lunedì 22 dicembre 2008

Turbogas Pontinia, Marrazzo se ci sei......

Turbogas Pontinia, Marrazzo se ci sei......

Ormai più che un coro è una sola voce, tutti contrari alla centrale a turbogas di Pontinia.

Dopo Fontana e Zaratti, ma prima ancora Bonelli assessore regionale all´ambiente proprio con Marrazzo dalla primavera 2005 a quella 2006, sono contro questo progetto ritenuto inutile e dannoso si sono schierati tutti i consiglieri regionali eletti in provincia di Latina, Cirilli, Del Balzo, Di Resta, Forte, Moscardelli, ma anche quelli che fanno riferimento a rifondazione comunista, comunisti italiani, Italia dei Valori e Lista Storace, Nieri, Peduzzi, Pizzo e altri.

Tutti chiedono a gran voce al presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo di mettere nero su bianco il parere tecnico e politico motivato in modo inoppugnabile, contrario a questa centrale che viene dichiarata inutile nel Piano Energetico Regionale e addirittura contraria agli stessi obiettivi del protocollo di Kyoto.

Ma chiedono anche la coerenza con quanto già deliberato in consiglio regionale nell´ottobre 2006 con la mozione contraria alla realizzazione e alle numerose dichiarazione dei vari esponenti in consiglio regionale.

Senza contare che lo stesso presidente, nell´apposito incontro presso la sede regionale di via della Pisana, nel luglio 2007, con il tema delle centrali a turbogas di Aprilia e Pontinia, aveva dichiarato: "nessuna intesa verrà concessa dalla Regione Lazio a progetti che creino nocumento (come quelli delle centrali a turbogas) alla salute".

Sappiamo anche per il governo nazionale valgono 2 criteri:

- per i cittadini che vogliono ridurre le emissioni, rendere più efficienti gli impianti, aumentare la coibentazione, ridurre i consumi, creano migliaia di posti di lavoro l´anno, produrre energia rinnovabile e naturale vale il silenzio rifiuto;

- per le aziende che al contrario, aumentano le emissioni, non producono energia naturale e rinnovabile, creano una decina di posti di lavoro, vale il silenzio (della Regione) assenso.

Quindi non si può certo sperare in una improbabile soluzione politica o ravvedimento.

A questo punto Marrazzo se ci sei....... E soprattutto se non ha cambiato parer in materia, tutti si aspettano il no, forte, chiaro e risolutivo. In caso contrario chi tace acconsente.

A meno che non vengano smentiti il piano energetico regionale già passato in giunta e nell´apposita commissione ambiente.

A meno che non si voglia amministrare con le contraddizioni della promozione dell´agricoltura di qualità, con relativi finanziamenti, iniziative, promozione (tra le quali 2 settimane fa la "Colossella") e progetti che renderanno impossibile tale agricoltura di qualità.

Di motivazioni contrarie tecniche, sociali, economiche, sanitarie, ambientali, occupazionali che rendono evidente l´inutilità di questa centrale sono state prodotte dalla stessa Regione Lazio, dall´amministrazione provinciale di Latina, dal comune di Pontinia, come da tutti i comuni limitrofi, addirittura dai cittadini, basta prenderne atto nel modo dovuto.

Pontinia 21 dicembre 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

1 commento:

  1. Inquinamento a turbogas.Livelli record di ossidi di azoto e di carbonio


    Mentre Marzano annuncia la carica delle nuove centrali, arrivano ancora
    conferme sulla loro dannosità per la salute. Dopo quello del Cnr un nuovo
    studio congiunto delle università di Trento e Padova, sull'impatto di un
    impianto a Montecchio Maggiore (Vc), ha sottolineato i rischi derivanti
    delle emissioni di polveri fini

    Ancora conferme sulla dannosità per la salute delle centrali turbogas. Un
    nuovo studio congiunto delle università di Trento e Padova, presentato
    ufficialmente martedì scorso nella sede della Camera del Commercio di
    Vicenza, ha alimentato le preoccupazioni recentemente espresse da cittadini
    di tutta Italia in merito alla pericolosità delle emissioni di polveri fini
    e ultrafini da centrali termoelettriche a ciclo combinato.

    Lo studio, commissionato dalla stessa Camera di Commercio e redatto da
    Paolo Baggio (Università di Trento), Giovanni Antonio Longo e Andrea
    Gasparella (Università di Padova), riguarda i parametri di valutazione
    dell'impatto del progetto di centrale termoelettrica di Montecchio Maggiore
    (Vicenza), della potenza di 760 Megawatt, e prende in considerazione tre
    punti essenziali: le emissioni in atmosfera, il sistema termodinamico della
    centrale e le compensazioni ambientali.

    Per quanto riguarda il primo punto, si legge che la centrale, così come
    viene presentata dal progetto redatto da Euganea Energia, emette una
    quantità rilevante di ossidi di azoto, ossidi di carbonio e polveri. Una
    quantità talmente elevata da superare, secondo lo studio, quella emessa
    complessivamente dai 17 comuni del circondario. Le conclusioni relative al
    secondo punto indicano che il sistema termoelettrico è dotato di un
    "impianto non molto flessibile", pur se fornito di turbine collaudate e
    quindi affidabili. Quanto alle compensazioni dell'impatto ambientale,
    infine, gli studiosi definiscono quelle che metterebbe in campo Euganea
    Energia "poco percorribili perché generiche e scarsamente documentate".

    Questa ricerca va ad aggiungersi all'ormai noto studio di Nicola Armaroli e
    Claudio Po del Cnr, e rappresenta a livello nazionale un ulteriore,
    autorevole campanello d'allarme sulla pericolosità delle centrali turbogas
    per la salute umana e l'ambiente. Dice Stefano Fracasso, assessore
    all'Ambiente e all'Ecologia del comune di Arzignano (Vicenza): "E' una
    relazione documentata, seria, che ha preso in considerazione emissioni e
    polveri, ma che soprattutto ci conforta rispetto alle posizioni che abbiamo
    assunto nelle varie sedi".

    Sì, perché sono circa due anni che le amministrazioni comunali della zona,
    l'amministrazione provinciale di Vicenza, i comitati "anticentrale" e i
    cittadini protestano contro l'installazione di questo impianto sul loro
    territorio. Un po' come sta succedendo a Termoli, in Molise, dove gli
    stessi soggetti lottano da più di due anni contro la costruzione di una
    centrale turbogas nella zona (della stessa potenza di quella di Montecchio
    Maggiore), e dove ha avuto luogo, il 17 gennaio scorso, una grande
    manifestazione pubblica di protesta.

    A questo punto è lecito affermare che la rete della mobilitazione popolare
    contro la soluzione delle centrali a ciclo combinato si va estendendo in
    tutta Italia, tanto da coinvolgere anche chi con le turbogas c'entra poco,
    come Scanzano Jonico, che ha incluso recentemente Termoli tra i luoghi da
    difendere e con cui essere solidali nella protesta. In nome della difesa
    della salute pubblica e dell'ambiente.

    Gianmarco Guazzo
    da www.nuovaecologia.it

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