lunedì 31 ottobre 2022

Il Fatto di domani. Giustizia e editoria, Berlusconi strappa le poltrone che voleva. E torna Durigon. In Cdm Covid e stretta sui rave party, ma le bollette possono aspettare

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-31-ottobre-2022/?utm_campaign=Echobox2021&utm_content=fattoquotidiano&utm_medium=social&utm_source=Twitter#Echobox=1667239088-2


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DURIGON E GLI ALTRI, IL RITORNO DEI “MEGLIO IMPRESENTABILI”. Il primo Consiglio dei ministri presieduto da Giorgia Meloni ha nominato 31 sottosegretari, che giureranno il 2 novembre e indicato i nomi degli 11 viceministri, a cui sarà dato il via libera venerdì 4 novembre, nel secondo Cdm che aprirà lo spinoso dossier del caro bollette. In ogni caso, la partita è chiusa, dopo giorni di trattative infuocate. Silvio Berlusconi ha incassato 5 caselle e il sostanziale via libera alle sue richieste sui temi che gli stanno a cuore. La delega all’editoria per il sottosegretario Alberto Barachini (per tutelare Mediaset), il suo avvocato Francesco Paolo Sisto alla Giustizia come risarcimento per la nomina di Carlo Nordio, e Valentino Valentini al Ministero dello Sviluppo economico. Giorgia Meloni però ha messo il veto sul senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori, il coordinatore calabrese di Forza Italia (non indagato) citato da un pentito di ’ndrangheta. Matteo Salvini (che anche durante la conferenza stampa di Meloni non ha smesso di comunicare le sue telefonate e i suoi incontri come titolare dei Trasporti) ha ottenuto 2 viceministri e 9 sottosegretari. Spiccano nella schiera Rixi, come vice del Capitano al ministero delle Infrastrutture e Claudio Durigon al Lavoro, il leghista che propose di dedicare il parco di Latina al fratello del Duce invece che a Falcone e Borsellino. Sul Fatto di domani vedremo chi sono i personaggi e vincitori e sconfitti dell’ultima tornata.


LE MISURE: STRETTA SUI RAVE, VIA LIBERA AI MEDICI NO VAX. “Molto contenta per il carcere ostativo, un provvedimento contro la criminalità organizzata”. Giorgia Meloni è soddisfatta. Il primo Cdm ha approvato un decreto legge unico che affronta tre temi identitari per il centrodestra: sanità, ordine pubblico e giustizia. Partiamo dal Covid: da domani, per i lavoratori di ospedali e Rsa, sparisce l’obbligo del vaccino. Rientreranno dunque in servizio medici e infermieri senza neanche una dose, ma avranno l’obbligo di indossare la mascherina. Oggi infatti il ministro Schillaci ha prorogato con un’ordinanza il vincolo di indossare il dispositivo di protezione, e in conferenza stampa ha motivato il rientro dei medici no vax come un modo per sanare le carenze di personale. Nel campo della sicurezza, il caso del rave party a Modena (sgomberato senza incidenti dopo un accordo con i partecipanti, che hanno ripulito l’area) è diventato l’occasione per inaugurare una nuova stretta penale. Niente ritocchi al codice, Meloni e Piantedosi hanno optato per la creazione di un reato ad hoc contro l’incolumità pubblica, che comporta anche 10 mila euro di multa per gli organizzatori, la confisca dei beni e pene da 3 a 6 anni. La premier ha spiegato che vuole dare un taglio al lassismo che ha reso l’Italia una meta internazionale per i rave. Piantedosi ha rincarato: “Senza norme ad hoc l’Italia era vulnerabile”. Sul Fatto di domani verificheremo se è vero, con un nostro approfondimento. Passando al capitolo Giustizia, come annunciato l’entrata in vigore della riforma Cartabia slitta al 30 dicembre, per evitare l’effetto “svuotacarceri“ e chiarire alcuni aspetti della sua applicazione. Infine, l’ergastolo ostativo: la riforma deve essere approvata prima dell’8 novembre, giorno dell’udienza della Corte Costituzionale. Già a maggio 2021 la Consulta aveva bocciato la legge, concedendo alla politica tempo per una riforma. Il 31 marzo scorso la Camera ha approvato il ddl del M5s: Fdi si era astenuta, oggi Meloni rispolvera quel testo per evitare la scarcerazione dei mafiosi al 41 bis.


LE REAZIONI DELL’OPPOSIZIONE. IL MESSAGGIO DI CONTE E LA PROPOSTA 5S SULL’ERGASTOLO OSTATIVO. Mentre il segretario del Pd Enrico Letta sceglie di battere sul tasto del Covid (“Il governo Meloni ha premiato i no vax. Peggio di così era difficile iniziare”), e Andrea Orlando denuncia le pene spropositate contro i rave, Giuseppe Conte ha scritto simbolicamente una lettera a Meloni dove prende di petto i tre punti messi all’ordine del giorno dal governo. Sulla cosiddetta stretta anti-rave, punta il dito sulla contraddizione di Piantedosi che si presenta con il volto della fermezza ma poi non dice “una parola chiara sulla sfilata delle duemila camicie nere di Predappio”. Curiosa la risposta del ministro in conferenza stampa: Predappio è una manifestazione che si svolge da molti anni, ha detto, diversamente dal rave dove c’era la denuncia del proprietario dello stabile. La contraddizione riguarda ovviamente anche la premier. Sulla stretta securitaria, il leader 5S ha tirato anche in ballo la carica contro gli studenti della Sapienza, già evocata alla Camera il giorno della fiducia al governo e il piano Covid. Ma anche se saluta positivamente la decisione di intervenire con decreto per mantenere l’ergastolo ostativo, Conte ricorda che per farlo davvero serve introdurre una serie di restrizioni ulteriori. Infatti il Movimento ha annunciato un emendamento al decreto Meloni, da presentare in Aula a firma dei due ex magistrati antimafia pentastellati: il deputato Cafiero De Raho e il senatore Roberto Scarpinato: vi daremo conto del testo sul Fatto di domani.


UCRAINA, BOOM DEL GRANO DOPO L’USCITA DI MOSCA. L’EXPORT RUSSO RESISTE ALLE SANZIONI. Intanto in Ucraina mentre la guerra prosegue è anche l’economia a tenere banco. Un missile abbattuto dai sistemi di difesa ucraini è caduto nel territorio della Moldavia, provocando danni, ma non vittime. I bombardamenti russi sulle centrali, nel corso della giornata, hanno lasciato senz’acqua quasi l’80% degli abitanti di Kiev (in serata si è recuperata la metà della rete) e interrotto la fornitura elettrica nella capitale e in zone a sud come Kharkiv e Zaporizhzhia. Intanto il prezzo del grano sui mercati internazionali è lievitato del 6% dopo che la Russia ha annunciato l’uscita dall’accordo sull’export via nave (come ripercussione di un attacco missilistico ucraino). Ma nonostante il venir meno di uno dei partner, 12 navi oggi sono partite lo stesso dai porti ucraini, cosa che non ha fatto piacere alla Russia. La Turchia, garante insieme all’Onu dei corridoi sul Mar nero, ha già detto che sta lavorando per far tornare Mosca sui suoi passi, richiesta che è arrivata anche dalla Commissione europea. C’è preoccupazione anche per la disponibilità di rame. Sul Fatto di domani faremo il punto sul commercio estero della Russia, che nonostante le sanzioni occidentali è esploso, grazie alle alleanze con Cina e India ma anche perché le restrizioni occidentali non coprono determinati settori. Vedremo quali. Leggerete anche un nuovo reportage di Pierfrancesco Curzi dalla città martoriata di Yzjum. Da segnalare, infine, il retroscena che sta circolando sui media statunitensi sui primi screzi tra Biden e Zelensky, già a giugno scorso in una telefonata dove il presidente americano si sarebbe irritato per le continue richieste di aiuto del suo omologo ucraino.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

La resurrezione (e il risorgimento) di Lula. Il 77° leader del Partito dei lavoratori del Brasile è presidente per la terza volta, dopo un anno e mezzo di carcere per una condanna annullata dalla Corte Suprema. La vittoria di misura su Jair Bolsonaro, che non ha ancora commentato pubblicamente i risultati, consegna a Lula un Paese polarizzato.

Uccellino in gabbia. Elon Musk starebbero lavorando a un taglio del 25% del personale di Twitter, riporta il Washington Post.

Giorgio Manganelli poeta. Una raccolta di rari versi dello scrittore e teorico della neoavanguardia.

Siccità: in 7 anni concluso solo l’8% dei lavori sulla rete e gli invasi DATI DEL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE - Lo “stato di attuazione” nel 57% dei casi è fermo da qualche parte prima dei bandi di gara, in un altro 5% la gara è in corso e un altro 8% i lavori sono stati già aggiudicato e si aspetta il cantiere DI MARCO PALOMBI

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/10/31/siccita-in-7-anni-concluso-solo-l8-dei-lavori-sulla-rete-e-gli-invasi-i-ritardi/6856877/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=il-fatto-economico&utm_term=2022-10-31

I ritardi

Siccità: in 7 anni concluso solo l’8% dei lavori sulla rete e gli invasi

Lo “stato di attuazione” nel 57% dei casi è fermo da qualche parte prima dei bandi di gara, in un altro 5% la gara è in corso e un altro 8% i lavori sono stati già aggiudicato e si aspetta il cantiere

di Marco Palombi

Siccità: in 7 anni concluso solo l’8% dei lavori sulla rete e gli invasi https://www.ilfattoquotidiano.it/.../siccita-in.../6856877/ via @fattoquotidiano solo il 4% è stato collaudato e un altro 4% è in attesa di collaudo, insomma volendo largheggiare solo l’8% è un cantiere chiuso, a cui possiamo aggiungere un 22% di “lavori in corso”. Sono dati del ministero delle Infrastrutture, esposti da una dirigente in un negletto convegno del 12 ottobre: lo “stato di attuazione” nel 57% dei casi è fermo da qualche parte prima dei bandi di gara, in un altro 5% la gara è in corso e un altro 8% i lavori sono stati già aggiudicato e si aspetta il cantiere.

Sistema idrico: 4 miliardi da spendere, un terzo del fabbisogno DAL 2024 AL 2026 - L’ultimo rapporto del ministero quantifica in 4,7 miliardi i fondi disponibili: lo stesso governo Draghi aveva stimato in almeno 12 miliardi il fabbisogno totale, Utilitalia ritiene ne servano almeno 14 DI MARCO PALOMBI

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/10/31/sitema-idrico-4-miliardi-da-spendere-sono-un-terzo-del-fabbisogno-i-soldi-pnrr/6856875/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=il-fatto-economico&utm_term=2022-10-31

Sistema idrico: 4 miliardi da spendere, un terzo del fabbisogno https://www.ilfattoquotidiano.it/.../sitema.../6856875/ via @fattoquotidiano L’ultimo rapporto del ministero quantifica in 4,7 miliardi (quattro dal Pnrr) i fondi disponibili: per capirci, lo stesso governo Draghi aveva stimato in almeno 12 miliardi il fabbisogno totale, Utilitalia ritiene ne servano almeno 14. Gli investimenti già definiti ad oggi ammontano a 3,9 miliardi, il 60% dei quali per il Mezzogiorno, la vera zavorra delle statistiche delle infrastrutture idriche

I soldi Pnrr

Sistema idrico: 4 miliardi da spendere, un terzo del fabbisogno

L’ultimo rapporto del ministero quantifica in 4,7 miliardi i fondi disponibili: lo stesso governo Draghi aveva stimato in almeno 12 miliardi il fabbisogno totale, Utilitalia ritiene ne servano almeno 14

di Marco Palombi


Il Fatto economico. Siccità: sarà emergenza anche per tutto il 2023. Ft: la pubblicità sui social è morta, chi l’ha uccisa?

 dalla newsletter de il fatto quotidiano

Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Oltre ai contenuti del nostro inserto, questa settimana con un articolo tradotto dal Financial Times mettiamo la lente sul drastico calo degli investimenti pubblicitari nei social network, stilando una lista dei responsabili.

Buona lettura


FT: la pubblicità sui social media è morta, chi l’ha uccisa?

di Alex Barker, Tim Bradshaw e Alistair Gray

L’epoca d’oro della della pubblicità sui social è finita, bruscamente. Lo hanno riconosciuto sia Mark Zuckerberg, patron di Meta, che Sundar Pichai, ad di Alphabet: entrambi hanno parlato di inequivocabili nubi di tempesta che si addensano sull’economia globale. Dove, però, i segnali di fragilità più evidenti si concentrano proprio sulle piattaforme dei social media.

Chi sono i responsabili di questa brusca frenata? Nella Silicon Valley è iniziato lo scaricabarile. Gli inserzionisti statunitensi quest’anno si sono detti pronti a spendere su piattaforme come Facebook, Snap (ex Snapchat) e Twitter circa 65,3 miliardi di dollari. L’incremento di spesa è di appena il 3,6% rispetto all’anno precedente e secondo le stime di eMarketer è circa 10 volte inferiore all’incremento che si è registrato tra il 2021 e il 2020. Ormai, il tasso di crescita previsto degli investimenti per il 2022 nel settore è quasi uguale a quello dei media tradizionali, come la televisione e la radio, che vengono da anni di calo del pubblico. Anche per questo i grandi gruppi di agenzie pubblicitarie evitano le turbolenze del digitale: WPP, Omnicom, Publicis e Interpublic, per esempio, hanno pubblicato previsioni positive per l’anno in corso. “Snap ha ammesso la recessione pubblicitaria nel primo trimestre. Ora stiamo aspettando di vederne gli effetti”, dichiara Mark Read, amministratore delegato di WPP.

(continua a leggere)

Senz’acqua

La siccità non è finita: già ora si vede l’emergenza del 2023

Ai grandi bacini del Nord manca il 75% della portata, nel crotonese riserve al minimo e razionamenti: se non pioverà molto in inverno, ci aspetta un altro brutto anno

di Marco Palombi

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Venezia col ticket: la guerra nella città che si sta svuotando

Il Comune, schiacciato tra i comitati civici e gli interessi della rendita immobiliare, da mesi non regolamenta B&B e affitti brevi e pensa solo a far cassa. E i residenti se ne vanno

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Sostiene Tooze

L’inflazione non è il caro-vita: non va temuta, è un’occasione

La salita dei prezzi fa paura a chi vuol tenersi lo status quo, ma è un’opportunità per rafforzare il lavoro contro il capitale. Servirebbero coraggio e sinistra

di Alessandro Bonetti

Grandi opere

Codice appalti. Nel silenzio si decidono le regole. Il rischio di tornare alla giungla dei governi di B.

La novità è talmente dirompente che, nella migliore tradizione italiana, se ne parla pochissimo, tutto è affidato agli addetti ai lavori che al più si fanno belli a mezzo stampa o si mandano messaggi cifrati. Eppure il nuovo Codice degli Appalti, che dovrà normare la vastissima materia dei contratti pubblici è destinato a plasmare il […]

di Carlo Di Foggia

il fatto quotidiano Oggi In Edicola del 31 Ottobre 2022 Governo Svuota-carceri: Meloni fa a pezzi la Cartabia e FI sale sulle barricate Riforma bocciata. Oggi in Cdm il rinvio al 2023: l’obiettivo è modificare le norme “libera-ladri”. Gli azzurri: “Così no”

 dalla newsletter de il fatto quotidiano


Governo

Svuota-carceri: Meloni fa a pezzi la Cartabia e FI sale sulle barricate

Riforma bocciata. Oggi in Cdm il rinvio al 2023: l’obiettivo è modificare le norme “libera-ladri”. Gli azzurri: “Così no”

di Giacomo Salvini

 
L'editoriale di Marco Travaglio
 

Ma mi faccia il piacere

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Il porto delle nebbie. Ogni notte i profughi provano a nascondersi nei Tir diretti nel Regno Unito. Quelli che vengono presi accusano la polizia di frontiera e le guardie private: “Non ci trattano come esseri umani: è la cosa peggiore”

di Victor Fièvre e Rémi Yang*

 
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