sabato 12 aprile 2008

agricoltura e commercio, cambiarli per salvare il pianeta

Oggetto: agricoltura e commercio, cambiarli per salvare il pianeta
Da decenni ambientalisti, economisti, sociologi, politici cercano di invertire la folle corsa dell’uomo verso la distruzione del pianeta terra, delle sue risorse, provocando inquinamento inutile.
E’ il caso del commercio e dell’agricoltura gestiti in modo assurdo, spostandoli migliaia di km dalla produzione al consumo, mentre sarebbe molto meno costoso consumare i prodotti tipici locali, stagionali che aiutano anche a prevenire le malattie, come gli specialisti insegnano.
Con il commercio delle grandi catene di distribuzione, i super – mega – iper mercati oltre a distruggere il tessuto sociale, l’economia locale, si perdono sapori tipici, si rovinano i campi con piantagioni e sfruttamento massiccio.
Anche il consumo d’acqua può essere notevolmente ridotto.
Il tutto con un aumento considerevole del costo di acquisto mentre il prezzo pagato al produttore può addirittura diminuire.
Questo rischia di provocare l’abbandono delle coltivazioni in genere, oppure all’uso del suolo anziché a scopi agricoli per modalità varie che impoveriscono i terreni, riducono le risorse.
Per questo da anni si cerca di invertire la rotta.
Qualcosa si sta muovendo nel Lazio e in provincia di Latina anche se è difficile contrastare la grande distribuzione e gli imprenditori che occupano ogni spazio.
Le parole chiave sono: mercati locali, cibi e ristoranti a Km 0, Gruppi di acquisto solidale, agricoltura senza chimica sintetica e riscoperta delle antiche varietà di prodotti. Molti agricoltori stanno dimostrando che un'agricoltura pulita è possibile e non costa di più. In provincia di Latina molte aziende agricole si sono aperte alla vendita diretta e alla trasformazione dei prodotti. E’ il caso dei caseifici e delle macellerie aziendali sempre più apprezzate e conosciute. Qualità e risparmio, oltre ad alimentare l’economia locale. La puntata di Report in onda domani sera su Rai 3 affronta appunto l’argomento, coniugando agricoltura e tutela del pianeta, ma non c'è più molto tempo se si vuole salvare la nostra salute e quella del pianeta.
Pontinia 12 aprile 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
BUON APPETITO!
di Michele Buono, Piero Riccardi
In onda domenica 13 aprile alle 21.30
ALIMENTAZIONE

Attorno al cibo si gioca una partita decisiva per salvare il pianeta, ma noi occidentali sembriamo non rendercene conto, intenti come siamo a desiderare e servire sulle nostre tavole, in ogni stagione, uva e pomodorini pagati a caro prezzo.

Importare un chilo di asparagi dal Perù o un chilo di ciliegie dall'Argentina che viaggiano in aereo per arrivare nel nostro piatto, significa lasciare nell'atmosfera 6 chili e mezzo di anidride carbonica emessa dai carburanti fossili.

Paghiamo circa 8 euro al chilo le carote grattugiate contenute in una vaschetta di plastica, mentre a chi le produce costano solo 7 centesimi. A questo prezzo esorbitante si deve aggiungere anche il pedaggio che si paga alla natura con il massiccio uso della chimica, con l'inquinamento di aria, terra, acqua. Tutto questo per avere prodotti sempre sulle nostre tavole, ma anche sempre più cari, più scadenti dal punto di vista nutritivo e del sapore.

Sono solo due dei tantissimi esempi nei quali si racchiude l' insostenibilità del modello economico dell'agricoltura e dell'industria del cibo, così come viene concepito in Europa e negli Stati Uniti.

Solo per coltivare, allevare, o produrre quello che diventerà il nostro cibo e portarlo sulle nostre tavole, emettiamo il 30 per cento dei gas serra, secondo i dati dell' Onu del Millennium Ecosystem-Assesment, che fotografa lo stato di salute del pianeta.

L'inchiesta parte dalla domanda: cosa può fare concretamente l'agricoltura per invertire la rotta e salvare il pianeta?

Per rispondere, dobbiamo capire che non si può scindere l'agricoltura dal suo prodotto, il cibo, e come questo è commercializzato e distribuito sui banchi di supermercati e ipermercati di tutto il mondo. Se si vuole cambiare bisogna intervenire su questo tipo di sistema.

E qualcosa si sta muovendo in Italia. Le parole chiave sono: mercati locali, cibi e ristoranti a Km 0, Gruppi di acquisto solidale, agricoltura senza chimica sintetica e riscoperta delle antiche varietà di prodotti. Molti agricoltori stanno dimostrando che un'agricoltura pulita è possibile e non costa di più. E' un cambio di paradigma, ma non c'è più molto tempo se si vuole salvare la nostra salute e quella del pianeta.

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