domenica 30 aprile 2017

GRANO RADIOATTIVO. UN AIUTO DA VOI TUTTI.sul fallout radioattivo della centrale a biomasse ucraina EkoTES di Ivankov e sulla circolazione di alimenti contaminati in Europa

GRANO RADIOATTIVO. UN AIUTO DA VOI TUTTI.
Come sapete il 25 aprile u. s. ho presentato una denuncia al Parlamento Europeo (e, in subordine, italiano) sul fallout radioattivo della centrale a biomasse ucraina EkoTES di Ivankov e sulla circolazione di alimenti contaminati in Europa (“la nuova Chernobyl che minaccia l’Europa”: http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php…). Questa denuncia riguarda, pertanto, anche l’ipotesi che grano radioattivo arrivi in Italia, non solo per la presenza delle conseguenze del fallout di Chernobyl, ma anche perché la ceneri radioattive dell’EkoTES di Ivankov, distribuite “legalmente” alle aziende agricole ucraine, sono usate come fertilizzante per le colture (e su queste ceneri stanno verificando e indagando i collaboratori di Mondo in cammino in Ucraina, con molta attenzione, perché si stanno toccando interessi criminali e più di una volta sono già stati minacciati).
Da parte italiana sto personalmente indagando assieme a un importante giornalista, di cui al momento è doveroso mantenere l’anonimato, sul grano radioattivo che arriva in Italia e che potrebbe trasformarsi in farina e pasta che arriva sulle nostre tavole.
CHI HA NOTIZIE IN PROPROSITO (non supposizioni non verificabili) di grano radioattivo che arriva in Italia, di porti di arrivo o elementi indiretti che possano farlo presupporre e su cui si possa/debba indagare, E’PREGATO DI CONTATTARMI privatamente o tramite messaggistica FB o scrivendo a bonfatti@progettohumus.it
Ogni segnalazione o indizio sarà un aiuto sinergico molto importante per avvalorare ancora di più la denuncia e potenziarla con altre testimonianze da affiancare, per esempio, all’ultima certa che abbiamo avuto sull’utilizzo di legname contaminato, proveniente dalla zona di esclusione di Chernobyl, da parte della EkoTES che, senza scrupoli, l’ha bruciato. Elementi in più per inchiodare le Autorità Europeo (la Banca Europea per lo Sviluppo e la Ricostruzione ha usato i nostri soldi per finanziare la EkoTES) alle proprie responsabilità e indurle a prendere in dovuta considerazione la denuncia nell’interesse della salute di tutti i cittadini europei, e non solo!

https://www.facebook.com/massimo.bonfatti?fref=nf&pnref=story
Massimo Bonfatti
6 ore fa
t radioattivo della centrale a biomasse ucraina EkoTES di Ivankov e sulla circolazione di alimenti contaminati in Europa (“la nuova Chernobyl che minaccia l’Europa”: http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php…). Questa denuncia riguarda, pertanto, anche l’ipotesi che grano radioattivo arrivi in Italia, non solo per la presenza delle conseguenze del fallout di Chernobyl, ma anche perché la ceneri radioattive dell’EkoTES di Ivankov, distribuite “legalmente” alle aziende agricole ucraine, sono usate come fertilizzante per le colture (e su queste ceneri stanno verificando e indagando i collaboratori di Mondo in cammino in Ucraina, con molta attenzione, perché si stanno toccando interessi criminali e più di una volta sono già stati minacciati).
Da parte italiana sto personalmente indagando assieme a un importante giornalista, di cui al momento è doveroso mantenere l’anonimato, sul grano radioattivo che arriva in Italia e che potrebbe trasformarsi in farina e pasta che arriva sulle nostre tavole.
CHI HA NOTIZIE IN PROPROSITO (non supposizioni non verificabili) di grano radioattivo che arriva in Italia, di porti di arrivo o elementi indiretti che possano farlo presupporre e su cui si possa/debba indagare, E’PREGATO DI CONTATTARMI privatamente o tramite messaggistica FB o scrivendo a bonfatti@progettohumus.it
Ogni segnalazione o indizio sarà un aiuto sinergico molto importante per avvalorare ancora di più la denuncia e potenziarla con altre testimonianze da affiancare, per esempio, all’ultima certa che abbiamo avuto sull’utilizzo di legname contaminato, proveniente dalla zona di esclusione di Chernobyl, da parte della EkoTES che, senza scrupoli, l’ha bruciato. Elementi in più per inchiodare le Autorità Europeo (la Banca Europea per lo Sviluppo e la Ricostruzione ha usato i nostri soldi per finanziare la EkoTES) alle proprie responsabilità e indurle a prendere in dovuta considerazione la denuncia nell’interesse della salute di tutti i cittadini europei, e non solo!

DAMIANO COLETTA: AUTOSTRADARE O NON AUTOSTRADARE, QUESTO È IL DILEMMA



DAMIANO COLETTA: AUTOSTRADARE O NON AUTOSTRADARE, QUESTO È IL DILEMMA
Nella messa cantata celebratasi ieri, 29 aprile, in Piazza del Popolo, nell’ambito della tavola rotonda organizzata dal sindacato Ugl dal titolo "Roma-Latina, un'opera necessaria", abbiamo appreso senza sorpresa che questa autostrada a pedaggio s'ha da fare, rappresenta il sol dell'avvenire rispetto a infrastrutture e sviluppo (quale?) e costituisce il collante unico della politica nostrana.
Dal PD alla destra passando per i civici Coletta e Terra, il coro unanime: quest'opera si farà. A ruggire i supposti benefici dell’opera (le solite assurdità su modernità, industria e sviluppo economico), sul palco c'erano i rappresentanti del sindacato, il consigliere uno e bino Enrico Forte, e il consigliere regionale (ex assessore ai Lavori Pubblici ai tempi di Renata Polverini) Luca Malcotti che, dopo alcuni demi plié e salti jeté di danza all'interno del proscenio post Mafia Capitale del centro destra (infatti ha sostituito proprio il figlio del "Pinguino" Domenico, Luca Gramazio), è passato ai Cuori Italiani. Malcotti ha affermato che sarà interesse del consorzio Sis finire prima i lavori perché i soldi ce li mettono loro, ossia i privati. Scordandosi di aggiungere che la parte di soldi pubblici li restituiranno, se li restituiranno (Brebemi docet), alle calende greche. Il contributo pubblico per la nuova autostrada a pedaggio in project financing, infatti, era previsto nel bando in 468 milioni di euro al massimo per il primo stralcio da 2.063 milioni, 970 milioni al massimo “a regime” per l’intera opera da 2.768 milioni. I ricorrenti al Tar (Salini-Impregilo) contestavano in particolare l’offerta di Sis proprio sul contributo pubblico, non ridotto in fase iniziale ma che il consorzio si è impegnato a restituire negli ultimi anni di concessione, di fatto trasformando il finanziamento statale in un prestito a lungo termine.
La restituzione del “prestito”, stando all’offerta di Sis, dovrebbe avvenire solo nel periodo 2044- 2056, ad avvenuta remunerazione e dei finanziatori e degli azionisti, e sarebbe garantita dai soli utili attesi nella corrispondente fase di esecuzione. Lo spettro di Pedemontane varie e Brebemi aleggia vorticosamente…Sempre Malcotti insiste che per la messa in sicurezza non c'erano i soldi. E allora uno si domanda in quale universo una messa in sicurezza costi più di un'autostrada, senza contare che i 460 milioni e rotti già stanziati al Cipe possono essere un ottimo punto d'inizio e probabilmente di arrivo; proprio ciò che chiedono nei loro atti d'indirizzo le amministrazioni di Roma, Pomezia e Ardea: trasferire quei soldi nella messa in sicurezza.
Più dubbioso il sindaco Terra: quanto tempo ci vorrà, si domanda. E allora non si capisce per quale motivo non si sia ancora accodato ai comuni di Roma (non Pizzighettone, con tutto il rispetto), Pomezia, Ardea attraverso un atto d'indirizzo contrario all'opera che storni i soldi a favore della messa in sicurezza, analizzi la possibilità di un treno tram e abbia l’obiettivo di una nuova conferenza dei servizi considerata la contrarietà all'opera dei comuni interessati.
Amletico e pensoso il sindaco di Latina Damiano Coletta che, pungolato dal moderatore, pare sia stato chiaro nella risposta sebbene tra i presenti nessuno abbia compreso il senso logico di ciò che affermava. Da una parte la Roma-Latina non risolve il problema e ha un impatto negativo, dall'altra ormai non c'è più niente da fare ma saremo vigili (in che modo dal momento che il Comune di Latina non è la stazione appaltante resta un mistero). Senza nessun cenno al suo proposito mai messo in atto, e dichiarato solo pochi mesi fa nell'ambito dell'assemblea informativa al Comune di Latina, di istituire un tavolo con tutti i sindaci interessati dall'opera.
Ora, se un cittadino quale è Coletta fa dichiarazioni personali contro quest'opera può far anche piacere, il problema è che se uno è stato eletto per fare l'amministratore deve parlare attraverso atti e ad ora l'unico atto agli atti (si scusi il gioco di parole) è un ordine del giorno votato a luglio del 2016 quando 17 consiglieri di maggioranza di LBC su 20 si astennero rispetto all'odg medesimo presentato da Enrico Forte (a proposito, oltre all'autostrada vuole anche il porto e l'aeroporto, e pare una stazione per space shuttle della Nasa). Un ordine del giorno, dunque, passato grazie ai voti della minoranza, compatta nel Sì all'autostrada a pedaggio (“strano”, ma anche no, che solo a Latina il centrodestra sia per l’autostrada, diversamente che a Pomezia, Roma e Ardea), e a causa del limbo cui si relegarono i consiglieri della maggioranza. Tutti tranne tre, i quali sarebbe opportuno che ottemperassero al loro ruolo di rappresentanti eletti dai cittadini e presentassero la delibera (che prende spunto da quella votata nel consiglio capitolino) che il Nodo di Latina ha protocollato al Comune nel novembre scorso. E proprio per rispettare le parole del loro stesso sindaco che, dopo l'ordine del giorno di luglio 2016, ebbe a dire: "Dobbiamo far sì che il collegamento Roma-Latina sia migliorato nel rispetto di tutti i cittadini".
Quale rispetto c'è nel non averli ascoltati questi cittadini? Quest'opera tentano di realizzarla da trent'anni, niente è stato deciso dai cittadini, sono stati sperperati milioni di euro di soldi pubblici, con annessi danni erariali certificati dalla Corte dei Conti. Un’amministrazione e una maggioranza che hanno come stella polare la condivisione, quale vuole essere quella attuale, non può accettare che una scelta calata dall'alto, distruttiva dal punto di vista finanziario, economico e ambientale, sia imposta ai cittadini, molti dei quali ignari, e sulla carne viva dei medesimi, con pesanti ricadute su chi lavora e studia.
Altrimenti sarebbe più corretto dire che Latina Bene Comune e il Comune la vogliono questa autostrada, ribadendo il voto codino di luglio 2016, e le dichiarazioni lunari, ma terribilmente vicine ai cacicchi di PD e centrodestra, del Presidente della Commissione Trasporti Giri e del segretario di partito di Latina Bene Comune. https://www.facebook.com/MovimentoLatina5Stelle/posts/1022661721201440

Brasile, archi e frecce contro gas lacrimogeno. La protesta degli indigeni per le riserve dell’Amazzonia

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/26/brasile-archi-e-frecce-contro-gas-lacrimogeni-la-protesta-degli-indigeni-per-le-riserve-dellamazzonia/3544933/?pl_id=4&pl_type=category 
Proteste e scontri tra indigeni e polizia davanti al palazzo del congresso a Brasilia, capitale del Brasile. Centinaia a di indigeni infatti sono scesi in piazza, armati di frecce e arco e con i corpi dipinti, per protestare contro una proposta di legge, che consente al congresso di delimitare i confini delle loro terre.
 di  | 26 aprile 2017
Brasile, archi e frecce contro gas lacrimogeno. La protesta degli indigeni per le riserve dell’Amazzonia

Il dossier della Shell scampato all’esplosione che uccise Mattei Le 40 pagine fornite al giornalista che era con lui furono rispedite indietro e dimenticate

Giorgio Carlevaro
”Me le rimandarono
poche settimane
dopo, nessuno mi ha
mai chiesto di leggerle”
Dal mercato italiano
al petrolio sovietico
Tra i documenti che la Shell
affidò in via confidenziale al
cronista del Time William
McHale, c’era uno studio sui
bilanci dell’Eni tra il 1957 e il
1959 (in cui ci si poneva la
domanda di come facesse a
operare con successo in Italia),
uno sull’importazione di petrolio
dall’Urss , alcuni attacchi di
Mattei alle “Sette sorelle” e una
lettera del 1961 in cui il
coordinatore europeo della Shell
suggeriva una “competizione
senza animosità” agli attacchi
che da quello arrivavano
La scheda
n WILLIAM
MCHALE era
diventato da
poco
caporedattore
della
redazione
romana del
Time quando
l’autorevole
periodico per
il quale
lavorava gli
chiese una
storia da
copertina sul
fondatore
dell’Eni che
dall’Italia
stava facendo
concorrenza
ai grandi
colossi del
petrolio
mondiale. Per
loro, lo stesso
Mattei aveva
coniato il
nome di
“Sette
sorelle ”: erano
Esso, Shell,
British
Petroleum,
Mobil, Texaco,
Socal e Gulf
L’uomo che fondò l’Eni
ERA NATO IL 29 APRILE di 111 anni fa Enrico
Mattei. Ad Acqualagna, nelle Marche, oggi nella
provincia di Pesaro e Urbino. Figlio di
carabiniere, aveva fondato una piccola impresa
chimica. Era stato anche tra i fondatori della Dc,
aveva fatto la Resistenza con i nomi di
“Marconi ”, “Este ” e “Monti”, nella componente
cattolica del Comitato di Liberazione Nazionale.
Fu, soprattutto, l’uomo che, mandato a chiudere
l’Agip, finì per farne un colosso dell’energia. Da
sempre legato alla sinistra Dc, allargò il suo
orizzonte politico per condurre la propria
battaglia “internazionale ” sul petrolio e
l’indipendenza energetica dell’Italia. Fondò uno
dei più moderni giornali dell’epoca, Il Giorno. Il
27 ottobre del 1962 il suo aereo privato esplose
in volo sopra le campagne di Bascapè, nella
provincia pavese poco a sud di Milano. L’ipotesi
di un guasto meccanico lasciò poi il passo,
trent ’anni dopo, alla certezza dell’attentato. Del
quale, ancora oggi, non si conoscono i mandanti
» VANESSA RICCIARDI
Giorgio Carlevaro a 28
anni lavorava per la
Shell, una delle compagnie
petrolifere
del cartello delle Sette Sorelle,
quando un giorno di novembre
delle carte annerite e bruciacchiate
arrivarono sulla
sua scrivania, nell’Ufficio studi
e informazioniin piazza Augusto
Imperatore a Roma. Riconobbe
subito i documenti classificati
confidential: “Li avevo
dati io stesso a William McHale,
il caporedattore della sezione
romana di Time Lifeche era
in volo con Mattei quando morirono”.
Il 27 ottobre 1962, nei
cieli di Bascapè, esplose l’ae -
reo su cui viaggiava il presidente
dell’Eni, Enrico Mattei.
Non ci furono superstiti, ma
quelle carte si salvarono: “Le
custodisco da allora. In 55 anni
nessuno è mai venuto a chiedermi
di consultarle” raccon -
ta Carlevaro al Fatto.
Il dossier Shell si compone
di 40 pagine dattiloscritte.
Carlevaro le portò con sé
quando nel 1974 lasciò la compagnia
petrolifera diventando
due anni dopo direttore della
Staffetta Quotidiana, testata
che si occupa di petrolio ed energia.
Ne scrisse per la prima
volta nel 2009 su quel giornale:
“Una serie di documenti in
lingua inglese, inviati dalle sedi
centrali di Londra e dell’Aja
della Royal Dutch/Shell”. Il
primo, datato 4 luglio 1962, è
alquanto mal ridotto: “U n’analisi
commentata dell’inde -
bitamento a lungo termine
dell’Eni”, racconta. La restante

Concertoni Tutti gli eventi, in Puglia no: “I politici volevano strumentalizzare”. Fallisce il palco no-Tap L’Italia in musica Taranto quest’anno suona il silenzio

IRENE TINERO
Mentre tutta Italia
suona, la tradizionale
contromanifestazione
di Tarantoquest’anno
non si farà:
“Il Primo Maggio è una festa
apolitica –ci spiega Michele
Rio rdin o del comitato C i ttadini
e Lavoratori Liberi e
P en s an t i che di solito organizza
la kermesse pugliese –
e tale deve rimanere, specie
durante queste Amministrative
'selvagge e violente'.
Non abbiamo voluto offrire il
nostro palco alla campagna
elettorale”. Gran parte della
manifestazione era stata organizzata
e pur di farla candidati
e imprenditori hanno
offerto cospicue somme: “Ci
auguriamo la stessa attenzione
il prossimo anno. I tarantini
soffrono 364 giorni
l’anno”. In Puglia i comitati
avevano provato a trasformare
la kermesse in no-Tap
(a Melendugno), ma non è
stato possibile organizzare.
In ricordo di quanti sono
morti per quei diritti ridotti
oggi alla mercé, a Roma in
piazza San Giovanni ci sarà
il famoso Concertone, come
ogni anno dal 1990.La conduzione
è affidata a Camila
Raznovich e il rapper avellinese
Clementino: sul palco si
esibiranno i Plunet Funk, gli
E d it o r s, Rocco Hunt, Bennato,
Fabrizio Moro e molti
altri. Presente anche il vincitore
di Sanremo, Francesco
Gabbani. A ridosso del palco

TDV Frosinone I 450 operai attendono l’esito dell’inchiesta: “Danno al fisco italiano” Prima gli indiani, ora in mani francesi: la guerra delle divise in Ciociaria

Il fatto quotidiano 30 aprile 2017 Il pasticcio
Una banca
orientale
aveva le azioni
come garanzia
di un prestito
Vendute alla Tdv
ANTONELLA MASCALI
C’è una battaglia legale, appena ai
primi passi, che vede ancora una
volta l’Italia e l’India intrecciarsi. Da
fine marzo una denuncia, per competenza,
è stata presentata alla Procura
di Milano e in India sono in corso accertamenti
interni sull’operato della
Exim Bank, banca controllata
dal governo indiano.
A chiederli sono
stati degli importanti imprenditori
indiani, che si
ritengono vittime di uno
“sc ip po ” milionario. La
storia è quella di una vendita,
tutta da chiarire, di
u n’azienda tessile, la
Klopman, leader mondiale
nel campo dei tessuti
per divise tecniche e
professionali, con sede a
Frosinone, ma di proprietà

Il Bengodi del terremoto: 52 milioni di euro, 254 abitanti Gagliano: per il sisma 2009 solo qualche lesione, ma arriva una montagna di soldi SPERPERARE È DIABOLICO Paradosso in Abruzzo

Il paese che muore
Emigrazione
e disoccupati, l’affare
ingrosserà le fauci dei
broker del cemento Ipse dixit
IL SINDACO
MARIO DI BRACCIO
È colpa mia
se il paese è disabitato
e il 90% delle case da
ricostruire sono senza
inquilini? Nessuna
spesa gonfiata,
tutto a norma di legge La scossa del 6 aprile
Il 6 aprile 2009, una scossa di
magnitudo 6.3, alle ore 3.32,
colpisce l’Abruzzo, in
particolare la città de L’Aquila.
Il bilancio fu di 309 vittime,
1.600 feriti e 65.000 sfollati.
Lo stato stanziò oltre 14
miliardi per una ricostruzione
stimata in 10 anni
Il processo
Nel 2011 la Procura de L’Aquila
rinvia a giudizio per omicidio
colposo plurimo 7 membri
della Commissione Grandi
Rischi. Nel 2012 il Tribunale de
L’Aquila condanna tutti a 6 anni
di reclusione. Nel 2014 la Corte
di Appello ribalta la sentenza
assolve 5 imputati su 6
» ANTONELLO CAPORALE
inviato a Gagliano Aterno (L’Aquila)
Al censimento di due
anni fa erano in tutto
du ece nto cinq uan taquattro.
Ventitré vedove,
tre vedovi, cinque divorziati.
Bambini sette, ragazzi
dodici. “Solo io ho
ve nt ’anni in questo paese”,
dice Giovanna, dietro il bancone
del circolo Arci. Vende
undici caffè al giorno, ma la ricostruzione
sta dando il suo
indotto: “Ora con i muratori
al lavoro c’è più movimento,
qualche panino in più a mezzogiorno
si prepara”. Gagliano
Aterno sta provvedendo a
riparare i danni del terremoto
del 2009 che colpì L’Aquila e
giunse anche qui, nella valle
subequana, lungo i pendii rigogliosi
che guidano la strada
all’Aterno, il fiume che conduce
l’Abruzzo verso Pescara
e il suo mare. Per fortuna in
questo borgo non ci furono
morti né feriti. Non ci fu bisogno
di impiantare prefabbricati.
Ma la paura sì, e tanta.
Per risarcirla, e suturare le lesioni
che comunque il tremolio
che rase al suolo L’Aquila
qui anche produsse, sono in
arrivo 52 milioni di euro. Fanno
204 mila 724 euro a testa,
supponendo che dal 2015 a
oggi nessuno sia stato accompagnato
al cimitero. “Ci siamo
assottigliati un altro pochino”
dice invece Mario Di
Braccio, il sindaco di Gagliano,
il paese dei balocchi. “Ba -
locchi in che senso?”.

Filtri e inquinamento Il Gip chiede il processo per tre dirigenti dei Trasporti e smaschera chi ha insabbiato lo scandalo Come le istituzioni hanno nascosto il Dieselgate italiano

Il giudice Di Nicola
Accuse ai ministeri
di Ambiente e Salute
e anche all’Istituto
Superiore della Sanità
20
Miliardi di euro
Il giro d’affari dei Fap
gestito da Iveco e Pirelli
LASCHEDA
La denuncia di Dukic
La ditta Dukic ha ideato una
tecnologia diversa dai Filtri
antiparticolato (Fap) e ha
ricevuto l’ok dei centro prova
autoveicolo, ma è sempre stata
fermata dai dirigenti del
ministero dei Trasporti che le
chiedevano la prova di durabilità
(che non c’entra niente con il
sistema della società veneta).
Tutto questo, secondo il Gip,
a vantaggio di Iveco e Pirelli
MARCO PALOMBI
E CARLO TECCE
Quando capita all’este -
ro, con una distanza
congrua dai conflitti
di interessi, in Italia si
riempiono pagine e si intavolano
seminari per stigmatizzare
le brutte, sporche e cattive
aziende che inquinano
con le zozzissime macchine
diesel. Quando capita in Italia
si fischietta. I cosiddetti Fap –
i filtri antiparticolato montati
sulle autovetture diesel –fan -
no male alla salute e all’a mbiente
e non sappiamo neanche
quanto, perché le polveri
sottili sminuzzate in “n ano-
parti celle ” peric olosi ssime
per la salute non sono rilevate.
Questa vicenda è emersa
grazie alle denunce
della ditta Dukic Day Dream –
che ha ideato un congegno alternativo
ai Fap e subìto le angherie
del ministero dei Trasporti
(Mit) – e non passa
all’oblio grazie a un Gip di Roma,
Paola Di Nicola.
LA GIUDICE è autrice di un dispositivo
che –oltre a ordinare
l’imputazione coatta per tre
alti dirigenti del Mit per il reato
di omissione e rifiuto in atti
di ufficio – smaschera una ad
una responsabilità e leggerezze

Caserta “La Reggia è un tesoro Il Sud deve abituarsi a produrre ricchezza”

ALFABETO MAURO FELICORI Da due anni è il direttore del “più grande museo
popolare italiano. Vengo dal Nord, ma mica faccio i miracoli”
Nel 2015
avevamo
450 mila
visitatori
Oggi ne
contiamo
circa
700 mila
Sono felice
ma ancora
non sazio
Siamo
in 230 tra
impiegati
e custodi
Non tutti
saranno
bravissimi,
ma quasi
tutti
cercano
di onorare
il lavoro
Biografia
MAURO
FELICORI
Bolognese,
nato nel 1952,
è stato per 30
anni dirigente
del Comune di
Bologna, nel
settore
cultura e
marketing.
Dall ’8 ottobre
2015 è il
direttore della
Reggia di
Caserta.
Appena
arrivato è
stato
accusato da
alcuni
sindacalisti di
lavorare
troppo,
accuse che
non lo hanno
toccato.
È stato
nominato
“Miglior
direttore di
museo in
Italia” dalla
piattaforma
Artribune
per il 2016
ANTONELLO CAPORALE
a Reggia di Caserta è il punto
di approdo degli ultimi, per
molti è un regalo agli occhi,
una piccola vacanza verso il
bello. Alla Reggia si va specialmente
nei giorni di festa
(quando non si paga) ed è
un’avventura familiare, defezione
collettiva – m a mme,
figlie, zii, nonni anche
acciaccati – e fuga dall’escrescenza
urbana della
cintura napoletana.
La Reggia è così grande da
sovrastare e intimorire la
piccola e anemica Caserta,
pied à terre di Napoli.
Finora era tenuta in freezer,
lasciata boccheggiare,
anzi incaprettata ai riti e ai
vizi della burocrazia.
Più chiusa che aperta, più
sporca che pulita. Il bolognese
Mauro Felicori è stato
chiamato a dirigerla due anni
fa. Ed è stata una fortuna
sia per lui che per la Reggia.
“È il più grande museo
popolare italiano. È la pietra
preziosa dei Borboni, l’i mponenza
intramontabile dei
suoi giardini è un dispiegamento
intensivo di bellezza.
Quando ho deciso di concorrere
per la direzione dei
musei italiani non ho avuto
dubbi: volevo andare con
tutte le mie forze a Caserta”.

“Diesel troppo inquinanti Processo al ministero” Imputazione coatta per 3 alti dirigenti dei Trasporti: “Favori a Iveco e Pirelli”

il fatto quotidiano 29 aprile 2017
Filtri “Fap”pericolosi
”Pur conoscendo
i rischi non hanno fatto
nulla: omissione e
rifiuto d’atti d’ufficio”
MARCO PALOMBI
E CARLO TECCE
Dopo un anno dalla
prima richiesta di archiviazione
del pm
Orano, la palla è tornata
al Gip, Paola Di Nicola, e
stavolta è arrivato l’ordine di
“imputazione coatta” per tre
alti dirigenti del ministero
delle Infrastrutture e Trasporti
(Mit), quello di Graziano
Delrio, per “rifiuto e omissione
d’atti d’ufficio” in relazione
al “Dieselgate italiano”,
inchiesta conosciuta ai lettori
del Fatto e a pochi altri italiani
pur riguardando la salute (e le
tasche) di tutti. In sostanza, il
Gip ha deciso il rinvio a giudizio
dei vertici della Motorizzazione:
il numero 1 Maurizio
Vitelli e i due capi della
divisione che “omologa”i veicoli
(Vito Di Santo e Alessandro
De Grazia).

PETROLCHIMICO Disastro ambientale, l’altro fascicolo di Cassino “Voleva pagare il perito di Gela per aiutare ‘mamma’ Eni” Imprenditore imputato di intralcio alla giustizia nell’inchiesta sulla raffineria siciliana

di Andrea Palladino
Il dirigente Eni
Dai tabulati il sospetto
di un incontro con Ricci
ma il vicepresidente è
stato archiviato e nega
L’indagine sui manager torna indietro
VENTIDUE INDAGATI, centinaia di parti offese,
nella maggior parte contadini della zona di Gela
(Caltanissetta). L’inchiesta sulla Raffineria dell’Eni
è una delle principali in Italia per disastro
ambientale. Un fascicolo che qualche giorno fa ha
subito un brusco arresto, con il rinvio degli atti alla
Procura di Gela. Dopo moltissime udienze gli
avvocati dei manager dell’Eni hanno sollevato la
nullità della richiesta di rinvio a giudizio per
disastro ambientale, perché molti imputati non
avevano ricevuto l’avviso di fine indagini
IL PROCEDIMENTO deve così tornare indietro e
individuare correttamente le eventuali
responsabilità per le ipotizzate contaminazioni
atmosferiche, del suolo e del sottosuolo, con un
conseguente grave inquinamento delle falde
acquifere della zona. La richiesta di rinvio a
giudizio era stata firmata dal procuratore di Gela
Lucia Lotti, tornata nei mesi come procuratore
aggiunto a Roma dove aveva lavorato per diversi
anni occupandosi tra l’altro delle mafie nel Lazio

PRIMO MAGGIO Licenziati, cassa e crisi: è la festa di quale lavoro?



LA STORIA Salvate dall’incidente aereo Le carte di Shell su Mattei che nessuno volle leggere
ECCO PERCHÉ SIAMO DIVENTATI L’I TA L I A DEI “CAT TIVISTI”
ORDINE SPARSO Alfano con la Procura (è la prima volta), Gentiloni e Orlando critici Sul caso Ong esplode il governo Ecco le 6 sigle sospettate dai pm Il ministro degli Esteri: “Sto al 100% con Zuccaro”. Il guardasigilli: “Perché non se n’è accorto quando faceva il ministro degli Interni?”. Grasso contro Di Maio: “Sui migranti devi studiare ”. La replica: “Il Pd faceva business sull’accoglienz a”
NAVI E OMBRE “Jugend Rettet”, “Sea Watch” & C. Marchi tedeschi
DAL RIMORSO DI LORD JIM AI SOLITI SOSPETTI SUI VOLONTARI » BARBARA SPINELLI H o incontrato a Catania il procuratore Carmelo Zuccaro, le Ong che sospetta di collusione coi trafficanti sono cinque tedesche e una spagnola. Ma lui stesso ha ammesso di non avere prove.
hawkan, freelance, a r re st ato nel 2013 al C a i ro mentre scattava foto, attende ancora il process o in Egitto: complimenti al nostro a l le ato contro i terroristi
SPRECO TERREMOTO Fondi ricostruzione, record a Gagliano Il paese dei balocchi: 254 anime, 52 milioni Il sisma del 2009 ha ricoperto questo piccolo Comune di soldi. Il sindaco: “È colpa mia se le persone se ne vanno e il 90% delle case da ristrutturare sono senza inquilini?”. Una manna per i broker del cemento
RENZI-3, ULTIMA C H I A M ATA PER EVITARE IL FUGGI-FUGGI
OGGI LE PRIMARIE Le stime abbassano ancora l’affluenza Pd, una poltrona per 3 sperando nel milione  Per l’ex segretario sarebbe addirittura “s t re p i to s o” se si arrivasse a un terzo dei votanti che quattro anni fa scelsero tra lui, Cuperlo e Civati. Gazebo aperti dalle 8 alle 20. Orlando prova a tenere gli ex Ds già in fuga
LA POLEMICA La (s)memoria di Gramellini e altre briciole Il talento del ‘68, chi se lo scorda! » GIOVANNI PACCHIANO F a strano la frase, centrale per importanza, apparsa sul Corriere della Sera del 26 aprile nella rubrica di prima pagina di Massimo Gramellini (titolo del pezzo: “Maturità alla memor ia”). La riporto integralmente: “Quel briciolo di memoria che mi rimane basta a ricordarmi che la guerra al nozionismo e la sfiducia nelle autorità (“Uno vale uno”) non le ha inventate Grillo, ma il Sessantotto, che tra i suoi numerosi meriti ebbe però il demerito gigantesco di umiliare il talento e lo sforzo in nome di una falsissima idea di u g u ag l i a n z a ”. Lasciato da parte Grillo, occupiamoci del Sessantotto, puntando la lente sulla scuola.
tratto da www.ilfattoquotidiano.it

Il Ministero dice no, scatta la sospensione dei lavori per il porto canale di Rio Martino Latina - L’ordinanza è del 13 aprile scorso. La Provincia di Latina lamenta la mancata erogazione di oltre 3 milioni di euro

Niente soldi dal Ministero, scatta la sospensione dei lavori per il porto canale di Rio Martino. L'ordinanza è del 13 aprile scorso. La Provincia di Latina lamenta la mancata erogazione di oltre 3 milioni di euro, ovvero quasi la metà del finanziamento intero. Da oltre tre mesi gli uffici dell'ente di via Costa avevano sollecitato una risposta da Ministero dei Beni Culturali e del Turismo. Eppure nulla si sarebbe mosso. Il rischio flop della più importante opera pubblica degli ultimi anni è alle porte. I lavori si dovrebbero concludere entro fine giugno per non perdere il mega finanziamento di 6,8 milioni di euro. Ma l'obiettivo sta svanendo. Tanto che la Regione Lazio ha avanzato la richiesta di proroga dell'iter al Ministero fino a novembre 2017, per non perdere il diritto ai finanziamenti. «Atteso che ad oggi non risulta pervenuta a questo ente nessuna anticipazione di erogazione dell'importo richiesto –si legge nella nota 17097 del settore Viabilità- si ordina all'Ati Meridiana Costruzioni Generali srl –Consorzio Stabile Infratech e quindi al soggetto esecutore Rio Martino scarl l'immediata sospensione delle lavorazioni».

http://www.latinaoggi.eu/news/servizi/50997/il-ministero-dice-no_-scatta-la-sospensione-dei-lavori-per-il-porto-canale-di-rio-martino La Redazione

Il Wwf boccia l’aeroporto in provincia di Latina: inutile e dannoso

Gli ambientalisti del Wwf bocciano senza possibilità di appello l’ipotesi progettuale di un aeroporto a Latina o nelle sue vicinanze. In un lungo comunicato stampa firmato da Patrizia Parisella, coordinatrice del gruppo Wwf Litorale Pontino, e da Franca Maragoni, presidente Wwf Litorale Laziale, espongono una critica all’idea rilanciata dal consigliere regionale pontino Enrico Forte del Pd attraverso un’interrogazione al presidente del Consiglio regionale Daniele Leodori per sollecitare la Giunta regionale “a farsi parte attiva per valutare la realizzazione di un nuovo sito aeroportuale a Latina”, sito che potrebbe rispondere per motivi logistici – spiegava il consigliere a metà marzo scorso – alle nuove esigenze di mobilità e aumentare la capacità di ricezione della domanda turistica e professionale da e per Roma “con indubbie ricadute positive in termini di occupazione non soltanto nel trasporto areo ma anche nell’indotto”. L’iniziativa riscuoteva in pochi giorni un consenso trasversale delle forze politiche e di alcuni sindaci del territorio pontino. Di lì a pochi giorni, vista l’approvazione unanime del consiglio provinciale di Latina di una mozione presentata da Forza Italia, Forte chiedeva l’istituzione di un tavolo congiunto ad hoc nel quale fossero rappresentati il Comune di Latina, l’amministrazione provinciale e la Regione Lazio.
Oggi a rappresentare il fronte del no è la corazzata del Wwf che attacca: “Di nuovo si parla di aeroporto e di trasporto aereo – si legge nel comunicato dell’associazione ambientalista -, un sistema che più di tutti i sistemi di mobilità inquina pesantemente l’ambiente; inquinamento acustico, elettromagnetico e da polveri sottili, dannoso per uomini e animali, causa di malattie e di diminuzione della biodiversità. È oltremodo grave che, in presenza di SIC, un Parco nazionale, zone ZPS e di studi sulle possibili ricadute ambientali e sanitarie realizzati da enti e associazioni nazionali e internazionali di spessore scientifico inequivocabile, vengano prese in considerazione queste proposte da inserire in un territorio ricco di aree naturalistiche di pregio e con una vocazione turistica forte costruita sull’offerta ai visitatori anche stranieri di ambienti unici al mondo per la bellezza e lo stato di naturalità e di un’agricoltura in espansione che guarda con sempre maggiore interesse alla pratica di coltivazioni senza l’uso di additivi non naturali e quindi di qualità. A questa vocazione invece Comuni e Regione rispondono con opere invasive, dannose, inquinanti e inutili, come un aeroporto e, non dimentichiamolo, una nuova autostrada (Roma – Latina)”.
Opere ritenute inquinanti, invasive, dannose e inutivili in questi termini: “Inquinanti per l’entità delle emissioni nocive generate dal trasporto aereo, l’anidride carbonica prodotta dal trasporto aereo passerà dai 572 milioni di tonnellate annue del 2000 a un valore tra gli 1,2 e gli 1,4 miliardi di tonnellate nel 2025 (per ogni tonnellata di carburante combusto si producono circa 3,16 tonnellate di CO2). Invasive perché occuperà un’area al centro di una zona densamente popolata ma contemporaneamente ricca di aziende agricole e zootecniche nonché di emergenze storiche. Dannosa perché non solo ne soffrirebbe l’economia che da anni è radicata sul territorio ma ci sarebbero gravi danni alla salute delle popolazioni delle zone limitrofe (progetto SERA, lo studio “Valutazione del rischio ambientale nel comune di Ciampino in relazione all’inquinamento atmosferico” realizzato dalla professoressa Giovanna Jona Lasinio e dalla dr.ssa Sara Zuzzi dall’Università La Sapienza di Roma e dal dr. Mario Santoro dell’Università di Tor Vergata di Roma, citato nel Rapporto dell’ISDE nazionale e di Latina); anche gli ecosistemi sarebbero pesantemente danneggiati dallo stesso tipo di inquinamento. Inutile perché ci sono già altri due aerostazioni a meno di 100 Km e le merci e/o i turisti una volta sbarcati sarebbero costretti ad altro trasporto su gomma per raggiungere le mete finali e quindi il bilancio dell’inquinamento derivante dall’uso di combustibili fossili si aggraverebbe ancora di più”.
Proprio in questi giorni il Wwf ha sollecitato l’Italia ad ascoltare il monito dell’Unione Europea riguardo alle azioni di tutela della salute pubblica, in particolare rispetto alle emissioni di polveri sottili. “La Ue sottolinea infatti – precisa il Wwf – che l’Italia è il Paese europeo più colpito e l’Agenzia Europea per l’Ambiente calcola che il PM10 (particolato) abbia provocato oltre 66 mila morti. Il monito dell’Europa arriva in un momento in cui in tutti i Paesi e all’interno di conferenze internazionali come COP 22 si dibatte sulla necessità di combattere l’incombente pericolo dei cambiamenti climatici. Le conseguenze di questo fenomeno che il nostro Pianeta sta subendo colpisce in maniera diversa ma ugualmente grave tutti Paesi del mondo, nei Paesi più poveri con la desertificazione e le conseguenti ecomigrazioni, nei più ricchi soprattutto con la carenza di acqua per gli allevamenti e l’agricoltura. Sempre le conferenze internazionali poi auspicano che prenda respiro e faccia passi avanti con concreti atti formali il Patto dei sindaci per il clima e l’energia per realizzare strategie locali atte alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici. In questo contesto di preoccupazione planetaria quindi stride quanto invece progettato dai nostri amministratori locali e regionali, miopi tanto da non vedere il degrado a cui andrebbe incontro il nostro territorio e sordi alle continue sollecitazioni a migliorare e potenziare, una volta per tutte la linea ferroviaria”.
“Incentivare l’uso del treno, unico sistema di trasporto rispettoso dell’ambiente e delle persone e quindi sostenibile, resta un obbligo – concludono Parisella e Maragoni – come dimostrano le vicissitudini della linea Terracina-Fossanova e i problemi che in questi mesi hanno dovuto affrontare tutti i pendolari pontini. Auspichiamo che questa miopia non colpisca anche i cittadini che dovrebbero riflettere e capire chi trae vantaggio da questo scempio. Non sviluppo e nuovi posti di lavoro ma regresso e perdita di occupazione in molti settori economici della provincia. Aspettiamo, infine, con fiducia una politica che sappia adottare strategie innovative di sviluppo davvero sostenibile a tutto vantaggio dell’ambiente e della salute dei cittadini”. http://www.latinacorriere.it/2017/04/29/wwf-boccia-laeroporto-provincia-latina-inutile-dannoso/
Rita Cammarone ha condiviso un link.
Gli ambientalisti del Wwf bocciano senza possibilità di appello l’ipotesi progettuale di un aeroporto a Latina o nelle sue vicinanze. In un lungo comunicato stampa firmato…
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Dune contese da più di mezzo secolo, la querelle tra i privati e il Comune è alle battute fiinali Sabaudia - Oggi l'udienza in Cassazione rispetto ad una vicenda giudiziaria che chiama in causa anche Terracina e molti vip

Una contesa per le dune di Sabaudia. O forse di Terracina. Questo l'oggetto della querelle giudiziaria che va avanti ormai da oltre mezzo secolo e che riguarda una serie di lotti ormai in buona parte edificati, sui quali sorgono anche le ville dei vip. Oggi davanti ai giudici della Suprema Corte di Cassazione andrà in scena l'atto finale e a breve, salvo colpi di scena, potrebbe essere messa la parola "fine" a questo lungo contenzioso. 
Parti in causa sono il Comune di Sabaudia, che è il ricorrente avendo impugnato la sentenza d'Appello, il Comune di Terracina e una serie di privati - alcuni dei quali assistiti dall'avvocato Andrea Celebrano del foro di Roma -, ossia i proprietari delle abitazioni. Si tratta di 76 parti, anche se i soggetti fisici sono molti di più. 
Il punto di partenza di questa lunga storia è da individuare in un atto del 1952. Un documento con cui il Comune di Terracina vendette una serie di lotti sul lungomare a una società. Anche quelli su cui, come si diceva, sorgono le ville dei vip. Un affronto per Sabaudia, con l'ente che difatti decide di andare in Tribunale e in primo grado ottiene anche una sentenza a suo favore. 
Il giudizio d'Appello ha però ribaltato tutto. Alla base della decisione, in sostanza, il fatto che nel 1933, quando nacque Sabaudia, non fu stabilito che quei lotti fossero di sua proprietà. Motivo per cui alla fine il Comune di Sabaudia si è visto chiamato anche a pagare spese legali tutt'altro che irrisorie. Un debito fuori bilancio piovuto tra capo e collo dell'amministrazione quattro anni fa, con ben 590mila euro da dover pagare. Tra i creditori anche parecchi nomi noti, come quello di Giovanni Volpi di Misurata (villa Volpi), Guido Formillo Fendi, Ginevra Cavalletti, Bernardo Bertolucci, Francesco Totti e Giovanni Malagò. 
Al netto delle questioni di bilancio e della stangata arrivata negli anni passati, il Comune ha deciso di impugnare per cassazione la decisione dei giudici d'Appello. Oggi l'udienza, durante la quale il procuratore generale farà la propria requisitoria. La sentenza è attesa in tempi relativamente rapidi e con la stessa i giudici di legittimità potranno confermare la decisione di secondo grado - e quindi respingere il ricorso del Comune di Sabaudia - o potranno annullarla, con o senza rinvio. Un contenzioso ormai piuttosto datato potrebbe quindi essere finalmente definito, chiarendo una volta per tutte la vicenda dei "tumuleti di Paola" e le sorti dei lotti sui quali ora sorgono anche le ville dei vip. http://www.latinaoggi.eu/news/cronaca/50946/dune-contese-da-pia-di-mezzo-secolo_-la-querelle-tra-i-privati-e-il-comune-a-alle-battute-fiinali

 La Redazione

Il WWF contro l'aeroporto: "Infrastruttura inutile e dannosa per l'ambiente" Latina - Dura nota dell'associazione ambientalista che elenca i motivi per i quali non va ripreso il progetto"

L'aeroporto civile a Latina? Iutile e dannoso. Patrizia Parisella e Franca Maragoni del WWF ne sono convinte e lanciano l'allarme contro questo progetto tornato in auge da qualche settimana. "Di nuovo si parla di aeroporto e di trasporto aereo, un sistema che più di tutti i sistemi di mobilità inquina pesantemente l'ambiente; inquinamento acustico, elettromagnetico e da polveri sottili, dannoso per uomini e animali, causa di malattie e di diminuzione della biodiversità. È oltremodo grave che, in presenza di SIC, un parco nazionale, zone ZPS e di studi sulle possibili ricadute ambientali e sanitarie realizzati da enti e associazioni nazionali e internazionali di spessore scientifico inequivocabile, vengano prese in considerazione queste proposte da inserire in un territorio ricco di aree naturalistiche di pregio e con una vocazione turistica forte costruita sull'offerta ai visitatori anche stranieri di ambienti unici al mondo per la bellezza e lo stato di naturalità e di un'agricoltura in espansione che guarda con sempre maggiore interesse alla pratica di coltivazioni senza l'uso di additivi non naturali e quindi di qualità. A questa vocazione invece Comuni e Regione rispondono con opere invasive, dannose, inquinanti e inutili, come un aeroporto e, non dimentichiamolo, una nuova autostrada (Roma – Latina). Inquinanti per l'entità delle emissioni nocive generate dal trasporto aereo, l'anidride carbonica prodotta dal trasporto aereo passerà dai 572 milioni di tonnellate annue del 2000 a un valore tra gli 1,2 e gli 1,4 miliardi di tonnellate nel 2025 (per ogni tonnellata di carburante combusto si producono circa 3,16 tonnellate di CO2). Invasive perché occuperà un'area al centro di una zona densamente popolata ma contemporaneamente ricca di aziende agricole e zootecniche nonché di emergenze storiche. Dannosa perché non solo ne soffrirebbe l'economia che da anni è radicata sul territorio ma ci sarebbero gravi danni alla salute delle popolazioni delle zone limitrofe (progetto SERA, lo studio "Valutazione del rischio ambientale nel comune di Ciampino in relazione all'inquinamento atmosferico" realizzato dalla professoressa Giovanna Jona Lasinio e dalla dr.ssa Sara Zuzzi dall'Università La Sapienza di Roma e dal dr. Mario Santoro dell'Università di Tor Vergata di Roma, citato nel Rapporto dell'ISDE nazionale e di Latina); anche gli ecosistemi sarebbero pesantemente danneggiati dallo stesso tipo di inquinamento. Inutile perché ci sono già altri due aerostazioni a meno di 100 Km e le merci e/o i turisti una volta sbarcati sarebbero costretti ad altro trasporto su gomma per raggiungere le mete finali e quindi il bilancio dell'inquinamento derivante dall'uso di combustibili fossili si aggraverebbe ancora di più.  È proprio di questi giorni la nota con cui il WWF sollecita l'Italia ad ascoltare il monito dell'Unione Europea riguardo alle azioni di tutela della salute pubblica, in particolare rispetto alle emissioni di polveri sottili; la UE sottolinea infatti che l'Italia è il Paese europeo più colpito e l'Agenzia Europea per l'Ambiente calcola che il PM10 (particolato) abbia provocato oltre 66 mila morti. Il monito dell'Europa arriva in un momento in cui in tutti i Paesi e all'interno di conferenze internazionali come COP 22 si dibatte sulla necessità di combattere l'incombente pericolo dei cambiamenti climatici. Le conseguenze di questo fenomeno che il nostro Pianeta sta subendo colpisce in maniera diversa ma ugualmente grave tutti Paesi del mondo, nei Paesi più poveri con la desertificazione e le conseguenti ecomigrazioni, nei più ricchi soprattuttocon la carenza di acqua per gli allevamenti e l'agricoltura. Sempre le conferenze internazionali poi auspicano che prenda respiro e faccia passi avanti con concreti atti formali il patto dei sindaci per clima e energia per realizzare strategie locali atte alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici. In questo contesto di preoccupazione planetaria quindi stride quanto invece progettato dai nostri amministratori locali e regionali, miopi tanto da non vedere il degrado a cui andrebbe incontro il nostro territorio e sordi alle continue sollecitazioni a migliorare e potenziare, una volta per tutte la linea ferroviaria. Incentivare l'uso del treno, unico sistema di trasporto rispettoso dell'ambiente e delle persone e quindi sostenibile, resta un obbligo come dimostrano le vicissitudini della linea Terracina-Fossanova e i problemi che in questi mesi hanno dovuto affrontare tutti i pendolari pontini. Auspichiamo che questa miopia non colpisca anche i cittadini che dovrebbero riflettere e capire chi trae vantaggio da questo scempio. Non sviluppo e nuovi posti di lavoro ma regresso e perdita di occupazione in molti settori economici della provincia. Aspettiamo, infine, con fiducia una politica che sappia adottare strategie innovative di sviluppo davvero sostenibile a tutto vantaggio dell'ambiente e della salute dei cittadini".

http://www.latinaoggi.eu/news/politica/51016/il-wwf-contro-laeroportoa-infrastruttura-inutile-e-dannosa-per-lambiente- La Redazione