giovedì 15 maggio 2008

è giusta la tariffa Tarsu?

Oggetto: modifiche alla normativa sui rifiuti
Il decreto legislativo n. 4 del 16 gennaio 2008 apporta diverse novità di rilievo in materia ambientale in senso generale e nei rifiuti in particolare.
Difatti tra le modifiche più importanti troviamo:
- la nuova definizione di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani;
- la diversa trattazione dei rifiuti da imballaggio;
- il cambiamento della modalità operativa della frazione organica umida;
- l’esclusione, per il recupero di materiale del recupero di energia da destinare alla frazione secca;
- l’attribuzione ai comuni della competenza sulla tariffazione per le quantità conferite al servizio di gestore dei rifiuti urbani in seguito alla determinazione dei criteri qualitativi e quali-quantificativi per l’assimilazione, ai fini della raccolta e dello smaltimento, dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani. I comuni determinano tale tariffazione tenendo conto della natura dei rifiuti, del tipo, delle dimensioni economiche e operative delle attività che la producono. In ogni caso tale tariffa, che deve garantire il rispetto del principio della copertura integrale dei costi del servizio prestato, deve essere composta di una parte fissa e di una parte variabile e dalla quota dei costi imputabili allo spezzettamento delle strade.
- I comuni devono applicare alla tariffa, nei termini fissati dallo stesso comune, una riduzione proporzionale alle quantità dei rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato al recupero tramite soggetto diverso dal gestore dei rifiuti urbani.

Riferito al comune di Pontinia detta importanti novità sia nella questione del compostaggio, di cui si legge sulle cronache l’intervento del Prefetto, la richiesta della ditta di importanti adeguamenti, la protesta del comitato cittadino che ha indetto scioperi e manifestazioni, ma soprattutto in vista dell’imminente approvazione del prossimo bilancio comunale (questo ovviamente riguarda tutti i comuni).
Difatti la tariffa relativa alla raccolta dei rifiuti solidi urbani deve essere modificata, nel senso che io stesso proponevo da anni all’amministrazione comunale, cioè riducendola a favore di chi dimostri di conferire determinati rifiuti a ditte specializzate.
In altre parole hanno diritto alla riduzione tutti coloro che dimostrino di aver ridotto la produzione di rifiuti, da qui la necessità di adottare un apposito regolamento, sempre come sostenevo inascoltato, anche sulle compostiere domestiche.
Quindi se qualcuno dichiara che le tariffe sulla raccolta dei rifiuti solidi urbani a Pontinia, come in altri comuni, resteranno le stesse, può significare:
a) che la tariffa della raccolta dei rifiuti solidi urbani era già dall’anno scorso adeguata alla riduzione a favore di chi dimostra di attuare la raccolta differenziata;
b) in alternativa che le delibere adottate saranno in contrasto al decreto legislativo n. 4 del 2008 e quindi illegittime.
Pontinia 15 maggio 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

3 commenti:

  1. Abbiamo un genio in casa e non c'è ne eravamo accorti.
    Un centro commerciale crea 400 posti di lavoro, se ne venisse costruito uno ogni paese per tutti i comuni d'Italia che sono circa 8300, possiamo dare la possibilità di lavoro a ( 400* 8300 =) 3 miloni di persone )
    BERLUSCONI AVREBBE RISOLTO L'OCCUPAZIONE IN ITALIA.
    chiama Berlusconi e digli di togliere quello " ignorante " di Tramonti e sostituirlo con il Genio.

    15 maggio 2008 12.46
    liberi e forti

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  2. Grazie dell'intervento. Questo argomento, leggendo i giornali, dimostra come si può cambiare atteggiamento, parere ed opinioni nel giro di poco tempo, in modo così radicale. Come direbbe l'unità: scherzavano prima o adesso? Riguardo i numeri che ho dato per primo, mi pare nessuno li abbia ancora smentiti. Questo dei 400 posti di lavoro somiglia a quello della turbogas o delle biomasse. Anche lì si parlava di qualche centinaio poi ridotti ad un numero compreso tra 10 e 20.

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  3. Sappiamo che parlare di tasse e di soldi è un argomento tabù, come parlare degli immigrati o parlare male della squadra del cuore.
    Sull’articolo si parla anche di introito ICI pari a 150 mila euro l’anno che potrebbe essere un numero abbastanza corretto.
    Dipende dalla superficie e dai valori, oltre che da eventuali accertamenti dell’agenzia del territorio (catasto) e del comune.
    Tanto per fare un esempio assumendo la superficie di 30 mila quadri, il valore unitario al mq di 500 €, nella categoria D (che comprende aziende), il coefficiente di rivalutazione di 50, aumentato del 5%, l’aliquota del 7 per mille si arriva a 110 mila euro l’anno.
    Ho scritto altre volte che sarebbe interessante sapere quanto paga oggi la società proprietaria dell’immobile di ICI, ma questo, appunto, sappiamo essere un argomento tabù per gli organi di informazione.
    Considerato che i dati catastali sono pubblici chiunque può fare una misura catastale della ditta e dell’immobile.
    Tanto per rimanere nell’argomento, altro argomento tabù che nessuno pubblica, la ditta proprietaria ha pensato bene di dichiarare, ai fini catastali, l’immobile collabente nel 2004.
    In base alla normativa ICI, ma anche ad alcune sentenze in materia (per esempio la Cassazione 20 giugno 2005 n. 13230) l’immobile inagibile, dopo la domanda al comune di competenza, lo stesso ne attesta l’eventuale inagibilità e solo allora (dopo il riconoscimento dell’inagibilità) si ha diritto alla detrazione del 50%.
    Nel caso in oggetto la rendita catastale, prima della dichiarazione di fabbricato collabente, era di € 313.126,27, considerate aliquote e coefficienti di cui sopra, arriviamo ad un’imposta annuale pari a € 57.536,95.
    Che comunque rimane un’entrata consistente per un comune in stato di dissesto.
    Per esempio con questo introito il comune potrebbe realizzare 2 rotatorie l’anno, oppure mettere in sicurezza almeno 25 incroci l’anno, oppure riasfaltare una strada di 6 metri di larghezza per una lunghezza di 1 km l’anno.
    Tutto ovviamente oltre agli importi ulteriori, sempre ai fini ICI, di cui risulta intestarla la stessa società proprietaria dell’ex stabilimento.
    Però sono pronto a scommettere che nessun consigliere comunale proporrà un’interrogazione in questo senso, né che nessun cittadino chiederà ed otterrà informazioni in proposito.

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