E' la cifra che si spende ogni anno in Italia per incentivare l'uso dei combustibili fossili. La proposta dell'Asvis: "Usiamo questi fondi per raggiungere i 17 sustainable development goals dell'Agenda 2030"
Oggi l'Italia ha reso noto un documento con cui comincia a prendere le misure del compito che la attende. Siamo sulla strada giusta? "E' importante il fatto che, con questo testo, l'Italia abbia detto con chiarezza dove vuole andare", risponde Enrico Giovannini, portavoce dell'Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile). "La strada per rispettare gli obiettivi sottoscritti dal nostro Paese nel settembre 2015 aderendo all'Agenda 2030 è lunga. Ma la decisione del presidente del Consiglio Gentiloni di collocare a Palazzo Chigi la regia di questo processo di rilancio economico, sociale e ambientale lascia sperare bene. Il nodo da sciogliere è proprio questo: la governance. Finora, in Europa, la guida è rimasta in mano all'Ecofin, cioè ha prevalso la finanza. Si tratta di riequilibrare il processo dando pari dignità agli aspetti sociali e ambientali".
Per capire quali saranno le scelte concrete dell'Italia bisognerà aspettare il documento sulla strategia che verrà adottato nei prossimi mesi per raggiungere i target di sostenibilità al 2030. Al momento siamo molto lontani dagli obiettivi. L'Italia è stata bocciata in 7 dei 17 sustainable goals indicati dall'Onu e rimandata negli altri 10. "Abbiamo fatto una simulazione, utilizzando i modelli della Fondazione Eni, di ciò che accadrebbe al 2030 con il business as usal, cioè senza correzioni di rotta: sarebbe il disastro", ricorda Giovannini.
Il paradosso è che per evitare questo scenario catastrofico non occorrerebbe tirar fuori nemmeno un euro. Basterebbe reindirizzare
Nessun commento:
Posta un commento