martedì 31 ottobre 2017

WWF Concentrazioni record per la C02 in atmosfera

Notizie pubblicate su 30 October 2017

Mai così alta da 800mila anni, impennata senza precedenti negli ultimi 70 anni


Nel 2016 la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera è balzata a una velocità senza precedenti al livello più alto mai registrato in 800mila anni: questo l'allarme che lancia la Meteorological Organization, l'Organizzazione meteorologica mondiale, agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di studiare il clima. Il repentino cambiamento registrato negli ultimi 70 anni nelle concentrazioni di CO2 (il principale gas climalterante)  viene definito dalla WMO "senza precedenti".
Le concentrazioni medie globali di CO2 hanno raggiunto le 403.3 parti per milione nel 2016 (erano 400 nel 2015) a causa della combinazione di attività umane e di un El Nino particolarmente forte: sono ora il 145% di quelle del periodo pre-industriale (prima del 1750), segnala il Greenhouse Gas Bulletin della Wmo.
"Un rapido incremento dei livelli atmosferici di CO2 e di altri gas serra ha il potenziale di avviare mutamenti senza precedenti nei sistemi climatici - avverte il rapporto - portando a gravi cambiamenti a livello economico ed ecologico'".
In vista della COP 23 della Convenzione sul clima delle Nazioni Unite (Bonn, 6-17 novembre) il WWF ha organizzato martedì 31 a Roma un incontro con la stampa, al quale prenderanno parte (in collegamento) anche esponenti del WWF Internazionale. Compito del meeting, il primo dopo l’annuncio della volontà di abbandonare l’Accordo di Parigi da parte della Amministrazione Trump, quello di definire le linee guida per l’attuazione dell'accordo di Parigi e lanciare un processo che porterà ad un nuovo set di obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni di carbonio nei prossimi 36 mesi. http://www.wwf.it/news/notizie/?35380/Concentrazioni-record-per-la-C02-in-atmosfera

Toscana, la discarica raddoppia? Per convincere la Regione Pd l’azienda manda il tecnico. Che è vicesindaco di Pisa col Pd

Il caso dell'impianto tra i colli di Volterra della cui chiusura si parla da vent'anni. Ma ora la società vuole conferire un altro milione di tonnellate di rifiuti perché, assicura il sindaco di Pomarance, porta soldi e lavoro. Ma le anomalie (e i possibili conflitti d'interessi) non mancano
La Regione Toscana si prepara ad autorizzare l’ampliamento della discarica di Bulera, della cui chiusura si parlava già quasi 20 anni fa, in un quadro che però è pieno di anomaliecontrolli ambientali ancora incompleti, potenziali conflitti di interesse, situazioni inopportune. Il luogo scelto si trova a Pomarance, in provincia di Pisa, e nel tempo ha già ingoiato anche scarti pieni di arsenicoamianto e fanghi contaminati da mercurio. E’ stato tenuto in vita per quasi vent’anni – dal 1999 – da diverse prorogheOra la società proprietaria, la Scl, chiede di seppellire lì dentro un altro milione di tonnellate di rifiuti speciali, in parte pericolosi, da qui al 2026. In cambio ha promesso occupazione e investimenti, ma senza autorizzazione della Regione, aveva detto al Fattoquotidiano.it il presidente di Scl Attilio Pellero mesi fa, “cade tutto, perché le risorse da investire dovrebbero venire in parte dalla discarica: l’alternativa sarà il Sud America”.
Possibili conflitti di interessi
In questa storia un po’ ingarbugliata un aspetto riguarda la responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Pomarance. L’architetta Roberta Costagli, infatti, da una parte firma pareri tecnici e rappresenta l’amministrazione in Regione. Dall’altra suo figlio lavora per la Scl, che – come detto – se non ottenesse i permessi, lascerebbe la Toscana. Coincidenza che non è affatto prova della mancanza di professionalità e obiettività della dirigente, ma che da sola potrebbe invalidare tutta la proceduraautorizzativa. L’Anac, l’autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, già nel 2015 aveva chiarito in un parere – in cui richiamava varie leggi in materia – che il dipendente pubblico dovrebbe dichiarare la sua posizione di potenziale conflitto di interessi e astenersi in via precauzionale da tutte le decisioni o attività “che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale”. Contattato da ilfatto.it, il sindaco di Pomarance Loris Martignoni – eletto con una lista civica – respinge ogni critica: “Siamo pienamente convinti della liceità. Qui non vedo un interesse personale”. L’architetta Costagli precisa: “Mi ero già confrontata su questo aspetto con l’avvocato. Il fatto che mio figlio lavori lì non credo c’entri nulla, perché non c’è soggettività nel rilasciare pareri tecnici. Se ho sbagliato lo dirà un giudice e comunque l’ho fatto in buona fede”.
No al consiglio comunale aperto
Nel frattempo il sindaco Martignoni ha respinto la richiesta di un consiglio comunale aperto, nonostante le quasi 1.300 firmecontro l’ampliamento della discarica in un territorio che fa poche decine di migliaia di abitanti. “Anche una direttiva europea di pochi mesi fa sollecita il coinvolgimento dei cittadini in questi casi –  spiega Rita Guidugli, insegnante in pensione che sta guidando la protesta – ma la nostra lettera è rimasta senza risposte ufficiali. Il sindaco, attraverso una telefonata della sua segretaria, si è reso disponibile solo per un incontro privato”. Martignoni resta della sua idea: “Penso che in questa fase finale il consiglio comunale aperto non servirebbe a risolvere la questione. Abbiamo avuto tempo per parlarci e comunque è difficile dialogare con persone che affrontano la cosa in maniera non tecnica, sollevando obiezioni strumentali, non esatte e non qualificate”.
Opportunità politica?
Non sono le uniche anomalie di questa storia. Alla conferenza dei servizi che si sta occupando dell’iter autorizzativo, infatti, in rappresentanza dell’azienda partecipa anche l’ingegner Paolo Ghezzi. È il progettista della Scl per l’ampliamento della discarica. Ma nella vita fa anche il vicesindaco del Comune di Pisa. Eletto con una lista civica, governa la città con il centrosinistra a guida Partito democratico. Allo stesso tempo, per l’impianto di Bulera, si interfaccia con la Regione, anch’essa sostenuta da una maggioranza di centrosinistra in larghissima parte rappresentata dal Partito Democratico, anche dopo la fuoriuscita del governatore Enrico Rossi, che ha fondato Mdp. La Regione nel 2016 ha aperto la strada al nuovo progetto attraverso un accordo proprio tra Rossi e la Scl, firmato anche da Comune di Pomarance e sindacati. Se la coincidenza non basta a mettere in dubbio la professionalità dell’ingegnere, rimane però una questione di convenienza e di opportunità, anche politica. “Io faccio l’ingegnere di professione e non mischio le due cose – assicura Ghezzi a IlFatto.it – Sono vent’anni che non mi pongo questioni del genere, se non quelle di giusta considerazione dei rapporti corretti tra le parti. Non ho mai attivato nessun tipo di elemento di conflitto tra la mia attività di ingegnere e quella amministrativa, né ho mai parlato direttamente con amministratori in tal senso. E il rapporto con la Scl va avanti da 15 anni”.
Criticità ambientali
Alle criticità politiche, poi, si sommano quelle ambientali, che ilFatto.it aveva già raccontato a giugno. I cittadini si dicono preoccupati per le tipologie di rifiuti che dovrebbero arrivare a Bulera prima della sua chiusura definitiva: il 20 per cento delleoltre mille tonnellate di scarti, infatti, dovrebbero essere pericolosi. Dunque anche tossici e cancerogeni, in un’area a rischio sismico e vicina a un affluente del fiume Cecina già inquinato da arsenico. “All’inizio di ottobre nell’area c’è stata una scossa di terremoto di magnitudo 3.0, con epicentro proprio nella zona della discarica – spiega Guidugli – Una faglia passa lì vicino e questo ci fa interrogare sulla stabilità del versante dove si trova il sito”.
E poi c’è il fatto che a distanza di mesi, l’Arpa Toscana non ha effettuato valutazioni sul problema dell’inquinamento atmosferico che genererà nell’abitato vicino l’andirivieni di camion carichi di rifiuti. I mezzi, infatti, per arrivare alla discarica di Bulera dovrebbero passare nel 95 per cento dei casi in mezzo al paese di Saline, frazione del comune di Volterra. “Solo nel 2015 sono transitati davanti alle abitazioni e ai negozi, a 100 metri dalla scuola, circa 5mila camion carichi di rifiuti in arrivo da ogni parte d’Italia. L’Arpa ha detto che le rilevazioni le farà adesso, ma ci chiediamo come, visto che al momento la discarica è ferma e che la centralina per la qualità dell’aria si trova in un altro Comune, a chilometri di distanza”, spiega la consigliera comunale di Saline Tiziana Garfagnini. Per il sindaco Martignoni “non ci sono criticità tecniche”. Nel 2016 aveva firmato un accordo per chiudere la discarica solo dopo lo smaltimento di un’altra montagna di rifiuti. “Questa è l’unica soluzione per assicurare lachiusura del sito – rivendica ora il sindaco – garantendone la corretta gestione e la sicurezza e assicurando allo stesso tempo la permanenza sul territorio di un’azienda che può generare uno sviluppo economico importante”.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10/31/toscana-la-discarica-raddoppia-per-convincere-la-regione-pd-lazienda-manda-il-tecnico-che-e-vicesindaco-di-pisa-col-pd/3942204/
di  | 31 ottobre 2017 

Miasmi al Meucci di Aprilia, la protesta degli studenti continua

di Raffaella Patricelli
In tanti hanno scelto di rimanere a casa, gli altri invece si sono radunati davanti all'istituto Meucci di via Carroceto con l'intezione di non voler entrare a scuola. L'aria è pesante anche questa mattina: gli studenti sono preoccupati per i miasmi che provengono dal fosso della Ficoccia e che da quasi un mese non li fa respirare rendendo le lezioni impossibili. Già ieri infatti gli studenti hanno interrotto gli insegnamenti per andare via da scuola prima. Sul posto anche questa mattina è intervenuto il sindaco Antonio Terra che parlato con i ragazzi con l'intenzione di tranquillizzarli e farli ragionare. I dati dell'Arpa sono attesi per questa mattina. Ma dalle prime indiscrezioni si è saputo che dalle analisi sarebbe emersa la presenza di escherichia coli nelle acque. Dunque c'è il sospetto che qualcuno scarichi le fogne proprio in quel canale, i dubbi però si concentrano su un affluente del Comune di Lanuvio. La problematica infatti viene affrontata in sinergia dalle amministrazioni di Aprilia e Lanuvio e dalla Polizia Locale. I ragazzi però sono stanchi e vogliono risposte: "Non entreremo a scuola se la situazione non verrà risolta, capiamo che ci vorrà del tempo ma così è impossibile studiare".
Martedì 31 Ottobre 2017 - Ultimo aggiornamento: 09:24

© RIPRODUZIONE RISERVATA http://www.ilmessaggero.it/latina/miasmi_al_meucci_di_aprilia_la_protesta_degli_studenti_continua-3336849.html

Mercalli: “I tramonti rossi? La colpa non è dello smog”“L’allarme Onu sul record di emissioni ci preoccupa per pochi giorni. Dovremmo rispettare almeno gli accordi di Parigi”



Sicilia L’ISOLA ALLE URNE La Lega confessa Liste sporche, il centrodestra adesso si fa schifo da solo
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Salvini dal trenino: “La Sicilia sarà la tomba di tutte le larghe intese”
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COME CI SIAMO RIDOTTI A RANE INFELICI DEL CONSUMISMO
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Russiagate, Trump trema: l’ex braccio destro agli arresti
tratto da www.ilfattoquotidiano.it


Trattato Onu aumenta protezione per 33 specie, anche giraffe Convenzione su specie selvatiche aggiorna elenchi tutela

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/animali/2017/10/30/trattato-onu-aumenta-protezione-per-33-specie-anche-giraffe_8ae6cf43-1f5b-488b-8b0d-8d6a66ee71e2.html
Scimpanzé, leopardi e giraffe sono tra le specie minacciate che dovranno ricevere ulteriore protezione nel mondo. Lo ha stabilito la 12/ma conferenza delle parti della Convenzione sulla conservazione delle specie migratorie e degli animali selvatici (trattato intergovernativo sotto l'ala del programma ambientale dell'Onu, Unep) che si è conclusa nel fine settimana a Manila, nelle Filippine.

I rappresentanti dei governi partecipanti, di oltre cento Paesi, si sono anche impegnati a cooperare per ridurre gli impatti negativi dell'inquinamento marino, di quello acustico e dei cambiamenti climatici sulle specie migratorie. Tra le 33 specie per cui è stata richiesta maggiore protezione c'è anche lo squalo balena, la specie di squalo più grande esistente. Per il Wwf ben venga l'aumentata tutela per diverse specie di squali, ma l'inclusione negli elenchi di tutela non basta. L'associazione del panda rimarca che ancora c'è carenza di azioni concrete per ridurre la pesca che danneggia specie già considerate dal trattato.

Due gli elenchi di tutela previsti dalla Convenzione: l'Appendice I, riservata a specie minacciate da estinzione che obbliga le parti a proteggere gli animali, a conservarne e ripristinarne gli habitat; l'Appendice II, che comprende le specie migratorie che necessitano o potrebbero beneficiare della cooperazione internazionale per la loro conservazione.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Pipistrello simbolo di Halloween a rischio scomparsa Sos per la nottola, diminuiscono i boschi in cui vive

È per la seconda volta di fila il "pipistrello dell'anno", per l'Unione internazionale per la conservazione della natura. Eppure rischia di scomparire, anche a causa della perdita di boschi maturi. È la nottola, chirottero la cui immagine è molto gettonata in questi giorni a ridosso di Halloween.

In questo periodo dell'anno le oltre 30 specie di pipistrelli che abitano l'Italia si stanno preparando al lungo riposo invernale nascoste in grotte e fessure, durante il quale ridurranno il battito cardiaco e sopravvivranno grazie alle riserve di grasso accumulate. Tra di loro, spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona), "ce n'è una che per arrivare dal nord-Europa fino al clima mite del nostro Paese, può migrare ogni anno per più di 700 chilometri, senza mai andare oltre la linea più meridionale che corre dal Golfo di Napoli al Golfo di Manfredonia".

Si tratta appunto della nottola, "vulnerabile" all'estinzione. La sua sventura è quella di prediligere i tronchi cavi dei boschi di latifoglie. "L'ambiente eletto per questa specie di microchirottero sta scomparendo", continua Avesani Zaborra. Non c'è una stima precisa del numero di esemplari che vivono in Italia, aggiunge, ma "c'è il dato certo" per cui gli habitat forestali maturi in cui questa specie vive si sono "ridotti a un tasso maggiore del 10% negli ultimi 30 anni". Il taglio dei vecchi alberi cavi e l'azione di disturbo da parte dell'uomo spingono questa specie a popolare anche gli ambienti urbani, dove però non sempre è vista di buon occhio.

"Sfatiamo il mito del pipistrello nei capelli e del pipistrello succhia-sangue", conclude l'esperto. "Si tratta di animali discreti e utili, che per muoversi nell'oscurità usano in modo efficace gli ultrasuoni. Si cibano di insetti, come le zanzare, e per questo sono una specie fondamentale per il mantenimento degli ecosistemi".
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/animali/2017/10/30/pipistrello-simbolo-di-halloween-a-rischio-scomparsa_7adc2ff6-1499-4f79-b89b-ab3f80f8b28f.html

I cambiamenti climatici rischiano di 'affamare' i lemuri Studio in Madagascar su specie che si nutre di bambù

Cattive notizie per i lemuri, specie icona del Madagascar. I cambiamenti climatici rischiano di far morire lentamente di fame una particolare specie di questo primate che si nutre quasi esclusivamente di una singola varietà di bambù.

L'allarme arriva da uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Current Biology e riguarda il prolemure dal naso largo, una specie considerata in "pericolo critico" di estinzione dalla Lista Rossa dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn).

Questi lemuri si nutrono di bambù e ne preferiscono i teneri germogli, molto nutrienti. Solo in caso di necessità, nelle stagioni secche, mangiano anche i tronchi, la corteccia del bambù, grazie a una dentatura "specializzata". Elemento che li accomuna con i panda giganti. Per effetto dei cambiamenti climatici, spiegano gli scienziati, nelle aree in cui si concentrano le popolazioni dei prolemuri dal naso largo sono attesi in futuro periodi di siccità più intensi. Di conseguenza questi lemuri potrebbero essere costretti a mangiare corteccia per periodi più lunghi del solito. Un comportamento che nel lungo periodo potrebbe lentamente affamarli, fino alla morte.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/animali/2017/10/30/i-cambiamenti-climatici-rischiano-di-affamare-i-lemuri_fcdf8dae-bba1-4af4-b859-2f0865850e97.html

Wwf, salgono a 200 i rinoceronti 'traslocati' in Sudafrica "Dal 2007 al 2016 il bracconaggio è aumentato del 9.000%"

E' stata "traslocata" con successo l'undicesima popolazione di rinoceronte nero in Sudafrica, nell'ambito del progetto Wwf di espansione territoriale (BRREP) per questa specie in via di estinzione. Lo rende noto l'associazione ambientalista ricordando che nel 1970, vivevano in Africa circa 65.000 rinoceronti neri e che in Sudafrica dal 2007 al 2016 il bracconaggio al rinoceronte è aumentato del 9.000%. Attualmente in tutto il Sudafrica ci sono circa 200 rinoceronti neri "traslocati" nell'ambito del progetto BRREP, circa il 10% della popolazione di rinoceronte nero di tutto il paese.
    I 14 rinoceronti catturati recentemente nei parchi della provincia di KwaZulu in Natal, sono stati rilasciati nel Nord del paese in una riserva di cui volutamente non è stato reso pubblico il nome. "Il rinoceronte nero (come d'altronde tutti i rinoceronti in Africa e in Asia) - spiega il Wwf - è vittima di uno spietato bracconaggio dovuto alla commercializzazione illegale del corno, utilizzato in alcuni paesi asiatici nella medicina tradizionale o come status simbol. Un corno di rinoceronte può essere venduto a 100.000 dollari al chilo, alimentando un mercato criminale di dimensioni drammatiche", osserva il Wwf spiegando che si stima che oggi sopravvivano solo tra i 5.000 e 5.500 animali.
    Il Progetto BRREP sta lavorando dal 2003 per salvare dall'estinzione questa specie, cercando di individuare territori protetti in cui possa vivere e riprodursi. Per la traslocazione, i rinoceronti catturati in libertà vengono sedati, imbracati e e spostati con gli elicotteri in località top secret affinché possano creare nuove popolazioni, aumentando le possibilità di recupero della specie. Il primo gruppo di rinoceronti è stato spostato nel 2004. L'auspicio è che nella nuova area gli animali traslocati recentemente si ambientino in fretta e la popolazione possa velocemente recuperare.

Il direttore del progetto BRREP, Jacques Flamand, ha commentato: "Alcune delle nostre giovani popolazioni sono cresciute tanto che ora alcuni animali possono essere traslocati in nuovi territori. Questa è una buona notizia perché dimostra che il piano per aumentare le popolazioni di rinoceronte nero attraverso la traslocazione sta funzionando". I rinoceronti in generale e il rinoceronte nero in particolare, "sono sotto enorme pressione. Dobbiamo davvero combattere per loro, minacciati come sono da un bracconaggio dilagante. Senza questi sforzi, questi meravigliosi animali sono destinati a scomparire ", ha aggiunto. 

Jo Shaw, direttore del WWF-SA Wildlife Programme, ha osservato che "per bilanciare le perdite dovute al bracconaggio è molto importante aumentare le nascite dei rinoceronti,. E qui entra in gioco il nostro progetto. È un ottimo esempio di come sia possibile raggiungere traguardi importanti lavorando insieme ". Morné du Plessis, CEO di WWF-Sudafrica, ha commentato: "Progetti come BRREP portano speranza in quanto contribuiscono alla ripresa del rinoceronte e mostrano ciò che è possibile fare quando c’è la volontà di salvare una specie dall’estinzione. Siamo felici di essere riusciti a realizzare con successo l'11 ° spostamento - e speriamo di stabilizzare molte altre popolazioni per salvaguardare il futuro di questa specie carismatica". 

BRREP è una collaborazione tra il WWF, l'Ezemvelo KZN Wildlife, l’ Eastern Cape Parks e l'Agenzia del Turismo con il contributo della Ford Wildlife Foundation.  
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/animali/2017/10/29/wwf-salgono-a-200-i-rinoceronti-traslocati-in-sud-africa_c7d6c2e5-5581-4552-af20-6dfb6bf67320.html

Raggi, a Roma 12 mila nuovi alberi e 2 boschi urbani Saranno piantati in periferia, a Centocelle e Tor Sapienza

"Il 19 novembre, insieme cittadini e associazioni, pianteremo 12.000 alberi a Roma per creare due nuovi boschi urbani a Centocelle e Tor Sapienza. Vi aspettiamo per questo primo grande passo di un percorso partecipato". Lo annuncia la sindaca di Roma Virginia Raggi.
"Dodicimila nuovi alberi per Roma. Nasceranno due boschi urbani a Centocelle e Tor Sapienza, un grande segnale di riforestazione urbana che arriva nel momento in cui facciamo il monitoraggio del patrimonio arboreo di Roma abbandonato da tanti anni", ha detto l'assessore all'Ambiente Pinuccia Montanari.
"La nostra è un'amministrazione che punta alla tutela del verde. Non più mera manutenzione ma far rigenerare la vita - le ha fatto eco il presidente della commissione capitolina Ambiente Daniele Diaco -. Come amministrazione dobbiamo preservare la natura, oggi vessata e in difficoltà. I cambiamenti climatici stanno suscitando tanta preoccupazione. Andremo a piantare molte essenze rispetto a quelle che abbatteremo per motivi di sicurezza".
La prima cittadina ha sottolineato che questo piano è un "primo passo verso una riforestazione della città di Roma, che è la più verde di Europa. Non è un mistero che gli alberi non vengono curati da tanti anni e stiamo correndo ai ripari. Al contempo dobbiamo rinverdire tutti gli spazi in stato di abbandono. Noi stiamo vivendo in un mondo con livelli di Co2 sempre più elevati. L'idea di invitare il 19 famiglie e bambini a piantare alberi è il segno della collaborazione tra cittadini e amministrazioni. Questa è una iniziativa che travalica ogni differenza".
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/natura/2017/10/30/raggi-a-roma-12-mila-nuovi-alberi-e-2-boschi-urbani_4671e03c-8a01-4f5a-9a05-1b05f43eb7fb.html

ecosistema urbano Latina nel 2016 era al 71.mo posto (%48,04) e nel 2017 scende all'89.mo posto (38,01) forse sarà bene comune, ma non certo sufficiente dal punto di vista ambientale



Ecosistema urbano 2017, Legambiente misura la sostenibilità delle città italiane

«Rammarico per l’eccellenza, che in nessun capoluogo riguarda tutti gli aspetti della qualità ambientale e dei servizi al cittadino»
[30 ottobre 2017]
http://www.greenreport.it/news/acqua/ecosistema-urbano-2017-legambiente-misura-la-sostenibilita-delle-citta-italiane/#prettyPhoto
https://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/ecosistema-urbano-2016-il-rapporto-di-legambiente-sulla-qualita-della-vita-nell
Fonte: Legambiente, Ecosistema Urbano 2016 (XXIII edizione)
Elaborazione: Ambiente Italia
(*)indicatore diversificato per dimensione della città (città grandi, città medie, città piccole)
 
CLASSIFICA FINALE ECOSISTEMA URBANO – XXIII edizione

Pos.
Città

Pos.
Città

Pos.
Città

1
Macerata
76,48%
36
Piacenza
55,62%
71
Latina
48,04%
2
Verbania
76,38%
37
Aosta
55,50%
72
Campobasso
47,43%
3
Mantova
70,51%
38
Siena
55,03%
73
Milano
47,26%
4
Trento
69,65%
39
Padova
55,00%
74
Prato
46,48%
5
Bolzano
69,55%
40
Pesaro
54,95%
75
Verona
45,97%
6
Parma
67,76%
41
Sondrio
54,64%
76
Pistoia
45,70%
7
Belluno
67,69%
42
Avellino
54,56%
77
Varese
45,53%
8
Oristano
67,31%
43
Pavia
54,40%
78
Lucca
45,41%
9
Cuneo
66,82%
44
Reggio Emilia
54,36%
79
Reggio Calabria
45,20%
10
Savona
64,54%
45
Livorno
54,05%
80
Vicenza
44,38%
11
Pordenone
62,39%
46
Enna
53,96%
81
Modena
43,98%
12
Gorizia
62,00%
47
Forlì
53,86%
82
Napoli
43,56%
13
Ravenna
61,57%
48
Terni
53,03%
83
Brescia
43,11%
14
Lecco
61,37%
49
Asti
52,93%
84
Bari
43,09%
15
Ascoli Piceno
61,35%
50
Venezia
52,37%
85
Roma
42,74%
16
Foggia
60,65%
51
Salerno
51,52%
86
Como
42,05%
17
Perugia
60,59%
52
Cagliari
51,25%
87
Potenza
41,22%
18
Teramo
60,51%
53
Ragusa
51,19%
88
Lecce
41,08%
19
Isernia
60,15%
54
Rieti
51,08%
89
Massa
40,68%
20
Cremona
60,00%
55
Chieti
50,62%
90
Messina
40,02%
21
La Spezia
59,70%
56
Bologna
50,60%
91
Monza
39,46%
22
Brindisi
58,68%
57
Trapani
50,20%
92
Viterbo
39,37%
23
Treviso
58,43%
58
Novara
49,99%
93
Torino
39,33%
24
Pisa
58,38%
59
Grosseto
49,96%
94
Matera
39,30%
25
Benevento
57,55%
60
Rovigo
49,87%
95
Pescara
39,02%
26
Ancona
57,13%
61
Vercelli
49,86%
96
Catanzaro
37,53%
27
Ferrara
56,99%
62
Alessandria
49,69%
97
Catania
36,60%
28
Biella
56,92%
63
Crotone
49,64%
98
Agrigento
33,01%
29
Udine
56,90%
64
Trieste
49,09%
99
Taranto
32,92%
30
Bergamo
56,86%
65
Lodi
49,01%
100
Siracusa
31,34%
31
Sassari
56,58%
66
Imperia
48,95%
101
Caserta
31,16%
32
Rimini
56,48%
67
Firenze
48,77%
102
Palermo
30,86%
33
Cosenza
56,39%
68
Arezzo
48,68%
103
Frosinone
30,55%
34
Nuoro
56,10%
69
Caltanissetta
48,67%
104
Vibo Valentia
29,16%
35
L'Aquila
55,82%
70
Genova
48,52%



Fonte: Legambiente, Ecosistema Urbano (Comuni, dati 2015)