5 MW, scusate tanto ci siamo sbagliati, oppure l’Università (da noi pagato) ha sbagliato, correggiamo;
- dire che il piano energetico provinciale (come qualche battuta ricorrente sui semafori in una famosa città italiana) non è un obbligo, ma un consiglio, poi fate come volete;
- oppure difendere in modo coerente e conseguenziale un atto di programmazione territoriale (forse il più importante dell’attuale amministrazione).
Invece è facile e gratuito parlare di una fantomatica centrale nucleare (che non si farà mai), siamo in perenne campagna elettorale.
Intanto si avvicinano le elezioni provinciali, nel 2004 in campagna elettorale si parlava tra l’altro, di viabilità, rifiuti, gestione dei rifiuti, istruzione, sanità, turismo, erosione delle coste, ciclo dell’acqua, quanti e quali di questi problemi si è messo mano, sono stati risolti oppure sono prossimi a qualcosa di diverso che non sia emergenza, contestazione, ipotesi di accordi?
Qualcuno nella prossima campagna elettorale oltre a litigare sulle poltrone, coalizioni, candidati, partiti, liste si ricorderà di questi problemi ai quali si è aggiunto, prepotentemente, quello dell’energia?
Poi chi vuole proporre centrale nucleari sa bene che ci vogliono 15 anni per costruirne una, che il costo di costruzione, ma anche il deposito delle scorie e lo smantellamento del sito sono talmente alti da rendere antieconomica questa scelta, sicuramente più costosa di tante altre.
Anche non volendo computare tali costi, il costo della produzione è destinato ad aumentare di 4 volte quello attuale, le centrali di nuova generazioni producono 30 tonnellate di uranio arricchito l’anno, rifiuti radioattivi, con 4 centrali nucleari da 1,6 GW si produrrà solo il 13% del consumo italiano, solo il 12,5% di energia viene importato dall’estero.
Senza contare le scoperte, citando solo le più recenti della discarica di rifiuti radioattivi di Drigg in Gran Bretagna (24/2/9 http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=597.0), l’arrivo del latte inquinato da Chernobyl (24/02/09) (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=595.0), della collisione dei sottomarini nucleari (16/02/09) (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=580.0), lo scandalo dei 300 milioni di rifiuti radioattivi in Francia con i quali hanno costruito anche scuole (15/02/09) (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=578.0), la scoperta della radioattività di Chernobyl sul suolo svedese proveniente dalla centrale di Chernobyl (02/10/08), (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=311).
La sottoscrizione lanciata da Per i bene comune, contro il ritorno al medioevo nucleare ha già superato le 10 mila firme), per aderire http://petizione.perilbenecomune.org/.
Chi vuole può aderire alla campagna di sostegno alla petizione per l’indipendenza dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) affinché non si renda complice con l’AIEA (Agenzia Internazionale Energia Atomica) dei crimini di Chernobyl (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=8.0).
A parte le catene (dei lucchetti) c’è qualcuno che si candida per arrivare, tra 5 anni a dire, questo problema lo abbiamo risolto?
Pontinia 27 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

2 commenti: