sabato 10 novembre 2007

Newsletter dell'Assessore all'Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio Filiberto Zaratti. Numero 7 del 9 novembre 2007

Newsletter dell'Assessore all'Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio Filiberto Zaratti. Numero 7 del 9 novembre 2007
Il nucleare non e' un'alternativa. Il futuro e' nelle rinnovabili
Sabato 10 novembre, dalle ore 16.00 in poi a Piazza Farnese a Roma, si terra' la manifestazione per celebrare i 20 anni del referendum che ha sancito l'uscita dell'Italia dal nucleare. Concerti, spettacoli e dibattiti a venti anni dal referendum sul nucleare per ricordare la scelta fatta dai cittadini italiani a larga maggioranza l´8 novembre del 1987.E' previsto un pomeriggio di riflessione ma anche di divertimento con il concerto dei percussionisti del gruppo Bungtbangt e la performance del comico Simone Schettino. Interverranno rappresentanti del mondo politico, ambientalista ed economico, dell´associazionismo e dei comitati a ribadire la validità di quella scelta e alle 17.00 interverra' il Ministro dell´Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.L' uscita dal nucleare e' una strada che solo recentemente hanno seguito in Europa anche la Germania e la Spagna. Pensare di tornare indietro sarebbe folle. Se l'Italia oggi volesse allinearsi alla produzione elettrica media UE da nucleare (30%), dovrebbe costruire 8 reattori come quello che sta realizzando la Finlandia (il piu' grande al mondo), oppure 8 come gli ultimi completati in Francia tra il '96 e il '99, oppure 12 di quelli piu' grandi in costruzione in Cina o 13 di quelli di tipologia russa.Sebbene l'AIEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) abbia censito nel mondo, a ottobre 2007, ben 439 centrali in attivita' per una potenza installata di 371.647 MW, il nucleare e' oggi una fonte di energia in declino e, dopo la tragedia di Cernobyl del 1986, vede la maggioranza dell'opinione pubblica europea nettamente contraria.Secondo l'AIEA, il contributo dell'atomo al fabbisogno mondiale di energia elettrica scendera' dal 15% al 13% entro il 2030. E a spiegare questo trend negativo ci sono i soliti e irrisolti problemi legati a questa fonte energetica. In primo luogo quelli legati alla sicurezza delle centrali, alla gestione delle scorie e allo smantellamento degli impianti in disuso, nonche' alla loro protezione da eventuali attacchi terroristici e alla proliferazione di armi a testata nucleare.A questo si deve aggiungere la sempre minore disponibilita' di riserve di uranio e i costi veri necessari per fornire 1 kWh di energia elettronucleare, che appunto tengono dentro tutti gli elementi appena citati e su cui ancora oggi non vi e' risposta sicura e conveniente.
Filiberto ZarattiAssessore all'Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio

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