qUN FENOMENO importante, quello
degli sversamenti d’idrocarburi. Secondo
i dati di Unep Map (United Nation Environment
Programme - Mediterranean Action Plan)
ogni anno finiscono in mare, e quindi in parte
anche sulle coste del Mediterraneo, oltre 100
mila tonnellate di greggio. Il risultato? 38 milligrammi
per metro cubo: questa la concentrazione
di idrocarburi nell’acqua del Mediterraneo.
Il pericolo di inquinamento da prodotti petroliferi
è frutto essenzialmente di due tipologie
di cause: gli incidenti (come nel caso di Genova)
e le attività operazionali (come carico e
scarico delle petroliere e delle navi cisterna, rifornimento
e attività di routine). Si stima che
oltre il 40% degli sversamenti di idrocarburi
nel Mediterraneo è causato da operazioni di
routine e solo il 21% da incidenti di diversa rilevanza.
Un rischio a cui gli enti locali si presentano
impreparati. Secondo Legambiente,
infatti, solo un comune costiero su cinque ha
predisposto un elenco delle zone sensibili da
proteggere in caso di sversamento di idrocarburi
e appena il 16% possiede piani locali antinquinamento.
Il Mediterraneo presentava
già molti anni fa la più alta densità di idrocarburi
dispersi in acqua a livello mondiale
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