Dopo avere inalato veleni per una settimana, i residenti di Pomezia e dintorni dovranno incrociare le dita augurandosi che sia finita qui, senza ulteriori conseguenze. Ma quei cittadini non potranno fare a meno di interrogarsi, da qui al prossimo futuro, sulle ragioni della superficialità e della negligenza di chi li ha esposti a un simile disagio e a tali rischi per la salute. Interrogativi che sono già materia di indagine per la Procura della Repubblica di Velletri che ha ovviamente avviato un procedimento penale teso ad accertare le responsabilità di quello è accaduto nella ex Eco X di via Pontina Vecchia.
Il procuratore Francesco Prete e il sostituto Luigi Paoletti, preso atto dei risultati delle analisi  da cui è emerso che nei giorni in cui l'incendio non aveva accennato a placarsi i valori dell'inquinamento atmosferico nel raggio di diversi chilometri sono stati altissimi, soprattutto per quanto riguarda la diossina e gli altri derivati dalla combustione dei materiali plastici, hanno già messo su la scaletta delle attività da condurre per accertare se, e in che modo, poteva essere preventivamente disinnescata la bomba ecologica che si è sviluppata dai capannoni del sito industriale alla periferia di Pomezia. 
La società Eco Servizi per l'Ambiente, in locazione presso la ex Eco X, è sottoposta all'autorizzazione di impatto ambientale, e dunque soggetta a periodici controlli da parte dell'Arpa: quei controlli ci sono stati? Trattando materiale infiammabile, l'azienda è soggetta a anche ai controlli dei vigili del fuoco, e visto che stoccava rifiuti, anche della Asl e della Polizia locale. Ci sono stati tutti quei controlli? E quando, da parte di chi? Avrà un bel daffare la Procura della Repubblica di Velletri, e gli investigatori dovranno anche inquadrare le modalità operative della ditta di Antonio Buongiovanni, fino ad ora l'unico a essere stato iscritto sul registro degli indagati per incendio colposo e inquinamento ambientale colposo. Il lavoro della Eco Servizi per l'Ambiente consiste nel ritirare rifiuti speciali presso terzi facendosi pagare i costi di smaltimento. Le aziende che hanno prodotto i rifiuti vengono così sollevate da ogni responsabilità, e a completare il ciclo di recupero e smaltimento delle sostanze ritirate ci pensa, o dovrebbe pensarci, la ditta che ha ritirato i rifiuti. La durata dell'incendio nella ex Eco X conferma che all'interno della struttura erano abbancate tonnellate e tonnellate di balle di rifiuti, e la domanda che si pongono gli investigatori è perché tanto materiale fermo? La Eco Servizi per l'Ambiente viene pagata ogni volta che ritira rifiuti, e nel corrispettivo è compreso anche il costo futuro per lo smaltimento del materiale, costo che può arrivare ad incidere anche per l'80 per cento sulle somme percepite al momento del ritiro. Ciò significa che i riflettori si accenderanno anche sull'aspetto finanziario di tutta la vicenda. Tonnellate e tonnellate di rifiuti presuppongono l'esistenza nelle casse della società detentrice di quei rifiuti di ingenti somme di denaro già percepite da tutta una serie di imprenditori che si erano affidati ai servizi della Eco Servizi per l'Ambiente.
Se così non fosse quelle montagne di rifiuti potrebbero rimanere lì che per chissà quanto tempo ancora e la loro gestione passerebbe di fatto tra le "priorità" pubbliche con ingenti risorse a carico della Regione. Tutto questo evidentemente per un sistema di controlli che, nel caso specifico, ha mostrato lacune impressionanti soprattutto per la sottovalutazione dell'elevato rischio ambientale al quale è stato sottoposto tutto il territorio.