mercoledì 7 giugno 2017

Cloro e batteri in zona falde che alimentano Aprilia, Anzio, Nettuno e Latina

Una presenza di cloro del 550% più alta rispetto al limite consentito dalla legge. E poi batteri: enterococchi, escherichia coli e coliformi fecali che determinano la non potabilità dell'acqua. Ma pure composti chimici come ferro, nitrati, fosfati e solfati che però non superano i limiti legali.
Sono i risultati delle analisi in zona Lazzaria, a Velletri, ma davvero molto vicino al confine est di Aprilia, al di là della provinciale per Campoleone dove si trova il carcere.
Soprattutto, quella è l'area delle falde idriche che alimentano le sorgenti di Carano. La fonte cioè da cui attingono gli acquedotti non solo di Aprilia, ma pure di Anzio, Nettuno e di una parte di Latina nord e Cisterna. Nessun allarmismo, ma certo la notizia non può essere taciuta. Specialmente se il dato è certificato su atti di un laboratorio incaricato da un Ente pubblico: le analisi che rilevano l'importante sforamento del cloro e la presenza di altri inquinanti come ferro, fosfati e solfati erano infatti nei cassetti del Comune di Velletri, che ha commissionato le analisi stesse. Mentre quelle sui batteri da scarichi di escrementi – enterococchi, escherichia e coliformi fecali – sono state effettuate privatamente dai cittadini tramite altri laboratori. I cittadini si sono mossi perché fortemente preoccupati per le nove discariche un tempo presenti e mai bonificate né messe in sicurezza in quell'area, dove comunque si trovano moltissime aziende agricole con colture anche pregiate. Approfondimento sul nuovo numero dell'edizione cartacea de il Caffè in distribuzione da domani giovedì 8 giugno. http://www.ilcaffe.tv/articolo/34683/cloro-e-batteri-in-zona-falde-che-alimentano-aprilia-anzio-nettuno-e-latina

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