venerdì 17 novembre 2017

Rifiuti, i trito vagliatori tornano utili: la politica li autorizza contro le direttive dell’Ue

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Sulla gestione dei rifiuti, dopo la chiusura di Sep di Pontinia e l’impossibilità della Rida  di Aprilia a ritirare l’organico tutto sembra fermo. Basta fare una passeggiata nella Capitale per accorgersi comunque che le cose non vanno affatto bene, che i rifiuti si accumulano (anche per l’inciviltà di alcuni residenti in qualche modo supportata dallo stato di sporcizia dilagante) nelle strade, in alcuni punti anche tra i motorini parcheggiati. Per il momento ancora Roma sopporta, ma un sistema che funzioni e che riesca a chiudere il ciclo dei rifiuti è lontano.
In tutto questo le soluzioni sono sempre contingenti e servono per tappare buchi, ma nel lungo periodo le scelte fatte sembrano andare contro quelli che sono i dettami dell’Unione europea e potrebbero comportare nuove sanzioni. Guardando dall’alto le varie decisioni e le azioni intraprese dalla Regione Lazio sembra infatti che l’obiettivo sia quello di riattivare i trito vagliatori, come è stato per quello di Rocca Cencia utilizzato in emergenza dall’Ama avendo ottenuto l’autorizzazione provinciale. Era stato il ministro Clini ad autorizzare questo sistema di trattamento in emergenza, ma aveva disposto anche il recupero dei rifiuti, disposizione che ultimamente è caduta nel nulla.
Peccato però che già l’Unione europea si sia espressa negativamente sui trito vagliatori e abbia già sanzionato l’Italia per il loro utilizzo, bollandoli come non conformi al dettato comunitario. Già nel 2011 aveva messo in mora il Paese per violazione di due direttive relative ai rifiuti.  Sui trito vagliatori l’Unione europea dice: “Un trattamento che consiste nella mera compressione e/o triturazione di rifiuti indifferenziati da destinare a discarica e che non includa un’adeguata selezione delle diverse frazioni dei rifiuti e una qualche forma di stabilizzazione della frazione organica dei rifiuti stessi, non è tale da evitare o ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente e i rischi sulla salute umana”.
Inoltre “il fatto che la percentuale di raccolta differenziata venga aumentata non autorizza a concludere che la parte del rifiuto che rimane indifferenziato non debba essere sottoposto ad un trattamento adeguato, comprensivo di stabilizzazione della frazione organica dei rifiuti stessi prima della messa in discarica”.
Anche il Consiglio di Stato nel 2014 ha ribadito che “la mancata stabilizzazione della frazione umida trito vagliata rende inefficace il trattamento e non consente di soddisfare le esigenze di tutela ambientale richieste dal dettato comunitario e nazionale, generando un flusso di rifiuti che per carico organico ed emissioni odorigene, risulta egualmente se non più problematico dal punto di vista gestionale e di trasporto, rispetto al rifiuto urbano indifferenziato”.
La direzione nella regione Lazio però sembra andare da un’altra parte, perché vengono autorizzati i trito vagliatori e non c’è nessun termovalorizzatore, al quale Zingaretti si è sempre opposto.

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