sabato 31 marzo 2018

Rifiuti, la sentenza del TAR sul ricorso della Rida ambiente e le emissioni odorigene moleste


Se ne è parlato nei giorni della sentenza n. 2870/2018  (6949/2013 REC. RIC) pubblicata il 13 marzo con la quale il TAR di Latina ha respinto il ricorso di Rida Ambiente.
Considerate le lamentele generali dei cittadini, e delle amministrazioni quando queste sono sensibili ai diritti civili e sociali e contrari alle servitù inutili, contro discariche, biogas, biomasse, turbogas, compostaggio, spargimento di digestato proveniente da biogas e biomasse la sentenza conferma dei punti importanti.
Intanto non è vero (come per esempio fanno credere in genere amministratori non esattamente capaci ed esperti) che non si possano imporre dei limiti non previsti dalle leggi o più restrittive di queste nelle conferenze di approvazione dei progetti.
Inoltre conferma l’obbligo della mancata emissione nociva ordorigena molesta.
Scrive infatti il TAR: Per inquinamento atmosferico, le emissioni odorigene, le stesse debbono essere ricomprese nella definizione di “inquinamento atmosferico” e di “emissioni in atmosfera”, poiché la molestia olfattiva intollerabile è al contempo sia un possibile fattore di “pericolo per la salute umana o per la qualità dell’ambiente”, sia di compromissione degli “altre usi legittimi dell’ambiente” (cfr TAR Veneto, sez III 5 maggio 2014 n. 573).
Secondo il TAR anche se in base alla normativa non è prevista la fissazione di limiti di emissioni, né di metodi o di parametri idonei a misurarne la portata, tuttavia, ciò non significa che, in sede di rilascio delle autorizzazioni, alle emissioni in atmosfera, non possano essere oggetto di considerazione i profili attinenti alle molestie olfattive, al fine di prevenire e contenere i pregiudizi dalle stesse causati.
Quindi per minimizzare l’inquinamento atmosferico, possono essere oggetto di valutazione anche i profili che arrecano molestie olfattive facendo riferimento alle migliori tecniche disponibili.
Al di là di quella che viene spesso definita la guerra dei rifiuti tra aziende e impianti, tutti che tentano di accaparrarsi i rifiuti, umido in particolare con la regione Lazio e la provincia di Latina, per le loro competenze, che paiono fare da spettatori, ci sono diversi spunti interessanti nella sentenza.
-          La regione Lazio, secondo il TAR di Latina non ha brillato per speditezza nella procedura di approvazione dell’impianto della Rida;
-          “sono stati fissati dei valori limite delle emissioni odorigene 250 U.O.”
-          Secondo il comune di Aprilia, anche considerando la strada (di accesso all’impianto della Rida) di uso pubblico, la stessa Rida sarebbe soggetta ad un contributo in ragione del consumo notevole;
-          Secondo il TAR la richiesta alla Rida di eseguire opere sulla strada non appare né esorbitante, né sproporzionato.

Il TAR conferma inoltre dei primcipi già sanciti dalla Costituzione e anche dalle varie direttive europee ma che sembra spesso o quasi sempre dimenticato dalle amministrazioni che dovrebbero approvare (o respingere) impianti inquinanti, insalubri, cioè che ci sia “trasparenza”, “lealtà” e soprattutto “un sistema di trattamento e smaltimento dei rifiuti efficiente, sicuro e rispettoso dell’ambiente e del diritto alla salute dei cittadini.”
Scrive infatti il TAR: La necessità che l’amministrazione (regione Lazio) e i privati, proprietari e gestori di impianti… ai impegnino a dialogare… con il massimo della trasparenza, della chiarezza e con leale collaborazione reciproca, al fine di conseguire l’auspicabile risultato di attuare, a regime, un sistema di trattamento e smaltimento dei rifiuti efficiente, sicuro e rispettoso dell’ambiente e del diritto alla salute dei cittadini.
I pensieri a questo proposito vanno sui contestati provvedimenti che hanno portato all’approvazione dei nuovi volumi di Indeco ed Ecoambiente con la conclusione della procedura (che non era affatto conclusa come scrive la regione stessa) del 25.5.14. Anche alle approvazioni della provincia di Latina degli impianti energetici da rifiuti, spesso senza condizioni e garanzie.
Per evitare altri impianti inquinanti sarà notificata la sentenza ai comuni, alla provincia e alla regione, con relativa diffida


Anzio e i rifiuti, impianto Spadellata LA BUROCRAZIA BLOCCA I TECNICI. U.P.A. LI RIMETTE IN MOTO


LA BUROCRAZIA BLOCCA I TECNICI.   U.P.A. LI RIMETTE IN MOTO
Un Comune di oltre 60.000 abitanti, patria di Nerone, che vuole costruire un nuovo porto e che presenta  un bilancio 2018 di E. 77.191.612,19 distribuiti in tanti capitoli di spesa,  non riesce a trovare,  in tempi utili, qualche migliaio di Euro per retribuire tre tecnici la cui nomina non è dovuta ad un’iniziativa peregrina ma è stata deliberata dal Consiglio Comunale all’unanimità. I tre tecnici non servono a soddisfare una necessità banale ma sono necessari per dare un po’ di luce ad un  Assessorato che ha dato e confermato in passato  i segni di cecità assoluta nel gestire alcuni problemi di importanza vitale per l’ambiente e per la gente che vi vive. Il Consiglio Comunale,  che ha reiterato un decisione simile presa, sempre all’unanimità, due anni orsono,  ha deliberato che i tre tecnici fossero incaricati entro 13 giorni dalla seduta in cui la decisione fu presa. Di giorni ne sono passati quasi 60 e la burocrazia del Comune di Anzio continua ad osservare il dito fregandosene completamente della luna. Colpa della Bassanini? Forse c’è anche qualche  responsabilità da parte della legge che separa nettamente le competenze fra politica e burocrazia,   ma un’amministrazione deve sempre avere lo strumento per operare in base alle reali esigenze e nei tempi utili ed efficaci. Quando si parlò  di discutere in Consiglio  la mozione proposta dal Coordinamento di Uniti Per l’Ambiente, tutti minimizzarono sull’impegno  finanziario che l’operazione avrebbe comportato, perché si trattava di un impegno finanziariamente insignificante;  poi, senza nemmeno interpellare i professionisti interessati, si è cominciato a parlare di mancanza di fondi e poi la palla fu rimbalzata da un ufficio all’altro; poi si è parlato delle procedure per “affidare” l’incarico, come se si volesse costruire il nuovo stadio di Anzio, infine si è deciso di pubblicare un annuncio di manifestazione di interesse, come se si trattasse della ricerca di esperti in costruzioni di villette a schiera. Insomma  la burocrazia si è messa di traverso e non si capisce il perché; o, meglio, si può solo immaginarne le ragioni. Una cosa è certa: l’Ufficio Ambiente che è responsabile tecnicamente e finanziariamente di gestire le tematiche del territorio e dovrebbe essere il prima fila nella difesa degli interessi della popolazione di Anzio nelle gabbie di bestie feroci che sono le Conferenze di Servizi, che decidono dell’assetto degli impianti sul  territorio, non ha dimostrato in passato di avere la capacità tecnica di farlo e ne tanto meno ha manifestato interesse ad acquisirla. Tale  Ufficio che, a suo tempo,  ha dato, in modo incomprensibile, il placet alla realizzazione della centrale di Biogas di via della Spadellata, che è posta a 300 metri da una scuola e da un centro abitato,  non si sa come intenda affrontare le complesse problematiche ambientali. Senza andare lontano: il giorno 8 maggio prossimo avrà luogo la terza sessione della Conferenza di Servizi relativa al progetto di  costruzione di un deposito di stoccaggio di rifiuti generici e pericolosi a Padiglioni; mi domando come si stia preparando l’Ufficio Ambiente a parteciparvi.  Se la burocrazia ferma la macchina,  la gente non ci stà e si mette a spingere per rimetterla in moto. Non ci sono soldi? Bisogna seguire procedure  che porterebbero alla selezione di persone diverse da quelle che i cittadini hanno proposto? Non c è problema: la burocrazia non può battere la logica e ne, tanto meno, i diritti della gente: Uniti Per l’Ambiente  darà vita ad una raccolta fondi per finanziare le spese sostenute dai due tecnici proposti; i  due professionisti,  che sono impegnati nel sociale attraverso proprie iniziative ambientaliste, rinunciano al loro onorario professionale pur di sostenere la causa di Uniti Per l’Ambiente e la Dirigente dell’Ufficio Ambiente, che non mi risulta abbia alcuna capacità nella complessa tecnica ambientale,  potrà continuare, con molta puntualità, a seguire procedure e normative per ricercare tecnici che le preparino le memorie e le osservazioni da utilizzare nella prossima Conferenza di Servizi; noi ci saremo e saremo curiosi di vederla  in azione nel fare quello per cui è generosamente pagata. Una segno di apprezzamento va rivolto al Giorgio Libralato e a Pasquale Milo, per la loro generosa disponibilità. Nell’acre contesto di una critica generalizzata all’Amministrazione va però messo in  evidenza l’impegno profuso dalla Dott. Velia Fontana, Presidente del Consiglio Comunale e della Commissione Speciale, che si è prodigata in incontri e contatti vari per dipanare la matassa e contribuire a risolvere un affare semplice che si è fatto del tutto per complicare. Il giorno 3 aprile alle ore 15,00 la Presidente Fontana ha convocato la Commissione Speciale durante la quale i due professionisti, che lavoreranno a costo zero per il Comune di Anzio,  verranno chiamati come membri tecnici della Commissione ed alla stessa risponderanno. Dal giorno dopo gli stessi cominceranno a lavorare: abbiamo perso inutilmente due mesi e forse, pian piano, ne comprenderemo il perché.
Sergio Franchi                                                                                                                                                                            Uniti Per l’Ambiente

Anzio, l’8 maggio la terza Conferenza dei servizi sull’impianto stoccaggio rifiuti della Eco.Transport

 
https://ilgranchio.it/2018/03/27/anzio-l8-maggio-la-terza-conferenza-dei-servizi-sullimpianto-stoccaggio-rifiuti-della-eco-transport/
E’ stata comunicata ieri ai Comitati contrari al biogas la data della terza e probabilmente ultima Conferenza dei servizi presso Città Metropolitana di Roma sul progetto proposto dalla Eco.Transport – il terzo impianto previsto nella zona tra Sacida e Padiglione dopo quello in via di realizzazione Anziobiowaste e quello firmato da Green future. L’incontro è previsto per l’8 maggio alle 10. D
urante l’ultima Conferenza dei servizi, sia i Comitati contrari agli impianti rifiuti (Anzio No biogas, Lavinio No biogas e Fare Verde) sia il comune di Anzio avevano espresso parere contrario alla costruzione del centro stoccaggio dietro lo stabilimento della Palmolive.

alla fine di novembre c'era l'emergenza siccità in provincia di Latina e in particolare nei giardini di Ninfa, incontri e tavoli tecnici, impegni e dichiarazioni tutto dimenticato dalla classe dirigente smemorina

Convocato con somma urgenza il tavolo tecnico regionale che si è svolto il 1. dicembre in regione. Annunciate misure che facevano un po' sorridere, se non si trattasse della mancata tutela del territorio e dell'economia con il rischio anche della perdita dell'attrazione mondiale dei Giardini Ninfa. Dovevano essere approfondite in un incontro urgente che la provincia doveva convocare la settimana successiva. Sono passati 4 mesi e tutto sembra dimenticato dalla classe dirigente e politica smemorina. Nessun protocollo, sit in, nessuna manifestazione, nessuna dichiarazione dei rappresentanti locali anche in regione e Parlamento. D'altronde mica stiamo parlando di appalti ci mancherebbde. Intanto la provincia continua a rilasciare autorizzazioni per emungimenti, questi quelli solo dell'ultimo giorno di pubblicazione dell'albo pretorio della provincia di Latina

siccità e crisi idrica provincia di Latina autorizzazione pozzo via Montello

Rilascio autorizzazione alla ricerca d'acqua pubblica sotterranea mediante perforazione di un pozzo ai sensi del R.D. 11/12/1933 n. 1775 in località del comune di Latina Via Ferriere Loc. B.go Montello. Ditta Satrico Società Agricola Semplice di De Luca Fabrizio & Snidaro Diego. Fasc. 5523. AUTORIZZAZIONE SATRICO.pdfhttps://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/siccita-e-crisi-idrica-provincia-di.html

pozzo ad Aprilia, provincia di Latina, crisi idrica e siccità

Rilascio autorizzazione alla ricerca d'acqua pubblica sotterranea mediante perforazione di un pozzo ai sensi del R.D. 11/12/1933 n. 1775 in località del comune di Aprilia via Casalazzara. Ditta: Miller Patricia Margaret. Fasc. 5548. Autorizzazione MILLER.pdfhttps://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/pozzo-ad-aprilia-provincia-di-latina.html

questo il posto di un mese fa 25 febbraio.... la siccità dei giardini di Ninfa, ennesima notizia dimenticata dall'agenda politica, dove eravamo rimasti? http://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/02/6-la-siccita-dei-giardini-di-ninfa.html
Oltre 25 anni fa, quando di parlava del progetto dell'invaso del consorzio di bonifica sotto Norma, vicino all'oasi di Ninfa, diversi scienziati avevano lanciato l'allarme. Quell'invaso non avrebbe risolto il problema della siccità, non avrebbe garantito ai coltivatori della pianura pontina di poter irrigare i campi con rgeolarità perché i problemi erano altri e avrebbe peggiorato il sistema climatico mettendo a rischio l'ecosistema dei Giardini di Ninfa. Ovviamente la classe politica dirigente dell'epoca (esattamente come quella attuale) non ha creduto agli scienziati. Infatti puntualmente, purtroppo si è verificato quanto temuto. Oggi assistiamo al solito teatrino. Nessuno vuole ricordare la storia e il rischio è sempre quello di ripetere peggiorandoli, gli errori del passato. Manca la cultura del territorio. La mancanza di cultura e di conoscenza del territorio da spazio all'ignoranza e così nessuna soluzione per Ninfa, nonostante i soliti problemi, nessuna soluzione per la siccità degli agricoltori. Il problema ovviamente nascosto dai candidati alle elezioni, dai programmi elettorali e dall'agenda del consiglio provinciale. Ci avevate creduto?


siccità nessuna soluzione per i giardini di Ninfa dopo oltre tre mesi (era il 1. dicembre 2017) dal tavolo tecnico regionale? http://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/02/siccita-nessuna-soluzione-per-i.html http://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/siccita-nessuna-soluzione-per-i.html



l’annunciato tavolo tecnico per affrontare il problema della siccità nei Giardini di Ninfa. Strano non ne parlino nella campagna elettorale Zingaretti e i suoi candidati che hanno amministrato per 5 anni la regione Lazio. Strano che il problema sia sparito dall'agenda politica della provincia e del comune di Latina. I soliti annunci e nessuna soluzione, anche le idee sono, tanto per cambiare, debolucce. Annunciato anche il passaggio dal tavolo regionale a quello provinciale che non risulta ancora convocato. Tra le “idee” quella di recuperare l’acqua “depurata” dagli impianti di depurazione pubblici per irrigare i campi. Chi è vissuto in provincia di Latina nell’ultimo anno, con un minimo di attenzione, sa che la siccità ha messo in grave difficoltà sia le attività turistiche e ricettive (basta vedere quello che è successo nel Golfo di Gaeta) che l’agricoltura. Eppure la provincia di Latina, nel 2017, ha rilasciato una quarantina di autorizzazioni per la perforazioni di pozzi o di ricerca d’acqua (vedere 3 documenti con la ricerca "pozzi" albo pretorio provincia di Latina 2017 http://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/3-documenti-con-la-ricerca-pozzi-albo.html) (vedere 34 documenti nel 2017 della provincia di Latina ricerca "pozzo"http://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/34-documenti-nel-2017-della-provincia.html).



la tutela dimenticata dei giardini di Ninfa, contro la siccità e la centrale a biomasse di Latina Scalo






Pare che sia stato rilasciato dalla provincia di Latina il parere favorevole alla centrale a biomasse di Latina Scalo che metterà a rischio decine di migliaia di abitanti con le sue emissioni cancerogene e anche i vicini Giardini di Ninfa.







Aspettiamo di sapere se le stesse obiezioni poste dalla provincia di Latina contro l'impianto di rifiuti di Terracina siano state applicate anche per questo impianto. (vedere



la giusta tutela ambientale della Provincia da estendere a tutti gli impianti che trattano rifiuti, alle centrali a biomasse, biogas e biometano anche alimentati da rifiuti e da FORSU.






).



La stessa centrale era stata progettata da una società all'epoca partecipata da legambiente. Adesso sembra che ci sia il pentimento del presidente regionale di legambiente contro questi progetti inquinanti. (vedere https://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/12/legambiente-la-sconfessione-degli.html legambiente la sconfessione degli impianti di produzione energetica da Forsu nell'audizione alla Pisana, regione Lazio per la proposta di legge regionale in materia ambientale).



In provincia di Latina sono aumentate la colture che assorbono grandi quantitativi d’acqua e anche diminuita la permeabilità del terreno con la cementificazione, le serre. Il consumo del suolo impedisce e diminuisce la ricarica delle falde, aumentando erosione e fenomeni atmosferici pericolosi e dannosi. Anche l’approvazione di impianti industriali grossi consumatori di acqua hanno peggiorato la situazione, specialmente con emissioni cancerogene, inutili e devastanti come le centrali a biomasse e biogas nonostante non ci sia bisogno ne di gas, ne di energia. Il problema del ciclo dell’acqua era stato evidenziato, negli anni ’80, dagli ambientalisti, accusati di catastrofismo, ma i fatti sono stati peggiori diquelli temuti e previsti. Chi ha buona memoria ricorderà che anche il bacino di Norma, vicino Ninfa, per alimentare l’impianto di irrigazione era temuto per i danni che avrebbero provocato all’eco sistema. Danni che si sono puntualmente verificati. La soluzione al problema della siccità a Ninfa e non solo, è un insieme di misure, soprattutto economiche e di programmazione. La siccità e l’abbassamento delle falde era una criticità evidenziata una ventina di anni fa dall’Abr (autorità di bacino regionale del Lazio) ma nemmeno all’Abr amministratori e funzionari hanno dato retta, diventando causa del problema. La proposta di recuperare le acque depurate dagli impianti potrebbe essere positiva se la qualità delle acque fosse idonea. L’Arpa Lazio ha più volte certificato l’inquinamento del fiume Linea che viene ugualmente utilizzato per la pesca (immaginiamo la qualità del pesce poi rivenduto chissà dove e finito su chissà quali tavole da pranzo) e per l’irrigazione di colture ad uso umano (per verdura e frutta) o animale (magari da allevamento poi utilizzata sempre l’alimentazione umana). Poi si scopre che la qualità dei corsi d’acqua e delle falde è molto preoccupante per l’alta e pericolosa percentuale difitofarmaci (sempre di chimica si tratta) nelle falde, magari utilizzate per irrigare colture ad uso umano o animale da allevamento per alimentazione umana. Non abbiamo letto dagli annunci di questo tavolo tecnico nessun controllo o limitazione degli emungimenti oppure dell’imposizione colture e attività produttive con minore richiesta di acqua. Nemmeno delle priorità dell’emungimento, prima dell’uso umano, poi produttivo con limitazione e infine per divertimento (piscine e giochi acquatici). L’abbassamento delle falde poi ha creato fenomeni di cedimenti strutturali, sinkhole e forse di microsismi, che non sembrerebbero trattati, almeno negli annunci, nel tavolo tecnico. L’ultima stranezza di questo tavolo tecnico è che si è parlato dei danni temuti ai giardini di Ninfa ignorando le emissioni prossime sventure dei veleni dell’impianto a biomasse di Latina Scalo con emissioni cancerogene e fumi che andranno a modificare l’ecosistema anche di Ninfa.



Mentre il progetto della centrale a biomasse di Latina Scalo è stato presentato da una società che era partecipata da legambiente, proprio la legambiente campana si è schierata contro la centrale a biomasse di Capaccio distante 6,3 km dai Templi di Paestum, quella di Latina Scalo è addirittura a soli 4,5 dai giardini di Ninfa, senza contare che è a poche centinaia di metri dal popoloso centro abitatodi Latina Scalo e Sermoneta.







La grande mobilitazione di Capaccio Paestum, del Comitato Sorvella Sabatella, per conto del quale sono intervenuto a convegni, dibattiti e conferenze, ha prima convinto l'amministrazione di Capaccio, poi la Regione Campania, con un provvedimento ad hoc della giunta De Luca e quindi il consiglio dei ministri che ieri ne ha decretato la fine del progetto e la bocciatura definitiva. http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/08/anche-la-centrale-biomasse-di-capaccio.html



Come abbiamo dimostrato per Pontinia anche per Capaccio (tre su tre) ci si può e ci si deve opporre ai progetti con emissioni di nano e microparticelle (particolarmente dannose per tutte le specie viventi), cancerogene, diossine, incompatibili con l'ambiente e la salute, con l'economia locale che può esserne particolarmente danneggiata.







Quindi non è affatto vero che le amministrazioni comunali (e anche regionale come ha fatto la Campania di De Luca) non si possono opporre ai progetti indesiderati, incompatibili. Chi dichiara questo dimostra di essere, nella migliore delle ipotesi, incompetente.



Per questo ci aspettiamo dal comune di Latina (e da tutti i comuni della provincia pontina) una dimostrazione di volontà e una competenza contro il proliferare di progetti incompatibili e inutili: secondo GSE e Terna l'Italia ha impianti con la capacità produttiva pari a 3 volte il consumo medio e 2 volte il consumo di punta.



Anche l'ISDE (associazione dei medici per l'ambiente) di Latina interviene contro l'inquinamento cancerogeno delle centrali a biogas e biomasse. No alla centrale di Latina Scalo a pochi km dai giardinidi Ninfa http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/07/lisde-associazione-dei-medici-per.html






Secondo il Presidente del GSE le centrali a biogas e biomasse sono per il 64% irregolari.



distanza centrale a biomasse Capaccio - templi di Paestum km 6,30

statale 669 ancora chiusa doveva essere aperta ad ottobre ancora sconosciuta la data della riapertura, le strade provinciali diventano con limiti a 30 km/h e la provincia di Latina vende Prefettura e Questura...

dopo la Migliara 54 a 30 km/h (vedere https://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/viabilita-e-trasporti-in-provincia-di.html), anche per altre strade la provincia rinuncia alle opere di manutenzione straordinaria e se la cava alla ponzio pilato con altri limiti a 30 km/h: 

2: S.P. 79 Frasso (Migliara 55) a 30 km/h https://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/dissesto-stradale-provincia-di-latina.html

3: S.P. 125 Ausente dal Km 4+270 al Km 5+100a 30 km/h https://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/dissesto-stradale-provincia-di-latina_29.html

4: S.P. 161 Lungo Torrente Ausente dal Km 0+120 al Km 1+684 a 30 km/h

dissesto stradale provincia di Latina alza bandiera bianca 2: S.P. 79 Frasso (Migliara 55) a 30 km/h

 e intanto vende le proprietà tra queste, secondo l'albo pretorio, Prefettura e Questura: https://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/la-provincia-di-latina-non-ripara-le.html

Istituzione del limite di velocità a 30 Km/h e potenziamento dei cartelli stradali di pericolo Figura II 1 Art. 85 “Strada deformata” lungo la S.P. 79 Frasso (Migliara 55) dal Km 0+000 al Km 4+540. ORDINANZA n. 7 del 28 03 2018 Sp Frasso.pdf

la provincia di Latina non ripara le strade, se ne lava le mani per la sicurezza con i limiti a 30 km/h, vende Prefettura e Questura?

Approvazione piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari della Provincia di Latina anno 2018. Decreto n. 28.pdf 

riassunto delle puntate precedenti:

1. Incrocio pericoloso via Segheria con via Zi’Maria / Piscina scura, le notizie scomparse dove eravamo rimasti?

https://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/02/1-incrocio-pericoloso-via-segheria-con.html
1.La peggior classe dirigente e politica è sempre pronta a fare annunci da salvatori della patria, a trovare e dispensare soluzioni a proporre rimedi per i tanti danni che loro stessi causano o per incompetenze, mancati controlli, superficialità oppure per altre cause spesso oggetto di inchieste.
La scorsa estate ennesimo grave incidente con un’altra vittima. Nel giro di pochi giorni altri due gravi incidenti sullo stesso incrocio. Ovviamente la classe dirigente e politica della fuffa annunciava mirabolanti interventi risolutivi e immediati. Finalmente dopo proteste e segnalazioni (dei cittadini non certo dei politici) pare che la Provincia abbia pubblicato il progetto... vedremo quando faranno i lavori.

2    Dissesto stradale: Frosinone – mare, statale 669 SS7 Appia (Terracina), Flacca (Gaeta), SR 156 (zona Prossedi), SR 156 (zona Sezze), le notizie scomparse dove eravamo rimasti? 
Anche se i riflettori sono puntati solo sul dissesto della Pontina, scomparsi letteralmente dai programmi e dall’interesse dell’agenda politica e amministrativa il peggioramento sensibile della rete stradale. Tutte le strade provinciali e comunali sono diventate un azzardo per la presenza di buche o voragini o tagli spesso nascosti dal fango e dall’acqua. La Frosinone – Mare a causa del cedimento della pavimentazione è chiusa da ottobre e ancora non si sa quando riaprirà. Era stata contestata. In 13 mesi dalla sua “veloce” apertura (il mese successivo sarebbe diventata non conforme al codice stradale) 7 vittime. Che sono poi continuate. La SS7 Appia a Terracina è stata chiusa e finalmente riaperta con residenti e aziende che dovevano “traslocare”. Altri cedimenti e crolli sulla Flacca a Gaeta. Anche la SR 156 dei Monti Lepini (anche nei tracciati relativamente recenti degli anni ’70) ha continui cedimenti. Anche in questo periodo c’è, da mesi, il restringimento di carreggiata in corrispondenza di Prossedi. Mai risolto dal 2010 il “gioiello” del pd laziale (infatti hanno perso le elezioni) nel territorio di Sezze. Che è anche un altro “trionfo” della destra. Tracciato deviato dalla vecchia SR 156 nel tratto di Ceriara di Priverno per il pericolo e l’inquinamento. Ottenuto il nuovo tracciato protesta dei sindaci di destra (e della presidenza della Provincia idem) perché il nuovo tracciato aveva tolto il commercio alle aziende locali… Mai risolti ovviamente, nel territorio di Sezze, il problema della sicurezza (limite 70 km/h per una nuova superstrada…), idraulico (ci sono le sorgenti), idrogeologico (qualche assestamento) nessuno sa se e quando sarà mai completata e arriverà mai a Latina


3. interventi stradali dimenticati: Casal Traiano, Migliara 45 Pontinia Latina, le notizie i lavori dimenticati

https://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/02/3-interventi-stradali-dimenticati-casal.html
Nel piano triennale delle opere urgenti del 2005/2008 (oltre 10 anni fa) c’era il progetto della rotatoria a Casal Traiano (tra il comune di Latina e Pontinia) sulla Migliara 45. Non è mai stato realizzata. Continuano ad esserci grossi rischi e incidenti. Nel gennaio 2017 (oltre un anno fa) la Migliara 45 (in corrispondenza della rotatoria con la SR 148 Pontina in corrispondenza dello stabilimento Plasmon nel comune di Latina) il restringimento di carreggiata per opere di manutenzione. Doveva finire alla fine del mese di gennaio 2017. Da mesi non si vede nessuno che ci lavori e il restringimento è ancora lì. Cinque anni fa l’inaugurazione della rotatoria a Borgo Pasubio, all’ingresso di Pontinia, dopo alcuni errori che hanno ritardato l’inaugurazione isolato la città verso Latina (con problemi per i mezzi pubblici, la scuola, le farmacie) si scopre che è troppo stretta per i mezzi pesanti che ogni tanto si incastrano e bloccano la circolazione. Anche questa mattina alle 7 un incidente.

4. la tangenziale di Latina collegata con l’autostrada Roma (Tor de Cenci) – Latina (Borgo Piave), le notizie scomparse dove eravamo rimasti?

https://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/02/4-la-tangenziale-di-latina-collegata.html
In tanti parlano del progetto dell’autostrada, scrivono accordi e protocolli che non servono a nulla. Ci sono a monte una serie di errori tecnici, di valutazione, normative, geologici e strutturali, mancanza di finanziamento che se non risolvono questi accordi e protocolli restano la solita inutile esibizione teatrale, per distrarre l’attenzione dal fallimento della peggior classe dirigente politica quella degli ultimi 20 anni. Collegato al progetto dell’autostrada (finanziato solo in parte) c’è quello della tangenziale (senza nessun finanziamento). Il progetto della tangenziale lascia molto perplessi e dubbi, con il pericolo di esproprio e demolizioni di fabbricati anche appena realizzati o in corso di costruzione. Una delle prime richieste (luglio 2016) segnalate alla nuova amministrazione di LBC rimasta, tanto per cambiare, senza nessuna certezza urbanistica e senza risposta.  Sembra che il progetto sia solo nella fase preliminare, quindi, se così fosse, bisognerà fare la conferenza dei servizi sull'opera.  La gazzetta ufficiale che da il via al conteggio é del 26 Agosto 2010 quindi il vincolo preordinato all'esproprio scadrebbe nell'agosto del 2017, ma dovrebbe essere scaduta la VIA. A questo punto, se il comune di Latina, dove ricade interamente il progetto della tangenziale, volesse stare dalla parte dei cittadini oppure se almeno volesse chiarire lo stato dei diritti o, infine, addirittura essere diligente, potrebbe, una volta tanto, dare prova di maturità e stupirci con:
- pubblicare il progetto per dare la possibilità di fare le osservazioni;
- controdedurre il progetto dal punto di vista urbanistica e dei lavori pubblici, almeno con le altre opere e infrastrutture già progettate per evitare interferenze;
- recepire le osservazioni all'interno del consiglio comunale per passare poi alla relativa vincolistica;
- fare uno studio sulla VIA e presentare le relative osservazioni.
on l'autostrada Roma Latina, secondo gli annunci, dovrebbero partire appalti e lavori anche della tangenziale di Latina:

il tracciato della tangenziale di Latina  che interesserà Borgo Piave, la Chiesuola, Santa Fecitola, Borgo San Michele con tante immissioni sulle strade Epitaffio, Tor Tre Ponti, SR 156 dei Monti Lepini, SR 148 Pontina tra espropri di terreni e case nel silenzio generale.

Qualcuno rischia anche di vedersi gli immobili costruiti nel frattempo e che ricadono sul percorso e sulle zone di tutela e salvaguardia?

tangenziale di Latina Borgo Piave nel tratto nord che si incrocia con la via del Gionco, la via Chiesuola, la via Torre La Felce, la via del Saraceno http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/03/tangenziale-di-latina-borgo-piave-nel.html

tangenziale di Latina secondo tratto: via del Saraceno, via Epitaffio , Mare Monti, via Torrenuova Santa Fecitola, strada Orba http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/03/tangenziale-di-latina-secondo-tratto.html

tangenziale di Latina ultimo tratto via Torrenuova, strada Orba, Cieca, canale delle acque medie, SR 156 dei Monti Lepini, Borgo San Michele, Migliara 43, SR 148 Pontina http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/03/tangenziale-di-latina-ultimo-tratto-via.html


Tangenziale di Latina
COROGRAFIA GENERALE
Tracciato tangenziale(tratto nero)
ESTESA: 12+500 km
Il progetto prevede la realizzazione di una strada urbana di scorrimento ed è conforme al progetto preliminare redatto dal Comunedi Latina per l’asse denominato “Tangenziale Est di Latina”.

L’asse consentirà di distribuire i flussi provenienti dalle infrastrutture autostradali Roma–Latinae Cisterna–Valmontonee costituirà una viabilità alternativa alla SR 148 “Pontina” per futuri interventi. http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/03/il-tracciato-della-tangenziale-di.html

viabilità e trasporti in provincia di Latina nessuna reazione dalla classe politica e dirigente dopo che via Costa ha alzato bandiera bianca

https://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/viabilita-e-trasporti-in-provincia-di.html
L’ordinanza della provincia di Latina a proposito della Migliara 54, (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/la-sp-migliara-54-e-talmente-deformata.htmlse fossimo in una provincianormale, con imprenditori (o associazioni di imprenditori) che lavorano per attrarre nuovi clienti e investimenti, con sindacalisti che volessero promuovere iniziative virtuose, operatori turistici interessati a valorizzare il territorio, amministratori locali attenti ai bisogni della comunità, politici regionali e nazionali che oltre che alla poltrona badassero alle esigenze dei votanti che li hanno espressi avrebbe scatenato una reazione. Class action a volte annunciata per l’effetto, proteste, tavoli tecnici, protocolli d’intesa cui abbiamo assistito durante questa lunga campagna elettorale sono stati ripiegati nel cassetto. Complice anche la mancanza di riflettori o telecamere. Eppure la provincia se n’è lavata le mani del dissesto stradale. Nessuno ha invocato stati di calamità, richiesta di finanziamenti. Nulla il dissesto è accettato da un’intera classe che dovrebbe essere diligente e dirigente, che sembra essere invece un apparato digerente.  Se al posto di una cellula dormiente avessimo una testa politica pensante ci sarebbero stati un’analisi e delle proposte. Per esempio se in tutta la provincia non siamo in grado di avere messa in sicurezza delle strade, controlli mirati del fondo stradale, delle opere d’arte, della segnaletica, di programmare interventi di rinforzo di ponti (come quello sul Sisto tra Terracina e San Felice Circeo) forse sarebbe il caso anche di ridurre il traffico veicolare come quantità e come peso. In altre parole si penserebbe nell’ordine:
1)      Spostare il traffico di merci dalla strada o dalla gomma agli altri mezzi di trasporto (treni, navi o aerei);
2)      Ridurre il traffico veicolare privato migliorando e incentivando il trasporto pubblico;
3)      Modificare le abitudini dal trasporto su strada a quello su treno o su autobus, sia verso il nord che verso il sud per tutti i pendolari .
4)      Favorire la condivisione della macchina privata con altri viaggiatori;
5)      Favorire, specialmente per piccoli tratti, l’uso di mezzi su 2 ruote. Paradossalmente nei paesi del nord o collinari o montani quindi in condizioni atmosferiche e topografiche più difficile questo avviene normalmente con un grosso guadagno per la salute grazie al movimento maggiore e alla riduzione dell'inquinamento.
Non c’è nulla da inventare, come sempre, se mai da copiare da altre realtà in Italia e all’estero. Invece guarda caso in provincia di Latina qualcuno che non conosce il progetto evidentemente, ne il progresso, ne le opportunità imprenditoriali si continua a puntare sull’autostrada. Un progetto superato che non risponde alle logiche del flusso di merci e viaggiatori, finanziato solo in piccola parte, quindi destinato a fermarsi per tanti anni, come per qualsiasi progetto è successo in provincia di Latina, troppo costoso perché sia finanziato dai privati (come è successo per altri progetti simili in Italia), senza un progetto definitivo, quindi con problemi geologici e strutturali non risolti, particolarmente penalizzante per i pendolari.


puntate precedenti
Latina e le strade, la carota dell'autostrada e il bastone della provincia
https://pontiniaecologia.blogspot.it/2018/03/latina-e-le-strade-la-carota.html  

per l'appalto che interessava al sistema Incalza si sono fatti tavoli tecnici, "manifestazioni" con meno di 30 persone compresi i familiari, fotografi e giornalisti, convegni, protocolli d'intesa, si sono mosse organizzazioni di categoria, sindacati, intere redazioni... Contro la catastrofe delle strade dissestate un po' ovunque in tutta la provincia nulla. Intanto la provincia (considerato il periodo della Quaresima) se ne la va le mani: "l’amministrazione provinciale è sollevata da qualsiasi responsabilità per eventuali danni a veicoli a persone e/o cose derivanti dalla inosservanza della presente ordinanza;". Nessuno ovviamente protesta, nemmeno un vice presidente di qualche cda, addetto sindacale...La strada è rotta e non ci possiamo fare nulla: "RITENUTO:  di non poter effettuare le riparazioni temporanee della strada provinciale per le motivazione di cui sopra". Ovviamente la colpa è sempre di qualcun altro, ci mancherebbe: "PREMESSO CHE:  a causa di una insufficiente attività di manutenzione ordinaria e straordinaria sulle strade di competenza che va protraendosi dal 2014 per insufficienza di risorse economiche e umane, quale conseguenza della legge 56/2014 (legge
Del Rio), si registra un aggravio dell’ammaloramento dei piani viari;" . giusto per la cronaca si parla del Governo Renzi del pd e poi ci si chiede come mai non siano stati votati... Qual è lo stato generale delle strade in provincia di Latina? "la pavimentazione stradale presenta innumerevoli tratti con scadimento delle originarie caratteristiche, acuitesi anche a seguito delle abbondanti precipitazioni piovose e dal notevole transito veicolare di mezzi pesanti, determinando deformazioni ed avvallamenti che rendono oltremodo difficoltoso il traffico veicolare rappresentando un costante
pericolo per la circolazione stradale risultando altresì causa di incidenti, con notevole aggravio finanziario all’Ente per il risarcimento dei danni richiesti;". Le affermazioni virgolettate sono riportate nell’ordinanza della provincia di Latina relativa all’istituzione del limite di velocità a 30 Km/h e potenziamento dei cartelli stradali di pericolo Figura II 1 Art. 85 “Strada deformata” lungo la SP. 78 Migliara 54 I Tratto dal Km 0+800 al Km 3+400. Prot. 13037 del 09/03/2017. Naturalmente la notizia non interessa a nessuno, tanto meno agli illuminati imprenditori o sindacalisti o candidati o eletti in regione o in parlamento che hanno fatto dell'autostrada un cavallo (o somaro) di battaglia ma ignorano l'insieme del disastro delle strade provinciali (quali forze politiche siedono in consiglio provinciale?), comunali (idem) o regionali (in maggioranza peraltro confermata dagli elettori). Forse questi attenti e illuminat raggiungono Ventotene o altre località di villeggiatura in elicottero? Davvero pensate che un imprenditore o un possibile turista possano essere attratti dalla nostraprovincia che alza bandiera bianca nella ristrutturazione delle strade provinciali o della semplice manutenzione?