domenica 19 novembre 2017

LA “CARRIERA” Centinaia di vittime, vendette e stragi: 26 condanne a vita - RIINA È MORTO Parma Il “capo dei capi” di Cosa nostra si è spento nella notte in ospedale. Il corpo trasferito altrove, oggi l’esame medico legale con l’ipotesi (tecnica) di omicidio colposo

IL PRIMO OMICIDIO fu nel 1949, Totò Riina
aveva 19 anni e uccise un amico di Corleone,
Domenico Di Matteo, con cui aveva litigato. Prese 12
anni, ne scontò la metà, poi si mise al servizio di Luciano
Liggio che eliminò i mafiosi locali. Di nuovo arrestato
nel 1963 e assolto, nel 1969 si trasferì a Bitonto
(Bari), tornò a Corleone e non raggiunse mai la località
in cui era stato ristretto al soggiorno obbligato.
Cominciò una latitanza che terminò solo il 15 gennaio
1993. Risale al 10 dicembre 1969la strage di viale Lazio
a Palermo per punire il boss Michele Cavataio: da lì
iniziò la guerra di mafia che portò Riina a diventare il
boss dei boss e ad accumulare 26 condanne all’er -
gastolo. Un migliaio di morti negli anni 70 e 80; 200
solo nel 1982. Nel 1971 Riina uccise il primo magistrato,
il procuratore di Palermo Pietro Scaglione, come
poi raccontò il pentitoTommaso Buscetta. Riina fece
un patto con l’allora sindaco di Palermo, Vito Ciancimino, e si dedicò a eliminare i suoi avversari: nel
1980 toccò a Piersanti Mattarella (prima foto da sinistra),
presidente Dc della Regione Sicilia, fratello dell’at -
tuale capo dello Stato, Sergio, l’anno prima al segretario
della Dc palermitana Michele Reina e nell’82 al
comunista Pio La Torre. Nel frattempocominciarono
le vendette contro i parenti dei pentiti e gli uomini dello
Stato: il capo della Mobile di Palermo Boris Giuliano
(1979), il capitano dei carabinieri Emanuele Basile(1980) che costò a Riina anche la prima condanna
all’ergastolo nel 1992 in contumacia, il prefetto Carlo
Alberto dalla Chiesa (1982, seconda foto), il giudice istruttore
Rocco Chinnici (1983). Proprio la conferma
in Cassazione dell’ergastolo per il maxi-processo istruito
da Giovanni Falcone (terza foto), Paolo Borsellino
(quarta foto), Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di
Lello, portò nel 1992 all’omicidio di Salvo Lima, il referente
andreottiano in Sicilia: secondo i pentiti fu un
messaggio a Giulio Andreotti dal quale Cosa Nostra
attendeva un intervento sui processi. È l’anno dell’in -
contro tra il generale Mario Mori e Ciancimino e del
“papello” con le richieste di Riina. È l’anno delle alle
stragi di Capaci e via D’Amelio in cui furono uccisi lo
stesso Falcone (23 maggio) e Paolo Borsellino (19 luglio)
con le loro scorte. Altri ergastoli per Riina. E ancora
nel 1993, dopo il suo arresto, la mafia di Riina
portò il terrore a Roma, Milano e Firenze: 10 morti.

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