domenica 23 ottobre 2016

la regione Lazio dove ubicherà l'inutile inceneritore voluto dal governo Renzi e dal ministro Galletti?

La regione Lazio non ha ancora stabilito dove realizzare l'inceneritore previsto dal governo Renzi della capacità da 210 mila tonnellate l'anno.
Doveva decidere, entro settembre, secondo le dichiarazioni in commissione contro le ecomafie dell' 11 luglio (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/07/commissione-contro-le-ecomafie.html) , della dirigente dei settori rifiuti e VIA della regione Lazio, ing. Tosini nel piano regionale dei rifiuti dove ubicare impianti e discariche.
I comuni e le province interessate, avrebbero dovuto inviare le loro osservazioni alla determinazione della regione Lazio di aprile 2016 (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/04/piano-regionale-dei-rifiuti-di-cui-alla.html), sempre secondo l'Ing. Tosini.
Ma non pare sia avvenuto nulla di tutto questo.
Anzi la provincia di Latina si era impegnata (il 22 aprile 2016) a coinvolgere comuni e cittadini ma nemmeno questo è avvenuto. (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/05/regione-lazio-stralcio-provincia-di.html)
Mentre si discute dell'emergenza o della crisi rifiuti nella regione Lazio, e in provincia di Latina, è arrivata l'ennesima decisione del governo Renzi contro l'ambiente e contro il ciclo virtuoso dei rifiuti con il decreto del 5 ottobre.
Ancora una volta si ha l'impressione  che le scelte, in materia di rifiuti, oltre che anti ecomiche e contro il buon senso siano alimentate da interessi o da conflitti di interessi evidenti tra Istituzioni (la regione Lazio che partecipa alcune aziende del settore, secondo Altissimi (vedere http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/10/lazio-e-il-caso-dei-rifiuti-fabio.html ) o tra rappresentanti istituzionali (secondo il Fatto quotidiano vedere http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/10/rifiuti-gli-otto-inceneritori-sono.html).
Rimane il fatto che mentre passano mesi, anni e decenni l'inquinamento continua, nessuna decisione in merito alla bonifica e al post mortem delle discariche di Borgo Montello che sono state esaurite e che sono chiuse (Indeco dopo il sequestro di gennaio, Ecoambiente per esaurimento volumi).
Così come resta tutto il rischio dell'ubicazione di progetti e impianti inutili e devastanti (inceneritori), discariche (da ridurre con la raccolta differenziata seria) in posti non compatibili con il territorio. 
Per questo motivo speriamo che la regione Lazio prenda esempio dalla regione Lombardia escludendo dall'ubicazione di questi impianti quelli già inquinati. (vedere http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/16_ottobre_20/discariche-cominelli-vuole-esportare-indice-pressione-tutta-italia-b75505f8-96da-11e6-9c27-eb69b8747d1f.shtml)
  
Gian Luca Galletti, che ha fondato (conrelativa quotazionein borsa)lamultiutility ambientaledell’Em i li a Romagna,la Hera(checonta almeno 78 termovalorizzatori), e che quindi ha la pratica dell’incenerimento nel Dna.


http://pontiniaecologia.blogspot.it/2016/10/rifiuti-gli-otto-inceneritori-sono.html

 “È chiaro - aveva detto Galletti a febbraio - che questo piano parte dal presupposto che tutte le Regioni arrivino al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Europa, quindi che tutte le regioni arrivino al 65 per cento di raccolta differenziata e che tutte colgano gli obiettivi di produzione dei rifiuti del 10 per cento; fatto questo conteggio –aveva aggiunto –si individua ancora la necessità, delPaese inquesto caso, di incenerimento: che equivalea ottotermovalorizzatori”. Un ragionamento viziato dadueelementi: ilprimoè che non si considerano i piani incrementali di differenziata nelle Regioni e si assume il 65 percento comeobiettivo massimo e non come obiettivo minimo. Il secondo è che le direttive europeeche tanto teme Galletti impongono il pre-trattamento deirifiuti e non il loro incenerimento. “Trattamenti fisici, chimici, biologici o termici”, recita la direttiva. L’incenerimento è solo uno dei quattro possibili. Ma l’unico indicato nel decreto. V DS © RIPRODUZIONE RISERVATA>

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