In Scozia nuove leggi per vietare i cotton-fioc di plastica. Sono il sesto piu' numeroso oggetto-immondizia lungo... https://fb.me/JWpXlO51
Pontinia (LT) dall'ambiente, alla difesa dei diritti civili e sociali, dalla politica alla tecnica. Si riportano stralciriportandone autori. Nota: qualora si ritenga la pubblicazione (o i commenti) siano lesivi o notizie superate si prega di comunicarlo con mail giorgio.libralato@gmail.com e saranno rimossi. Oppure allo stesso modo si può esercitare il diritto di replica. Qualora si ritenga che una pubblicazione o parte di essa ledano i diritti di copyright o di autore saranno rimossi
mercoledì 31 gennaio 2018
La Scozia sarà il primo paese a vietare i cotton-fioc di plastica
Giappone, dietro l’ammodernamento della flotta c’è la caccia alle balene. Ma per “scopi scientifici”
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/01/31/giappone-dietro-lammodernamento-della-flotta-ce-la-caccia-alle-balene-ma-per-scopi-scientifici/4115272/
Tokyo, che ha firmato la moratoria sulla caccia alla balena dell’International Commission in Whaling, nega di voler cambiare la propria politica di limitazione della caccia. Ma l’intento, per niente nascosto, è di dimostrare che la pesca a fini commerciali può essere sostenibile senza impattare sul rischio di estinzione dei cetacei
di Marco Zappa | 31 gennaio 2018
Longyearbyen: la cittadina norvegese che scompare per colpa dei cambiamenti climatici
http://dorsogna.blogspot.it/2018/01/longyearbyen-la-cittadina-norvegese-che.html
Longyearbyen, Norvegia: la citta' piu' a nord del pianeta scompare per i cambiamenti climatici. Ghiacci un tempo... https://fb.me/2oVHtIokO
Il ghiaccio non si forma piu', la neve si scioglie prima, il permafrost scompare, lo spessore dei ghiacciai diminuisce di 30-60 centimetri l'anno e tutto questo cambia il ciclo della vita, il paesaggio e lo stile di vita delle persone.
Esempio? Sono sempre piu' frequenti le valanghe e ci sono stati vari morti in anni recenti, con distruzione di case. Alcune abitazioni sono considerate troppo a rischio e cosi e' stata ordinata l'evacuazione obbligatoria. Alcune strade invece sono state permanentemente chiuse.
Una delle persone che ha visto la propria vita cambiare si chiama Mark Sabbatini, e' un giornalista originiario dell'Alaska, e ha dovuto abbandonare la sua casa perche' lo scioglimento del permafrost ha cauato crepe pericolose nelle fondamenta. E cosi, e' scattato l'ordine obbigatorio di abbandondarla. E lui che non aveva assicurazione e' andato in bancarotta.
Il ghiaccio non si forma piu', la neve si scioglie prima, il permafrost scompare, lo spessore dei ghiacciai diminuisce di 30-60 centimetri l'anno e tutto questo cambia il ciclo della vita, il paesaggio e lo stile di vita delle persone.
Esempio? Sono sempre piu' frequenti le valanghe e ci sono stati vari morti in anni recenti, con distruzione di case. Alcune abitazioni sono considerate troppo a rischio e cosi e' stata ordinata l'evacuazione obbligatoria. Alcune strade invece s...
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Si chiama Longyearbyen, e' un piccolo centro del Nord della Norvegia, sull'isola di Svalbard, e ha 2000 residen...
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Strisce di fiori selvatici nei campi per ridurre pesticidi Test in GB, fiori ospitano insetti predatori dei parassiti
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/vivere_green/2018/01/31/strisce-di-fiori-selvatici-nei-campi-per-ridurre-pesticidi_7fd686fe-4606-47d6-9ff6-f02791d1ab37.html
Strisce di fiori selvatici nei campi, per dare rifugio agli insetti che mangiano i parassiti dei raccolti e ridurre quindi l'uso dei pesticidi. E' l'esperimento che è stato avviato in 15 fattorie dell'Inghilterra centrale ed orientale dall'istituto di ricerca Centre for Ecology and Idrology (CEH). Lo riferisce il quotidiano britannico Guardian sul suo sito.
I fiori selvatici sono margherite, trifoglio rosso, centaurea comune e carota selvatica. Sono stati piantati in fasce la...
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(ANSA) - ROMA, 31 GEN - Strisce di fiori selvatici nei campi, per dare rifugio agli insetti che mangiano i parassiti dei raccolti e ridurre quindi l'uso dei pesticidi. E' l'esperimento che è stato avviato in 15 fattorie dell'Inghilterra centrale ed orientale dall'istituto di ricerca Centre for Ecology and Idrology (CEH). Lo riferisce il quotidiano britannico Guardian sul suo sito.
I fiori selvatici sono margherite, trifoglio rosso, centaurea comune e carota selvatica. Sono stati piantati in fasce larghe 6 metri e distanti 100 metri l'una dall'altra, e serviranno da rifugio per sirfidi, vespe parassite e carabidi, che mangiano gli afidi e altri parassiti dei raccolti.
La tecnica delle strisce di fiori selvatici per ridurre i pesticidi è già stata utilizzata, ma finora venivano messe intorno ai campi. I risultati sono stati positivi, ma secondo i ricercatori gli insetti predatori in questo modo non riescono ad arrivare in mezzo ai campi. Con le strisce che intervallano i raccolti (coprendo il 2% della superficie totale), si conta di migliorare la diffusione dei predatori naturali. (ANSA).
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I fiori selvatici sono margherite, trifoglio rosso, centaurea comune e carota selvatica. Sono stati piantati in fasce larghe 6 metri e distanti 100 metri l'una dall'altra, e serviranno da rifugio per sirfidi, vespe parassite e carabidi, che mangiano gli afidi e altri parassiti dei raccolti.
La tecnica delle strisce di fiori selvatici per ridurre i pesticidi è già stata utilizzata, ma finora venivano messe intorno ai campi. I risultati sono stati positivi, ma secondo i ricercatori gli insetti predatori in questo modo non riescono ad arrivare in mezzo ai campi. Con le strisce che intervallano i raccolti (coprendo il 2% della superficie totale), si conta di migliorare la diffusione dei predatori naturali. (ANSA).
Caccia: associazioni a Gentiloni, leggi regionali illegittime 'Violano Costituzione e vanno impugnate'
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/natura/2018/01/31/cacciaassociazioni-a-gentiloni-leggi-regionali-illegittime_cc8d9942-e3f0-4f68-84dc-e3541b07ab35.html
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"Un'eccezionale situazione di illegittimità, persistente e crescente, da parte di molte regioni italiane, riguardante norme regionali sull'attività venatoria non conformi alla legge quadro nazionale ed ai principi costituzionali in materia di tutele degli ecosistemi e della fauna selvatica". E' l'incipit della lettera che Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf Italia hanno inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni nel giorno della chiusura della stagione di caccia, per denunciare il "caso venatorio Italia".
Nel solo dicembre 2017 - scrivono le associazioni - Veneto, Lombardia, Puglia, Liguria hanno approvato norme che violano in maniera palese le leggi nazionali di riferimento e il dettato costituzionale. Il Veneto ha introdotto nuovamente la "mobilità venatoria" non consentita dalla legge 157; la Lombardia ha modificato illegittimamente le regole di annotazione dei capi abbattuti sul tesserino venatorio; la Puglia ha modificato il concetto di "esercizio venatorio", definendolo in modo improprio; la Liguria sta tentando illegalmente di consentire la commercializzazione in sagre e fiere di animali abbattuti a caccia, che è reato in base alle norme nazionali. Una situazione, scrivono le associazioni, "di clamorosa e reiterata violazione costituzionale che dà l'idea della gestione regionale della materia venatoria, in gran parte piegata al mondo della caccia, e che è aggravata dalla pressoché totale assenza delle amministrazioni centrali".
"Per queste ragioni - concludono Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf Italia - è indispensabile ed urgente che il Governo e i Ministeri attivino correttivi seri, a cominciare dall'immediata impugnazione delle quattro leggi citate e da una ben diversa pianificazione del futuro dell'attività venatoria, che non può più continuare sul cattivo sentiero percorso in questi anni".
Nel solo dicembre 2017 - scrivono le associazioni - Veneto, Lombardia, Puglia, Liguria hanno approvato norme che violano in maniera palese le leggi nazionali di riferimento e il dettato costituzionale. Il Veneto ha introdotto nuovamente la "mobilità venatoria" non consentita dalla legge 157; la Lombardia ha modificato illegittimamente le regole di annotazione dei capi abbattuti sul tesserino venatorio; la Puglia ha modificato il concetto di "esercizio venatorio", definendolo in modo improprio; la Liguria sta tentando illegalmente di consentire la commercializzazione in sagre e fiere di animali abbattuti a caccia, che è reato in base alle norme nazionali. Una situazione, scrivono le associazioni, "di clamorosa e reiterata violazione costituzionale che dà l'idea della gestione regionale della materia venatoria, in gran parte piegata al mondo della caccia, e che è aggravata dalla pressoché totale assenza delle amministrazioni centrali".
"Per queste ragioni - concludono Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf Italia - è indispensabile ed urgente che il Governo e i Ministeri attivino correttivi seri, a cominciare dall'immediata impugnazione delle quattro leggi citate e da una ben diversa pianificazione del futuro dell'attività venatoria, che non può più continuare sul cattivo sentiero percorso in questi anni".
Le prime parole di Wikie, l'orca parlante – ASCOLTA Imparare nuovi suoni è cruciale per la comunicazione nel branco
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/animali/2018/01/31/le-prime-parole-di-wikie-lorca-parlante-ascolta_536fdc01-cc13-47fc-8690-82a0871ed6fe.html
"Hello", "bye bye", "one, two, three": si possono distinguere nettamente queste parole, tra i vocalizzi e i gorgoglii emessi da Wikie, un'orca di 14 anni addestrata ad imitare la voce umana. Le sue prime parole sono registrate in un file audio che sta facendo il giro del web "Hello", "bye bye", "one, two, three": si possono distinguere nettamente queste parole, tra i vocalizzi e i gorgoglii emessi da Wikie, un'orca di 14 anni addestrata ad imitare la voce umana.
Le sue prime parole, registrate in un file audio che sta facendo il giro del web, sono frutto della straordinaria capacità che le orche hanno nell'apprendere nuovi suoni: un'abilità cruciale per la comunicazione all'interno del branco, dove spesso si possono distinguere addirittura diversi 'dialetti'. A indicarlo è lo studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B da un gruppo internazionale di ricerca guidato da Jose Abramson, della Pontificia Università Cattolica del Cile.
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Le prime parole dell'orca Wikie sono frutto di un vero e proprio addestramento, durante il quale l'animale ha imparato ad ubbidire ad un gesto della mano degli istruttori che significa "imita". Il segnale è stato usato inizialmente per indurre l'orca a imitare un suo simile che spruzzava dell'acqua. Successivamente, i ricercatori le hanno fatto ascoltare alcuni suoni per lei del tutto nuovo: cinque erano vocalizzi di altre orche, mentre altri sei erano pa...
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The 14-year-old orca can imitate her trainer’s words like ‘hello’ and ‘bye bye’. Learn more: http://www.sciencemag.org/news/2018/01/listen-killer-whale-say-h...
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Caccia: Wwf, nuovo bilancio negativo per chiusura stagione "Anno da dimenticare tra vittime e politiche filovenatorie"
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/animali/2018/01/31/caccia-wwf-nuovo-bilancio-negativo-per-chiusura-stagione_8ec91d5b-5d3d-4929-a832-89f77916a332.html
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"Molti fatti negativi e rarissimi segnali positivi per la tutela della fauna selvatica e il rispetto della legalità". Da questo, secondo il Wwf, è stata caratterizzata la stagione della caccia che si chiude oggi. La situazione climatica, i drammatici incendi della scorsa estate, l'aumento dei morti per caccia, l'incremento del bracconaggio anche su specie protette, i provvedimenti delle Regioni sempre a vantaggio dei cacciatori e contro la tutela di animali, natura e normative europee e internazionali, osserva l'associazione in una nota, "hanno aggravato la situazione".
Venticinque morti e 58 feriti è, ricorda il Wwf, il bilancio di fine dicembre della stagione di caccia, in cui l'associazione si è trovata nuovamente a "dover arginare proposte di legge finalizzate a deregolamentare ulteriormente il settore a tutto vantaggio delle potenti lobby dei cacciatori e dei produttori di armi". Non è andata meglio sul versante delle Regioni che, rileva l'associazione, ad eccezione dell'Abruzzo, "hanno dato il peggio di sé all'inizio della stagione venatoria: invece di rinviare ad ottobre l'avvio della caccia per dare una tregua e consentire di riprendersi agli animali selvatici stremati dal caldo estremo, dagli estesi incendi e dalla siccità, hanno anticipato la stagione venatoria". Come se non bastasse, a dicembre 2017 e gennaio, nota ancora il Wwf, "vi è stato un fiorire di leggi regionali non conformi alla legge quadro sulla caccia. Le notizie peggiori si sono registrate sul bracconaggio.
Uccisioni di specie protette, detenzione illegali o gravi maltrattamenti ai danni di animali selvatici, molti dei quali durante la stagione di caccia sono alcuni dei casi più eclatanti seguiti dal Wwf nel 2017. L'associazione chiede che il Paese si allinei agli standard internazionali ed europei in materia di tutela della fauna selvatica e di prelievo venatorio, migliorando la vigilanza e aumentando i controlli, riducendo il periodo di caccia e riformando il sistema sanzionatorio penale.
Venticinque morti e 58 feriti è, ricorda il Wwf, il bilancio di fine dicembre della stagione di caccia, in cui l'associazione si è trovata nuovamente a "dover arginare proposte di legge finalizzate a deregolamentare ulteriormente il settore a tutto vantaggio delle potenti lobby dei cacciatori e dei produttori di armi". Non è andata meglio sul versante delle Regioni che, rileva l'associazione, ad eccezione dell'Abruzzo, "hanno dato il peggio di sé all'inizio della stagione venatoria: invece di rinviare ad ottobre l'avvio della caccia per dare una tregua e consentire di riprendersi agli animali selvatici stremati dal caldo estremo, dagli estesi incendi e dalla siccità, hanno anticipato la stagione venatoria". Come se non bastasse, a dicembre 2017 e gennaio, nota ancora il Wwf, "vi è stato un fiorire di leggi regionali non conformi alla legge quadro sulla caccia. Le notizie peggiori si sono registrate sul bracconaggio.
Uccisioni di specie protette, detenzione illegali o gravi maltrattamenti ai danni di animali selvatici, molti dei quali durante la stagione di caccia sono alcuni dei casi più eclatanti seguiti dal Wwf nel 2017. L'associazione chiede che il Paese si allinei agli standard internazionali ed europei in materia di tutela della fauna selvatica e di prelievo venatorio, migliorando la vigilanza e aumentando i controlli, riducendo il periodo di caccia e riformando il sistema sanzionatorio penale.
Euroflora torna a Genova, attesi 300 mila visitatori Rassegna floreale mancava da sette anni dal capoluogo ligure
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/natura/2018/01/31/euroflora-torna-a-genova-attesi-300-mila-visitatori_69e4d3cc-5c5f-4e70-a116-b1c7b088a952.html
(ANSA) - GENOVA, 31 GEN - Torna a Genova dal 21 aprile al 6 maggio Euroflora, una delle principali rassegne floreali del mondo, che per la prima volta sarà organizzata ai Parchi di Nervi con 'la bellezza' come tema centrale.
Tra 250 e 300 mila i visitatori attesi, con un 'tetto' di 20 mila al giorno, 500 mila i fiori coloratissimi che formeranno composizioni a contrasto con il verde dei prati, 86 mila i metri quadrati del complesso storico-naturalistico affacciato sul mare, 8 mila i metri quadrati di scenografie, 17 mila quelli riservati agli espositori, lungo 5 km di percorsi.
L'evento è stato presentato a Palazzo Tursi dal sindaco Marco Bucci, dal presidente della Regione Giovanni Toti, dal project manager dell'evento Rino Surace.
La manifestazione mancava da Genova da 7 anni. Attesi florovivaisti da tutto il mondo. Ad accogliere i visitatori, cerchi concentrici realizzati con fiori blu e bianchi, quadri floreali con lingue di fuoco, cavalli giganteschi al galoppo, specchi d'acqua con ninfee bianche e rosa. Una grande scenografia tridimensionale basata sul principio dell'anamorfosi: la struttura si rivela man mano che ci si avvicina, fino a un'area dedicata alle rose.
"Le cose belle sono sempre delle sfide, se un genovese ha scoperto l'America, perché dovremmo aver paura a fare l'Euroflora a Nervi?", ha detto il sindaco Bucci rispondendo a chi teme che la manifestazione crei danni alla fragilità della location. "La Regione ha stanziato 2 milioni per la riqualificazione dei Parchi di Nervi", sottolinea il governatore Toti. Surace annuncia "un accordo con le Fs per facilitare gli accessi.
I costi della rassegna saranno coperti dai biglietti venduti e sarà creata una società ad hoc per trovare fondi. I biglietti di ingresso, al costo di 23 euro, compreso l'uso delle navette, si potranno acquistare online dal 10 febbraio sul sito web www.euroflora2018.it.(ANSA).
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Tra 250 e 300 mila i visitatori attesi, con un 'tetto' di 20 mila al giorno, 500 mila i fiori coloratissimi che formeranno composizioni a contrasto con il verde dei prati, 86 mila i metri quadrati del complesso storico-naturalistico affacciato sul mare, 8 mila i metri quadrati di scenografie, 17 mila quelli riservati agli espositori, lungo 5 km di percorsi.
L'evento è stato presentato a Palazzo Tursi dal sindaco Marco Bucci, dal presidente della Regione Giovanni Toti, dal project manager dell'evento Rino Surace.
La manifestazione mancava da Genova da 7 anni. Attesi florovivaisti da tutto il mondo. Ad accogliere i visitatori, cerchi concentrici realizzati con fiori blu e bianchi, quadri floreali con lingue di fuoco, cavalli giganteschi al galoppo, specchi d'acqua con ninfee bianche e rosa. Una grande scenografia tridimensionale basata sul principio dell'anamorfosi: la struttura si rivela man mano che ci si avvicina, fino a un'area dedicata alle rose.
"Le cose belle sono sempre delle sfide, se un genovese ha scoperto l'America, perché dovremmo aver paura a fare l'Euroflora a Nervi?", ha detto il sindaco Bucci rispondendo a chi teme che la manifestazione crei danni alla fragilità della location. "La Regione ha stanziato 2 milioni per la riqualificazione dei Parchi di Nervi", sottolinea il governatore Toti. Surace annuncia "un accordo con le Fs per facilitare gli accessi.
I costi della rassegna saranno coperti dai biglietti venduti e sarà creata una società ad hoc per trovare fondi. I biglietti di ingresso, al costo di 23 euro, compreso l'uso delle navette, si potranno acquistare online dal 10 febbraio sul sito web www.euroflora2018.it.(ANSA).
In Puglia mandorli in fiore e gemme di albicocchi e peschi Coldiretti, rischio risveglio anticipato per vigne e ciliegi
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2018/01/31/in-puglia-mandorli-in-fiore-e-gemme-di-albicocchi-e-peschi_07c2ba38-3dfa-416f-9ae7-31557d7bd853.html
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Paesaggio primaverile in Puglia, con alberi di mandorlo in fiore e gemme di albicocchi e peschi che si stanno già dischiudendo, secondo le rilevazioni dei tecnici di Coldiretti Puglia. "Oltre ai mandorli già in fiore, se dovessero perdurare le attuali temperature minime troppo alte per la media stagionale e il caldo anomalo - dice Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia - il rischio è che vigne, ciliegi e altri alberi da frutto, impossibilitati a vivere appieno la fas...
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Paesaggio primaverile in Puglia, con alberi di mandorlo in fiore e gemme di albicocchi e peschi che si stanno già dischiudendo, secondo le rilevazioni dei tecnici di Coldiretti Puglia. "Oltre ai mandorli già in fiore, se dovessero perdurare le attuali temperature minime troppo alte per la media stagionale e il caldo anomalo - dice Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia - il rischio è che vigne, ciliegi e altri alberi da frutto, impossibilitati a vivere appieno la fase di quiescenza, subirebbero un 'risveglio' anticipato, con fioriture anomale già a febbraio".
"A nulla vale più - aggiunge - la programmazione degli orticoltori che in Puglia raccolgono broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, tutti maturati contemporaneamente per le temperature primaverili. Con la natura sconvolta a preoccupare è il possibile prossimo ed improvviso abbassamento della temperatura sulle piante in fiore con effetti disastrosi sulla raccolta dei frutti primaverile ed estiva".
"A nulla vale più - aggiunge - la programmazione degli orticoltori che in Puglia raccolgono broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, tutti maturati contemporaneamente per le temperature primaverili. Con la natura sconvolta a preoccupare è il possibile prossimo ed improvviso abbassamento della temperatura sulle piante in fiore con effetti disastrosi sulla raccolta dei frutti primaverile ed estiva".
Agli italiani piace il vetro, maggiori consumatori in Ue Assovetro, produzione in crescita nel 2017
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/vivere_green/2018/01/31/agli-italiani-piace-il-vetro-maggiori-consumatori-in-ue_51e4ee2d-9a78-4c1f-ac68-794aa1081666.html
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Gli italiani sono tra i principali consumatori di vetro dell'Unione europea per un valore annuo procapite pari a 78,5 euro, superiore a quello dei tedeschi (75,6 euro procapite), dei francesi (64 euro), degli inglesi (58,5 euro), degli spagnoli (51,8 euro) e del valore medio dei paesi della Ue (68,8 euro). In particolare, per gli imballaggi il consumo degli italiani pari 26,4 euro procapite è più alto di quello di altri paesi dell' Ue.
Lo fa sapere Assovetro (l'associazione nazionale degli industriali del vetro) nel rilevare che nei primi dieci mesi del 2017 la produzione di Bottiglie è cresciuta dell'1,8% (rispetto allo stesso periodo del 2016) a quasi tre milioni di tonnellate (2.958.534), quella dei Vasi è aumentata del 5,6%, quella dei Flaconi del 2% e quella del Casalingo dell'1,3% "più esposta alla competizione estera", ha osservato il presidente dei produttori di vetro cavo di Assovetro Marco Ravasi. Bene anche l'export di Bottiglie con +3,9% a 242.585 tonnellate mentre - sempre su base tendenziale da gennaio ad ottobre 2017 - in flessione i Flaconi (-2,5%) e il Casalingo (-3%). L'importazione è calata per Bottiglie (-6,9%) e Flaconi (-13% mentre è aumentata per Vasi (+5,4%) e Casalingo (+8,6%).
In 10 anni, ha detto Ravasi, sono state ridotte le emissioni di ossido di azoto (-20%), di zolfo (-9%) e delle Polveri (-50%); è aumentato del 62% il rottame in sostituzione delle materie prime vergini ed è stato ridotto del 30% lo spessore dei contenitori.
Guardando al bilancio socio-economico, l'industria italiana del vetro occupa circa 20mila lavoratori, produce un fatturato di 1,5 miliardi di euro, "l'1 per mille del Pil", ha osservato Ravasi aggiungendo che la media degli investimenti annuali si aggira intorno ai 90 milioni e il contributo fiscale è di circa 170 milioni. Il 71,4% è stato il tasso di riciclo nel 2016 (+1,6%). Assovetro rileva che l'approvvigionamento di materie prime e rottami è per l'81% di provenienza nazionale; l'88% è la quantità di contenitori in vetro venduta al mercato interno.
Il vetro per gli italiani, igienico ed ecologico
Ricerca Censis, per 28 milioni in alcuni ambiti è insostituibile
Igienico, salutare, riciclabile ed ecologico: sono le qualità che la maggior parte degli italiani attribuisce al vetro, richiamando "la centralità della salute e la sostenibilità" e collocandolo quindi "sulla frontiera più avanzata delle culture contemporanee". E' uno dei risultati della ricerca del Censis "Il valore sociale di prodotti e attività dell'industria vetraria in Italia" svolta per Assovetro su un campione di duemila persone. Per 28 milioni di italiani il vetro è poco o per niente sostituibile in utilizzi e ambiti di vita decisivi, per 15,5 milioni non c'è alcun ambito o utilizzo in cui possa essere sempre sostituito; per l'81% degli italiani è il packaging più sostenibile, per il 65% più sicuro per il cibo e per il 72% per le bevande. Per il 35,7% il vetro è igienico e salutare, per il 25,9% è ecologico e riciclabile, per il 12,1% è sicuro, per il 4,9% è classico e per il 4,8% è versatile, utilizzabile per tante cose in modo diverso. I Millennials, ha spiegato il responsabile Area Politiche sociali del Censis, Francesco Maietta, sono la classe di età che ha la visione più articolata delle proprietà del vetro, segnale del loro alto apprezzamento per il valore funzionale del vetro e, più ancora, della sua poliedricità. Il termine che più viene in mente ad un giovane nel pensare al vetro è ecologico, riciclabile (24,7%) a differenza delle altre classi di età che, invece, richiamano in primis igienico e salutare (percezione prevalente fra anziani, adulti e famiglie con figli). Oggi il vetro è in sintonia piena, funzionale e culturale, con i Millennials, osserva il Censis. Il vetro non è mai sostituibile per le bottiglie di vino (per il 40,9% del campione), di birra (31,7%), per i contenitori di profumi (25,9%). Nel 2018, secondo stime, il vetro raggiungerà l'obiettivo del 75% di riciclo cioè un tasso pari a due terzi del totale del vetro messo in consumo.
Lo fa sapere Assovetro (l'associazione nazionale degli industriali del vetro) nel rilevare che nei primi dieci mesi del 2017 la produzione di Bottiglie è cresciuta dell'1,8% (rispetto allo stesso periodo del 2016) a quasi tre milioni di tonnellate (2.958.534), quella dei Vasi è aumentata del 5,6%, quella dei Flaconi del 2% e quella del Casalingo dell'1,3% "più esposta alla competizione estera", ha osservato il presidente dei produttori di vetro cavo di Assovetro Marco Ravasi. Bene anche l'export di Bottiglie con +3,9% a 242.585 tonnellate mentre - sempre su base tendenziale da gennaio ad ottobre 2017 - in flessione i Flaconi (-2,5%) e il Casalingo (-3%). L'importazione è calata per Bottiglie (-6,9%) e Flaconi (-13% mentre è aumentata per Vasi (+5,4%) e Casalingo (+8,6%).
In 10 anni, ha detto Ravasi, sono state ridotte le emissioni di ossido di azoto (-20%), di zolfo (-9%) e delle Polveri (-50%); è aumentato del 62% il rottame in sostituzione delle materie prime vergini ed è stato ridotto del 30% lo spessore dei contenitori.
Guardando al bilancio socio-economico, l'industria italiana del vetro occupa circa 20mila lavoratori, produce un fatturato di 1,5 miliardi di euro, "l'1 per mille del Pil", ha osservato Ravasi aggiungendo che la media degli investimenti annuali si aggira intorno ai 90 milioni e il contributo fiscale è di circa 170 milioni. Il 71,4% è stato il tasso di riciclo nel 2016 (+1,6%). Assovetro rileva che l'approvvigionamento di materie prime e rottami è per l'81% di provenienza nazionale; l'88% è la quantità di contenitori in vetro venduta al mercato interno.
Il vetro per gli italiani, igienico ed ecologico
Ricerca Censis, per 28 milioni in alcuni ambiti è insostituibile
Igienico, salutare, riciclabile ed ecologico: sono le qualità che la maggior parte degli italiani attribuisce al vetro, richiamando "la centralità della salute e la sostenibilità" e collocandolo quindi "sulla frontiera più avanzata delle culture contemporanee". E' uno dei risultati della ricerca del Censis "Il valore sociale di prodotti e attività dell'industria vetraria in Italia" svolta per Assovetro su un campione di duemila persone. Per 28 milioni di italiani il vetro è poco o per niente sostituibile in utilizzi e ambiti di vita decisivi, per 15,5 milioni non c'è alcun ambito o utilizzo in cui possa essere sempre sostituito; per l'81% degli italiani è il packaging più sostenibile, per il 65% più sicuro per il cibo e per il 72% per le bevande. Per il 35,7% il vetro è igienico e salutare, per il 25,9% è ecologico e riciclabile, per il 12,1% è sicuro, per il 4,9% è classico e per il 4,8% è versatile, utilizzabile per tante cose in modo diverso. I Millennials, ha spiegato il responsabile Area Politiche sociali del Censis, Francesco Maietta, sono la classe di età che ha la visione più articolata delle proprietà del vetro, segnale del loro alto apprezzamento per il valore funzionale del vetro e, più ancora, della sua poliedricità. Il termine che più viene in mente ad un giovane nel pensare al vetro è ecologico, riciclabile (24,7%) a differenza delle altre classi di età che, invece, richiamano in primis igienico e salutare (percezione prevalente fra anziani, adulti e famiglie con figli). Oggi il vetro è in sintonia piena, funzionale e culturale, con i Millennials, osserva il Censis. Il vetro non è mai sostituibile per le bottiglie di vino (per il 40,9% del campione), di birra (31,7%), per i contenitori di profumi (25,9%). Nel 2018, secondo stime, il vetro raggiungerà l'obiettivo del 75% di riciclo cioè un tasso pari a due terzi del totale del vetro messo in consumo.
Parigi è sporca, bacchettata la sindaca Topi, immondizia, veicoli rotti. Ma rapporto pagato 224.000 euro
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/rifiuti_e_riciclo/2018/01/31/parigi-e-sporca-bacchettata-la-sindaca_3c5c2135-d036-4b9b-997d-3c20758ec339.html
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Parigi è sporca, c'è immondizia nelle strade e i topi la invadono: un rapporto - che il Canard Enchainé informa essere stato pagato 224.000 euro dal Comune - raccomanda al Comune di occuparsi meglio dell'igiene della capitale e dello stato dei suoi veicoli di nettezza urbana. Il rapporto raccomanda di "pulire meglio", "sporcare meno" e "valutare e organizzare meglio le risorse". In particolare, però, il rapporto punta il dito contro l'assottigliamento dei mezzi e del personale adibito alla pulizia delle strade. Nuovi veicoli per le pulizie, lotta all'assenteismo degli addetti alla nettezza urbana, ammodernamento degli strumenti, queste alcune delle raccomandazioni, giunte mentre imperversa la polemica sull'invasione di topi in città, dovuta anche alla piena della Senna che ha "scacciato" i roditori dai dintorni del fiume. Un'altra polemica è stata innescata dal settimanale Le Canard Enchainé per i 224.000 euro spesi per il rapporto, un sondaggio condotto in 7 commissioni composte ognuna da 15 parigini
Banane e mele tra sprechi più frequenti nei supermercati Studio, da 7 prodotti la metà di scarti del reparto ortofrutta
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/rifiuti_e_riciclo/2018/01/31/banane-e-mele-tra-sprechi-piu-frequenti-nei-supermercati_40dd24a8-7755-409a-8633-e5819069a71c.html
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Banane, mele, pomodori, ma anche insalata, peperoni, pere e uva: sono queste le categorie ortofrutticole che più contribuiscono agli sprechi alimentari dei supermercati. Lo afferma uno studio svedese della Karlstad University, pubblicato sulla rivista Resources, Conservation and Recycling.
Secondo i ricercatori questi 7 prodotti contribuiscono a quasi la metà degli scarti di frutta e verdura fresche nei negozi. Potenzialmente, affermano, lo spreco di cibo si potrebbe ridurre concentrando l'attenzione solo su questa serie ristretta di alimenti. Misure ad hoc potrebbero ridurre gli sprechi con vantaggi per l'ambiente e per le tasche dei rivenditori.
Il team ha analizzato gli sprechi di frutta e verdura di tre grandi supermercati svedesi sulla base di tre fattori: quantità, costi economici e impatto sul clima. Le banane sono risultate il prodotto peggiore: maturano molto rapidamente e finiscono così più spesso nella spazzatura di ogni altro prodotto. Sono anche il frutto con l'impatto ambientale maggiore. Guardando solo alle ricadute economiche degli sprechi i prodotti peggiori sono risultati lattuga ed erbe aromatiche fresche.
Il grosso dei costi associati agli sprechi, circa l'85%, è risultato legato ai prodotti in sé che finiscono nella spazzatura. I costi gestionali, legati alla rimozione degli scarti, ammontano a circa il 6%. Un altro 9% è legato alle ore perse dai commessi per rimuovere i prodotti, registrate le perdite e smaltire gli scarti. Secondo l'analisi costi-benefici condotta dai ricercatori ai rivenditori converrebbe investire di più nell'aumento di ore che il personale dedica alla gestione degli scarti, con l'obiettivo di ridurli. Una migliore supervisione del reparto ortofrutta inoltre aiuterebbe i supermercati a calibrare meglio gli ordini ai grossisti.(ANSA).
Secondo i ricercatori questi 7 prodotti contribuiscono a quasi la metà degli scarti di frutta e verdura fresche nei negozi. Potenzialmente, affermano, lo spreco di cibo si potrebbe ridurre concentrando l'attenzione solo su questa serie ristretta di alimenti. Misure ad hoc potrebbero ridurre gli sprechi con vantaggi per l'ambiente e per le tasche dei rivenditori.
Il team ha analizzato gli sprechi di frutta e verdura di tre grandi supermercati svedesi sulla base di tre fattori: quantità, costi economici e impatto sul clima. Le banane sono risultate il prodotto peggiore: maturano molto rapidamente e finiscono così più spesso nella spazzatura di ogni altro prodotto. Sono anche il frutto con l'impatto ambientale maggiore. Guardando solo alle ricadute economiche degli sprechi i prodotti peggiori sono risultati lattuga ed erbe aromatiche fresche.
Il grosso dei costi associati agli sprechi, circa l'85%, è risultato legato ai prodotti in sé che finiscono nella spazzatura. I costi gestionali, legati alla rimozione degli scarti, ammontano a circa il 6%. Un altro 9% è legato alle ore perse dai commessi per rimuovere i prodotti, registrate le perdite e smaltire gli scarti. Secondo l'analisi costi-benefici condotta dai ricercatori ai rivenditori converrebbe investire di più nell'aumento di ore che il personale dedica alla gestione degli scarti, con l'obiettivo di ridurli. Una migliore supervisione del reparto ortofrutta inoltre aiuterebbe i supermercati a calibrare meglio gli ordini ai grossisti.(ANSA).
Corte Conti Ue farà audit in Italia su desertificazione Sotto esame l'uso dei fondi europei per arginare il fenomeno
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/acqua/2018/01/31/corte-conti-ue-fara-audit-in-italia-su-desertificazione_4b5488bf-c64c-47db-b42c-7719715e5764.html
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La Corte dei Conti Ue condurrà un audit in Italia, Spagna, Portogallo, Romania e Portogallo per verificare l'efficacia delle politiche europee a contrasto della desertificazione. L'Ue finanzia progetti anti-desertificazione con una varietà di fondi e programmi, come il Fondo per lo sviluppo rurale, il programma LIFE e i programmi di ricerca.
Erosione dei suoli, scarsità d'acqua e temperature più elevate aumentano il rischio di desertificazione. "Gli studi indicano che fino al 44% della Spagna, il 33% del Portogallo e quasi il 20% della Grecia e dell'Italia sono ad alto rischio di erosione del suolo", si legge in una note della Corte. La relazione di audit dovrebbe essere pubblicata entro la fine del 2018.
Erosione dei suoli, scarsità d'acqua e temperature più elevate aumentano il rischio di desertificazione. "Gli studi indicano che fino al 44% della Spagna, il 33% del Portogallo e quasi il 20% della Grecia e dell'Italia sono ad alto rischio di erosione del suolo", si legge in una note della Corte. La relazione di audit dovrebbe essere pubblicata entro la fine del 2018.
Commissione Ue propone nuove norme su qualità acque potabili Fra gli obiettivi ridurre l'uso di bottiglie di plastica
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/acqua/2018/01/31/commissione-ue-propone-nuove-norme-su-qualita-acque-potabili_66a19f33-1435-471c-9832-e1fd89ad94c0.html
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BRUXELLES - Il collegio dei commissari Ue ha adottato mercoledì 31 proposte di modifiche alla direttiva acque potabili. Lo ha confermato il vicepresidente dell'Esecutivo Ue Jyrki Katainen. Come anticipato dall'ANSA le proposte, che saranno presentate nel dettaglio domani, hanno l'obiettivo di aumentare non solo la qualità dell'acqua potabile per i cittadini delle aree svantaggiate, ma anche delle informazioni disponibili a livello regionale e locale, portandole a un livello di dettaglio pari a quello delle etichette delle acque in bottiglia. L'obiettivo è incoraggiare i consumi di acqua dal rubinetto contribuendo a ridurre l'uso delle bottiglie di plastica. La Commissione proporrà inoltre di introdurre il monitoraggio sulle microplastiche nei bacini idrici. Il progetto di direttiva segue l'iniziativa dei cittadini europei Right2water del 2014.
Boom dei 'green bond', nel 2018 raggiungeranno 200 mld dlr Analisti, Europa in testa ma Nord America sta colmando divario
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/green_economy/2018/01/31/boom-dei-green-bond-nel-2018-raggiungeranno-200-mld-dlr_3f2e6566-2200-42fd-9798-7858f78cb2f9.html
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Decolla il mercato mondiale dei 'green bond', gli strumenti finanziari usati per sostenere progetti e attività rispettose dell'ambiente. Secondo gli analisti di Standard & Poor's, nel 2018 le emissioni raggiungeranno i 200 miliardi di dollari, con un incremento del 30% rispetto ai 155 miliardi del 2017. A confronto, nel 2013 erano stati emessi bond verdi per appena 13 miliardi di dollari.
"Il mercato dei green bond è cresciuto dell'80% all'anno negli ultimi cinque anni, dimostrando un rapido sviluppo dei nuovi mercati verdi, unito alla continua spinta politica globale per affrontare il cambiamento climatico", ha scritto l'analista Noemie De La Gorce.
A livello geografico, l'Europa si conferma il primo mercato per la finanza eco-sostenibile, ma il Nord America sta colmando il divario, con gli Usa che nel 2017 hanno raddoppiato le emissioni. Sempre secondo l'analista, i green bond manterranno la loro posizione anche nei mercati emergenti, con la Cina in testa seguita da India e Messico.
"Il mercato dei green bond è cresciuto dell'80% all'anno negli ultimi cinque anni, dimostrando un rapido sviluppo dei nuovi mercati verdi, unito alla continua spinta politica globale per affrontare il cambiamento climatico", ha scritto l'analista Noemie De La Gorce.
A livello geografico, l'Europa si conferma il primo mercato per la finanza eco-sostenibile, ma il Nord America sta colmando il divario, con gli Usa che nel 2017 hanno raddoppiato le emissioni. Sempre secondo l'analista, i green bond manterranno la loro posizione anche nei mercati emergenti, con la Cina in testa seguita da India e Messico.
Siracusa: crolla la piscina abusiva realizzata su un terreno a rischio. Era stata costruita a sud del Porto Grande di Ortigia in un’area nella quale sono presenti ancora numerosi reperti archeologici
di Isabella Di Bartolo
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2018/01/31/news/siracusa_crolla_la_piscina_abusiva_realizzata_su_un_terreno_a_rischio-187698349/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P20-S1.6-T1
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2018/01/31/news/siracusa_crolla_la_piscina_abusiva_realizzata_su_un_terreno_a_rischio-187698349/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P20-S1.6-T1
Per scappare da leoni o un ghepardi mai correre alla massima velocità. Così zebre e impala si sono evoluti usando cambi di direzione, accelerazioni e frenate. Lo dimostra uno studio pubblicato su Nature
http://www.repubblica.it/ambiente/2018/01/26/news/per_scappare_da_un_leone_o_un_ghepardo_mai_correre_alla_massima_velocita_-187324423/?ref=RHPF-VA-I0-C6-P5-S1.6-T1
di Giacomo Talignani
di Giacomo Talignani
WWF PAC, le proposte della coalizione 'Cambiamo agricoltura'
http://www.wwf.it/news/notizie/?37600/PAC-le-proposte-della-coalizione-Cambiamo-agricoltura
“Riformare in modo radicale la Politica agricola comune per una maggiore sostenibilità verso la natura, la salute e la biodiversità e una maggiore equità sociale ed economica”. E’ il messaggio centrale lanciato oggi dalle associazioni della Coalizione “Cambiamoagricoltura” (Legambiente, Lipu, WWF, Fai, Aiab, Federbio, Pronatura, Isde e Associazione per l’agricoltura biodinamica) al convegno Metropoli Agricole che si è svolto all’Università degli Studi di Milano e organizzato da Fondazione Cariplo, Università degli Studi di Milano, Lipu-BirdLife Italia e altri enti in collaborazione con le altre associazioni di Cambiamo agricoltura. Mentre alla Fiera di Verona si celebrava questa mattina il vecchio modello della Pac che tanti danni ha causato alla salute dei cittadini e all’ambiente, le associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica e biodinamica lanciavano le loro proposte: profonda revisione dei pagamenti diretti che incentivano in modo iniquo e distorto la produzione, una riforma radicale delle politiche in modo da premiare gli agricoltori che nello svolgere la loro attività partecipano attivamente al mantenimento delle risorse naturali e paesaggistiche del territorio, un forte ridimensionamento nell’uso di pesticidi e prodotti chimici di sintesi, una politica di educazione alimentare e un cibo di qualità.
Cifre impressionanti sono emerse oggi in merito all’impatto del settore agricolo sull’ambiente e la salute, come per esempio le emissioni in atmosfera di ammoniaca, il principale precursore delle polveri sottili secondarie, pari a 100mila tonnellate all’anno nella sola Pianura padana, che si sommano a quelle di metano e ossidi d’azoto; l’altissima densità di allevamenti di regioni come la Lombardia (2,75 unità di bestiame per ettaro rispetto a una media italiana di 0,77); il calo del 42,4%, in pianura, degli uccelli tipici dell’ambiente agricolo negli ultimi 15 anni.
Un esempio virtuoso per la costruzione di un corretto paradigma agroecologico viene invece dall’agricoltura biologica e biodinamica dove l’ aumento di imprenditori agricoli e l’incremento delle vendite è stato pari al 20%, con forte presenza di giovani nelle vesti di nuovi imprenditori.
“Le opportunità di lavoro che offre un diverso modello di agricoltura sono notevoli – afferma Maria Grazia Mammuccini, di Federbio, associazione membro della Coalizione Cambiamo agricoltura– così come i benefici per l’ambiente e la salute dei consumatori. Serve inoltre un fondo dedicato alla biodiversità dato il grave stato di crisi della stessa”.
Durante la mattinata si è tenuta una tavola rotonda cui hanno partecipato Andrea Vettori della Dg Ambiente della Commissione europea, Gianni Fava, assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Andrea Magarini Pellini del Coordinamento Food Policy del Comune di Milano e altri esponenti in rappresentanza di Confagricoltura, Cia, Coldiretti, Slow Food Lombardia, Isde Italia, Federbio e Università di Milano.
“Siamo aperti anche per il futuro a un confronto con gli altri stakeholders per trovare punti in comune – conclude Claudio Celada, di Lipu-BirdLife Italia che oggi ha parlato in nome della coalizione - e lavorare insieme per un cambiamento serio di un modello che si è dimostrato insostenibile e dannoso a livello sociale, economico e ambientale”.
Notizie pubblicate su 31 January 2018
A Milano convegno "Metropoli agricole"
“Riformare in modo radicale la Politica agricola comune per una maggiore sostenibilità verso la natura, la salute e la biodiversità e una maggiore equità sociale ed economica”. E’ il messaggio centrale lanciato oggi dalle associazioni della Coalizione “Cambiamoagricoltura” (Legambiente, Lipu, WWF, Fai, Aiab, Federbio, Pronatura, Isde e Associazione per l’agricoltura biodinamica) al convegno Metropoli Agricole che si è svolto all’Università degli Studi di Milano e organizzato da Fondazione Cariplo, Università degli Studi di Milano, Lipu-BirdLife Italia e altri enti in collaborazione con le altre associazioni di Cambiamo agricoltura. Mentre alla Fiera di Verona si celebrava questa mattina il vecchio modello della Pac che tanti danni ha causato alla salute dei cittadini e all’ambiente, le associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica e biodinamica lanciavano le loro proposte: profonda revisione dei pagamenti diretti che incentivano in modo iniquo e distorto la produzione, una riforma radicale delle politiche in modo da premiare gli agricoltori che nello svolgere la loro attività partecipano attivamente al mantenimento delle risorse naturali e paesaggistiche del territorio, un forte ridimensionamento nell’uso di pesticidi e prodotti chimici di sintesi, una politica di educazione alimentare e un cibo di qualità.
Cifre impressionanti sono emerse oggi in merito all’impatto del settore agricolo sull’ambiente e la salute, come per esempio le emissioni in atmosfera di ammoniaca, il principale precursore delle polveri sottili secondarie, pari a 100mila tonnellate all’anno nella sola Pianura padana, che si sommano a quelle di metano e ossidi d’azoto; l’altissima densità di allevamenti di regioni come la Lombardia (2,75 unità di bestiame per ettaro rispetto a una media italiana di 0,77); il calo del 42,4%, in pianura, degli uccelli tipici dell’ambiente agricolo negli ultimi 15 anni.
Un esempio virtuoso per la costruzione di un corretto paradigma agroecologico viene invece dall’agricoltura biologica e biodinamica dove l’ aumento di imprenditori agricoli e l’incremento delle vendite è stato pari al 20%, con forte presenza di giovani nelle vesti di nuovi imprenditori.
“Le opportunità di lavoro che offre un diverso modello di agricoltura sono notevoli – afferma Maria Grazia Mammuccini, di Federbio, associazione membro della Coalizione Cambiamo agricoltura– così come i benefici per l’ambiente e la salute dei consumatori. Serve inoltre un fondo dedicato alla biodiversità dato il grave stato di crisi della stessa”.
Durante la mattinata si è tenuta una tavola rotonda cui hanno partecipato Andrea Vettori della Dg Ambiente della Commissione europea, Gianni Fava, assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Andrea Magarini Pellini del Coordinamento Food Policy del Comune di Milano e altri esponenti in rappresentanza di Confagricoltura, Cia, Coldiretti, Slow Food Lombardia, Isde Italia, Federbio e Università di Milano.
“Siamo aperti anche per il futuro a un confronto con gli altri stakeholders per trovare punti in comune – conclude Claudio Celada, di Lipu-BirdLife Italia che oggi ha parlato in nome della coalizione - e lavorare insieme per un cambiamento serio di un modello che si è dimostrato insostenibile e dannoso a livello sociale, economico e ambientale”.
Caccia, si chiude la stagione: bilancio WWF negativo
http://www.wwf.it/news/notizie/?37580/Caccia-si-chiude-la-stagione-bilancio-WWF-negativo
Morti per la caccia. Anche questa stagione venatoria è stata caratterizzata da numerosi e gravi incidenti di caccia. A novembre 2017, il WWF ha sentito l’esigenza di richiamare l’attenzione del Ministro dell’Interno evidenziando come in meno di due mesi si erano già registrate 44 vittime a causa dei cacciatori. Una situazione che a fine dicembre si era ulteriormente aggravata con ben 25 morti e 58 feriti.
Blitz del Parlamento. Come ogni anno il WWF si è trovato a dover arginare proposte di legge finalizzate a deregolamentare ulteriormente il settore a tutto vantaggio della potente lobby dei cacciatori e dell’ancora più potente lobby dei produttori di armi. Proprio agli sgoccioli della legislatura, attraverso un emendamento alla Legge di Bilancio dal titolo “controllo faunistico”, esponenti della maggioranza di governo hanno provato ad introdurre la caccia indiscriminata: un vero e proprio Far West venatorio che solo grazie ad una mobilitazione popolare si è riuscito ad evitare.
Le Regioni. Non è andata meglio sul versante delle Regioni che hanno fornito pessime prestazioni lungo quasi tutta la Penisola (leggi la lettera inviata a Gentiloni da ENPA, Lipu, LAC, LAV, WWF ). Tutte le Regioni, ad eccezione dell’Abruzzo, hanno dato il peggio di sé all’inizio della stagione venatoria: invece di rinviare ad ottobre l’avvio della caccia per dare una tregua e consentire di riprendersi agli animali selvatici stremati dal caldo estremo, dagli estesi incendi e dalla siccità, hanno anticipato la stagione venatoria.
Ma non basta. Solo nei mesi di dicembre 2017 e gennaio 2018 vi è stato un fiorire di leggi regionali non conformi alla legge quadro sulla caccia (Legge 157/1992): la Lombardia e la Liguria hanno stabilito regole sull’annotazione dei capi abbattuti che di fatto impediscono un reale controllo, il Veneto ha “regalato” 350.000 euro alle associazioni venatorie “per finanziare progetti di informazione e di sensibilizzazione dei cacciatori”, a vari scopi tra i quali “contrastare il deprecabile fenomeno del bracconaggio” (dimenticando che gli atti di bracconaggio non sono semplicemente fenomeni da deprecare, ma reati sanzionati dal codice penale che chi possiede una licenza di caccia dovrebbe conoscere bene). Le Marche hanno finanziato iniziative delle associazioni venatorie, legate alla “cultura e tradizioni dei cacciatori” definiti “valorizzatori dell’habitat e dell’ecosistema”, lasciando invece senza fondi i centri di educazione ambientale regionali; ancora la Liguria ha approvato una legge che non rispetta il divieto nazionale di commercio di fauna selvatica. la Puglia ha ridefinito il concetto di “esercizio venatorio”, limitandolo al solo impiego di “armi pronte all’uso e cariche”. Tutti provvedimenti sempre e solo a vantaggio dei cacciatori, anzi a vantaggio di quei cacciatori/bracconieri che non vogliono controlli.
Bracconaggio. E proprio sul bracconaggio si sono registrate le notizie peggiori: uccisioni di specie protette, detenzione illegali o gravi maltrattamenti ai danni di animali selvatici, molti dei quali durante la stagione di caccia. Questi alcuni dei casi più eclatanti seguiti dal WWF nel 2017: un lupo decapitato vicino Pesaro, due uccisi e esposti sulla strada a Radicofani, uno ucciso e lasciato come trofeo a una fermata del bus vicino Rimini. il ferimento di una rarissima aquila reale in un Parco regionale vicino Fabriano, di una aquila del Bonelli in Sicilia e di un falco pescatore vicino Todi, l’uccisione di un cervo sardo, specie particolarmente protetta, furti di piccoli o di uova di uccelli rapaci in tutto il Meridione (in Sicilia in particolare), numerosi casi di caccia illegale a Trento. Tutti reati rispetto ai quali, grazie al sostegno volontario di decine di avvocati, il WWF ha presentato denunce e esposti, costituendosi come parte civile nei procedimenti penali.
Le richieste del WWF. Anche questa stagione venatoria ha dimostrato la difficoltà del nostro Paese ad allinearsi agli standard internazionali ed europei in materia di tutela della fauna selvatica e di prelievo venatorio. Va totalmente invertita questa situazione in cui l’unico elemento positivo è la costante diminuzione del numero dei cacciatori.
È necessario migliorare e aumentare l’attività di vigilanza venatoria da parte delle forze dell’ordine e delle Amministrazioni locali. Va agevolata la nomina di nuove guardie volontarie delle associazioni di protezione ambientale, favorendone le attività nell’affiancamento alle Forze di polizia. Vanno aumentati i controlli, vanno introdotte regole più severe sul rilascio e sul rinnovo delle licenze di caccia. Va ridotto il periodo di caccia, così come vanno ridotte le aree aperte a tale attività che costituisce un reale pericolo per agricoltori, escursionisti o altre categorie che sempre più spesso sono vittime di “incidenti” di caccia.
E al nuovo Parlamento che si insedierà a marzo, il WWF Italia chiede una riforma del sistema sanzionatorio penale per l’uccisione, le catture illegali, il commercio illecito di animali appartenenti a specie protette dalle normative nazionali, europee o internazionali con l’introduzione del “Delitto di uccisione di specie protetta”.
Notizie pubblicate su 31 January 2018
Il bilancio della stagione venatoria che si chiude oggi è segnato da molti fatti negativi e rari segnali positivi per la tutela della fauna selvatica e il rispetto della legalità. La situazione climatica, i drammatici incendi della scorsa estate, l’aumento dei morti per caccia, l’incremento del bracconaggio anche su specie protette, i provvedimenti delle Regioni sempre a vantaggio dei cacciatori e contro la tutela di animali, natura e normative europee hanno aggravato la situazione, disegnando un quadro fortemente negativo per l’attività venatoria italiana. Anche quest’anno le guardie volontarie del WWF hanno dato il proprio contributo con migliaia di chilometri percorsi e centinaia di ore spese per assicurare la legalità e controllare il territorio in collaborazione con le forze dell’ordine ed in particolare con L’Arma dei Carabinieri con cui, dopo l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato, il WWF ha siglato un’importante accordo per la prevenzione e repressione dei reati ambientali e per l’informazione ed educazione ambientale. Proprio ai Carabinieri-Forestali per le attività in difesa dell’ambiente, della legalità e degli animali selvatici va un grande grazie da parte dell’associazione.Morti per la caccia. Anche questa stagione venatoria è stata caratterizzata da numerosi e gravi incidenti di caccia. A novembre 2017, il WWF ha sentito l’esigenza di richiamare l’attenzione del Ministro dell’Interno evidenziando come in meno di due mesi si erano già registrate 44 vittime a causa dei cacciatori. Una situazione che a fine dicembre si era ulteriormente aggravata con ben 25 morti e 58 feriti.
Blitz del Parlamento. Come ogni anno il WWF si è trovato a dover arginare proposte di legge finalizzate a deregolamentare ulteriormente il settore a tutto vantaggio della potente lobby dei cacciatori e dell’ancora più potente lobby dei produttori di armi. Proprio agli sgoccioli della legislatura, attraverso un emendamento alla Legge di Bilancio dal titolo “controllo faunistico”, esponenti della maggioranza di governo hanno provato ad introdurre la caccia indiscriminata: un vero e proprio Far West venatorio che solo grazie ad una mobilitazione popolare si è riuscito ad evitare.
Le Regioni. Non è andata meglio sul versante delle Regioni che hanno fornito pessime prestazioni lungo quasi tutta la Penisola (leggi la lettera inviata a Gentiloni da ENPA, Lipu, LAC, LAV, WWF ). Tutte le Regioni, ad eccezione dell’Abruzzo, hanno dato il peggio di sé all’inizio della stagione venatoria: invece di rinviare ad ottobre l’avvio della caccia per dare una tregua e consentire di riprendersi agli animali selvatici stremati dal caldo estremo, dagli estesi incendi e dalla siccità, hanno anticipato la stagione venatoria.
Ma non basta. Solo nei mesi di dicembre 2017 e gennaio 2018 vi è stato un fiorire di leggi regionali non conformi alla legge quadro sulla caccia (Legge 157/1992): la Lombardia e la Liguria hanno stabilito regole sull’annotazione dei capi abbattuti che di fatto impediscono un reale controllo, il Veneto ha “regalato” 350.000 euro alle associazioni venatorie “per finanziare progetti di informazione e di sensibilizzazione dei cacciatori”, a vari scopi tra i quali “contrastare il deprecabile fenomeno del bracconaggio” (dimenticando che gli atti di bracconaggio non sono semplicemente fenomeni da deprecare, ma reati sanzionati dal codice penale che chi possiede una licenza di caccia dovrebbe conoscere bene). Le Marche hanno finanziato iniziative delle associazioni venatorie, legate alla “cultura e tradizioni dei cacciatori” definiti “valorizzatori dell’habitat e dell’ecosistema”, lasciando invece senza fondi i centri di educazione ambientale regionali; ancora la Liguria ha approvato una legge che non rispetta il divieto nazionale di commercio di fauna selvatica. la Puglia ha ridefinito il concetto di “esercizio venatorio”, limitandolo al solo impiego di “armi pronte all’uso e cariche”. Tutti provvedimenti sempre e solo a vantaggio dei cacciatori, anzi a vantaggio di quei cacciatori/bracconieri che non vogliono controlli.
Bracconaggio. E proprio sul bracconaggio si sono registrate le notizie peggiori: uccisioni di specie protette, detenzione illegali o gravi maltrattamenti ai danni di animali selvatici, molti dei quali durante la stagione di caccia. Questi alcuni dei casi più eclatanti seguiti dal WWF nel 2017: un lupo decapitato vicino Pesaro, due uccisi e esposti sulla strada a Radicofani, uno ucciso e lasciato come trofeo a una fermata del bus vicino Rimini. il ferimento di una rarissima aquila reale in un Parco regionale vicino Fabriano, di una aquila del Bonelli in Sicilia e di un falco pescatore vicino Todi, l’uccisione di un cervo sardo, specie particolarmente protetta, furti di piccoli o di uova di uccelli rapaci in tutto il Meridione (in Sicilia in particolare), numerosi casi di caccia illegale a Trento. Tutti reati rispetto ai quali, grazie al sostegno volontario di decine di avvocati, il WWF ha presentato denunce e esposti, costituendosi come parte civile nei procedimenti penali.
Le richieste del WWF. Anche questa stagione venatoria ha dimostrato la difficoltà del nostro Paese ad allinearsi agli standard internazionali ed europei in materia di tutela della fauna selvatica e di prelievo venatorio. Va totalmente invertita questa situazione in cui l’unico elemento positivo è la costante diminuzione del numero dei cacciatori.
È necessario migliorare e aumentare l’attività di vigilanza venatoria da parte delle forze dell’ordine e delle Amministrazioni locali. Va agevolata la nomina di nuove guardie volontarie delle associazioni di protezione ambientale, favorendone le attività nell’affiancamento alle Forze di polizia. Vanno aumentati i controlli, vanno introdotte regole più severe sul rilascio e sul rinnovo delle licenze di caccia. Va ridotto il periodo di caccia, così come vanno ridotte le aree aperte a tale attività che costituisce un reale pericolo per agricoltori, escursionisti o altre categorie che sempre più spesso sono vittime di “incidenti” di caccia.
E al nuovo Parlamento che si insedierà a marzo, il WWF Italia chiede una riforma del sistema sanzionatorio penale per l’uccisione, le catture illegali, il commercio illecito di animali appartenenti a specie protette dalle normative nazionali, europee o internazionali con l’introduzione del “Delitto di uccisione di specie protetta”.