domenica 31 agosto 2014

Pontinia, in Consiglio la Tari: spese da coprire per 1 milione e 470 mila euro Rifiuti, differenziata «arenata»

La raccolta è ferma al 22% e aumentano i costi di smaltimento

SU 7 MILA TONNELLATE
DI IMMONDIZIA
SE NE DIFFERENZIANO
SOLO MILLE
RESTA DA RISOLVERE
IL PROBLEMA
DELLE DISCARICHE
A CIELO APERTO
Sarà pure colpa delle discariche
a cielo aperto e
di chi si ostina a non
differenziare, fatto sta che il
Comune di Pontinia per il 2014
è pronto a sborsare la bellezza
di 1 milione e 400 mila euro
circa per la raccolta e lo smaltimento
dell’immondizia. Ma
il dato più rilevante non è questo,
bensì il fatto che di tale
cifra - si legge negli allegati
alla regolamentazione della
Tari da poco varata dalla giunta
Tombolillo e che approderà in
Consiglio comunale giovedì -
1 milione buono se ne va per i
rifiuti solidi urbani. Non solo.
Ancora più lampante è il dato
che emerge dal raffronto del
quantitativo d’immondizia dif-

ferenziata con quello dell’in -
differenziata. In totale a Pontinia
si raccolgono più di 7 mila
tonnellata di rifiuti. Di questi,
solo mille tonnellate finiscono
negli impianti di riciclaggio. Il
resto, invece, va dritto in discarica,
ovviamente con aggravio
di costi per le casse pubbliche
e quindi per la collettività. La
percentuale di raccolta differenziata
- si legge sempre negli
allegati della deliberazione
della giunta - è ferma al
22,63%. Una percentuale ancora
bassa se raffrontata con
Sabaudia (qui si parla di un
servizio che ha superato la soglia
del 50%) ma che non è
disastrosa come quella di San
Felice Circeo, dove la differenziata
è ferma a poco più
dell’8%. E’ la stessa amministrazione
comunale a ritenere
insufficiente il risultato raggiunto,
tanto che l’o b i e t t ivo
per il 2014 è quello, ovviamente,
di incrementare le percentuali
di raccolta differenziata.
Cosa di cui si discuterà anche
in sede di consiglio comunale
giovedì mattina alle 8.
F. D.
IL QUOTIDIANO - Domenica 31 Agosto 2014


Bagarre infinita per il lago di Paola, Giuliani chiede il «conto» ai privati


La lettera all’assessore al Bilancio: spese da risarcire
DI FEDERICO DOMENICHELLI
Martedì mattina si
riunirà il tavolo
tecnico convocato
dal sindaco di Sabaudia
Maurizio Lucci per discutere
delle problematiche
relative al Lago di Paola,
ma intanto la polemica infiamma.
Il consigliere comunale
Piero Giuliani nella
giornata di ieri ha inviato
una lettera all’assessore
al Bilancio chiedendo alcuni
chiarimenti e spronando
il Comune a chiedere
il «conto» ai privati
per le spese sostenute
dall’ente negli ultimi cinque
anni. L’avvocato Bazuro,
amministratore della
«Comunione Eredi Scalfati
», nei giorni scorsi aveva
replicato al sindaco
Maurizio Lucci chiarendo
diversi aspetti della «vicenda
lago». Il bacino – e
ci sono le sentenze a confermarlo
è di natura privata
e, per quanto riguarda
la pompa di Caterattino,
gli stessi eredi Scalfati sono
pronti a chiedere
all’ente di sostituire l’im -
pianto con uno che sarà
gestito a spese dei privati.
«E’ un risultato importante
per l’amministrazione,
a mio parere, in quanto
finalmente – commenta
Giuliani – le spese non
graveranno più sui cittadini
di Sabaudia. Pertanto
avevo ragione io – aggiun
ge – quando dicevo che le
spese dovevano essere a
carico del proprietario».
Poi l’invito rivolto al sindaco
e all’assessore al Bilancio
per «quantificare le
spese sostenute dall’am -
ministrazione negli ultimi
cinque anni e per chiedere
il conto’ alla proprietà del
lago». Una richiesta, questa,
formulata a seguito
delle osservazioni che il
consigliere comunale Piero
Giuliani aveva esternato
già nei giorni scorsi e
che di sicuro torneranno a
far discutere nel corso del
tavolo tecnico convocato
dal sindaco Maurizio Lucci
per la giornata di martedì.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
IL QUOTIDIANO - Domenica 31 Agosto 2014


Aprilia in prima linea contesta il tavolo per l’Ambiente «Rifiuti e cattivi odori, confronto tardivo»

L’AFFONDO
«L’IDEA ARRIVA FUORI
TEMPO MASSIMO,
L’ASSESSORE LOMBARDI
SI DIMETTA MA PRIMA
ILLUSTRI IL NUOVO PROGETTO
SULLA DISCARICA»

DI LUCA ARTIPOLI
Un confronto privo di
facciata e privo di senso.
E’ questo il giudizio
che Aprilia in Prima Linea
esprime rispetto al tavolo
di concertazione per la salute
pubblica convocato dal Comune
di Aprilia, un duro attacco
nei confronti dell’am -
ministrazione comunale. Per
il presidente di Apl, Sabrina
Esposito Montefusco, infatti
la riunione arrivata ormai a
tempo scaduto. Per il movimento,
infatti, si tratta solo di
un’iniziativa di propaganda,
che non avrà effetti concreti
sul territorio. «Parlare di alberi
e ambiente in questo periodo
ad Aprilia è come parlare
- ironizza Sabrina Esposito
Montefusco - di ‘corda a
casa dell’impiccato’. Si tratta
d e ll ’ennesima iniziativa di
facciata in tema di salute pubblica,
indetta con colpevole
ritardo rispetto agli eventi, da
parte della giunta con in testa
l’assessore Alessandra Lombardi.
A detta degli organizzatori
l’incontro vuole ‘se -
gnalare e trovare soluzioni ai
problemi causati dagli insediamenti
industriali’ legati al
ciclo dei rifiuti. Ma come?
Prima si costruiscono siti inquinanti
a ridosso delle abitazioni
e poi si ragiona su come
impedire l’inquinamento e i
miasmi? L’amministrazione
abusa della pazienza dei cittadini
». Per questo Aprilia in
Prima Linea continua a chiedere
con forza un passo indietro
da parte dell’assessore
all’Ambiente. «Abbiamo già
preso posizione sull’a rg omento
e sollecitiamo Alessandra
Lombardi, vista l’as -
soluta incapacità - commenta
il presidente di Apl - di difendere
il territorio e la straordinaria
attività di crescita di
centrali e siti inquinanti, colga
l’occasione per dare le
dimissioni». Al tempo stesso,
però, Aprilia in prima linea
incalza la giunta per chiedere
conto delle possibili nuove
servitù sul territorio. E invita
l’amministrazione a prendere
una posizione chiara sul tema.
«L’assessore approfitti
per riferire alla cittadinanza
dei due nuovi progetti per la
costruzione - continua Sabrina
Esposito Montefusco - di
centrali biogas a soli 4 chilometri
dalle sorgenti di Carano,
a ridosso del nostro territorio,
e sulla prossima discarica
che verrà realizzata ad
Aprilia. Su quest’ultima vicenda,
infatti, ci convince poco
la smentita dell’ammini -
strazione poiché il metodo
del ‘non è colpa nostra’ è già
stato utilizzato in passato. Infine,
l’assessore ci dica che ha
fine ha fatto la legge che
obbliga a piantare un albero
per ogni bambino nato». Insomma,
per il movimento la
maggioranza ha fallito su tutta
la linea. «L’amministrazio -
ne ha promosso un concorso
per la creazione di un marchio
‘Città di Aprilia’ e, alla
luce di quanto sta accadendo,
il logo più adatto è quello di
una nuvola di smog che sovrasta
un sacco dell’immon -
dizia. Questa coalizione ‘fin -
to civica’ ha emesso il ‘de
profundis’ del territorio, firmando
una servitù di fatto nei
confronti dei potentati di Roma.
E hanno pure il coraggio
di professarsi ambientalisti
».
IL QUOTIDIANO - Domenica 31 Agosto 2014
Aprilia

Aprilia oltre a Kyklos e Rida Domani in Comune il vertice per risolvere il problema dei cattivi odori


Riunione contro i miasmi in città
Un confronto per cercare di ridurre (e
magari eliminare) il problema dei
miasmi in città. Sarà questo lo scopo
del tavolo di concertazione che si svolgerà
domani, a partire dalle 18, al Comune di
Aprilia. Un primo confronto con gli operatori
degli impianti di compost e di pretrattamento
rifiuti del territorio per analizzare
la situazione e per cercare le possibili
soluzioni. Alla riunione parteciperanno i
tecnici dell’Acea (in rappresentanza della
Kyklos), l’amministratore unico della Rida
Ambiente, i rappresentati di diversi comitati
di quartiere interessati dal problema degli
olezzi, l’assessore all’Ambiente Alessandra
Lombardi, il sindaco Antonio Terra, nonché
i tecnici dell’Asl e dell’Arpa. Un tavolo la
cui composizione è cambiata in corso d’ope -
ra, visto che in origine era stato convocato tra
Rida Ambiente, comitato di quartiere Sacida
e Comune per analizzare i problemi legati a
quel territorio (ristori, viabilità, opere pubbliche
e emissioni odorigene). Ora, invece,
la riunione servierà per stabilire con esattezza
le cause dei miasmi e per trovare una
soluzione, viste le continue criticità riscontrate
dai cittadini delle periferie apriliane.
IL QUOTIDIANO - Domenica 31 Agosto 2014

Aprilia

ipotesi discarica ad Aprilia campata per aria... neppure per sogno

Rifiuti & Cittadini
APRILIA: UNA DISCARICA PER SOPPERIRE ALLA CHIUSURA DI MALAGROTTA? MA NEPPURE PER SOGNO!
La segreteria dell'assessore Michele Civita smentisce ufficialmente
Redazione
Aprilia (LT) - Sono circolate molte voci che hanno messo in allerta i residenti di aprilia circa un progetto, descritto come segreto ma ormai in fase avanzata, di realizzazione di una nuova discarica sul territorio di Aprilia, ove conferire rifiuti indifferenziati e inerti. Il Sindaco di Aprilia Antonio Terra precisa che allo stato non vi sono notizie ufficiali in merito.
L’Amministrazione Comunale ha chiesto in via istituzionale ragguagli su eventuali progetti del genere alla Regione Lazio, presso la Segreteria dell’Assessore alle Politiche del Territorio e Rifiuti Michele Civita, dalla quale è pervenuta una smentita ufficiale.
“Nonostante le rassicurazioni del caso – ha commentato il Sindaco Antonio Terra – la problematica del conferimento dei rifiuti dopo la chiusura della discarica di Malagrotta investe da vicino tutti i Comuni dell’hinterland capitolino. Stiamo pagando le conseguenze di scellerate politiche ambientali da parte degli enti superiori e, sulla vicenda, saremo vigili ed attenti. Nonché, contrari ad ogni ipotesi di discariche sul territorio di Aprilia, anche di quelle campate in aria” http://osservatorelaziale.it/index.asp?art=11666&red=5&arg=21

La Terra dei Fuochi è come un quadro di Caravaggio (parte I)

di  | 31 agosto 2014 L’Italia, candidando Milano per ospitare l’Esposizione Universale, ha scelto il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Expo Milano 2015 si confronta con il problema del nutrimento dell’uomo e della Terra e si pone come momento di dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale sulle principali sfide dell’umanità. E’ possibile garantire cibo e acqua alla popolazione mondiale? Aumentare la sicurezza alimentare? Proporre nuove soluzioni e nuove prospettive in grado di tutelare la biodiversità del Pianeta?
L’obiettivo non è fornire risposte univoche, ma sollevare domande e offrire ai visitatori utili strumenti per cercare le proprie personali risposte. Il dibattito coinvolge visitatori e partecipanti e si costruisce giorno dopo giorno attraverso eventi, mostre, convegni e incontri che veicolano i principali temi che Expo Milano 2015 vuole approfondire.
Una vera e propria sfida che coinvolge tutti i soggetti partecipanti, inclusi i visitatori che si interrogano sulle conseguenze delle proprie azioni per le prossime generazioni.
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Agli albori del 2011, c’erano 925 milioni persone affamate in tutto il mondo. Entro la fine dell’anno, i disastri atmosferici e iprezzi alimentari in crescita possono riportare questa cifra a un miliardo, picco del 2008. In un mondo che fornisce abbastanza cibo per nutrire tutti, perché tanta gente soffre la fame?
La lista delle risposte è lunga in modo impressionante, spesso grossolana e quasi sempre polarizzata. Troppo commercio internazionale. La mercificazione dell’agricoltura. Una romantica ossessione per l’agricoltura contadina. Poco investimento in biotecnologie. La crescita galoppante della popolazione.
La maggioranza di queste spiegazioni è autoreferenziale, pensata per dare la colpa agli affamati oppure per difendere gli interessi particolari di coloro che si approfittano dello status quo. Il che è sintomatico di una verità più profonda: chi ha il potere decide chi mangia e chi va a letto affamato. La fame, l’obesità, il livello osceno raggiunto dagli sprechi e il terrificante degrado ambientale mondiale: questi fenomeni sono il prodotto di un sistema alimentare al collasso.
Un sistema progettato da una piccola minoranza con lo scopo principale di trarne profitto. Una minoranza costituita dalle lobby delle grandi e ricche imprese agricole, dipendenti dai contributi incassati a scapito dei coltivatori nei Paesi in via di sviluppo, che fanno pagare ai consumatori dei paesi ricchi più tasse e prezzi alimentari più alti.
Quando io mi sono laureato in Medicina, nel 1980, moriva di fame un bambino ogni 4 secondi. Oggi, nel 2014, non solo non è cambiato nulla, pur avendo il mondo intero raggiunto e superato la autosufficienza nella produzione del fabbisogno alimentare, ma soprattutto muore di complicanze del diabete nel mondo circa un adulto ogni 7 secondi.
Chi, meglio di Caravaggio, col suo genio maledetto ma profondamente e radicalmente cattolico, poteva esprimere meglio e anticipare di secoli, nell’Arte universale, questo sistema iniquo e selvaggio, profondamente anticristiano?
Dal 2006, da quando ho scelto di illustrare e spiegare al popolo campano il disastro ambientale più grande e più negato della Storia di Italia (Terra dei Fuochi), con oltre mille conferenze gratuite su tutto il territorio campano, sin dal primo momento ho scelto, per illustrare la incapacità di “lettura del contesto” politico – igienico- ambientale del governo, il quadro di Caravaggio Le 7 Opere di Misericordia corporale del 1607.
L’artista non solo descrive in maniera meravigliosa e universale nel tempo e nello spazio , i concetti di una salvezza dell’uomo carnale e concreta pur se di elevatissima spiritualità, ma anticipa di ben 50 anni, (1607- 1656), anche le immagini della terribile pestilenza che ucciderà a Napoli ben 3 cittadini su 4, le cui cause erano ben illustrate nel quadro, ma che nessuno sia dei gentiluomini cattolici committenti, che soprattutto il Governo dell’epoca comprese: il profondo degrado socio economico e soprattutto igienico della tumultuosa Napoli di inizio seicento. Solo la Chiesa di Napoli, in totale contrapposizione con la rigida Inquisizione Spagnola dell’epoca, intuisce il profondo valore cattolico e profetico del messaggio visivo di Caravaggio e non ha un solo secondo di esitazione a considerare quelle immagini anche eccezionalmente erotiche, sacre, e le espone alla preghiera e alla meditazione dei fedeli sull’altare di una Chiesa. Caravaggio esprime non solo il concetto universale delle 7 Opere di misericordia corporale, ma, fotografando in maniera perfetta la tumultuosa e caotica vita dei vicoli di Napoli, illustra e anticipa in maniera perfetta le cause igienico sanitarie del disastro che scoppierà circa 50 anni dopo.
Napoli era diventata una città sovrapopolata nel giro di pochi anni per la politica fiscale degli occupanti spagnoli. Aveva raggiunto e superato Parigi come numero di abitanti in pochi anni ma senza alcun sviluppo parallelo sia dell’urbanistica che soprattutto del sistema idrico e fognario, totalmente inadeguati a reggere questo peso demografico. Nessuno capì il senso in termini di igiene della immagine del morto che esce “in orizzontale e con i piedi davanti”, come da allora si dice a Napoli, dallo stesso edificio dove pure si banchetta e dove pure ci si prostituisce, come lascia intendere la immagine violentemente erotica anche della donna che allatta al seno il vecchio carcerato.
Una somma esplosiva di degrado igienico sanitario e civile che sarà la base della terribile pestilenza del 1656 che toglierà definitivamente Napoli dal novero delle grandi capitali europee. (CONTINUA http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/31/la-terra-dei-fuochi-e-come-un-quadro-di-caravaggio-parte-i/1103624/

Rinnovabili: in India si sperimenta l’energia low cost

d | 31 agosto 2014 Barsana è un piccolo villaggio agricolo dello stato dell’Uttar Pradesh, India. Lungo le sue strade poloverose si animano mucche, meracatini, sari colorati. Tutto parrebbe normale, se non fosse che Barsana vive una sua personale piccola-grande rivoluzione energetica. Da qualche mese a questa parte infatti c’èun proliferare di pannelli fotovoltaici installati sui tetti a generare energia dal sole. E’ energia economica, distribuita, facile, a portata di tutti. Sono scene che si ripetono in tutta l’India meridionale e da un po anche nell’Africa sub-sahariana.
Più di un miliardo di persone, nel 2014, non ha accesso a fonti di energia stabili. Questo impedisce le più basilari funzioni quotidiane che noi occidentali tendiamo a dare per scontate, impedisce lo sviluppo di attività economiche, delle comunicazioni, di assistenza medica, di refrigerazione delle merci.
D’altro canto, l’organizzazione mondiale della sanità stima che ogni anno circa 4 milioni di persone muoiano a causa dell’esposizione a fonti energetiche ad alto impatto ambientale usate per cucinare o per illuminazione, come il kerosene o il diesel. La luce generata da candele e da lampade ad olio è poco adatta alla lettura, agli studi o a qualsiasi forma di commercio notturno. A volte ci possono anche essere incendi involontari. E’ evidente che ci vuole qualcosa di meglio.
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Per tanti anni, l’approccio dell’India è stato per lo stato di costruire mega-centrali alimentate a carbone, a gas, a petrolio. La rete elettrica però ha bisogno di manutenzione, che non sempre c’è, e cosi ogni tanto interi quartieri perdono l’elettricità. Per molti la domanda “c’è o non c’è la luce” è una incognita giornaliera. Nel 2012 una serie di fallimenti del sistema portò il buio a circa 700 milioni di persone. 
Nonostante tutto, circa 400 milioni di indiani sono ancora senza elettricità.
Il nuovo governo indiano ha però deciso di cambiare rotta e di affidarsi all’energia distribuita, low cost ed indipendente. Il sole. A maggio del 2014, il primo ministro Narenda Modi ha infatti annunciato un programma per portare almeno la più basilare forma di illuminazione a tutte le case indiane entro il 2019. Qual è questa forma di illuminazione? Lampadine, alimentate dal sole.
E no, non ci vogliono mega investimenti. Hanno escogitato un sistema facile. Basta un telefonino. Una partnership privata-pubblica infatti installa pannelli solari sui tetti delle case o su edifici pubblici. Chi sta dentro, quando vuole l’elettricità, digita un codice apposito e voilà, la luce in casa si accende. Si paga in proporzione a quanto si usa e le tariffe sono accessibili a tutti.
L’idea di usare le rinnovabili per villaggi remoti del mondo in via di sviluppo non è nuova, ma spesso icosti erano proibitivi. Le cose sono cambiate con l’avvento di tecnologie LED migliori, e di abbassamento dei prezzi sia di pannelli che di batterie. La rete elettrica non serve più.
L’Uttar Pradesh è considerato il cuore di questo esperimento, essendo uno dei più’ grandi e più poveri di tutta l’India.
La parte privata della partnership con il governo si chiana Simpa ed è una ditta nata nel 2011. In soli tre anni è raddoppiata in numero di impiegati e si stima che entro il 2014 si arriveranno a circa 75,000 persone servite.
Un’altra delle ditte coinvolte è la OMC power che gestisce mini impianti solari, di circa 40 kilowatt l’uno che sono usati per ricaricare batterie, telefonini e lanterne LED per illuminazione. Uno può abbonarsi al servizio per circa 120 rupie al mese (poco più di un euro) e ogni giorno ricevere la sua bella lanterna carica al mattino e restituire quella scarica del giorno prima. Il kerosene costerebbe circa il doppio – e ovviamente inquinerebbe molto di più.
La OMC è passata da un impianto di energia solare nel 2011 a varie decine nel 2014. Per la fine di quest’anno contano di arrivare fino a cento impianti. Il successo è palpabile: i negozi sono aperti più a lungo, i soldi risparmiati dal kerosene possono essere usati per altri commerci. Le lampade vengono usate per mungere le mucche prima dell’alba, le donne che fanno i sari hanno a disposizione luce migliore quando cuciono la sera, i ragazzini possono leggere e studiare anche dopo il calar del sole.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia si è posta come obiettivo quello di far arrivare l’elettrcità in tutto il mondo nel 2030. Per arrivare a questo obiettivo sarebbero necessary investimenti pari a $48 miliardi di dollar l’anno.
Sono tanti soldi? 
Beh, ogni anno si spendono circa $37 miliardi di dollari solo per l’elettricità da kerosene. D’altro canto, l’industria del petrolio e del gas riceve ogni anno circa $500 miliardi di dollari sottoforma di sussidi governativi e sconti fiscali. Exxon Mobil e compari ne hanno proprio bisogno? 
Nell’Uttar Pradesh è arrivata una tempesta. E’ andata via la luce a quasi tutto il vicinato, come succede sempre in tempo di monsoni. Ma il signor Singh è un cliente della Simpa. Digita il suo codice. La Simpa verifica che è tutto in regola con i pagamenti. La luce bianca e pulita si accende magicamente sul futuro.
Qui l’esperimento in Gujarat – canali da irrigazione coperti da panelli solari http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/31/rinnovabili-in-india-si-sperimenta-lenergia-low-cost-2/1103635/

Agganciato in corsa il filo di un traliccio incendiato Camion manda in tilt l’area di Mazzocchio


Divelti otto pali Telecom, utenze isolate
INIZIATI I LAVORI
PER SISTEMARE
IL PRIMA POSSIBILE
IL GUASTO
LA SITUAZIONE
DOVREBBE TORNARE
ALLA NORMALITÀ
IL 2 DI SETTEMBRE
DI FEDERICO DOMENICHELLI
Ancora una volta è
stato il fuoco a
danneggiare i pali
dell’impianto di telefonia
Telecom e, come se
non bastasse, un camion
in transito ha agganciato
uno dei fili che si erano
abbassati a causa del calore
trascinandosi via
ben 8 tralicci. Così è
rimasta isolata la zona
industriale di Mazzocchio,
dove tra le altre
cose ci sono svariate
utenze industriali a servizio
delle aziende e delle
attività della zona. L’in -
cidente si è verificato nel
tardo pomeriggio di ieri e
tutto, stando a prime ricostruzioni,
è partito da
un rogo. Le fiamme, probabilmente
ancora una
volta di natura dolosa,
hanno danneggiato un
palo. Il calore ha fatto
abbassare un cavo del
traliccio, cosa che però
non ha causato alcun problema
al traffico veicola-
LA SITUAZIONE
DOVREBBE TORNARE
ALLA NORMALITÀ
IL 2 DI SETTEMBRE
re. Almeno fino a quando
non è passato un camion.
Forse a causa dell’inten -
so fumo il conducente
non ha notato il cavo che
si è agganciato al proprio
mezzo e così ha proseguito
dritto portandosi
dietro ben otto pali
dell’impianto di telefonia
Telecom. Il risultato è
che l’impianto ha subito
pesanti danni a causa di
quest’incidente e, sebbene
i tecnici Telecom si
siano messi al lavoro da
subito, pare che la riparazione
non possa arrivare
prima della mattina del 2
settembre, ossia martedì.
Anche perché si tratta di
un intervento tutt’altro
che semplice anche a
causa della vicinanza di
alcuni fili dell’alta tensione.
Soltanto qualche tempo fa,
sempre a Pontinia, un altro
pesante danno all’impianto
di telefonia Telecom era stato
causato da un rogo di certe
origini dolose. Fiamme forse
dovute a una semplice distrazione
(magari una cicca
spenta male gettata tra le
sterpaglie) o scaturite
dall’incendio - ed episodi di
questo genere a Pontinia sono
tutt’altro che rari - di
rifiuti. Fatto sta che per giorni
a causa delle fiamme alcune
attività commerciali e abitazioni
hanno subito disagi.
Poi, rilevato il danneggiamento,
i tecnici Telecom si
sono subito messi al lavoro
riparando in quattro e quattr’otto
l’impianto. Per i danni
a Mazzocchio, però, la questione
pare essere più complessa
e la situazione dovrebbe
tornare alla normalità
non prima del 2 settembre.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
IL QUOTIDIANO - Sabato 30 Agosto 2014



Pontinia in festa con lo sport, solidarietà per ricordare Luca

Oggi e domani a Pontinia «Festa dello sport, sorriso e solidarietà».
L’appuntamento è presso i campetti della chiesa di S. Anna a
Pontinia. Il programma dell’iniziativa prevederà due serate all’inse -
gna dell’intrattenimento e dello sport. L’evento è organizzato dall’assesso -
rato allo sport, politiche giovanili e innovazioni del comune di Pontinia con
il patrocinio della Regione Lazio, del Coni di Latina, del Centro sportivo
italiano e del Comitato italiano paralimpico ha lo scopo di sensibilizzare
giovani e non ad avvicinarsi allo sport per sano divertimento e non solo per
ambizione o competizione. Majorettes e banda musicale apriranno la serata
di stasera e poi al via un gran numero di appuntamenti sportivi, dal basket
alla schema, dal calcio alla podistica e ancora stand gastronomici e punti
ristoro. Le giornate rappresentano dunque un’occasione per trascorrere un
week-end all’insegna della solidarietà, del piacere vero dello sport, quello
sano e del sorriso, come quello di Luca Violo, giovane di Pontinia morto in
un incidente stradale il 26 agosto di un anno a fa a cui l’organizzazione ha
pensato di dedicare un memorial in queste giornate.
IL QUOTIDIANO - Sabato 30 Agosto 2014


Latina Ambiente Gara d’appalto europea oppure trasformazione in municipalizzata: maggioranza div i s a Il destino «privato» della spa


Le scelte del Governo sulle partecipate rischiano di coinvolgere Latina Ambiente
COSA FARE
LA RELAZIONE COTTARELLI
LASCIA APERTE
ENTRAMBE LE SOLUZIONI
MA NEL CENTRODESTRA
CI SONO ANCORA
DISTANZE CONSIDEREVOLI
Le scelte che il Governo
Renzi si appresta a
compiere rispetto alle
società partecipate rischiano
seriamente di segnare il destino
di Latina Ambiente e
più in generale della gestione
dei rifiuti sul territorio. E più
prosaicamente, rischiano di
far fallire i piani in merito
che stanno caratterizzando
l’amministrazione Di Giorgi.
Il destino di Latina Ambiente
dovrà infatti essere
deciso da questa maggioranza,
senza possibilità di rinvii.

La legge impone che la società
mista sia sciolta al termine
del contratto di servizio.
La data è quella del
2015, ma entro la fine di
quest’anno bisogna decidere
cosa fare di Latina Ambiente
e in generale del servizio
rifiuti nel capoluogo pontino.
La relazione del commissario
per la spending review Carlo
Cottarelli lascia di fatto aperte
le due soluzioni su cui l’ammi -
nistrazione ha ragionato in
questi mesi, ossia la gara europea
di appalto esterno del servizio,
ovvero l’affidamento ai
privati della gestione. Oppure
la possibilità di gestire in house
il servizio, acquisendo il cento
per cento d e l l e quote
dell’azienda. Ma in questo secondo
caso Cottarelli avanza
degli ammonimenti, perché sarebbe
necessario creare comunque
le condizioni per equilibrare
la gestione e garantire
l’efficienza. Non è detto comunque
che il Governo Renzi
prenda per oro colato la relazione.
Anzi è più probabile che
decida autonomamente.
Resta aperto però il discorso
politico su quale sia la scelta
più appropriata. Infatti, il destino
della spa divide ancora in
modo ampio la maggioranza.
Le strade percorribili sono due:
rendere Latina Ambiente una
spa completamente pubblica,
una municipalizzata sul modello
di quanto fatto, qualche
anno fa, dal Comune di Aprilia
con la Progetto Ambiente (una
ex partecipata, diventata interamente
proprietà del Comune).
E questa sarebbe l’opzione
che più trova consensi in maggioranza.
Poi c’è invece la strada
opposta dell’esternalizza -
zione del servizio, ovvero la
gara ad evidenza pubblica europea
per appaltare il servizio
rifiuti. Dunque un addio a Latina
Ambiente per sostituirla
con un altro gestore del servizio
rifiuti completamente privato
o comunque esterno al
comune capoluogo. Il resto
della maggioranza pensa che
questa possa essere la soluzione
più adatta alle esigenze.
Come si vede c’è una sostanziale
distanza di posizioni
all’interno della maggioranza
che sostiene l’amministrazione
Di Giorgi. Ovvio che portare
questi temi al centro della discussione
renderanno indispensabile
dapprima un accordo
in maggioranza. Accordo
che, stando a oggi, ancora è
lontano.
IL QUOTIDIANO - Venerdì 29 Agosto 2014