sabato 22 ottobre 2016

Riciclo rifiuti, il Sud si spacca: 3 regioni promosse, 5 bocciate Sardegna, Campania e Abruzzo viaggiano verso il traguardo del 60% di scarti urbani recuperati entro il 2025. Ma dal rapporto della Fondazione per lo sviluppo sostenibile arriva un allarme: 22 province meridionali sono sotto il 35% di raccolta differenziata. In ballo ci sono 7 mila posti di lavoro di ANTONIO CIANCIULLO

Sardegna, Campania e Abruzzo battono Toscana, Liguria e Valle d’Aosta. Sulla raccolta differenziata lo stereotipo del Sud che getta tutto in discarica è superato. Undici province meridionali hanno oltrepassato la soglia del 50% dimostrando che si può risalire la china. Ma cinque regioni (Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia) trascinano ancora la media verso il basso. In questo quadro sarà possibile raggiungere entro il 2025 l'obiettivo indicato dall’Europa: il 60% di riciclo degli scarti urbani?

Lo studio curato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile - che verrà presentato al convegno organizzato domani a Napoli dal Comieco, il consorzio per il recupero degli imballaggi di carta - offre una speranza ma suona anche come un campanello d’allarme. Se tre regioni del Sud hanno ormai conquistato una buona posizione, il panorama generale resta critico. Tra il 2005 e il 2014 la raccolta differenziata ha fatto un salto su scala nazionale passando dal 24% al 45% dei rifiuti urbani raccolti (221 chili pro capite), ma mentre il Nord è arrivato al 57% e il Centro al 41%, il Sud è rimasto fermo al 31%.
Riciclo

I DATI 

''Se questo trend si ripeterà nei prossimi dieci anni falliremo gli obiettivi a livello nazionale'', ricorda Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. ''Ventidue province meridionali sono sotto il 35% di raccolta differenziata. La Sicilia nel 2014 ha riciclato appena l’8% dei rifiuti prodotti, la Calabria il 14%, il Molise il 17%. Inoltre mentre le tre regioni meridionali virtuose negli ultimi dieci anni hanno avuto una crescita della raccolta differenziata più veloce della media nazionale, nelle cinque regioni più critiche il processo è stato inverso. Uscire da questa trappola è possibile, ma bisogna fare un salto nella qualità degli amministratori e dei manager''.

Anche perché fare la raccolta dei rifiuti male costa di più. Delle otto regioni che superano il 50% di raccolta differenziata, ben 7 hanno un costo medio della gestione dei rifiuti urbani più basso della media nazionale. Mentre delle cinque regioni in ritardo nella raccolta differenziata, le tre più grandi (Sicilia, Puglia e Calabria) hanno costi medi di gestione dei rifiuti urbani più alti della media nazionale.

Spingere sul riciclo inoltre darebbe lavoro. Se si raggiungessero gli obiettivi di riciclo della plastica, del vetro e della carta presenti nei rifiuti urbani, al Sud spunterebbero 7 mila nuovi posti di lavoro entro il 2030.

''Il Meridione può arrivare in tempo all’appuntamento con l'Europa in tema di riciclo a patto di stabilire obiettivi condivisi, comunicarli con efficacia e metterli in pratica con criteri manageriali'', osserva Carlo Montalbetti, direttore di Comieco. ''Noi abbiamo mobilitato 10 milioni di euro nelle aree critiche con risultati soddisfacenti: a Napoli la raccolta porta a porta della carta e del cartone tra gennaio e agosto ha segnato un più 20%''. http://www.repubblica.it/ambiente/2016/10/21/news/riciclo_rifiuti_il_sud_si_spacca_3_regioni_promosse_5_bocciate-150266716/?ref=HREC1-38

Nessun commento: