lunedì 9 giugno 2008

Fao basta con il festival delle ipocrisie

Fao. De Petris: basta con i festival delle ipocrisie

“Basta con i festival delle ipocrisie. Come era gia’ chiaro il Vertice della Fao si chiude con un ennesimo nulla di fatto. In questo momento in cui la crisi alimentare e’ particolarmente grave il Vertice di Roma ripropone ricette vecchie che non solo in passato non hanno risolto il problema della fame ma anzi lo hanno aggravato”. Lo dichiara Loredana De Petris dell’Ufficio di presidenza dei Verdi. “Si insiste sulle politiche commerciali iperliberiste e non si dice una parola sulle speculazioni finanziarie in atto, che sono le principali cause dell’attuale crisi e non si accenna neanche ad un rallentamento del buissness delle agroenergie che sta sottraendo milioni di ettari alle produzioni alimentari e continua ad aggirarsi la soluzione, sbagliata, degli Ogm come panacea per aumentare la produzione agricola - prosegue l’esponente del Sole che ride -. Non sono considerati gli interessi degli agricoltori e, invece, ancora una volta rischiano di uscire vincitrici solo le multinazionali agro-industriali a danno delle produzioni e delle economie locali. Non e’ certo questa la strada per provare almeno ad affrontare la crisi alimentare in atto. Ben altro serve: un nuovo modello di sviluppo che metta al centro la sovranita’ alimentare, la salvaguardia della biodiversita’ e la tutela delle la tipicita’ delle produzioni locali, invece che di quelle volte solo alle esportazioni, come avviene ormai nella maggior parte di paesi poveri ed in via di sviluppo - ha concluso la De Petris -. Bisogna contrastare le manovre speculative di questi mesi e mettere in campo strumenti per ridurre lo strapotere delle multinazionali agroindustriali che ormai controllano gran parte del mercato alimentare mondiale”.


Econews è a cura di Rosamaria Mutarelli (r.mutarelli@verdi.it).

Spreco di denaro

Duro attacco di Last minute market alla Fao: "Metà dei fondi per mantenere se stessa". Intanto in Zimbabwe situazione disperata
Dopo il sostanziale fallimento del vertice Fao a Roma, nonostante le parole di Ban Ki Moon, segretario Onu, che ha detto che la conferenza è stata comunque un successo, le ong denunciano proprio le organizzazioni legate alla Fao, responsabili di alimentare il maggior spreco di denaro.

Il sistema della cooperazione internazionale, formato dalle varie agenzie Onu, "mangia sulla fame mondiale". Il pesante "j'accuse" arriva dall'associazione "Last minute market", nata a Bologna alla fine degli anni '90 con lo scopo di recuperare da supermercati e negozi di tutta Italia i prodotti invenduti per donarli ai piu' poveri. L'attacco arriva da Andrea Segre', preside della Facolta' di Agraria di Bologna.

“La meta' delle dotazioni delle agenzie specializzate in campo agroalimentare serve per mantenere se stesse - accusa Segre' - cioe' le loro strutture pesanti e costose. Tra stipendi, benefit, trasporti e spese generali si bruciano miliardi di dollari: uno scandalo che, finiti i controvertici mediatici di protesta da parte delle ong, passa ben presto nel dimenticatoio".

“Nonostante la pioggia di finanziamenti promessi dai capi di Stato e le numerosissime proposte di aiuto emerse dal summit- attacca ancora Segre'- nulla e' stato detto su alcuni problemi che da tempo affliggono il sistema della cooperazione internazionale allo sviluppo e la questione alimentare a livello globale".

Ovvero, "gli attori della cooperazione internazionale si autoalimentano - insistono dal Last minute market- chi aiuta beneficia molto di piu' se stesso che non il beneficiario: i doni tornano indietro e i soldi servono in gran parte per mantenersi". Segre' elenca una serie di "paradossi difficili da digerire" a sostegno della sua tesi, ovvero che le agenzie governative non abbiano veramente l'interesse di risolvere la questione della fame mondiale.

"La Fao stima che la produzione agricola mondiale potrebbe nutrire abbondantemente 12 miliardi di esseri umani - sottolinea il preside della Facolta' di Agraria di Bologna - cioe' il doppio di quelli attualmente presenti sul pianeta. Com'e' possibile allora che, nonostante summit e dichiarazioni, il numero di affamati non diminuisca (sono oltre 800 milioni)?".

Il secondo paradosso, insiste Segre', "riguarda lo spreco alimentare. In Gran Bretagna, ogni anno, oltre un terzo dell'intera produzione alimentare viene sprecato. Vale circa 30 miliardi di euro, cifra che equivale a cinque volte quanto lo stesso Paese destina agli aiuti internazionali e che, secondo le stime delle Nazioni Unite, potrebbe contrastare la fame di 150 milioni di africani".

Chiuso il vertice la fame nel mondo continua, anzi non si è mai fermata. Dallo Zimbabwe giungono notizie drammatiche. La situazione è ormai "disperata", denunciano le associazioni umanitarie dopo la decisione del governo di Harare di sospendere le attività delle ong internazionali nel paese. Oltre quattro milioni di persone, circa un terzo della popolazione, non riceveranno più gli aiuti alimentari rischiando così di morire di fame, scrive oggi la Bbc.

Secondo Judith Melby dell'associazione Christian Aid, la decisione del governo serve ad impedire agli operatori umanitari che si trovano in zone rurali di assistere alle violenze politiche. Sempre ieri, diplomatici americani e britannici sono stati arrestati perché accusati di indagare, a favore dell'opposizione, sul ballottaggio per le presidenziali che si terrà il 27 giugno. Sono stati rilasciati poco dopo, ma l'episodio ha scatenato l'ira di Washington e Londra.

Per l'entourage del presidente Robert Mugabe, le notizie sulle violenze nel paese sono state esagerate e scaricano buona parte della responsabilità per i disordini sul Movimento per il cambiamento democratico, partito di opposizione.


Redazione
6 giugno 2008

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