venerdì 15 giugno 2018

Ghiacciaio Antartide in frantumi, il segreto nei fondali Satelliti svelano ruolo di due monti sottomarini di Pine Island

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I satelliti hanno permesso di capire perché il ghiacciaio di Pine Island in Antartide occidentale sta andando in frantumi, formando alcuni tra i più grandi iceberg: il motivo è la perdita di contatto con la terraferma per la presenza di monti sommersi. La conferma arriva dal monitoraggio dei fondali marini di Pine Island. I dettagli sono stati pubblicati su The Cryosphere, rivista dell'Unione Europea di Geoscienze. I ricercatori dell'Istituto tedesco Alfred Wegener per la Ric...
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I satelliti hanno permesso di capire perché il ghiacciaio di Pine Island in Antartide occidentale sta andando in frantumi, formando alcuni tra i più grandi iceberg: il motivo è la perdita di contatto con la terraferma per la presenza di monti sommersi. La conferma arriva dal monitoraggio dei fondali marini di Pine Island. I dettagli sono stati pubblicati su The Cryosphere, rivista dell'Unione Europea di Geoscienze. I ricercatori dell'Istituto tedesco Alfred Wegener per la Ricerca Marina e Polare di Bremerhaven hanno mappato i fondali in una spedizione del 2017 con la nave rompighiaccio Polarstern. Hanno poi confrontato i dati con immagini satellitari per individuare i punti deboli del ghiacciaio.

Grazie ai satelliti sono riusciti a spiare fino a 800-1.000 metri di profondità, svelando l'esistenza di due monti sommersi, le cui vette raggiungono i 370 metri di profondità. Sono le collisioni tra il fronte del ghiacciaio e questi monti a contribuire alla formazione di grandi fratture nella crosta di ghiaccio.

Il ghiacciaio di Pine Island, lungo 55 chilometri, è uno dei più grandi al mondo. Gli scienziati lo tengono d'occhio da tempo perché il suo scioglimento causa il 5-10% dell'innalzamento dei mari. Negli ultimi 11 anni da questa lingua di ghiaccio si sono staccati 4 iceberg. Per Arndt, "direzione e velocità delle fratture dipendono dalla topografia del terreno sotto i ghiacci.

Grazie alla spedizione del 2017 e ai satelliti - ha concluso - siamo finalmente riusciti a mappare, usando ecoscandagli, un'area di circa 370 chilometri quadri di fondali".
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